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[RUGBYLIST] R: R: Re: R: Re: L'ITALIA E' FINITA
Luca Oliver
lucaoliver63 a gmail.com
Mer 29 Mar 2017 15:23:56 CEST
Nella dimensione sempre più "comunale" del ns rugby, Colorno prende
possesso delle Zebre ... :-)
http://www.onrugby.it/2017/03/28/zebre-rugby-pagliarini-si-dimette-un-piano-di-risanamento-e-niente-liquidazione/
Mi piacerebbe sentire qualche commento al riguardo ...
Ciao.
Luca
Il 22/03/2017 10:23, Luca Oliver ha scritto:
>
> Buongiorno,
>
> mi sono chiesto spesso anch'io il perchè di questa frammentazione del
> rugby italiano.
>
> Direi che un elemento è sicuramente l'estrema litigiosità
> dell'ambiente. Più si va nel piccolo, più si litiga: inutile fare
> esempi, sarebbero antipatici e poi comunque tutti li conoscono, nella
> propria realtà locale e a livello più ampio. Mi piacerebbe invece
> emergessero, se ci sono, casi notevoli di realtà che vanno in
> direzione opposta, aggregandosi spontaneamente per crescere, invece di
> disgregarsi in realtà sempre più piccole.
>
> Poi c'è un fatto che francamente mi lascia perplesso: si parla spesso
> della mancanza di un rugby "metropolitano", dell'assenza di grossi
> club in città come Roma, Milano, Torino, Bologna, Napoli, Palermo ecc.
> ecc. E' vero, ma èsemplicemente l'altra faccia di una stessa realtà:
> perchè, ad es., Calvisano e non Brescia, perchè Viadana e non Mantova,
> perchè Colorno e non Parma, perchè Mogliano o San Donà e non Venezia,
> perchè Capoterra e non Cagliari, perchè Alghero e non Sassari, perchè
> Jesi e non Ancona, ecc. ecc.
>
> Si dice spesso che il rugby italiano è "provinciale", senz'altro vero,
> ma speriamo che non diventi addirittura "comunale" e di qui, poi,
> "frazionale"... Ci si dovrebbe interrogare sul perchè i club italiani
> raggiungono una certa dimensione e poi si bloccano e si dimostrano più
> adatti a delle realtà provinciali, appunto, o addirittura "comunali"
> piuttosto che non metropolitane, su cosa si può fare per favorirne la
> crescita e fare sì che possano funzionare come punto di aggregazione
> in realtà sociali più ampie, più dispersive, cosa si può fare per
> facilitarne l'aumento di dimensione da un punto di vista
> organizzativo, logistico, di marketing e di promozione.
>
> Qualunque riforma che "cali dall'alto" è destinata a fallire se non si
> creano le condizioni perchè i club italiani possano crescere
> spontaneamente, dal vertice alla base, dall'Eccellenza alla Serie C.
>
> Ciao a tutti.
>
> Luca
>
>
> Il 21/03/2017 18:31, Giovanni Ciraolo ha scritto:
>
>> Gruppo Facebook della Rugbylist
>> https://www.facebook.com/groups/44366421488/
>> __________________________________________
>>
>>
>> Pensiamo sempre a ciò che non *va*nel nostro rugby, ma raramente
>> analizziamo ciò che non *è *il nostro rugby. Non si può dire che
>> qualcosa va male se quel qualcosa in realtà non esiste. Bisogna
>> esistere anche per andare male! In Italia, le società sono fortemente
>> polverizzate, sembra quasi un regime di concorrenza perfetta, anche
>> se il loro numero rimane lontanissimo da quello di altre federazioni.
>> Non mi riferisco solo alle discipline forti come il calcio, la
>> pallavolo, la pallacanestro, ma anche all’atletica leggera, al
>> ciclismo, alle arti marziali, alla danza sportiva, al motociclismo e
>> addirittura allo stesso settore bocciofilo! Il nostro rugby, ancora
>> sottodimensionato come struttura agonistica, diffonde tuttavia un
>> numero di tecnici/operatori superiore (se i dati Coni di 2 anni fa
>> risultano ancora validi) a quelli della pesca sportiva! La mia tesi
>> sul rugby italiano si riassume nella frase: a noi praticanti piace il
>> rugby, stiamo bene la sera e non abbiamo quindi voglia di crescere!
