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[RUGBYLIST] I: R: R: R: R: R: mi dispiace ma a me l'Italia non convince e non piace

Salvatore Messina totorugby a yahoo.it
Lun 19 Ott 2015 15:32:47 CEST


Come fa ben notare Luciano, lasciamo agli altri i loro problemi che ben poco hanno a che vedere con i nostri.
Per quanto ci riguarda potremmo anche essere un'oasi felice del rugby non mancando ne in possibilità economiche (gli italiani i soldi ce li hanno e tanti solo che le tasse li tengono nascosti) ne in bacino d'utenza (considerando la popolazione non i praticanti), basterebbe solo che cominciassimo ad imparare a giocare (come si faceva una volta).Quando da noi si comincerà nei club di rugby a fare sport (non solo in quelli grandi e storici ma in tutti) accademie e franchigie avranno ben altri risultati.Finché la base darà più importanza al terzo tempo che a passare o calciare la palla aumenteremo solo il numero di praticanti tifosi che quello di praticanti giocatori.... A questo punto magari non sarà più uno sport così divertente ed anche la nazionale non avrà pubblico perché impegnato a giocare o a seguire i figli/giocatori ma i risultati saranno in linea con quelli dei primi anni di 6 Nazioni.
 Salvatore Messina
    ----- Messaggio inoltrato -----
  Da: Giovanni Ciraolo <jxcira a tin.it>
 A: rugbylist a rugbylist.it 
 Inviato: Mercoledì 14 Ottobre 2015 11:34
 Oggetto: [RUGBYLIST] R: R: R: R: R: mi dispiace ma a me l'Italia non convince e non piace
   
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Da: rugbylist-bounces a rugbylist.it[mailto:rugbylist-bounces a rugbylist.it] Per conto di Luca Oliva
Inviato: mercoledì 14 ottobre 2015 09:38
A: rugbylist a rugbylist.it
Oggetto: Re: [RUGBYLIST] R: R: R: R: mi dispiace ma a me l'Italia nonconvince e non piace    Premessoche non ho mai citato il Presidente Federale e non l'ho mai ritenutodirettamente responsabile dell'attuale organizzazione federale, poichè lastessa viene certamente da lontano, preciso che l'organizzazione che auspico èun'organizzazione in cui al sistema federale delle Accademie nelle zonedisagiate e meno rugbystiche, possa affiancarsi un sistema di Accademiedirettamente legate ai club di più forte tradizione. 
Relativamente ai contributi federali, se 8 mln di € vengono dati a duefranchigie, perchè non pensare che gli stessi 8 mln € possano esseredistribuiti "a pioggia" su tutto il sistema rugby italiano ?
Si tratta di scelte strategiche, ovviamente, si può essere d'accordo o meno, manessun astio personale verso persone che nemmeno conosco, semplicemente unadiversa proposta organizzativa, che mi risulta peraltro condivisa da una partedel movimento rugbystico italiano.
Che poi sia una parte maggioritaria o meno, questo non lo so, tutto sta avedere l'esito delle prossime elezioni.

Ciao.
