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[RUGBYLIST] I: I: R: R: R: R: R: mi dispiace ma a me l'Italia non convince e non piace
Luca Oliva
lucaoliver63 a gmail.com
Mer 21 Ott 2015 10:39:54 CEST
Sempre in quel periodo, seconda metà degli anni 2000, un allenatore
veneto che passava dalle mie parti (ma veneto è sicuramente un caso ...)
mi ha lasciato alcuni cd - immagino clandestini ... - di provenienza
neozelandese, inglese ed australiana in cui si magnificavano le lodi
delle abilità individuali, contenenti tons of skills and drills.
In particolare, quello nzl, "rugby skills and drills" è veramente
fenomenale, organizzato per categorie, a partire dagli skills
individuali: corsa, calci, manualità, come andare a contatto,
placcaggioe skills di gruppo: mischia, rimessa laterale, continuità,
allineamento offensivo e difensivo, ripartenze da calci. Poi ci sono
anche giochi, esercizi di familiarizzazione con la palla, fitness
(finalizzato a skills specifici ) e un riassunto teorico dei principi
del coaching e più in generale del rugby.
Solo un caso ? Chissà ...
Ah, per chi vuole, sono ancora a disposizione ...
Ciao a tutti.
Luca Oliva
Il 20/10/2015 20:02, Andrew ha scritto:
> Corso 1° livello; come per prendere la palla alta; le mani pronte a
> più o meno il livello degli occhi, poi le mani devono fare i pugni nel
> caso in cui la palla arriva sulla punta delle dita come potrebbe
> essere molto doloroso ...
> Questa è la verità, non una favola ... se questo è il livello dei
> docenti allora non c'è speranza ...
> Jeppo
> *From:* Salvatore Messina <mailto:totorugby a yahoo.it>
> *Sent:* Tuesday, October 20, 2015 6:40 PM
> *To:* Rugbylist Rugbylist <mailto:rugbylist a rugbylist.it>
> *Subject:* [RUGBYLIST] I: I: R: R: R: R: R: mi dispiace ma a me
> l'Italia non convince e non piace
> Se è per questo sabato scorso al corso allenatori di 1° livello (corso
> 1) il tecnico dell'accademia U18 di Milano ha ribadito la stessa cosa
> (che un gioco situazionale). Poi visto le facce degli astanti (tutti
> tranne un paio che non avevano mai neppure giocato a rugby) ha
> aggiunto che se nel frattempo insegniamo a lanciare la palla male non fa.
> Le cose da fare le sanno TUTTI però bisogna continuare a mantenere in
> vita il metodo del prof?... E ubbidire a ciò che viene "proposto"
> dall'alto.
> Salvatore Messina
> ----- Messaggio inoltrato -----
> *Da:* Luca Oliva <lucaoliver63 a gmail.com>
> *A:* rugbylist a rugbylist.it
> *Inviato:* Martedì 20 Ottobre 2015 14:57
> *Oggetto:* Re: [RUGBYLIST] I: R: R: R: R: R: mi dispiace ma a me
> l'Italia non convince e non piace
> Ieri hofinalmente visto Irlanda-Argentina, che non ho potuto seguire
> in diretta domenica sera.
> Mi hanno colpito i commenti fortemente orientati a sottolineare le
> superiori abilità individuali dei giocatori dell'emisfero sud.
> Mi è venuto da sorridere pensando a quando facevo i primi corsi
> allenatore - anni 2006-2008, categoie under 6-under 14 - e mi veniva
> detto che non era assolutamente necessario insegnare ai bambini o ai
> ragazzi che allenavo la "tecnica" - intesa come skills di placcaggio,
> passaggio, gioco al piede ... - perchè tanto quella era una cosa che
> si poteva insegnare dopo ...
> L'importante era fargli capire che il rugby è un gioco "situazionale" ...
> Ora, a parte che forse qualcuno ha estremizzato un pò, mi chiedo, cosa
> è rimasto di quella generazione di metà anni '90 cui è stata negata la
> possibilità di approfondire la differenza tra uno spin pass e un
> reverse pass ? Non è che per caso questo difetto di impostazione
> tecnica ha avuto la sua influenza quando oggi constatiamo che
> giocatori arrivati a quello che viene chiamato "alto livello" hanno
> difficoltà a svolgere determinati skills di base ?
> Ed è possibile correggere questo difetto della impostazione tecnica
> del ns rugby?
>
> Ciao a tutti.
> Luca Oliva
>
> Il 19/10/2015 15:32, Salvatore Messina ha scritto:
>> Come fa ben notare Luciano, lasciamo agli altri i loro problemi che
>> ben poco hanno a che vedere con i nostri.