>> La paura di crescere è il male che attanaglia il rugby italiano. Vige
>> qui il principio del piccolo è bello e come in economia sono le
>> nostre piccole-medie imprese che difenderebbero la competitività. Un
>> principio assurdo, questo, anche in economia: sono le grandi imprese
>> che hanno fatto il miracolo economico italiano. Le piccole e medie
>> imprese sono state partorite dalle grandi ed hanno creato poi grandi
>> risultati anche nello sport italiano ma derivati dal grande ed in
>> espansione. Con piccole società ci si diverte, ma non si va da
>> nessuna parte senza aggregazioni. Nel nostro rugby ci sono troppi
>> addetti e soprattutto troppi tecnici che hanno sotto di sé un numero
>> di persone insufficienti per diffondere cambiamenti rapidi. Il
>> modello irlandese potrebbe allora essere valido con le sue
>> aggregazioni forzate ma quello è un sistema di concorrenza
>> monopolistica su pochissimi grandi club mentre il nostro rugby canta
>> ancora malinconicamente lo sai che i papaveri son grandi grandi
>> grandi …….
>>
>> g.ciraolo
>>
>> *Da:*rugbylist-bounces a rugbylist.it
>> [mailto:rugbylist-bounces a rugbylist.it] *Per conto di *gima_g a libero.it
>> *Inviato:* martedì 21 marzo 2017 10:28
>> *A:* rugbylist a rugbylist.it
>> *Oggetto:* [RUGBYLIST] R: Re: R: Re: L'ITALIA E' FINITA
>>
>>
>> allora torniamo a quello che scrissi qualche mese fa ma senza alcun
>> riscontro in list: progetti, controprogetti, formule nuove dei
>> campionati e controformule ma ......... nessun miglioramento mentre
>> il super stipendio viene versato ad ogni fine mese !!!!!!
>>
>> e lo scienziato che ha progettato tutti questi capolavori è ancora
>> lì !!!!!!!!!!
>>
>> ora finalmente qualcun altro sta condividendo questa visione del
>> problema, speriamo di diventare tanti e poi a pedate nel culo e fino
>> a scuola lo rispediamo
>>
>> un abbraccio a tutti - che a 1
>>
>> Giorgio
>>
>> ----Messaggio originale----
>> Da: "Luca Oliver" <lucaoliver63 a gmail.com>
>> Data: 20/03/2017 10.30
>> A: <rugbylist a rugbylist.it>
>> Ogg: Re: [RUGBYLIST] R: Re: L'ITALIA E' FINITA
>>
>> Io sono perfettamente d'accordo con te sul giudizio generale sul
>> ns ambiente e ti garantisco che è così anche a basso livello,
>> ma se bisogna trovare un capro espiatorio, proprio sui club
>> dobbiamo andare ... ??? :-)
>>
>> Se permetti, rischia di apparire strumentale ... Prima dei club,
>> ci sono molte altre cose da riformare ... Dopo si può
>> sicuramente mettere mano ai club di vertice e fare in modo che
>> lavorino - tutti - in sinergia con un progetto condiviso,
>> rispettoso della storia, della tradizione e del lavoro quotidiano
>> dei club, che li valorizzi e li metta nella condizione di dare il
>> meglio - tutti, dall'Eccellenza alla serie C - e che sia DI
>> CONSEGUENZA funzionale allo sviluppo della Nazionale ...
>>
>> Dopo di che, vedrai che sicuramente tutti remeranno nella stessa
>> direzione ...
>>
>> Se i progetti vengono fatti CONTRO i club - o contro "ALCUNI"
>> club ed a favore di ALTRI - questo non succederà mai, e il
>> movimento sarà sempre SPACCATO ...
>>
>> Ciao. Luca
>>
>> Il 20/03/2017 10:14, ilfalco7 ha scritto:
>>
>> Gruppo Facebook della Rugbylist
>>
>> https://www.facebook.com/groups/44366421488/
>>
>> __________________________________________
>>
>> esattamente cio che ha detto O.C. tutti abituati a dare
>> contro a parlare male l uno.dell altro. mai qualcuno.che
>> dicesse ok il progetto é questo io non sono d acvordo.ma se
>> x vincere c é da dare una mano....cosa posso fare io?
>>
>> invece no tutti contro tutti. é ognuno attaccato al proprio
>> meschino.tornaconto personale e picvolo potere.......
>>
>> questo siamo noi
>>
>> Inviato da smartphone Samsung Galaxy.
