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[RUGBYLIST] Notizie del lunedì
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Lun 1 Giu 2009 22:57:30 CEST
Dal Gazzettino.
Il sudafricano del Benetton al suo primo titolo da allenatore: «È il
frutto del duro lavoro e della freddezza». Arrivano Rouyet, Rizzo e
Veermack. Goosen resta
Smith insaziabile: pensa già al prossimo scudetto
Roma
NOSTRO INVIATO
Prima due titoli italiani da giocatore (2003, 2004). Sabato
notte al Flaminio con la vittoria 29-20 sul Montepaschi Viadana il
primo da allenatore. Per il sudafricano Franco Smith è lo scudetto
della consacrazione da tecnico, dopo l’amarezza di quello perso l’anno
scorso alla prima esperienza in panchina. Una buona fetta del merito
per il tricolore numero 14 di Treviso spetta a lui. Alla sua cura
quasi maniacale del lavoro, in campo e alla lavagna. Pragmatico e
stakanovista qual è, da stamattina è già all’opera per la prossima
stagione, dopo essersi goduto la gioia del trionfo «guardandoci negli
occhi sabato sera in albergo con i miei ragazzi». Fino al 12 giugno
meeting di lavoro, contatti con i giocatori della rosa, preparazione
dei programmi fisici. Poi volerà in Sudafrica per tornare in Italia il
20 luglio e riprendere con il raduno il 27. Due giorni prima del suo
37° compleanno.
Smith, è più bello vincere da giocatore o da allenatore?
«Come giocatore la soddisfazione è grande. Ieri mi sono mancati
il sudore, un bel placcaggio duro, lo sforzo fisico che ti dà la
percezione del traguardo raggiunto. Come allenatore è bello vedere i
frutti del lavoro dei ragazzi, il modo in cui hanno messo in pratica
quando provato e appreso durante la stagione».
La differenza con la sconfitta di Monza 2008 col Calvisano?
«L’anno scorso avevamo focalizzato troppo l’obiettivo di
arrivare in finale. Dopo il successo nella prima semifinale abbiamo
festeggiato come se avessimo vinto scudetto. Quest’anno abbiamo
focalizzato tutto sulla finale, sapevamo cosa fare per vincerla finale
e ci siamo riusciti».
Dopo un’ora di dominio c’è stato il passaggio a vuoto, Viadana
vi ha messo in difficoltà con i break al centro e rimontato. Ha avuto
paura?
«Abbiamo giocato da subito per chiudere il match e potevamo
andare al riposo 24-3. Non ci siamo riusciti per mancanza di
concentrazione. La cosa importante è stata, una volta in svantaggio,
rifocalizzare su tale necessità, reagire. Così abbiamo ripreso in mano
la situazione. La parola d’ordine che girava fra i ragazzi in quel
momento era: niente paura, no panico. Quindi non l’ho avuta nemmeno
io. Due anni fa partite così le avremmo perse. Abbiamo fatto un passo
avanti nel gestirle. La prossima stagione ne faremo un altro,
eliminando i cali di concentrazione e imparando a giocare al 100%
sempre. Come fatto dai Bulls in finale di Super 14, dove hanno dato 60
punti ai rivali».
Già proiettato alla prossima stagione, da cosa si riparte?
«Da una rosa più ristretta: 38 e non 46 atleti. Resteranno
quelli che hanno giocato di più. Chi ha militato solo in seconda
squadra (Zara, Brussolo, Candiago...) farà altre esperienze».
Anche Andrea Sartoretto, 2 presenze dalla panchina, ma eroe
della finale con quel placcaggio a Robertson nel momento clou?
«È in scadenza di contratto, non ha ancora chiuso con il club,
ne parlerà in settimana».
Chi se ne va tra i big?
«Ottie Louw va in Giappone, ieri mattina era triste, qui si è
trovato bene. Mike Horak torna ai Saracens, preferisce far studiare il
figlio in Inghilterra. Rod Labuschagne va all’Exter, Michael Barbieri
torna in Canada».
