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[RUGBYLIST] Premio alla FIR
Giovanni Ciraolo
jxcira a tin.it
Mer 30 Maggio 2007 21:43:18 CEST
Accetto le tue critiche, pero'...
Esistono certo molte realta' valide in Italia e Calvisano e' una di queste. Tuttavia l'esperimento fatto a Viadana di sviluppare un rugby totalmente collegiale mi sembra degno di nota circa gli sviluppi futuri della nostra palla ovale. Il college e' infatti il modello universale di sviluppo dei giovani nel mondo anglosassone.
Penso che ci siano molte realta' positive nel nostro rugby a livello locale. Pero' mancano spesso gli aspetti economici dello sviluppo. Andiamo sul concreto, che cosa si garantisce in molti casi ad un giovane in eta' universitaria, che ha gia' grandi difficolta' a collocarsi sul mercato del lavoro? I tuoi giudizi sulla Spagna sono rispettabili, ma ti posso dire per esperienza diretta che in quel paese e' molto piu' facile avviare con successo un'attivita' ovvero entrare sul mercato del lavoro. Quale futuro diamo in Italia ad un giovane sportivo? Quali supporti economici, assicurativi, medico-legali?
Un tempo chi praticava uno sport non diffusissimo in Italia era un libero professionista, oppure un salariato fortemente garantito, od anche eventualmente un uomo animato da grande passione ed amante del rischio. Ma oggi la maggior parte dei rugbisti giovani non rientrano nelle prime due categorie (liberi prof o salariati garantiti), ed il problema di dare loro prospettive anche economiche ed assicurative e' reale. Quanto costa oggi in Italia la riabilitazione da un infortunio? Quali sono le coperture assicurative offerte in caso di infortunio grave? Quali le coperture pubbliche? Dalla mia esperienza e fatta sulla pelle di familiari quindi anche la mia direi che queste protezioni sono scarse, talvolta inesistenti (la famiglia supplisce in tutto, ma questo non e' da paese civile).
Concordo con te sull'equiparazione in nazionale di certi giocatori, sul peso eccessivo degli sponsors e potrei anche aggiungere che sono critico sulla destinazione di alcune parti del budget complessivo federale, il quale e' ormai assai rilevante. Credo tuttavia che non si possa mettere in discussione l'impegno personale profuso da Dondi. Troppe cose in Italia dipendono da un impegno personale e non da uno sforzo collettivo. Questo non mi piace.
Credimi, chi viaggia molto all'estero non puo' non notare come in un qualsiasi paese europeo organizzato si facciano meno chiacchere che non da noi. Dibattiti televisivi estenuanti e sterili come quelli nostri non se ne fanno in Francia o Gran Bretagna, nazioni con le quali ci confrontiamo anche nel rugby.
Che cosa produce concretamente l'Italia di oggi? In quanti campi (scienza, cultura, imprenditoria) eravamo forti trent'anni fa ed oggi siamo indietro? Dove sono le grandi imprese in Italia (guarda l'Alitalia, che vendeva sistemi di gestione alle altre compagnie ed e' sull'orlo della bancarotta)? Ed in campo sportivo, dove sono i leaders di una volta che investivano in una squadra e ne sposavano i destini? E per rimanere al rugby, quante squadre hanno un ufficio legale decente e non fatto di sole convenzioni con professionisti che poco sanno di diritto sportivo? E sempre per rimanere al rugby, quante squadre hanno un settore marketing organizzato?