Luca Oliva  Il 13/10/2015 22:31, Giovanni Ciraolo ha scritto: 
I club argentini sono certamente un esempio di propaganda emoltiplicazione del rugby, ma sono mai esistite cose del genere in Italia?Possono esistere forme di autogestione nei club italiani? Non svicoliamo. Dauna parte diciamo (mi associo) che i club dovrebbero prendere in mano ilproprio futuro, e dall’altra si accusa la federazione perché non li aiuta a nonfarlo (cioè non li aiuta a restare dipendenti come oggi)! Mi sono chiesto perché in Italia c’è tutto questo astio verso ipoteri federali. In pratica c’è anche in diversi ambienti una irritazioneirrefrenabile verso il Presidente Gavazzi. Quando io non so quasi niente di unapersona, come è il caso di Gavazzi, di solito guardo il curriculum. Capisco chepossa essere considerato retrogrado in un’epoca di social media, ma questo èvero fino a un certo punto, perché i curriculum su alcuni media vengonopubblicati eccome! Ora il curriculum di Gavazzi è di tutto rispetto, perchépartendo da una origine assai umile ha messo in piedi un’azienda rilevante dialta tecnologia completamente dal nulla; vorrei vedere quanti abbiano fattoaltrettanto e vorrei vedere se il loro papino non abbia pagato loro le tasseuniversitarie o comunque non li abbia aiutati e bene aiutati quando eranogiovanotti. Il rugby di Gavazzi sarà pure contadino e taglierà le frittate,come dicono certi notabili che guardano le cose in sedia a sdraio, mascusatemi: forse il rugby di Jean Prat usciva dalle lezioni di Sartre allaSorbona? Non mi risulta, il padre di Jean Prat vendeva il suo campo percostruire un abbozzo di stadio a Lourdes! Ma poi ogni rugby nazionale ha il suomodello. Certi puristi crepuscolari (soprattutto a Venezia) di fronte ad unproblema difficile dicono “se nun se po nun se po” (mi scuso per gli accenti),ebbene che io sappia a Brescia (terra di Gavazzi) i problemi di solito sirisolvono, e finché non si risolvono si lavora continuamente per affrontarli. Che la nazionale di rugby non piaccia e non convinca è una cosanormalissima: devo dire che per quanto mi riguarda il gioco che io cerco ed amol’ho trovato in brevi sprazzi più contro la Francia che non nelle partiteandate meglio come punteggio (e lo ribadisco: l’arbitro di Francia-ItaliaJoubert aveva un debito inconscio che tutti sappiamo verso la Francia con lafinale WRC 2011); quello che invece non approvo è il solito fatto italiano diaspettare che il frutto cada sempre maturo dall’alto. Contano nel rugbyprevalentemente i soldi e quindi orrida federazione ‘sciur patrun da li bodibodi bianchi fora li palanchi fora li palanchi’? Qui gli argomenti di LucianoRavagnani secondo me andrebbero integrati. Il top del rugby più che dal diodenaro deriva (mi pare, almeno in storia me la cavavo) dall’impero britannico edalle sue ex-colonie divenute (fino a un certo punto) indipendenti. L’Argentinanon è una ex-colonia ed è arrivata dopo. Ma in Argentina c’era Bergoglio ec’era la solidarietà e ancora oggi c’è il crowdfunding e con questo sistemaormai si raccolgono risorse enormi e forse superiori a quelle bancarie. InItalia quando si tratta di mettere mano al portafoglio i mugugni dalla foce delPo si avvertono fino a Marsala (e Garibaldi continuamente piange a Caprera).   Giovanni Ciraolo           Da: rugbylist-bounces a rugbylist.it[mailto:rugbylist-bounces a rugbylist.it]Per conto di Luca Oliva
Inviato: martedì 13 ottobre 2015 10:19
A: rugbylist a rugbylist.it
Oggetto: Re: [RUGBYLIST] R: R: R: mi dispiace ma a me l'Italia nonconvince e non piace   Sìcerto Paolo, sono d'accordo con te.
Quando dico: "chiariamo quello che è il nostro livello effettivo,evitiamo illusioni ed abbagli, buoni esclusivamente per marketing ed interessipersonali" , intendo proprio questo.
Il movimento va rifondato dalle radici, dal rugby di base, dal settorepropaganda e dai campionati giovanili, ridando centralità ai club e limitandol'ingerenza della struttura federale.
Oggi non possiamo non notare come l'organizzazione messa in piedi dallaFederazione si sovrapponga e talvolta si sostituisca ai club. 
Questo può anche andare bene in situazioni in cui la povertà di risorse rende iclub impotenti a svolgere attività di reclutamento e sviluppo, ma là dove iclub sono "virtuosi", vanno lasciati fare, perchè nulla come un clubvincente può essere di promozione e sviluppo sul proprio territorio. 
AI club vanno ridate risorse da impiegare nella formazione dei tecnici,nell'attività di promozione e reclutamento sul territorio (scuole, oratori,iniziative promozionali) per ricreare quella rete di club che è stato ilsegreto del successo del rugby italiano negli anni 70-80. 
Ma scusate, si parla tanto di Argentina, ma qual è il "segreto"dell'Argentina ? I capitali ? Le risorse ? No sono i club ... I club argentinisono potentissimi, ricchi di iscritti, di iniziative ... Sono spessopolisportive in cui, a fianco del rugby, si praticano altri sport ...