Chi li rimpiazzerà?
«Il 2. linea Benjamin Veermack della Capitolina. Lo conosco dai
tempi dei Cheetahs, ha mezzi fisici ed è buono in touche. I piloni
Ignacio Rouyet (Viadana) e Michele Rizzo (Petrarca), fondamentali per
rinforzare il reparto con il ritorno del maul e per la rotazione con
Costanzo, Mucignat e gli altri. Steven Bortolussi (Viadana) porterà
velocità nei trequarti. Poi ci saranno altri due nuovi arrivi che
potrebbero essere chiusi in settimana».
È vero che ha convinto Marius Goosen a non ritirarsi, come aveva
annunciato a inizio stagione?
«Sì, gli ho detto: una volta che ti fermi non puoi più tornare
indietro. Così mi ha dato la disponibilità a giocare qualche partita
anche l’anno prossimo, affiancando Marcato». Visto che è stato l’uomo
del match in finale, sarà meglio ancora di un nuovo acquisto.
Ivan Malfatto
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(im) «È la squadra più forte ed equilibrata che c’è a Treviso da
quando ci sono io». Ovvero dal 2002/03. Parola di Vittorio Munari.
È lui l’artefice dietro la scrivania, insieme al presidente
Amerino Zatta, del Benetton che negli ultimi 7 anni ha inanellato
altrettante finali e 5 scudetti. Un record ineguagliato nelle 22
stagioni di play-off. Le finali consecutive in precedenza si erano
fermate a sei (1988-93, 2 scudetti) e cinque (1995-99, 3 scudetti). A
dimostrazione che il matrimonio Zatta-Munari non soffre in fatto di
risultati la proverbiale crisi del settimo anno, ma è più solido che
mai. Grazie anche ad avversari che, nonostante l’impegno e i successi
di Calvisano e Viadana (3 scudetti), non riescono a mettere in
difficoltà il Benetton come facevano prima a turno Milan, Rovigo,
L’Aquila e Roma (8 scudetti).
«Costruire una squadra è questione di uomini e di comportamenti,
in campo e fuori - continua il dg - Comportamenti dai quali sono
banditi l’esaltazione e l’isterismo. Per i quali sono premiati
serietà, impegno, passione, voglia di crescere professionalmente e
spirito di gruppo. Uno spirito che si è visto in tutta la sua forza in
casa Benetton anche nell’esito della finale vinta contro il Viadana».
Munari prende a esempio due episodi per dimostrarlo. «A fine
partita Mike Horack ha regalato la maglia a Emiliano Mulieri, visto
che se non fosse stato infortunato all’ala ci sarebbe stato lui.
Mentre Antonio Pavanello ha voluto alzare la coppa insieme a Benjamin
De Jagaer: il capitano infortunato e quello diventatolo sul campo, nel
corso della stagione, già investito del ruolo per la prossima».
L’altro episodio è ancora più significativo. «Marius Goosen,
uomo del match e autore di 14 punti, è sceso in campo con un grave
ascesso a un dente e non l’ha detto a nessuno. Ha giocato e taciuto,
per non condizionare i compagni. Io stesso l’ho saputo ieri mattina e
per curarglielo l’ho portato di corsa nello studio di Giacomo Lorello
a Padova». Amico, presidente del Petrarca junior e probabilmente unico
dentista d’Italia ad aprire di domenica per un’emergenza del genere...
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Tori scatenati, Leoni al primo ruggito, Canale finalista in Francia
FINALE CLERMONT-PERPIGNAN. Per la prima volta dal 1993 il Bouclier de
Brennus andrà in mani diverse da Stade Toulousain, Stade Français o
Biarritz. Nelle semifinali del Top14 nulla da fare per il Tolosa e lo
Stade Français sconfitti da avversarie più pragmatiche e che non hanno
sbagliato quasi nulla.