Mio Caro Flaminio, ammiro veramente il tuo sentimento, che era anche il mio fino a qualche tempo fa, ma non sottovalutiamo la crisi italiana, perche' e' gravissima. Forse dalle parti vostre nel bresciano le cose funzionano, c'e' abbastanza coscienza civile e comunale, ma qui a Roma te lo dico francamente: non funziona proprio nulla! Non basta uno schermo gigante in Piazza del Popolo per trasmettere i valori del rugby. Ho citato la Spagna, paese certamente indietro come base di partenza ma con poteri pubblici forti e rispettati. Sono arrivato a Girona con la Ryan Air alle dieci meno un quarto di sera ed alle undici ero gia' in albergo nel centro di Barcellona (distante 100 km dall'aeroporto). Sono arrivato a Fiumicino (distante 20 km dalla mia abitazione) alle 20 ed ero a casa poco prima di mezzanotte. In aeroporto non funzionava semplicemente nulla, nemmeno la porta mobile per collegare l'aereo! Non basta dire Roma o morte e cantare l'inno di Mameli per avere un paese civile! Chi ama veramente la sua patria e' cittadino 365 giorni all'anno, non il breve tempo di un match. Non e' certo questo il tuo caso, il tuo animo e' nobile, ma e' comunque quello di molti.
ciao
giovanni
----- Original Message -----
From: flaminio
To: rugbylist a rugbylist.it
Sent: Wednesday, May 30, 2007 10:39 AM
Subject: R: [RUGBYLIST] Premio alla FIR
Giovanni dal tuo discorso sembra che esistano solo Parma Treviso e Viadana, e gli altri ? , guarda che la realtà industriale non è propria solo di Treviso, e la buona cucina non esiste solo a Parma, questi sono luoghi comuni che francamente mi lasciano perplesso paragonare poi Dondi a un veneziano beh , lasciamo perdere, le guerre interne per il controllo della FIR
noi le abbiamo solamente sentite da lontano, i soldi sperperati per i cambi in corsa dei vari allenatori, di signorile non hanno proprio nulla, continuare a gonfiare la nazionale di equiparati, alle volte anche scadenti, non è avere una visione lungimirante per una politica federale moderna, è solamente costruire un castello di sabbia, tentare di vincere in qualsiasi modo, l'Italianità non conta assolutamente nulla, la nazionale diventa come una squadra di club che cerca sul mercato gli elementi migliori, a suon di euro ma con un vantaggio sui club, che non ha un vincolo di numero sui non italiani.
Viadana è una realtà notevole del rugby italiano, ma Calvisano da anni fa la stessa cosa, in collaborazione con scuole professionali della zona , cosi come credo molte altre aree, ma questo avviene soprattutto per la grande passione che alcuni, a volte facoltosi a volte meno , mettono nell'organizzare nel gestire un patrimonio umano che non sempre è evidente, e che poche volte ringrazia.
Altro punto che non condivido del tuo discorso è la tua visione della Spagna, io ci sono stato per lavoro fino a due settimane fa e francamente ho visto delle cose normali, alcune da terzo mondo, e altre copiate di sana pianta da altri paesi più evoluti, ma senza sapere a cosa possano servire, forse alcune grandi città si stanno evolvendo più velocemente, ma il resto della Spagna sta crescendo a un ottimo ritmo, ma partendo da una base molto più arretrata della nostra, ho seguito alcune situazioni pubbliche che francamente non hanno nulla da invidiare alle nostre , e questo per dire che tutto il mondo è paese.
Per favore non continuiamo a commiserarci e guardare l'erba del vicino come fosse a fili d'oro, non è cosi, godiamoci la nostra Italia in tutte le sue forme, perché è unica.
Ciao
Flaminio
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Da: rugbylist-bounces a rugbylist.it [mailto:rugbylist-bounces a rugbylist.it] Per conto di Giovanni Ciraolo
Inviato: martedì 29 maggio 2007 20.10
A: A Zibana; rugbylist a rugbylist.it
Oggetto: Re: [RUGBYLIST] Premio alla FIR
Dondi ha certamente dato un contributo personale rilevante al rugby italiano.
Ha perseguito la sua politica con passione, seguendo grossomodo, a mio parere, il suo istinto di fondo, o quello che i franco-britannici chiamano il 'flair', e costruendo sulla base dei suoi rapporti personali con i pari grado o superiori di altre federazioni, aspettando e fiutando le opportunita', senza troppa fretta.
