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[RUGBYLIST] R: uno-contro-uno
tizianotaccola1 a alice.it
tizianotaccola1 a alice.it
Lun 27 Nov 2017 10:40:10 CET
Purtroppo ci siamo già al punto che tu paventi quando scrivi:"
se il rugby continuerà su questo piano, e cioè dell'opposizione fisica uno-contro-uno fra colossi superman fisici e dotati di superiori skills e abilità, per l'Italia sarà notte fonda, e scusate se faccio la cassandra. "
Ho visto la partita Francia-Giappone in diretta e come ha riconosciuto il C.T. francese Guy il Giappone ha sviluppato un gioco molto, ma molto, veloce in attacco, che praticamente è quello che tu paventi, ma la velocità dei giapponesi ha messo in crisi la difesa transalpina in due occasioni ed i figli del sol levante hanno infranto la linea di meta francese. Il Giappone ha impostoun ritmo forsennato alla gara e i galletti hanno reagito a fatica, le due metegiapponesi sono state segnate dopo che i francesi non avevano avuto il tempo per riposizionarsi. E' stata una bella partita che la Francia ha pareggiato con abbastanza fortuna in quanto l'ultima meta giapponese non è stata trasformata,mancavano pochi minuti alla fine. Quel che voglio dire è che quei 10 minuti di attacchi continuati dell'Italia contro il Sudafrica sono stati giocati ad un ritmo lento. Intanto Gori ha quel viziaccio del passetto in più,poi è stato spreciso nei passaggi: arrivavano al giocatore sempre all'altezza del collo e mai in avanti, per cui il giocatore ricevente doveva sempre fermarsi o rallentare, addirittura una volta Parisse ha dovuto pure saltare per prendere il pallone. Penso che la nostra squadra se vuole vincere qualche partita nel 6N debba aumentare moltodi più la velocità di gioco, il numero delle fasi è importante, ma se dai il tempo agli altri di ripiazzarsi non segnerai mai, nemmeno dopo 50 fasi.Contro l'Argentina, L'Italia ha retto finchè loro non hanno pigiato sull'acceleratore, poi negli ultimi 20 minuti noi non abbiamo retto la loro velocità di esecuzione delle fasi di attacco e siamo schiantati. Questo si chiama ritmo di gioco. Se aumenti la velocitàdi gioco, aumenti il ritmo ed allora possono bastare anche solo 10 fasi per mettere in crisi un avversario che gioca con meno velocità di te.Questo lo ha capito molto bene l'Irlanda che abbina alla velocità di gioco una touche bene organizzata ed una mischia potente.Un caro saluto da 14Cavallopazzo
----Messaggio originale----
Da: lucaoliver63 a gmail.com
Data: 27-nov-2017 9.51
A: <rugbylist a rugbylist.it>
Ogg: [RUGBYLIST] uno-contro-uno
Cosa ne pensate dell'interpretazione delle nuove regole sui punti
d'incontro (breakdown) che porta a sguarnire gli stessi e areinfoltire
le difese in linea ? E' diventato un mantra di Vittorio Munari in
telecronaca.
Vedendo il ns attacco, intendo dell'Italia, andare a sbattere per 10
minuti consecutivi contro lo difesa sudafricana poco oltre la linea dei
22mt, non ho potuto non pensare alla teoria esposta da Vittorio Pepe,
pragmatico tecnico veneziano, in un recente libro scritto a 4 mani con
Luciano Ravagnani, su come "attirare" la difesa in un punto per poi
attaccare su spazi sguarniti. Esattamente il contrario di quanto
mostrato dall'Italia in quegli stoici, ma infruttuosi 10 minuti di
attacco contro la trincea nemica.
Mi chiedo: ha senso insistere nel cosiddetto "uno contro" quando i tuoi
avversari sono palesemente superiori fisicamente e meglio preparati
tecnicamente ? Non avrebbe più senso puntare su quelli sono i tuoi
strumenti "poveri" piuttosto che continuare a giocare sul piano tecnico
preferito dagli avversari ?