Sono i club, spesso di tradizione centenaria, l'anima, la spina dorsale delrugby argentino ... I club garantiscono quella base di praticanti e quellaformazione tecnica di base su cui poi la UAR attiva i propri meccanismi diselezione.
In Italia invece i club, anche quelli di maggiore tradizione, languono tramancanza di risorse e assenza di sponsor, trovandosi talvolta la concorrenza incasa da parte della Federazione stessa.
Non entro nel merito di come potrebbero essere liberate risorse per i club,perchè credo che sia sotto gli occhi di tutti.
Non sono stato inizialmente oppositore dell'avventura celtica, anzi la potevoanche vedere con simpatia e con favore. Visto come si è evoluto un progetto chedoveva inzialmente essere basato sull'iniziativa privata e che ora assorbe 8mln € del bilancio federale, sono tornato ad essere un fiero sostenitore delcampionato domestico.
In fondo il modello NBA del basket potrebbe essere un modello vincente anchenel rugby. Nel rugby di NBA ne abbiamo almeno tre, e sono per giunta in Europa:la Premiership, il Top 14 e la stessa PRO12.
Prepariamo bene i nostri giovani, portiamoli in un campionato nazionale dilivello e quando vediamo che il loro percorso di crescita raggiunge il limite,li mandiamo in Europa a completare la formazione nelle "Università"del Rugby (scritto con la maiuscola). 
Poi li raccogliamo per il 6 Nazioni e vedrete che i risultati sarannosicuramente più soddisfacenti per noi "tifosi".
Sono disfattista ? No, realista. 

Ciao.
Luca Oliva Il 13/10/2015 04:50, Familiari Paolo ha scritto: 
Luca, il problema è proprio questo, ci dovremmo accontentaredi essere i primi della seconda fascia?  Quali sono i progressi fatti in questi ultimi 10 anni? Qualisono i risultati ottenuti a parte la nazionale che ribadisco è al di sottodelle aspettative precedenti e per precedenti mi riferisco a 10 anni fa?   Vediamo cosa hanno fatto i nostri cugini argentini in questiultimi 10 anni e con molti meno soldi .....   Non è paragonabile, credo anche tu sia d'accordo.   Io ho vissuto il rugby in serie A ad inizio degli anni 90 epertanto ho vissuto il periodo in cui i miglioramenti del movimento erano sottogli occhi di tutti, il momento in cui stavamo affacciandoci al grande rugbyfino all'ingresso nel VI nazioni!   Ora vedo ogni tanto partite del campionato di eccellenza emi sembra la serie A2 del passato, così non possiamo avere futuro e leaccademie si stanno rilevando un piccolo fallimento considerando poi quello cherecentemente ho letto su Scanna!!!!   Rimarremo sempre così fino a quando continueremo a vedere ilbicchiere mezzo pieno, sembra quasi che se qualcuno critica il movimento o lanazionale sia un TRADITORE ed alcuni della list intervengono dicendo comunqueFORZA ITALIA, continuiamo a sostenerla etc...   Mi ricorda un po' l'ipocrisia che spesso abbiamo sugliafricani, sui neri etc....   Mi viene spesso da ridere quando nel calcio parlano dirazzismo se offendono Balotelli!!! È razzista chi pensa questo perché è concentrato solo nelproteggere un qualcuno che alla fine ritiene inferiore, in caso contrariodirebbe semplicemente: è un coglione che la gente non sopporta a prescindere!!!   Bene, se noi difendiamo la nazionale solo per proteggere lens speranze di vederla al tavolo dei grandi sbagliamo perché alla fine solo lecritiche costruttive permettono un miglioramento del movimento!!   Scusate per l'email leggermente lunga Un abbraccio a tutti voi Paolo   Paolo FAMILIARI
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Il giorno 12 ott 2015, alle ore 22:37, Luca Oliva <lucaoliver63 a gmail.com> ha scritto: 
Vorrei riportarela discussione sui dati. 
Purtroppo ho visto la partita dell'Italia di domenica solamente all'inizio (iprimi 10 minuti del primo tempo, comunque buoni) e dal 10' del secondo tempoalla fine (i peggiori).
Ho visto pertanto integralmente il recupero della Romania, con le tre meterealizzate.