Anche se parmense di origine, Dondi ha dimostrato in campo internazionale una capacita' diplomatica che e' propria del mondo veneto piu' che di quello emiliano, naturalmente escludendo Treviso. Il mondo trevigiano obbedisce ad altre logiche sportive e politiche, molto piu' efficientiste del resto del Veneto.
Il modo in cui Dondi ha gestito il rugby italiano mi sembra piu' vicino alla signorilita' di un veneziano o alla sapienza di un dottore padovano che non ai sentimenti di un parmense amante della buona tavola!
Sicuramente la sua leadership ha oscurato molti contrasti politici. Il problema adesso e' di favorire una politica federale moderna, capace di alimentare nuove professionalita', e non solo in senso tecnico-rugbistico.
Quando Gonzales in Spagna ha lasciato la guida del governo del paese ad Aznar, tutti (anche gli avversari) hanno ringraziato di cuore il leader socialista, pur sapendo che era necessario un successore in grado di gestire un paese moderno. Sono stato a Barcellona giorni fa, ed ho visto cose per noi fantascientifiche, una cura dei particolari e una perfetta capacita' di accoglienza, che da noi non esiste neppure nelle ambizioni tecnografiche della programmazione. Tornato a Fiumicino, sono sprofondato di nuovo nel caos piu' totale. Questo nostro paese sta ingannando se' stesso. L'Italia sta vivendo di rendita. Stiamo attenti a non far vivere di allori anche il nostro rugby!
Anche a Dondi, quando lascera', diremo (come gli spagnoli hanno detto a Felipe Gonzales) ciao e grazie!
Ma oggi occorre dirigersi verso una nuova politica. Non discuto che il Presidente possa fare da nume tutelare del sistema, ma la nuova politica federale dovra' essere autenticamente federale, quindi veramente decentrata sul piano della gestione e degli incentivi, ed anche molto forte a livello di staff tecnico unitario.
Non basta in effetti l'elite nello sport, ci vuole una scuola. Lo sci italiano e' diventato quello che e' diventato quando si e' creata, con Messner, una vera scuola unitaria che in Italia ancora manca. Messner veniva dappertutto, anche a visitare i raduni estivi abitati da broccoloni come il sottoscritto!
E dunque questo fenomeno Viadana, questa fioritura organizzata di talenti va seguita molto da vicino. Come diceva un filosofo del settecento, coltiva il tuo giardino! Viadana lo sta facendo, con altre realta' locali, e va incoraggiato, come le famiglie di molti figli vengono incoraggiate in molti paesi, abbattendo con sistemi di quozienti le tasse che devono pagare.
Ho un collega con il figlio giovanissimo pilone che ha trovato completa ospitalita' in Viadana, in questa realta' totalmente collegiale, e costui mi riporta grandi ed entusiastiche notizie su quell'ambiente.
Il successore a Dondi potrebbe venire dunque proprio da li', dal Viadana. Si, lo spero davvero!
Treviso merita ogni rispetto, non v'e' dubbio. Ma Treviso non e' in grado di modernizzare il rugby italiano! Non basta vincere per governare un sistema, bisogna diffondere valori condivisi dal sistema stesso. Treviso non e' assolutamente in grado di farlo, non l'ha mai fatto, direi. La citta' e' bellissima, assomiglia alla grande Venezia di un tempo ma non risulta sufficientemente aperta a livello nazionale. Treviso e' governata da dogi rispettabilissimi e di grande spessore umano, ma non e' una democrazia moderna. Insomma, bravo Presidente Dondi, e buona premiazione ma...pensi al futuro!!
Giovanni
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From: A Zibana
To: rugbylist a rugbylist.it
Sent: Tuesday, May 29, 2007 8:55 AM
Subject: [RUGBYLIST] Premio alla FIR
Dondi riceverà a Milano un altro importante premio. Sono ricoscimenti di grande rilevanza che fanno bene al nostro sport.
Una buona RWC ci darebbe ancor più visibilità.
Antonio
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