Mi rendo conto che queste vengono considerate "bestemmie tecniche" ma,
mettendo da parte l'orgoglio, se il rugby continuerà su questo piano, e
cioè dell'opposizione fisica uno-contro-uno fra colossi superman fisici
e dotati di superiori skills e abilità, per l'Italia sarà notte fonda, e
scusate se faccio la cassandra.
Un saluto a tutti.
Luca
Cosa ne pensate dell'interpretazione delle nuove regole sui punti
d'incontro (breakdown) che porta a sguarnire gli stessi e a reinfoltire
le difese in linea ? E' diventato un mantra di Vittorio Munari in
telecronaca.
Vedendo il ns attacco, intendo dell'Italia, andare a sbattere per 10
minuti consecutivi contro lo difesa sudafricana poco oltre la linea dei
22mt, non ho potuto non pensare alla teoria esposta da Vittorio Pepe,
pragmatico tecnico veneziano, in un recente libro scritto a 4 mani con
Luciano Ravagnani, su come "attirare" la difesa in un punto per poi
attaccare su spazi sguarniti. Esattamente il contrario di quanto
mostrato dall'Italia in quegli stoici, ma infruttuosi 10 minuti di
attacco contro la trincea nemica.
Mi chiedo: ha senso insistere nel cosiddetto "uno contro" quando i tuoi
avversari sono palesemente superiori fisicamente e meglio preparati
tecnicamente ? Non avrebbe più senso puntare su quelli sono i tuoi
strumenti "poveri" piuttosto che continuare a giocare sul piano tecnico
preferito dagli avversari ?
Mi rendo conto che queste vengono considerate "bestemmie tecniche" ma,
mettendo da parte l'orgoglio, se il rugby continuerà su questo piano, e
cioè dell'opposizione fisica uno-contro-uno fra colossi superman fisici
e dotati di superiori skills e abilità, per l'Italia sarà notte fonda,
e scusate se faccio la cassandra.
Un saluto a tutti.
Luca
-------------- parte successiva --------------
Purtroppo ci siamo già al punto che tu paventi quando scrivi:
"
se il rugby continuerà su questo piano, e
cioè dell'opposizione fisica uno-contro-uno fra colossi superman
fisici
e dotati di superiori skills e abilità , per l'Italia sarà notte
fonda, e
scusate se faccio la cassandra. "
Ho visto la partita Francia-Giappone in diretta e come ha riconosciuto
il C.T. francese Guy il Giappone ha sviluppato un gioco molto, ma
molto, veloce
in attacco, che praticamente è quello che tu paventi, ma la velocitÃ
dei
giapponesi ha messo in crisi la difesa transalpina in due occasioni ed
i
figli del sol levante hanno infranto la linea di meta francese. Il
Giappone ha imposto
un ritmo forsennato alla gara e i galletti hanno reagito a fatica, le
due mete
giapponesi sono state segnate dopo che i francesi non avevano avuto il
tempo
per riposizionarsi. E' stata una bella partita che la Francia ha
pareggiato con
abbastanza fortuna in quanto l'ultima meta giapponese non è stata
trasformata,
mancavano pochi minuti alla fine.
Quel che voglio dire è che quei 10 minuti di attacchi continuati
dell'Italia contro
il Sudafrica sono stati giocati ad un ritmo lento. Intanto Gori ha quel
viziaccio del passetto in più,
poi è stato spreciso nei passaggi: arrivavano al giocatore sempre
all'altezza del collo
e mai in avanti, per cui il giocatore ricevente doveva sempre fermarsi
o rallentare,
addirittura una volta Parisse ha dovuto pure saltare per prendere il
pallone.
Penso che la nostra squadra se vuole vincere qualche partita nel 6N
debba aumentare molto
di più la velocità di gioco, il numero delle fasi è importante, ma
se dai il tempo agli altri di
ripiazzarsi non segnerai mai, nemmeno dopo 50 fasi.