Resto però al punteggio finale: 32-22, e ad una sensazione: risultato mai indiscussione, per rimarcare questo: l'Italia ha confermato la distanza con lenazionali che la seguono nel ranking, ma non ha ancora il passo delle nazionalidel tier 1. Occupa con sicurezza la zona di mezzo tra tier 1 e tier 2 e mipiacerebbe vedere come potrebbe finire una sfida con Giappone, Tonga, Georgia eSamoa, che sono le nazionali con le quali a mio parere l'Italia oggi deveconfrontarsi. 
Riporto le parole dell'articolo di Ivan Malfatto sul Gazzettino di stamani:"Il ricambio c'è. Perlomeno per battere Romania, Canada e rivali disecondo livello. L'incognita è vedere se la nuova generazione riuscirà avincere, almeno sporadicamente come la precedente, anche con le rivali delprimo livello". 
Quanto ripeto da tempo, chiariamo quello che è il nostro livelloeffettivo, evitiamo illusioni ed abbagli, buoni esclusivamente per marketing edinteressi personali.

Concludo però tornando alla domanda lanciata qualche giorno fa in list daLuciano (Ravagnani), che mi perdonerà la citazione indebita: "Nel caso,apparentemente remoto, che dovesse invece andare male con la Romania e ci sidovesse perciò qualificare in altro modo, c'è qualche amico della List che"vede" qualcosa di positivo in questa prospettiva?"
Visto il tono di alcuni commenti raccolti subito dopo il match, la vera domandaavrebbe potuto essere: "Nel caso, apparentemente remoto, che dovesseandare bene con la Romania ... c'è qualche amico della List che"vede" qualcosa di positivo in questa prospettiva?"
Vi lascio naturalmente con un sorriso ... :-) 

Ciao a tutti.
Luca  Il 12/10/2015 15:17, Giovanni Ciraolo ha scritto: 
Svegliarsi, sempre, certamente. Ma non sono le scosse chedeterminano i cambiamenti! Nel campo sportivo chi vuole innovare deve proporredelle specifiche e dei modelli tecnici sempre più chiari ed accettabili datutti, e se una minoranza innovativa vuol diventare maggioranza, la prima cosache deve fare è di non apparire presuntuosa e di non chiamare allo scontro. Ilrugby Under in Italia vale poco? Nella U20 siamo più o meno a livello Samoa:qualcuno potrà dire che è un livello bassissimo perché la nostra posizione inclassifica nell’ultimo anno non è né migliorata né peggiorata, ma allora conquesti criteri assurdi perché non affermare (come peraltro molti fanno) che glipsichiatri sono tutti pazzi semplicemente perché curano i pazzi!  Siamo parenti poveri del rugby e del resto anche un certo rugbyepico è alle nostre spalle? Ho letto il bellissimo testo di Rino Francescato …ma io sarei più prudente perché nel 2008 il sistema super liberista dellegrandi imprese e banche mondiali sembrava (come il super rugby aggressivo etrionfante) definitivo, modernissimo, progressivo ed imbattibile ed è statoinvece salvato solo per un pelo e solo dal … capitalismo di stato, cioèesattamente dal suo opposto di sinistra! Diffido sempre di chi vuol cambiare il mondo con una mano o conun dito (faccio una eccezione per quello di Michelangelo): prima di cambiaregli altri, si è in grado di cambiare sé stessi? Prima di dire che nel mondo c’èuna imbattibile modernità di manager pronti a rendere i rugbisti (non italiani)una macchina di soldi, guardo sempre alla condizione umana: i manager delfuturo senza curriculum li metterei solo a raschiare i barili di fagioli. Eforse nemmeno quello.       Non servono le scosse. In un terremoto finché dominano le scossenon ci sono veri programmi, c’è angoscia. Non vedo perché iniettare angoscianel nostro rugby, 4 anni fa per certi versi (aldilà delle nostre illusionitecniche di allora) eravamo messi anche peggio di ora e siamo stati sbattutifuori dagli irlandesi in ben altro modo. Siamo in un periodo di difficiletransizione e ci sono ancora degli ingenui che gridano che in 20 anni sipossono raggiungere le culture anglosassoni del rugby. Ragazzi mi sietesimpatici, ma prenderete legnate tutta la vita! Sicuramente serve un profondomiglioramento nel modo con cui vengono gestiti