[RUGBYLIST] italian football league

[Luca Oliver]

Salve a tutti.

sono un ascoltatore assiduo di Virgin Radio, in quanto appassionato di 
musica e cultura rock, e ho scoperto di recente che Virgin Radio è la 
radio ufficiale del campionato italiano di football 
americano(http://www.virginradio.it/news/speciali/200641/Virgin-Radio-e-la-radio-ufficiale.html). 
<http://www.virginradio.it/news/speciali/200641/Virgin-Radio-e-la-radio-ufficiale.html>

Dando un'occhiata al sito della Italian Football League 
(http://www.ifleague.it/2015/), si scopre che le squadre del campionato 
italiano sono le seguenti, divise fra North Conference e South Conference:

_North Conference_
Giaguari Torino
Giants Bolzano
Lions Bergamo
Panthers Parma
Rhinos Milano
Seamen Milano

_South Conference__
_Aquile Ferrara
Dolphins Ancona
Grizzlies Roma
Guelfi Firenze
Marines Lazio
Warriors Bologna

Al dilà della facile ironia sull'esterofilia di certe denominazioni, 
colpisce il carattere "metropolitano" delle franchigie. Sono 
rappresentate le più importanti città metropolitane del Centro-Nord, 
quali Torino, Milano, Bologna, Firenzee Roma. Roma e Milanosono 
rappresentate entrambe da due squadre. Ma ci sono anche province 
importanti, come Bergamo, Parma (!!!), Ferrara, Anconae Bolzano, che 
risultala più "piccola", con il suo bacino di utenza di circa 100.000 
abitanti.

Ci si chiede spesso perchè le città più importanti in Italia non 
riescano a produrre squadre rugbystiche di vertice, e di come sia 
possibile risolvere i problemi logistici e di reclutamentoche una grossa 
città impone. Beh, ma se ci riescono le squadre di football americano, 
perchè non ci dovrebbero riuscire le società rugbystiche ?

I Rhinos Milano, ad esempio, hanno un roster di 66 (sessantesei !!!) 
giocatori in prima squadra, e squadre di tutte le categorie, dall'under 
9 all'under 19con numeri che, così ad occhio e croce, sembrebbero 
abbastanza interessanti, anche se non sono in possesso dei dati completi.

Ora, un'analisi sul mondo del football americano in Italia richiederebbe 
sicuramente molto più tempo,ma certonon ci si può non porre 
interrogativi sulla capacità (o incapacità) gestionale che pone i nostri 
club a frammentarsi nelle realtàgeografiche più importanti o a 
collocarsi in realtà geografiche sempre più periferiche e marginali.

Un tema senz'altrosu cui sarebbe opportuno esercitare un'analisi 
approfondita, mettendo da parte preconcetti e snobismi.

Ciao a tutti.
Luca




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