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[RUGBYLIST] Campioni del Mondo
Giovanni Ciraolo
jxcira a tin.it
Lun 10 Lug 2006 21:53:12 CEST
Ho visto il match della finale con la Francia e la mia opinione e' che non
esiste un credo calcistico in alternativa
ad altri credi rugbistici, o pallavolistici o quant'altro.
Sono d'accordo con Massimo Gallo nel pensare che il sostegno popolare alla
nazionale premia la reazione del
nostro paese alle facili condanne decretate dagli ambienti 'colti' dello
sport internazionale. E' sempre facile da parte
di questi ambienti dare all'italiano del mafioso o del corrotto, eppure
quando questo accade la reazione degli italiani
mette a segno delle vittorie pregevoli. Quella di domenica lo e' stata.
Per quanto riguarda i francesi che amano apostrofare gli italiani in maniera
spocchiosa, essi non coincidono con
la Francia rugbistica. I rugbisti in Francia vivono ed operano in regioni
generalmente meridionali o centrali
spesso caratterizzate da forte presenza di immigrati italiani. I loro
commenti in televisione sull'Italia, spesso caratterizzati
dal noto accento diallettale di origine provenzale o borgognona, tipico
delle regioni sanguigne ed anche cattoliche
della Francia, sono sempre improntati a grande rispetto verso il nostro
paese e talvolta riflettono forse un pizzico di nostalgia storica.
Numerosi allenatori francesi hanno allenato le nostre squadre di club e la
nazionale con grande successo.
Il mondo del rugby e' quindi molto diverso da quello del calcio. Ma perche'
il calcio e' cosi' popolare, non solo
in Italia?
Essenzialmente cio' e' dovuto al fatto di poterlo praticare ovunque, anche
al di fuori dei campi sportivi.
Chi non ha mai dato un calcio al pallone rotondo nella sua vita? In Italia,
poi, il calcio e' simbolo della versatilita'
del nostro popolo e della sua capacita' di reagire alle sfide quando
provocato dall'intelligentsia internazionale dello sport sofisticato
e corretto, dove per corretto intendo la pretesa e la presunzione di poche
elites mondiali di voler definire
cio' che e' sportivamente giusto. La nazionale francese di domenica, piu'
forte tecnicamente della nostra
e stracolma di 'senatori', rifletteva a mio avviso questa ideologia
internazionale che vorrebbe imprimere
al calcio mondiale valori uniformi e cosmopolitici. Anche nel rugby esiste
un'ideologia cosmopolita in alcuni ambienti,
ma e' diversa da quella calcistica. Il cosmopolitismo nel rugby nasce dalle
sue origini universitarie ed anglosassoni,
ambienti colti ma non spocchiosi cioe' aperti al confronto continuo su scala
internazionale ed anche locale.
Tutto cio' si riflette nel pubblico rugbistico che incontestabilmente ed al
99% e' un pubblico tollerante
e lo e' in tutte le occasioni. Ero nelle strade di Roma centrale ieri sera e
le scene di giubilo intorno a me
riflettevano entusiasmo non aggressivo ma non avevano la compostezza che si
vede all'uscita di uno stadio di rugby.
Che cosa intendo per compostezza? Compostezza significa mantenere il senso
della realta', il rapporto con la realta'.
Chiunque conosca la vita sa che la vita non e' una sciocchezza, ora vedere
sciami di motociclette assordanti che
inondano il centro di Roma non e' la realta' ma un mezzo delirio, un giubilo
incontrollato e indeterminato che porta
l'uomo fuori dalla realta'.
Credo che attraverso il rugby possano passare valori che sono presenti anche
in alcuni ambienti calcistici quando le cose
si mettono male e richiedono sacrificio per uscire da brutte situazioni,
come quella della Word Cup. I valori
che il rugby puo' esaltare sono la non costrizione della pratica sportiva,
il senso del reale, il non bastare a
se' stessi, il senso dell'ingaggio e dell'amicizia. E' importante educare i
giovani a queste realta', perche' nessuno basta a se' stesso,
nessuno puo' fare il fichetto senza pagare un forte anzi fortissimo prezzo
in termini di crescita interiore.
Poi si tratterebbe di scoprire di essere italiani non solo nelle (rare)
giornate di successo, perche' essere patrioti
non significa solo inno e bandiera.
Bisognerebbe curare la nostra patria nel quotidiano, ma qui mi fermo,
perche' mi porterebbe troppo oltre!
Saluti ovali
Giovanni Ciraolo
----- Original Message -----
From: "Massimo Gallo" <gallomassimo a iol.it>
To: "rugby list" <rugbylist a rugbylist.it>
Sent: Monday, July 10, 2006 2:37 PM
Subject: Re: [RUGBYLIST] Campioni del Mondo
> Non credo si essere calciofilo, anzi il contrario. Però la Nazionale è la
> Nazionale, fosse pure quella di bocce! Letterine, veline e fuoriserie
> lasciamole da parte. Ventitrè giocatori si sono streti a coorte e hanno
> portato a casa la Coppa contro tutti e contro tutto. Hanno battuto la
> Germania che ci ha accusato di essere parassiti e la francia che ci dava
> per finiti. Contro Blatter che al momento della consegna del trofeo si è
> defilato, ma anche contro scandali e marciume. Il campo, ce lo insegna il
> rugby, è un'altra cosa e sul campo abbiamo vinto. Ora che la giustizia
> sportiva faccia il suo corso. Io voto a destra ma non ho certo condiviso
> il Berlusca che definiva coglioni gli italiani che votano a sinistra così
> come non sono coglioni coloro che ieri notte sono scesi in piazza per
> festeggiare il Dio pallone: è IL LORO 'CREDO', che ha lo stesso valore
> del NOSTRO. Non dobbiamo avere la puzza sotto al naso: il rugby è un'altra
> cosa lo sappiamo ma salire sul piedistallo significa diventare arroganti
> come i francesi. Tante cose del calcio non mi piaccio ma i primi calci li
> ho dati ad un pallone tondo e non si rinnega mai il primo amore.
> In merito a Zidane un solo pensiero: vergognoso. Materazzi pare che
> l'abbia apostrofato, dopo aver ricevuto a sua volta offese, definendolo
> Terrorista, forse facendo riferimento alle sue origini algerine.
> Deprecabile, molto deprecabile, ma la testata lo è ancora di più. In campo
> se ne dicono tante e pure su quelli di rugby. Io stesso ho sentito
> rugbysti metterla sul razzismo solo perchè stavano al di sopra del Po'. Ma
> non è finita a testate. Si risponde da campioni e Zidane lo era. Il suo
> isterismo si è visto dopo aver realizzato il rigore rivolgendosi con poco
> fair play verso Buffon suo ex compagno di squadra. Ripeto: non dobbiamo
> essere spocchiosi dal calcio abbiamo qualcosa da imparare e molto altro
> possimo insegnare, ma sempre nel rispetto del CREDO. Qualcuno ha scritto
> (forse l'amico Pedro) che i Tg hanno anteposto la vittoria sull'Ucraina
> alla strage di Saad City (Iraq) con 300 morti e 1500 feriti. Nulla di
> scandaloso: una vecchissima regola del giornalismo (quindi il giornalismo
> degli albori e non quello 'commerciale' di adesso) vuole più importante un
> morto sotto casa che 1000 in Cina. Sarà cinico ma questo mi hanno
> insegnato i colleghi più anziani che a loro volto l'hanno appreso da
> colleghi ora in pensione e passati a miglior vita.
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