>> Per quanto ci riguarda potremmo anche essere un'oasi felice del rugby
>> non mancando ne in possibilità economiche (gli italiani i soldi ce li
>> hanno e tanti solo che le tasse li tengono nascosti) ne in bacino
>> d'utenza (considerando la popolazione non i praticanti), basterebbe
>> solo che cominciassimo ad imparare a giocare (come si faceva una volta).
>> Quando da noi si comincerà nei club di rugby a fare sport (non solo
>> in quelli grandi e storici ma in tutti) accademie e franchigie
>> avranno ben altri risultati.
>> Finché la base darà più importanza al terzo tempo che a passare o
>> calciare la palla aumenteremo solo il numero di praticanti tifosi che
>> quello di praticanti giocatori....
>> A questo punto magari non sarà più uno sport così divertente ed anche
>> la nazionale non avrà pubblico perché impegnato a giocare o a seguire
>> i figli/giocatori ma i risultati saranno in linea con quelli dei
>> primi anni di 6 Nazioni.
>> Salvatore Messina
>> ----- Messaggio inoltrato -----
>> *Da:* Giovanni Ciraolo mailto:jxcira a tin.it
>> *A:* rugbylist a rugbylist.it <mailto:rugbylist a rugbylist.it>
>> *Inviato:* Mercoledì 14 Ottobre 2015 11:34
>> *Oggetto:* [RUGBYLIST] R: R: R: R: R: mi dispiace ma a me l'Italia
>> non convince e non piace
>> Scusami, non mi riferivo a te per il sentimento anti-federale; tra
>> l’altro dai sempre contributi molto equilibrati e propositivi. Penso
>> che distribuire soldi a pioggia nei club maggiori dia dei risultati,
>> ma data la situazione che sussiste in Italia, e la quantità di
>> imbucati che ovunque non scarseggiano, questo possa essere un rischio
>> perché non allarga abbastanza la pratica. Il rugby in Italia deve
>> essere ancora molto, molto allargato. Prima ancora di trovare una
>> dottrina unitaria, che forse non verrà mai trovata (vedremo la
>> prossima elezione). E’ vero quello che sostiene Salvatore Messina e
>> cioè il rugby non è come gli altri sport, ma io rimango convinto che
>> se allarghi molto il movimento con buoni tecnici e soprattutto con
>> preparatori inflessibili che controllano e girano costantemente il
>> territorio e fiutino (ci vuole orecchio!) le situazioni (per arrivare
>> a tesserati/praticanti di sport in cui siamo competitivi come
>> basket/pallavolo cioè almeno 250mila: il basket anche per affinità
>> elettive potrebbe essere un punto di riferimento manageriale), alla
>> fine raccogli a livello nazionale perché uno su mille ce la fa
>> sempre. Non sto scopiazzando una canzone pur bella, ma quando dico
>> uno su mille non mi riferisco solo ad una persona che ce la fa
>> rispetto a 999 che mollano: guardo anche all’uno su mille che è
>> all’interno di ogni persona. Un atleta che vuole diventare importante
>> deve dare spago a quella sola voce su quasi mille dentro di lui che
>> consigliano di finirla (lascia perdere … questo sport è troppo duro …
>> non fa per te … troppi colpi da dare e ricevere … oggi si va avanti
>> solo con i soldi … ti giochi la partner e tutti gli affetti … sei
>> mingherlino e devi completamente scoppiare prima di andare avanti!).
>> Del resto i numeri del professionismo sono questi: nell’universale e
>> per certi versi demenziale calcetto della palla rotonda (dove la
>> gente attempata si rompe il ginocchio a 50 anni) è praticamente
>> dimostrato che un ragazzo grossomodo su mille va avanti veramente
>> cioè diventa un giocatore almeno di serie B.
>> Le accademie secondo me vanno sempre integrate dal numero complessivo
>> dei fedeli, perché se se questi scarseggiano, rimane poca fede in
>> giro e da un momento all’altro non c’è più nessuno che si impegni sul
>> serio. E’ vero che secondo alcuni monsignori le chiese sono
>> semivuote, ma la fede di chi rimane in assemblea è diventata più
>> autentica: sì, questi monsignori hanno proprio ragione, quando le
>> chiese saranno completamente vuote, la fede avrà raggiunto il massimo
>> dell’autenticità!
>> Ciao
>> Giovanni Ciraolo
>> (Ha ragione Luciano Ravagnani: l’Argentina viola ogni regola; sono
>> italiani che si credono inglesi; e che come gli inglesi guardano ad
>> isole lontane; noi, invece, su isole lontane ci viviamo e ci
>> accogliamo altre persone, e può darsi che su una di queste isole
>> spunti prima o poi anche qualche club multinazionale … !)
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