Venerdì a Bordeaux il Clermont ha staccato il biglietto per la
terza finale consecutiva vincendo 19-9 contro i rossoneri di Novès in
cui Fabien Pelous ha disputato l’ultima partita in carriera. Gonzalo
Canale è uscito al 59’ ben coadiuvando un attacco in cui Brock James
ha segnato 13 punti. Il Perpignan raggiunge la sua terza finale negli
ultimi 12 anni con la vittoria 25-21 sul XV di Guazzini sabato a Lione
al termine di un incontro al cardiopalmo. Le mete dello scatenato
Mermoz, di Porical e di Candelon hanno piegato la resistenza parigina
in cui solo Beauxis e Sergio Parisse (uscito al 69’) hanno varcato la
linea avversaria. Negli ultimi 10’ il disperato assalto dei rosablu
non ha sortito l’effetto sperato con grande delusione al fischio
finale per i due Bergamasco (Mauro 80’, Mirco uscito al 55’) e
compagni.
TORI BIS. Otto mete (di cui 2 a testa per Fourie du Preez e
Bryan Habana) e 19 punti al piede di Morné Steyn regalano ai Bulls di
capitan Victor Matfield il secondo titolo del Super14 dopo quello di 2
anni fa. I Chiefs vengono stroncati 61-17 in una sfida già decisa al
termine del primo tempo (34-17).
LEONI IMBALLATI. Segnando 24 punti nell’ultimo quarto d’ora di
gioco i British Lions sono riusciti a vincere la gara d’esordio del
tour in Sud Africa superando 37-25 il Royal XV. La coriacea e potente
mischia del padroni di casa ben guidata dal capitano Wilhelm Koch ha
messo in forte imbarazzo gli europei salvati solo da 22 punti di Ronan
O’Gara.
BEAUMONT CUP. Titolo numero 19 nel leggendario County
Championship per il Lancashire che sabato a Twickenham ha superato i
rivali storici del Gloucestershire (rimasti a quota 17 vittorie) per
32-18. Il Xv della Rosa Rossa è passato in vantaggio per la prima
volta nella finale al 70’ col la meta del centro Matthew Riley dopo
una galoppata di 40 metri. La Beaumont Cup torna nelle mani dei
biancorossi dopo 3 anni: nel 2007 aveva vinto Devon e l’anno scorso
Yorkshire.
PRIMA STONATA. Priva di parecchi giocatori dei Bulls impegnati
nella finale del Super 14, la nazionale sudafricana ha vinto 36-7,
senza convincere, l’amichevole di venerdì sera a Windhoek contro una
selezione ad inviti della Namibia che per lunghi periodi ha tenuto in
scacco la mischia dei campioni del mondo.
RITIRI INGLESI. Per l’addio di Martin Corry e Josh Lewsey al
rugby giocato, festa di mete (9) e bel gioco a Twickenham con i
Barbarians che hanno superato l’Inghilterra 33-26. I due festeggiati
hanno brillato nelle fila dei Baa-Baas in meta con Balshaw (2 volte),
Jack, Elsom e D’Arcy.
TEST ESTIVI. Canada-Galles 23-32, Polonia-Belgio 14-3 (Coppa
Europa gruppo 2A).
Giampaolo Tassinari
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Tricolore alle Pantere trevigiane
Le donne trevigiane non sono mai state da meno dei maschi in fatto di
scudetti. Ieri a Roma, nel campo della Cpiatolina, le Red Panthers
hanno conquistato il loro quindicesimo titolo ufficiale, al quale ne
vanno aggiunti altri sette ufficiosi, ottenuti cioè prima che il
campionato fosse regolarmente riconosciuto.
Il successo sul Sitam Riviera del Brenta per 18-14 (p.t 13-03) è
stato più sofferto del previsto. Bissata, dunque, la vittoria dello
scorso anno ma con punteggio ben diverso (58-5 nel 2008).
Per le trevigiane due mete dell’ala Renosto, due calci e una
trasformazione della Tondinelli. Per il Riviera una meta di Valentina
Schiavon e tre calci di Veronica Schiavon.
