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[RUGBYLIST] R: Italia-Irlanda 10-63
Luca Oliver
lucaoliver63 a gmail.com
Lun 13 Feb 2017 10:12:08 CET
Nel Gazzettino di oggi, Antonio Liviero evoca la "terza via", che poi è
stato uno dei cavalli di battaglia di Innocenti alle recenti elezioni
federali.
Per non incorrere in violazione dei diritti d'autore, dirò semplicemente
che si tratta di alzare i contributi federali di una delle due
franchigie, "quella con la partecipazione privata più importante e
capace di attirare investimenti dal territorio" (non bastava dire:
Benetton :-) ?), destinando l'altra a compiti di formazione dei
giocatori per l'altro livello. Per recuperare risorse, sarebbe
necessario tagliare su centri di formazione under 16 e sulle Accademie,
lasciando che siano le franchigie a gestire direttamente le proprie
accademie e mantenendo sul territorio un paio di centri di formazione in
zone non servite dall'alto livello (nord-ovest, centro-sud ?).
Anche questo è un business plan più che rispettabile ma, come precisa lo
stesso Liviero: "non sarebbe certo la soluzione ottimale per lo
sviluppo del movimento, ma potrebbe bastare almeno a tamponare
l'emergenza". Si tratta certamente di una strada che potrebbe riportare
competitività a breve per almeno una delle due franchigie e, di
conseguenza, per la nazionale di cui questa franchigia rappresenterebbe
un "laboratorio" permanente. Ma siamo sicuri che la Federazione sia in
grado oggi di prendere decisioni di tale portata, piuttosto che
continuare ad insistere sulla strada intrapresa ? Di certo ci aspettano
quattro anni difficili, sul piano politico e dei risultati, di cui
l'articolo di rugbyrama di cui vi riporto il link mi sembra una gustosa
anticipazione:
http://www.rugbyrama.fr/rugby/6-nations/2017/opinion-arretons-le-massacre-litalie-na-clairement-plus-sa-place-dans-le-tournoi_sto6056185/story.shtml.
Ciao a tutti.
Luca
Il 12/02/2017 19:51, Giovanni Ciraolo ha scritto:
> Gruppo Facebook della Rugbylist
> https://www.facebook.com/groups/44366421488/
> __________________________________________
>
>
> Di solito con il passare delle ore certi giudizi del dopo match si
> stemperano e si guadagna in precisione. Buttare l’Italia
> improvvisamente fuori dal 6 Nazioni mi sembra in effetti difficile
> anche per le tue considerazioni che condivido. Grandi nazioni che non
> hanno una tradizione consolidata di rugby non possono aspirare al 6
> Nazioni. Piccole nazioni che hanno ed hanno avuto un posto stabile ma
> non ancora di vertice nella graduatoria mondiale non mi sembra possano
> aspirare al Torneo. Fino a un certo punto, tuttavia: se oltre ad una
> Italia di cucchiaio di legno si dovesse registrare anche una
> deviazione standard record dei punteggi di match, allora si porrebbe
> il problema di uno spareggio annuale tra l’ultima del 6 Nazioni e la
> prima del dopo. Se si verificasse una deviazione standard altissima
> dei nostri risultati questo significherebbe che la nostra nazionale si
> sarebbe trovata completamente fuori partita in alcuni confronti chiave
> con gli avversari. Credo che la Scozia non sia mai stata in questa
> situazione nel senso che quando perdeva ripetutamente non era mai
> fuori combattimento. Io temo che oggi la nostra possibilità di
> invertire il business model del nostro rugby, come tu lo chiami, non
> sia molto ampia. Richiederebbe una volonta’ generale di tutto il
> sistema. Non abbiamo neanche una Juventus del rugby! Puntare sui club
> oggi non so cosa potrebbe dare. I club hanno avuto il loro momento di
> gloria ma hanno allevato poco e non mi sembra che abbiano sfruttato la
> fortuna. Credo che abbiano anche diversi debiti. I campi di rugby
> possono aumentare quant6o si vuole ma se il popolo italiano non si
> convince a giocare ad alto livello saranno preferiti nella
> polisportiva nazionale calcio, pallavolo, ciclismo, basket, sci ecc.
> Per cambiare il nostro modello di rugby occorre fare un confronto a
> tappeto con il resto del mondo che conta e non mi sembra sia mai stato
> fatto. Nel pre-2000 avevamo professionisti di alto livello che
> giocavano per passione e condividevano la cultura anglosassone di
> elite (ma anche quella francese) ed era quello un mondo diverso. Oggi
> abbiamo i Millennials e non è la stessa cosa. Vivono anche in UK ma
> con valori completamente diversi. Non sono professionisti indipendenti.
>
> Le dichiarazioni di Favaro mi sembrano difficili da condividere.
> Secondo lui il duro sarebbe quello che non si limita alle sconfitte ma
> guarda sempre avanti … sì ma con il 6 Nazioni esiste una banca
> centrale dei valori rugbistici europei nella quale siamo entrati dopo
> poche prove non confermate (come accadde con l’euro) e nella quale la
> moneta di riferimento non la mettiamo noi. Noi siamo ancora degli
> azionisti esterni a questa moneta rugbistica esclusiva del 5 Nazioni
> che un tempo era ricercatissima e che forse ritornera’ ad esserlo.