>>
>> -------- Messaggio originale --------
>>
>> Da: Luca Oliver <lucaoliver63 a gmail.com>
>> <mailto:lucaoliver63 a gmail.com>
>>
>> Data: 20/03/17 09:26 (GMT+01:00)
>>
>> A: rugbylist a rugbylist.it <mailto:rugbylist a rugbylist.it>
>>
>> Oggetto: Re: [RUGBYLIST] R: Re: L'ITALIA E' FINITA
>>
>> La cosa che mi ha colpito delle dichiarazioni post-partita di
>> COS, ma spero che si tratti di un errore di interpretazione
>> (dovuto magari alla scarsa conoscenza dell’italiano di
>> Conor) è che sia stata scaricata la colpa della attuale
>> situazione italiana sui “clubâ€.
>>
>> Ma come, abbiamo Accademie che non producono talenti ma
>> giovani individualisti che si credono arrivati, Centri di
>> formazione sparsi nel territorio con l’unico scopo di
>> erogare prebende in cambio di sostegno elettorale, Franchigie
>> mal organizzate e poco finanziate con staff approssimativi e
>> scarsa professionalità che vanno in giro per l’Europa a
>> prendere sberle … e la colpa è dei “club†?
>>
>> Anzi, qualcuno ha già aggiunto, in uno dei post pubblicati
>> su un noto blog rugbystico in questi questi giorni, ad “un
>> club†ben specifico situato tra l’Adige e il Po che non
>> si adegua ai diktat federali ???
>>
>> Bene, abbiamo individuato l'origine dei nostri mali, è
>> Rovigo ...
>>
>> Se così fosse e la tenaglia dovesse stringersi su quel poco
>> che resta del movimento di vertice dei club nazionali,
>> avremmo completato quella distruzione del rugby italiano
>> avviata nel 2011 con l’istituzione delle franchigie …
>>
>> Ciao a tutti.
>>
>> Oliver
>>
>> Il 18/03/2017 20:28, ilfalco7 ha scritto:
>>
>> Gruppo Facebook della Rugbylist
>>
>> https://www.facebook.com/groups/44366421488/
>>
>> __________________________________________
>>
>> no l italia non è finita.
>>
>> ci vorra ancora un po ma cresceremo ci sono dei segnali
>> profondi.
>>
>> e dei giocatori se curati......
>>
>> e vedrete cambiera molto adesso
>>
>> Inviato da smartphone Samsung Galaxy.
>>
>> -------- Messaggio originale --------
>>
>> Da: Paolo Imperatori <p.imperatori a gmail.com>
>> <mailto:p.imperatori a gmail.com>
>>
>> Data: 18/03/17 19:05 (GMT+01:00)
>>
>> A: La mailing list del rugby italiano
>> <rugbylist a rugbylist.it> <mailto:rugbylist a rugbylist.it>
>>
>> Oggetto: Re: [RUGBYLIST] L'ITALIA E' FINITA
>>
>> A nulla probabilmente. Ma non sono un tecnico per dare
>> soluzioni.
>>
>> Quello che penso da tempo è che secondo me non è una
>> questione di chi possa sostituire l'Italia nel Sei
>> Nazioni. Non c'è qualcuno di meglio. Entrasse, chessò,
>> la Georgia, sarebbe la stessa cosa se non peggio. La
>> questione semplicemente è se tornare al Cinque Nazioni,
>> e ricominciare da capo. Punto.
>>
>> Paolo
>>
>> Il giorno 18 marzo 2017 16:36, paolo.valbusa a libero.it
>> <mailto:paolo.valbusa a libero.it> <paolo.valbusa a libero.it
>> <mailto:paolo.valbusa a libero.it>> ha scritto:
>>
>> Gruppo Facebook della Rugbylist
>> https://www.facebook.com/groups/44366421488/
>> __________________________________________
>>
>> Ciao a tutti,
>>
>> dopo aver visto l'imbarazzante (eufemismo) prestazione
>> italiana contro la Scozia (l'ultima, ahimè, di una lunga
>> serie) mi faccio e vi faccio una domanda: a cosa sono
>> serviti anni di Accademie, di raduni, di stage, di
>> allenamenti specifici, di mental coaching, ecc., se poi
>> non riusciamo a piazzare un pallone in mezzo ai pali, a
>> tenere un pallone in mano, a fare un semplice passaggio,
>> all'uomo in sostegno, che non sia troppo debole, troppo
>> forte, troppo alto, troppo basso, troppo indietro o
>> troppo avanti?
>>
>> Paolo
>>
>> /Questo messaggio non impegna in alcun caso il mittente e
>> contiene informazioni appartenenti allo stesso, che
>> potrebbero///
>> /essere di natura confidenziale e/o riservata,
>> esclusivamente diretta al//destinatario sopra
>> indicato.//Qualora Lei non sia il destinatario indicato,
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