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[RUGBYLIST] Commenti degli allenatori sulla celtic
LUCA Giarratana
lucagiarratana a gmail.com
Mar 20 Gen 2009 10:25:15 CET
Io l'idea di Brunello non l'ho capita.
"...e utilizzando [...] da marzo in
campionato i migliori giocatori italiani."
Che significa?
Grazie a chi me lo spiega.
Ciao.
Luca
Il giorno 20 gennaio 2009 9.13, Maci <maci a maidiremeta.it> ha scritto:
> Notizie di rugby: http://www.rugbyrugby.it
>
> Mi sembrano tutti un po' perplessi e le obbiezioni che portano sono
> ragionate, non campate per aria.
> Sembrano dire: che porti benefici sara' anche vero ma i dubbi sono tanti e
> non sara' facile farli sparire.
>
> ps: L'idea di Brunello non mi sembra male...
>
> Ciao a tutti,
>
> Maci
>
> Giudizi positivi, ma anche molto critici o perplessi, degli allenatori
> del Super 10. Oggi i delegati Fir sono a Londra per definire
> l'ingresso
>
> Rivoluzione Celtic, i tecnici mettono in guardia
>
> Brunello: «Meglio due squadre in Heineken». Gajan: «Può essere un
> disastro». Smith: «No alle selezioni tagliando fuori i club»
>
> Oggi a Londra incontro decisivo di Fabrizio Gaetaniello e Alfredo
> Gavazzi, delegati della Fir, con i dirigenti della Celtic League per
> l'entrata delle squadre italiane al torneo con le selezioni di Galles,
> Irlanda e Scozia. Nei giorni scorsi la federazione ha diramato la
> serie di condizioni alle quali dovrà attenersi chi parteciperà alla
> competizione. La rivoluzione del rugby di vertice italiano muove
> dunque i primi passi. Ma cosa ne pensano gli allenatore dei club del
> Groupama Super 10? Ecco le loro risposte, tutte interessanti e non
> prive di sorprese.
> JIM LOVE (Mps Viadana): «Il progetto Celtic League è negativo
> per il rugby italiano, se saranno solo due squadre a parteciparvi. I
> giocatori migliori giocheranno solo nelle due formazioni e il
> campionato si livellerà verso il basso. Un passo importante sarebbe
> investire da parte della federazione sul miglioramento della classe
> arbitrale, rendendola professionistica».
> FRANCO SMITH (Benetton Treviso): «Non sono d'accordo nel far
> partecipare due selezioni, tagliando fuori i club. Sono due anni che a
> Treviso lavoriamo per essere competitivi e quella delle selezioni non
> è la soluzione giusta, anche perché non è solo la mancanza di
> giocatori che non rende competitivi i club. Ci sono altri importanti
> problemi da risolvere».
> MASSIMO BRUNELLO (FemiCz Rovigo): «In questo momento è una
> novità troppo sconvolgente. C'è un'idea, ma non un progetto. Quando
> uscirà questo progetto bisognerà valutarlo in tutti i suoi aspetti. La
> Celtic non è un torneo ambito da tanti in Europa. Era più prestigioso
> andare con due selezioni in Heineken Cup, lasciando ai club la
> Challenge, e utilizzando in questa competizione e poi da marzo in
> campionato i migliori giocatori italiani. Così oltre ad avere due
> selezioni avremmo elevato il livello del Super 10».
> MARC DELPOUX (Cammi Calvisano): «Se il futuro del rugby italiano
> si chiama Celtic League allora la competizione è da fare. Il Super 10
> comunque deve cambiare struttura. Esiste una grande differenza
> ovviamente tra Super 10 e Celtic League e il cambio verso la maggiore
> qualità aiuterà il rugby italiano».
> ANDREA CAVINATO (Overmach Parma): «È prematuro capire cosa verrà
> deciso dalla Fir visto che il cambiamento al momento è solo sulla
> carta. Comunque una variazione sostanziale doveva essere apportata al
> rugby italiano».
> GEORGE GRAHAM (Carrera Petrarca Padova): «Può essere questa la
> strada giusta per crescere, ma bisogna avere un piano preciso e farlo
> con i tempi dovuti, non così. Mi sembra tutto molto affrettato. Da noi
> in Scozia abbiamo fatto lo stesso passaggio, ma al termine di un
> processo lungo tre anni e solo adesso iniziano a vedersi i risultati.
> Prima di entrare, inoltre, bisogna trovare un accorto preciso con le
> società esistenti».
> STEFANO BORDON (Futura Park Roma, fino alla 9. giornata): «È una
> svolta positiva. Spero ci sia un'ampia discussione fra tutti gli
> interessati su come realizzare il progetto. Spero che per la prima
> volta club e federazione lavorino insieme per il bene del rugby
> italiano».
> CRISTIAN GAJAN (Casinò di Venezia): «Mi sembra un'idea strana e
> difficile da perseguire. Se metto tutti i migliori italiani in due
> squadre, più quelli che giocano già all'estero, il nostro movimento
> alla fine non diventa niente. E se non diventa niente chi, come e dove
> si farà la formazione per avere i rugbisti del futuro? Dove sarà il
> movimento fra tre o quattro anni? Per me rischia di essere un
> disastro. La strada giusta a mio avviso era quella di rafforzare il
> Super 10 con più mezzi e creare un importante campionato a livello
> under 23».
> RIAAN MAY (Plusvalore Gran Rugby): «Il livello qualitativo dei
> giocatori italiani migliorerà giocando nella Magners. Ma i risultati
> non arriveranno subito. Bisogna avere pazienza e soprattutto creare
> una struttura dietro a queste due selezioni. Ovvero creare quella base
> di qualità per alimentare e creare i cambi generazionali
> indispensabili. Inizialmente il Super 10 soffrirà questa partenza di
> molti giocatori per la Magners, ma deve servire quale principale fonte
> per ricreare l'indispensabile serbatoio».
> FRANCESCO RUBIO (Almaviva Capitolina): «In questo momento è
> l'unica soluzione per migliorare il livello qualitativo e competitivo
> del rugby d'élite italiano. Ne risentirà tutto il movimento, perché
> con una sessantina di giocatori che parteciperanno alla Magners
> altrettanti dalla A1 dovranno giocare nel Super 10 e altri dalla A2
> verranno "promossi" nelle squadre di A1. Naturalmente bisognerà
> lavorare tanto per ricreare quel bacino generazionale qualitativo per
> garantire i cambi ai massimi livelli».
> Ivan Malfatto
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