Contro l'Argentina, L'Italia ha retto finchè loro non hanno pigiato
sull'acceleratore,
poi negli ultimi 20 minuti noi non abbiamo retto la loro velocità di
esecuzione delle fasi
di attacco e siamo schiantati. Questo si chiama ritmo di gioco. Se
aumenti la velocitÃ
di gioco, aumenti il ritmo ed allora possono bastare anche solo 10 fasi
per mettere
in crisi un avversario che gioca con meno velocità di te.
Questo lo ha capito molto bene l'Irlanda che abbina alla velocità di
gioco una
touche bene organizzata ed una mischia potente.
Un caro saluto da 14Cavallopazzo
----Messaggio originale----
Da: lucaoliver63 a gmail.com
Data: 27-nov-2017 9.51
A: <rugbylist a rugbylist.it>
Ogg: [RUGBYLIST] uno-contro-uno
Cosa ne pensate dell'interpretazione delle nuove regole sui punti
d'incontro (breakdown) che porta a sguarnire gli stessi e
areinfoltire
le difese in linea ? E' diventato un mantra di Vittorio Munari in
telecronaca.
Vedendo il ns attacco, intendo dell'Italia, andare a sbattere per 10
minuti consecutivi contro lo difesa sudafricana poco oltre la linea
dei
22mt, non ho potuto non pensare alla teoria esposta da Vittorio
Pepe,
pragmatico tecnico veneziano, in un recente libro scritto a 4 mani
con
Luciano Ravagnani, su come "attirare" la difesa in un punto per poi
attaccare su spazi sguarniti. Esattamente il contrario di quanto
mostrato dall'Italia in quegli stoici, ma infruttuosi 10 minuti di
attacco contro la trincea nemica.
Mi chiedo: ha senso insistere nel cosiddetto "uno contro" quando i
tuoi
avversari sono palesemente superiori fisicamente e meglio preparati
tecnicamente ? Non avrebbe più senso puntare su quelli sono i tuoi
strumenti "poveri" piuttosto che continuare a giocare sul piano
tecnico
preferito dagli avversari ?
Mi rendo conto che queste vengono considerate "bestemmie tecniche"
ma,
mettendo da parte l'orgoglio, se il rugby continuerà su questo
piano, e
cioè dell'opposizione fisica uno-contro-uno fra colossi superman
fisici
e dotati di superiori skills e abilità , per l'Italia sarà notte
fonda, e
scusate se faccio la cassandra.
Un saluto a tutti.
Luca
Cosa ne pensate dell'interpretazione delle nuove regole sui punti
d'incontro (breakdown) che porta a sguarnire gli stessi e a
reinfoltire
le difese in linea ? E' diventato un mantra di Vittorio Munari in
telecronaca.
Vedendo il ns attacco, intendo dell'Italia, andare a sbattere per
10
minuti consecutivi contro lo difesa sudafricana poco oltre la
linea dei
22mt, non ho potuto non pensare alla teoria esposta da Vittorio
Pepe,
pragmatico tecnico veneziano, in un recente libro scritto a 4
mani con
Luciano Ravagnani, su come "attirare" la difesa in un punto per
poi
attaccare su spazi sguarniti. Esattamente il contrario di quanto
mostrato dall'Italia in quegli stoici, ma infruttuosi 10 minuti
di
attacco contro la trincea nemica.
Mi chiedo: ha senso insistere nel cosiddetto "uno contro" quando
i tuoi
avversari sono palesemente superiori fisicamente e meglio
preparati
tecnicamente ? Non avrebbe più senso puntare su quelli sono i
tuoi
strumenti "poveri" piuttosto che continuare a giocare sul piano
tecnico
preferito dagli avversari ?
Mi rendo conto che queste vengono considerate "bestemmie
tecniche" ma,
mettendo da parte l'orgoglio, se il rugby continuerà su questo
piano, e
cioè dell'opposizione fisica uno-contro-uno fra colossi superman
fisici
e dotati di superiori skills e abilità , per l'Italia sarà notte
fonda,
e scusate se faccio la cassandra.
Un saluto a tutti.
Luca
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