Benetton Treviso: Furlan; Barattin, Colusso, Peron (49 De
Nicolao), Renosto; Tondinelli, Costa (58 Facchini); Gallina, Menuzzo
(49 Tosello), Bado; Tronchin (65 Bortoletto), Severin; Mestriner,
Stefan (cap.), Franchin. All. Antonella Rosseti
Sitam Riviera del Brenta: V. Schiavon; Veronese, Zampieri,
Pizzati (cap.), Gabrieli; Ruzza, V.Schiavon; Vigato, Bettin, Nespoli;
Gai, Barbini; Bonaldi, Giraudo, Nespoli.
All. Samanta Botter e Maurizio Bordin.
CAMMI OUT - Il Cammi Calvisano è stato sconfitto 17-42 dal
Newport Dragons nel barrage per l’accesso alla Heineken Cup di fronte
a 2000 spetattori.
SEVEN- Dopo aver sconfitto in finale la Germania 31-0, l’Italia
è stata sconfitta in finale dalla Francia 28-10 nel torneo Fira di
Spalato.
PALIO - Va al Pisa per il secondo anno consecutivo la terza
edizione del Palio delle Repubbliche marinare per old. Venezia terza
alle spalle di Amalfi e davanti a Genova.
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Brizzante: «Un imprenditore da 1,5 milioni l’anno oppure il
volontariato organizzato»
(im) «Sul campo i risultati sono arrivati. Anzi, con una rosa di 30
giocatori (sulla carta) siamo stati dei marziani a raggiungere i play
off. Fuori dal campo no. Questa società è nata due stagioni fa con lo
scopo di allargare la base sociale e non ci è riuscita».
Attenuata la delusione per l’eliminazione in semifinale, la
FemiCz Rovigo si trova a voltar pagina. A ripartire. A fare i conti
con i soliti problemi di fragilità societaria e disponibilità
finanziaria che ne condizioneranno il futuro come il passato. Lo fanno
capire le parole del direttore generale Paolo Brizzante, uno degli
artefici dietro la scrivania dell’entusiasmante ritorno ai play-off
dopo 11 anni. Lo spiega l’addio dell’allenatore Massimo Brunello, al
posto del quale è arrivato Umberto Casellato. L’idillio con la società
si è rotto. E poi Brunello non se l’è sentita, legittimamente, di dire
no all’offerta 2+1 della Fir a 45 mila euro a stagione per guidare la
nascente Accademia di Mogliano e l’Italia under 20. «E’ il tecnico
emergente del Super 10 - spiega Brizzante - Noi potevamo offrirgli
garanzie al massimo per un anno».
Circolano voci di un passivo consistente messo insieme per
ottenere i risultati del biennio di gloria, nonostante i 500 mila euro
a stagione di Francesco Zambelli e gli introiti delle coppe. Si parla
di un riavvicinamento all’Edison in chiave sponsor. Brizzante
ovviamente non si sbilancia. Ma esprime un importante concetto di
fondo. «Un club che muove almeno un milione e mezzo di euro l’anno
deve avere a capo un imprenditore che ne garantisce il budget. Con la
sponsorizzazione diretta e indiretta, i contatti e tutto il resto. A
Treviso c’è Benetton, a Calvisano Gavazzi, a Viadana Melegari, a Parma
Ghidini (ora dimissionario, ndr), a Padova addirittura un pool di
persone.
A Rovigo non c’è nulla di tutto questo. Non siamo appetibili per
nessuno. In due anni abbiamo bussato a tante porte, ci hanno risposto
solo carrozzieri e latterie. Un grazie immenso a loro e alla FemiCz,
ma non basta. Se non c’è questa base inutile stare qui a parlare di
play-off. Visti i pochi soldi e la tanta buona volontà, forse la
strada da battere è quella del volontariato organizzato. E della
riduzione delle spese. Con la riforma del campionato che avanza, in
vista dell’ingresso di due franchige in Celtic, è il destino
progettato per tutto il rugby di club italiano e probabilmente l’unica
ancora di salvezza per Rovigo».
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