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R: [RUGBYLIST] Mondiali di rugby
Pasquale Zambuto
pasqualezambuto a email.it
Lun 17 Set 2007 23:07:34 CEST
La vittoria del Sud Africa nel mondiale del 1995 ha rappresentato
l'appendice dello strapotere dei bianchi nel rugby targato-Apartheid con
l'eccezione della stellare ala Chester Williams che poté partecipare perchè
Pieter Hendriks dopo la scazzottata del Boet Erasmus Stadium di Port
Elizabeth contro il Canada fu espulso dal campo terminando così la sua
personale avventura a quel mondiale.
Il Sud Africa del 1995 aveva solo Chester Williams di non-bianchi tra le
proprie fila e la politica di Louis Luyt era quella di mantenere lo statu
quo escludendo chiunque non fosse bianco. Infatti di lì a poco
incominciarono le pressioni per le famose "quotas" che hanno parzialmente
ridicolizzato ed indebolito il rugby sudafricano demotivando centinaia di
fortissimi giocatori (si incominciò con il mondiale del 1999 con
convocazioni di mediocri trequarti come Kayalethu Malotana, Deon Kayser e
Wayne Julies...sic...).
Pasquale Zambuto
-----Messaggio originale-----
Da: rugbylist-bounces a rugbylist.it
[mailto:rugbylist-bounces a rugbylist.it]Per conto di Giovanni Ciraolo
Inviato: lunedì 17 settembre 2007 22.54
A: fede maida; maurizio crecchi; ilfalco7 a libero.it
Cc: rugbylist a rugbylist.it
Oggetto: Re: [RUGBYLIST] Mondiali di rugby
Il successo del rugby in Argentina mi fa pensare al perché la palla ovale
attecchisce in un paese, e non in un altro. Il rugby ha avuto successo non
solo tra i Pumas, ma anche in altri paesi del Sudamerica (Cile, Paraguay ed
in particolare Uruguay). Al Southern Hemisphere Tournament partecipano anche
prestigiosi clubs australiani (in particolare, il Randwick District Club,
che ha sfornato Ella, Campese, Kearns, Knox etc..) e sudafricani. Tra i
maggiori clubs argentini vanno menzionati particolarmente il Club Atlético
San Isidro (fondato nel 1902, dal quale la Rugby roma ha preso i colori) e
l'Hindú Club, mentre in Uruguay vanno segnalati in particolare il Carrasco
Polo Club e l'Old Boys Club.
Perché il rugby attecchisce in un posto ed in un altro no? Perché, ad
esempio, il rugby non ha mai sfondato negli USA, pur due volte coronati
campioni olimpici di palla ovale (superando sempre la Francia, in
irripetibili occasioni)?
Probabilmente gli statunitensi hanno scelto il football americano, invece
della palla ovale, per un fatto caratteriale. Nel football americano non
esiste la vera mischia, nella quale gli avversari si confrontano in gruppo,
ma esistono rapporti frontali faccia a faccia, tipici del carattere
americano. Al contrario, in diversi paesi dell'America latina, dove le
relazioni di gruppo hanno carattere prevalente su quelle individuali, il
rugby ha preso piede.
Il rugby richiede, per svilupparsi a fondo, un ambiente sociale poco
incline all'individualismo, e tale da favorire la piena cooperazione dei
giovani fin da bambini, contro ogni tendenza solipsistica Inoltre, un buon
ambiente rugbistico esclude una vita sociale da grandi assembramenti, oppure
rinchiusa in cerimonie troppo private. Un paese privo di pubs, privo di
locali dove la gente si ritrova in modo leggero, conversando con piacere, e
senza troppa sfrontatezza, non diventera' mai, probabilmente, terra
rugbistica.
Inoltre il rugby va sviluppato tra i bambini. Ricordo con quanta
ammirazione ed ironia guardavo, nel mio primo viaggio in UK, gli studentelli
delle scuole britanniche camminare insieme per la strada, impeccabili nelle
loro divise e cravattine. In Italia, un simile comportamento per la strada
avrebbe suscitato, probabilmente, i sarcasmi di un'intera popolazione
urbana!
Quello che manca al rugby italiano non e' dunque la cultura, ne' la
passione che, come diceva Michael Lynagh, e' più forte da noi rispetto ad
ogni altra rilevante nazione dello sport ovale. Quello che ci manca, invece,
e' la scuola, i bambini che procedono insieme, l'apprendimento delle regole
sociali di fondo, il piacere di una vita sociale non frenetica, e neppure
asfissiata tra pareti domestiche, con la moglie 'calcizzata' e gli uomini in
pedalini davanti alla TV. Manca in Italia anche il rispetto delle regole.
Siamo pieni di codici etici e di garanti, ma la vera etica e' scritta nel
cuore dell'uomo, non nei pezzi di carta. Se c'e' un paese dove le regole
esistono in ogni campo, ma non vengono applicate, e soprattutto non vengono
sentite con rispetto, se non in extremis, questo e' proprio l'Italia. Non
esistono, che io sappia, paesi fortemente rugbistici dove i valori pubblici
vengano ignorati. Non e' un caso che il successo del Sudafrica nel 1995
abbia coinciso con la fine dell'apartheid. Parlavo tempo fa con un
ex-rugbista SU, adesso dirigente di una multinazionale, e lui mi diceva come
la sua appartenenza al mondo rugbistico e la vicinanza con le democrazie
australiane, britanniche etc..avesse anticipato nel suo animo il superamento
progressivo della segregazione razziale. Ci sono stati anche diritti violati
nel rugby sudafricano, ma guardiamo alle tendenze di fondo.
Giovanni
----- Original Message -----
From: fede maida
To: maurizio crecchi ; ilfalco7 a libero.it
Cc: rugbylist a rugbylist.it
Sent: Monday, September 17, 2007 2:29 PM
Subject: Re: [RUGBYLIST] Mondiali di rugby
Allora...
dopo tutte queste riflessioni che puntano sulla stessa parte, si ritorna
a quello che ho detto tempo fa, si sa Io sono un po di parte, ma il modello
da imitare per noi è quello Argentino.
Loro hanno il calcio come sport nazionale, hanno un buon basket, ma
hanno tanti giocatori di rugby. I loro migliori giocano in Europa come gli
altri del Nord, fanno tante partite come i loro compagni di squadra
Italiani, ma ora come ora i risultati sono diversi. Se ricordiamo fino al
1995 in coppa del mondo erano pari all'Italia, dopo c'è stato un vero
exploit.
Da attribuire a due cose secondo me.
Sportivamente, anzi motoriamente si inizia già nelle scuole elementari a
fare ed.fisica, qua nelle elementari e la maestra che fa ginnastica e fa
come può.
Ma poi una vera rivoluzione nella loro federazione lasciando spazio alla
meritocrazia e togliendosi di mezzo molti dinosauri attaccati alla loro
poltrona senza più idee ormai.
Potrebbe servire al rugby Italiano copiare il movimento Argentino?
Non pensiamo all'Italo-Argentino che viene a giocare da noi e che magari
non giocava neanche in 2° squadra la.
Pensiamo alla progettualità.
Se diciamo di essere lontani dal modello SA. NZ. AU.
Mallet è l'uomo giusto?
Fede
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