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Reply: RI: [RUGBYLIST] Craig Green, addio all'Italia?

daniele resini daresini a tin.it
Mer 13 Dic 2006 12:03:25 CET


Vorrei spendere un paio di parole (non lo faccio spesso in list) sulla 
questione coppe e risultati catastrofici.
Sabato ero a Parma e il divario, riserve o non riserve caro Gaetano, 
era forse maggiore del punteggio finale (contro la quart'ultima della 
premiership). D'altra parte, basta leggere le formazioni di squadre 
come Wasps per renderci conto che il problema è quello della qualità 
generale delle squadre dei club italiani. Green, da questo punto di 
vista, dice solo mezza verità. Il Benetton, quando vinceva in Heineken, 
in prima linea aveva gente come Moscardi, Properzi, Ribbens, aperture 
come Franco Smith e mediani come un certo Richards e, comunque, 
organici nettamente superiori a quelli attuali.
Diciamo che se ci sono pochi stranieri da mettere in campo e questi 
sono anche le seconde o terze scelte, allora in Europa vai solo a 
prendere batoste.
Se Benetton tira a risparmiare sui giocatori e su tutto il resto (foto 
comprese), non è certamente colpa di Dondi.
Certo, la federazione sta lasciando marcire il campionato rimandando 
scelte ormai decisive, come le selezioni, ma anche come una politica 
autentica di crescita dei vivai, di selezione e trattamento 
"professionale" dei giovani talenti, scegliendo semplicemente di 
ignorare - e non coinvolgere - le Società.
Da un certo punto in poi, sponsor come Benetton, invece di fare il 
salto di qualità che la sfida europea richiedeva, ha deciso di tagliare 
i bilanci.
Altre società, come Calvisano e Viadana, non hanno strutturalmente le 
forze e l'attrazione per gestire grandi budget.
Ma il problema sta ancora a monte.
Quale possibilità ha di attrarre denaro un mondo in cui la 
professionalità è ancora sostanzialmente una sconosciuta. La 
comunicazione, cuore della visibilità anche degli sponsor, oltre che 
della qualità di questo sport, non appartiene a questo mondo. Né delle 
società né della Fir.
Management zero. Campagne promozionali, zero. Stampa, zero, a meno che 
non si tratti di giornalisti compiacenti.
Facciamo due più due: un mondo che rimane al palo del professionismo 
moderno in tutti i settori, inevitabilmente non ottiene risultati.
I soldi non arrivano automaticamente se vinci, come il pubblico. Certo, 
di gente allo stadio ne andrebbe un po' di più, ma a Parma, se non 
c'erano gli inglesi in trasferta, a vedere i numeri di Carlos Spencer 
ci sarebbero stati quattro gatti che non sarebbero certo raddoppiati se 
il Parma avesse perso di dieci punti.

Daniele Resini
www.resini.it




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