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[RUGBYLIST] I: I: R: R: I: e adesso (?) Dimissioni- Democrazia

Salvatore Messina totorugby a yahoo.it
Mar 22 Mar 2016 15:45:03 CET


Aggiungo inoltre che, anche nel caso di un cambio di dirigenza al vertice, della struttura formativa e delle strategie delle società, il gap che è stato creato negli ultimi 10 anni con il riassetto delle strutture dei campionati mondiali (per nazioni e per clubs oltre al seven olimpico e non) ci ha già tagliati fuori da ogni corsa per le competizioni future.
Secondo me ormai all'orizzonte ci sono i campionati europei (sulla falsariga del Super rugby) per clubs ed allargamento del championsship alle future nazionali emergenti. Già le celtiche sono in panico per il continuo calo di interesse e qualità del Pro 12.Basta solo che si mettano d'accordo Francia e Inghilterra e si accodino, coda tra le gambe, le celtiche... Salvatore Messina

     
----- Messaggio inoltrato -----
 Da: Luca Oliver <lucaoliver63 a gmail.com>
 A: rugbylist a rugbylist.it 
 Inviato: Martedì 22 Marzo 2016 11:17
 Oggetto: Re: [RUGBYLIST] I: R: R: I: e adesso (?) Dimissioni- Democrazia
   
 Condivido l'analisi di Salvatore per quello che riguarda la parte centrale.
 
 Il martellamento a livello di marketing sul rugby come "sport di valori", rugby come "sport per tutti",  sul concetto di "imparare giocando" tanto caro alle ns strutture tecniche ha fatto sì che si avvicinasse a questo sport anche chi, morfologicamente o caratterialmente o emotivamente, non era adatto non dico soltanto alla ns disciplina, ma più in generale allo sport.
 
 Questo ha determinato sì un aumento del numero di praticanti, ma anche un notevole abbassamento del livello e della qualità media  dei tessserati agonisti.
 
 A peggiorare le cose ci si è messa la famigerata "obbligatorietà",  che ha indotto molti a tirare dentro "di tutto di più", senza minimamente guardare alla qualità del materiale umano a disposizione, altro che skills !!! L'importante è "essere a numero" la domenica  ...  
 
 Ciò ha determinato un generale impoverimento della qualità media dei nostri praticanti, ed è difficile avere un vertice di livello, se  la base ha una qualità scarsa.
 
 Se poi ci aggiungiamo un meccanismo di selezione inefficiente, che tende a individuare precocemente le risorse su cui puntare, senza adeguati meccanismi di  revisione, capiamo come tra le poche risorse che abbiamo a  disposizione rischiamo anche di perdere qualche talento, salvo poi riscoprirlo  "disperso" per altri percorsi.
 
 Ciao a tutti.
 Luca 
  
 Il 21/03/2016 20:12, Salvatore Messina ha scritto:
  