>
> g.ciraolo
>
> *Da:*rugbylist-bounces a rugbylist.it
> [mailto:rugbylist-bounces a rugbylist.it] *Per conto di *Luca Oliver
> *Inviato:* domenica 12 febbraio 2017 14:36
> *A:* rugbylist a rugbylist.it
> *Oggetto:* Re: [RUGBYLIST] Italia-Irlanda 10-63
>
> Ciao Giovanni, un saluto a tutti.
>
> Â
>
> E' un problema di modello di business, argomento che tu conosci molto
> bene.
>
> Â
>
> Il business model del 6 Nazioni ha scelto di investire sull'Italia
> all'interno di una vision che ancora oggi punta all'allargamento del
> rugby oltre i confini del Tier I. L'investimento non ha raggiunto i
> risultati sperati, poichè l'Italia ha sfruttato solo parzialmente le
> enormi potenzialità di cui le veniva dato credito (52 milioni di
> abitanti, economia nel G8). Dando per scontato che il modello di
> business sia corretto, l'unica alternativa all'Italia a livello di
> risultati è la Georgia, che però è periferica nella geopolitica
> mondiale. Maggiore "appeal" socio-economico hanno sicuramente Romania,
> Russia, Germania e Spagna, ma al momento tecnicamente il confronto
> sembra impari. A meno che non sia sbagliata proprio la vision del
> rugby board e allora l'unica possibilità sarebbe tornare al 5
> Nazioni. In sostanza non sembra esserci alternativa a questo 6 Nazioni
> e alla strada intrapresa. I britannici, però, sono noti per il loro
> pragmatismo e per avere ben chiare quali sono le priorità (leggi:
> ritorno degli investimenti). Mi immagino quindi che il loro pensiero
> sia che un'alternativa, se non c'è, vada creata. Qualche sorpresa in
> questo senso io me la aspetterei, se non a breve sicuramente a medio
> termine.
>
> Â
>
> Ma è questione di modello di business anche a livello nazionale. Il
> modello adottato attualmente è un sistema piramidale rovesciato in
> cui è il vertice ad alimentare la base, secondo lo schema
> nazionali-franchigie-accademie federali-club. L’unico modello
> realmente alternativo è lo schema opposto in cui è la base ad
> alimentare il vertice. Tradotto: spostiamo 12 mln € dalle franchigie
> e dalle accademie federali ai club e all’attività di base.
> Investiamo i soldi nell’aumentare il numero di campi dedicati al
> rugby e nel trasformare i campi attuali (anche quelli di Serie
> A/Eccellenza) in veri stadi. Rendiamo i pochi stadi degni di questo
> nome in vere e proprie “cattedrali†del rugby italiano. Sosteniamo
> e potenziamo le Accademie a livello di club, soprattutto i più
> importanti. Potenziamo il campionato di Eccellenza e lasciamo che i
> migliori giocatori vadano a frequentare le Università del rugby
> all’estero. Tutto chiaro ? Chiarissimo … Peccato che questo
> modello di business alternativo sia stato più volte presentato a
> altrettante volte bocciato durante le assise del rugby nazionale, che
> hanno premiato il modello istituzionale prima con Dondi e poi con
> Gavazzi (due volte !!!) nonostante scosse e scricchiolii fossero ben
> chiaramente udibili …
>
> Â
>
> Quindi ? Quindi forse hanno veramente ragione quelli che dicono:
> “Eh, tocca continuare a spingere … !!! Non c’è alternativa …
> !!!â€
>
> Â
>
> Scusate la lunghezza.
>
> Â
>
> Ciao.
>
> Luca
>
> 11/02/2017 17:47, Giovanni Ciraolo ha scritto:
>
> Gruppo Facebook della Rugbylist
>
> https://www.facebook.com/groups/44366421488/
>
> __________________________________________
>
>
>
>
> Penso che un sogno così non si ripeterà più … cantava
> Modugno, in realtà il sogno si sta ripetendo più volte, ma è un
> incubo! Io credo che dopo match del genere si dovrebbe dimettere
> tutto lo staff federale e gran parte delle istanze tecniche del
> rugby italiano. Almeno, con Johnstone, eravamo del rugby-groviera
> ma sapevamo che le cose potevano cambiare, perché lui stava
> facendo un lavoro pazzesco nella periferia del nostro rugby.
> Adesso siamo tornati agli allenatori filosofi. Appena si passa da
> un contesto fisico strettissimo ad uno tattico avviene
> l’ecatombe. Penso che occorra fare qualcosa. Ci vorrebbe una
> assemblea generale di tutti i tesserati federali ed anche oltre,
> una specie di primaria generale del rugby italiano fatta su più
> giorni online con tanto di “cahiers de doléancesâ€. Così
> proprio non si può andare avanti. I francesi con Laporte, passato
> il disastro della coppa del mondo inglese con gli AB, stanno
> progettando una grande WRC in Giappone e vogliono ospitare la
> Coppa successiva in Francia. Noi cosa abbiamo di percorso
> fattibile? Inutile rifarci alla U20, pur meritoria, perché negli
> altri grandi paesi è proprio in quella fascia 20-22 anni che
> forgiano in modo finale dei giocatori fisicamente esplosivi e dei
> veri uomini di rugby. Soprattutto fanno prendere loro delle scelte
> definitive. Noi spesso temporeggiamo. E’ duro parlare di scelte
> definitive, ma è lo sport.    Â
>
>
>
>
> __________________________________________
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