[RUGBYLIST] il nuovo CT

[Giovanni Ciraolo]

Ce la sta mettendo tutta fin dall’inizio, il nuovo CT azzurro.

La forza non gli manca, quella mentale innanzitutto. Cerca di costruire una strada. Ma costruire nuove vie non è facile, e si paga di persona.

Attribuisce molto talento agli italiani. Oggi non si vede, questo talento. Quindi ci vuole entusiasmo, certo. Ma nel rugby ci vogliono anche automatismi. Fisici, mentali, tattici. Altrimenti non si sfonda, si fa solo paura all’avversario e si subisce doppiamente la sua reazione.

A mio parere, per vincere O’Shea dovrà percorrere più volte gli stessi viaggi. D’altra parte la natura geografica del nostro rugby è quella che è. Bisogna sentire più volte anche le stesse persone. Anche quelle un po’ “out” del sistema. Anche persone che non si sentono oggi né mobilizzate né mobilizzabilii. Anche persone ferite che non parlano e che avrebbero voglia di uscire.

Rimanere quando ogni segno condurrebbe ad uscire: questa è classe!

Oh baby baby it’s a wild world, diceva la canzoncina anni settanta!

Il rugby italiano non deve rimanere puramente funzionale, ci vogliono matrici, task force, processi. Ci vogliono spinte ma soprattutto regole, come nel periodo benedettino in cui l’Italia era di per sé la cultura mondiale. E forse all’inizio ci vuole anche un po’ di catenaccio, una difesa forte di punti di vista che si ritengono giusti: nel calcio questo ci ha portato a traguardi grossi.

Dopo ogni disfatta, bisogna ricominciare dalla semplicità e dal dispiegamento corretto in campo della squadra.

Tanti auguri a questo solido irlandese. 

Di solito dopo gli incontri con l’Irlanda andavamo in birreria Ricci e loro cantavano l’inno di Mameli appena imparato.

Inguaribile gente di Dublino!

 

G. Ciraolo   

 

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