  Beh... se è per questo tutto il sistema di governo italiano è oligarchico almeno dalla caduta dei re etruschi... Non che il resto del mondo sia da meno. 
  La differenza sta che gli italici mettono al primo posto i singoli rispetto alla collettività senza il minimo senso dell'onore (e del pudore). 
  Non mi piacciono le critiche qualunquistiche nei confronti del Presidente perché si rischia di fare di tutta l'erba un fascio nascondendo i veri punti dolenti: sede federale, fondo di solidarietà ed accentramento dei "poteri" a Calvisano. 
  Le scelte e la gestione tecnica pesano sui responsabili e sbagliare non è un delitto. Quando venne scelto Brunel avanzai molte critiche su un allenatore che in fondo si era trovato una squadra coi fiocchi a Perpignan ma che era stato allontanato per dissidi con lo spogliatoio e carenza di innovazione. Ma tutti si erano innamorati del sergente di ferro dei pirenei... 
  In ogni caso uno staff tecnico è formato da un gruppo di persone e se a capo c'è l'allenatore più bravo del mondo ma poi le sedute vengono seguite da brave persone ma non dello stesso livello non si viene a capo di nulla. Da noi manca una scuola tecnica degna di questo nome e la colpa non è federale. La colpa è della base. 
  Provo a spiegarmi... Cosa succederebbe se l'anno prossimo la federazione obbligasse i futuri tecnici a partire dal minirugby ad avere almeno 10 anni di rugby giocato alle spalle? Ve lo dico io: malcontento e levata di scudi! I puristi dei "valori" si straccerebbero le vesti. Perché? Semplice perché direbbero tutti che per essere un bravo allenatore non è necessario essere stato un bravo giocatore. Ed è vero e sacrosanto. Ma un giocatore tout court sì. 
  Oggi in Italia, a seguito del boom del 6 Nazioni, il rugby viene insegnato ai bambini da persone che non solo non hanno la minima competenza pedagogica ma anche tecnica.  Chi di voi si farebbe insegnare a sciare da uno che a malapena scia a spazzaneve? O a tennis da uno che non è in grado di ributtare la palla tre volte oltre la rete. O a basket da uno che non sa palleggiare con la mano sinistra? 
  Ovviamente non è così dappertutto ma la massa dei nostri bambini viene avviata al rugby da "non addetti ai lavori". 
  Le "mamme" però dicono che il rugby è bello perché è diverso. Cosa vorrà mai dire? Pensateci bene: il rugby è diverso perché nella cultura generale si pensa che non sia necessario saperlo giocare per giocarlo. 
  Fate mente locale a slogan del tipo: "rugby uno sport per tutti", "imparare giocando", "sport prima di tutto dei valori" ecc Significano solo una cosa: non è importante saper giocare ma giocare. Che è un concetto che a livello educativo e ricreativo mi sento di condividere ma quando poi chiediamo l'agonismo... 
  Ora tutto il movimento è davanti ad un bivio: rimanere nel campo amatoriale o creare un "vero" movimento agonistico (prima ancora che professionistico). In ogni caso sarà una scelta dolorosa per molti ma una decisione che prima o poi la nostra federazione dovrà prendere o la prenderanno altri per noi. 
  Nessuno caccerà mai via l'Italia dal 6 Nazioni o dalle coppe europee ma se non avremo l'adozione di un sistema professionistico prima di tutti dei tecnici della "scuola di rugby" non riusciremo più noi a parteciparvi. 
  Finché nel nostro paese lo sport non verrà riconosciuto come strumento formativo dei nostri ragazzi e come attività socialmente rilevante la nostra federazione dovrà supplire (non solo la nostra) con un tessuto di istruttori competenti e preparati sostitutivo al mancante tessuto scolastico. 
  Lo so che per i puri del rugby pane e salame sarà un cambiamento drammatico ma senza questo passaggio continueremo ad andare all'olimpico con la faccia pitturata di tricolore, bevendo birra e piangendo all'inno nazionale. Salvo poi lamentarci che quelli che vanno in campo non ci mettono le palle. 
  Perché è risaputo che ci vogliono gli attributi per andare a fare i "cazzoni" allo stadio o nei "terzi tempi" del vattelapescarugbyclub...   Perdere la milza per una partita di rugby senza nessuna tutela economica per il resto della vita menomata invece è dovuto perché indossare la maglia azzurra è un onore. Vorrei vedere quanti del popolodellolimpico avrebbe il coraggio di avere veramente e non solo a parole questo "onore" 
  P.S. Vorrei far notare che chi si lamentava in studio su DMAX sulla mancanza di preparazione dei giovani italiani è uno dei principali formatori di quegli stessi ragazzi e l'altro che si lamentava del ritardo del ricambio generazionale lo stesso che pretendeva di giocare per "meriti acquisiti" (tarpando di  fatto la carriera ad un giovane brillante). 
  
  Salvatore Messina 
 
       
 ----- Messaggio inoltrato -----
 Da: "tizianotaccola1 a alice.it" <tizianotaccola1 a alice.it>
 A: rugbylist a rugbylist.it 
 Inviato: Domenica 20 Marzo 2016 17:36
 Oggetto: [RUGBYLIST] R: R: I: e adesso (?) Dimissioni- Democrazia
   
 
 Tutte le federazioni sportive del Coni sono sistemi "oligarchici". Lo era anche Dondi ed i suoi precedessori. Poi c'è chi ha il senso del pudore e chi no. Putin stesso si ritiene democratico perchè eletto. Detto questo, vorrei sapere quanti dei traguardi promessi e quali in termini di risultati sono stati raggiunti da questa dirigenza. Ritengo giusto che chi si propone a sostituirlo proponga i suoi progetti, ma è altrettanto gisto che chi ci ha portato indietro di 10 anni se ne vada. per fortuna che abbiamo Italrugby rosa che ci consola. Un caro saluto da 14Cavallopazzo
 
 ----Messaggio originale----
 Da: jxcira a tin.it
 Data: 20-mar-2016 16.50
 A: <rugbylist a rugbylist.it>
 Ogg: [RUGBYLIST] R: I: e adesso (?) Dimissioni
 
 -->  Mi si consenta una domanda: Gavazzi è un Presidente o un dittatore? Se si tratta di un dittatore o di un personaggio fortemente autoritario, allora non essere in grado di rovesciarlo è segno di grande debolezza e/o di mancata applicazione di certe norme che anche nel  diritto sportivo dovrebbero impedire l’usurpazione di poteri. Se invece Gavazzi è solo un Presidente, più o meno buono o scadente a confronto con altri possibili tali, allora la sua gestione va criticata proponendo certamente altre ipotesi gestionali. Però, finché non ci sono  rinnovi di poteri, bisogna essere leali. Quando la Francia ha perso in modo disastroso (con lo stesso tipo di punteggio nostro in Galles) dagli All Blacks in Coppa del Mondo, molti (tra cui Laporte) hanno  chiesto dimissioni generalizzate inclusive del Presidente federale. Lo staff tecnico nazionale si è rapidamente sciolto, puntualmente. Il Presidente federale no. Camou è avversato come Gavazzi in Italia (e forse anche più) ma non si è dimesso. E la gente di vario livello che gli è fortemente contraria è stata leale e lo sarà fino alla prossima (vicina) elezione federale. Chi ha messo la Francia in campo nell’ultimo periodo ha preparato correttamente la squadra, anche atleticamente; certo non è un grande momento per i galletti ma è pur  sempre la Francia e le partite si sono realmente ingaggiate fino in fondo. Questo non è avvenuto con l’Italia, almeno io non penso sia avvenuto semplicemente guardando le cose in TV e i movimenti (o non movimenti) atletici.    In Italia facciamo un sacco di “casino” mettendo in  discussione i nostri responsabili in alto (raramente quelli intermedi e solo di striscio quelli diretti)  ma questo non in occasione di elezioni federali, dove poi alla prova di responsabilità alcune cordate non riescono neppure ad organizzarsi per mancanza di imprenditorialità, ma in permanenza. C’è sempre qualcuno che rema contro il programma comune e cioè che avversa la palla ovale che è di tutti. Questo arrivo a pensare! Niente di nuovo, OK. Non c’è dubbio. Ma non ho visto nessuna squadra scendere in campo impreparata come la nostra. Accetto la sconfitta, non il ludibrio.          g.ciraolo     Da: rugbylist-bounces a rugbylist.it [mailto:rugbylist-bounces a rugbylist.it] Per conto di tizianotaccola1 a alice.it
 Inviato: domenica 20 marzo 2016 08:34
 A: rugbylist a rugbylist.it
 Oggetto: [RUGBYLIST] I: e adesso (?) Dimissioni     
 BENVENUTO.  Ma l'inchiesta la deve fare l'indagato?       Un caro saluto da 14cavallopazzo   
    ----Messaggio originale----
 Da: jxcira a tin.it
 Data: 19-mar-2016 19.54
 A: "Rugbylist Rugbylist"<rugbylist a rugbylist.it>
 Ogg: [RUGBYLIST] e adesso  Adessochiaramente andremo a cercare tutti i responsabili di questa fase del  rugby italiano in alto. Con questo gioco le responsabilità dei soldi non guadagnati sul terreno  scompaiono. Era talmente evidente vedere oggi l’abisso di differenza di condizione fisica tra giocatori italiani e gallesi da permettere di aprire una inchiesta immediata sulla  nazionale. Il nostro sistema non funziona dentro prima ancora che sopra. Io non provo pena se le nazioni con cui giochiamo in 6 Nazioni ogni tanto ci sfottono. Ho  pena se ci prendono in giro indicandoci come atleti non seri e come fisicamente inadatti non solo al rugby ma a molte altre cose. Questo sì che mi brucia. Ma pazienza: continuiamo nel monopoli del vertice che tutto giustifica e tutto scoperchia! Ma sì,  giustifichiamo anche i giocatori, povere rotelline innocenti di un meccanismo infernale! E’ pazzesco! Piuttosto che fare certe figure io mi autoescluderei da qualsiasi squadra …. g.ciraolo               
       
 
 
   
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