e sviluppati i giocatori(partendo da professionisti veri e non da gente infarinata) ed è indispensabileuna minore approssimazione nell’insegnare i fondamentali nelle varie scuole.Secondo me alcuni vogliono migliorare il rugby isolatamente dagli altri sport,e penso sia un errore nella fase attuale (il Giappone non è assolutamentecresciuto in questo modo). Ma anche in Francia c’è una crisi, la si leggevaieri chiarissima negli occhi dei suoi giocatori, soprattutto Bastareaud.Segnalo con l’occasione che nel territorio esagonale d’oltralpe ci sono piùbuchi regionali di rugby che non in Italia. Il calcio attira, il rugby deveconvincere. Questo dappertutto. Sono sempre delle minoranze ad accendere (etenere accesa) la miccia ovale. Talvolta poi la minoranza sembra diventareforte nell’opinione pubblica. Per periodi molto limitati. Perché nessuno ti puòimporre una passione. Si cresce solo con chi ha voglia di crescere! g. ciraolo            Da: rugbylist-bounces a rugbylist.it[mailto:rugbylist-bounces a rugbylist.it]Per conto di Gian Domenico Mazzocato
Inviato: lunedì 12 ottobre 2015 10:46
A: rugbylist a rugbylist.it
Oggetto: [RUGBYLIST] R: R: mi dispiace ma a me l'Italia non convince enon piace   Con franchezza. SVEGLIA!!!!!SVEGLIA!!!!!!!!!!!!
Come si fa a disquisire su motivazioni tecniche quando il problema (e ildramma) è un altro? Abissalmente più di fondo,più di radice.
Quello di restituire identità ad una nazionale la cui crisi (di identità,appunto, ormai perdurante) è specchio e conseguenza della crisi del sistema rugbyItalia e dell’intero movimento. Tradotto significaleadership, crescita tecnica, allargamento reale della base, riscoperta delterritorio (dove sono finite Sicilia e Sardegna?), restituzione di autonomiaagli arbitri nella stagione in cui producono gioielli come Mitrea e Blessano. Tradotto significa:abbiamo dirigenti all’altezza? Vogliamo entrare in una visione manageriale delnostro sport? Poi, che Parisse sia alcapolinea o no, conta un piffero. È il vuoto che ha dietroche spaventa. Gian domenico mazzocato   vieni a trovarmi nel miosito
http://www.giandomenicomazzocato.it/
i miei libri, le conferenze, 
i miei diari di viaggio,
gli appuntamenti e tanto altro   scrivimi   
giandoscriba a giandomenicomazzocato.it
------------------------------------------   Da: rugbylist-bounces a rugbylist.it[mailto:rugbylist-bounces a rugbylist.it]Per conto di tizianotaccola1 a alice.it
Inviato: lunedì 12 ottobre 2015 09:48
A: rugbylist a rugbylist.it
Oggetto: [RUGBYLIST] R: mi dispiace ma a me l'Italia non convince e nonpiace   Abbiamo chiuso la nostra partecipazione al mondiale conquella classifica che ci aspettavamo. Devo dire che questo non vale per tutte le squadre che hannopartecipato fino ad oggi al mondiale. Prima di tutte l'Inghilterra, a seguire il Sudafrica e inmisura minore anche la Francia. L'Irlanda, che era stata designata come nostra antagonistaal traguardo della qualificazione, ha sfoderato una magnifica prestazione contro i galletti, battuti nelsecondo tempo da una immensa marea verde. Una Francia, caparbia, forte in tutti i reparti, che halottato fino all'ultimo contro una squadra che del possesso e del volume di gioco ha fatto la sua armavincente. I galletti hanno forse sprecato un paio di calci di punizione, forse tre (non scordiamo il palo), hannorubato qualche touche, ma poi nel gioco aperto sono stati battuti  dagli irlandesi, specie nelle ruks, come ammesso dallostesso Saint-André.  Vittoria strameritataper O'Connel e compagni, che hanno sostituito dei campioni come Sexton  e lo stesso capitano con altrettanti campioni che non hannocerto fatto rimpiangere i titolari. La partita Irlanda-Argentina sarà di quelle da non perdereassolutamente: va guardata! Tornando agli azzurri va detto che il primo tempo è statogiocato con impegno, concentrazione, acume tattico e peccato per qualche sbavatura che ci haimpedito un paio di segnature pesanti. Bene la nostra mischia che ci ha regalato i soliti calci dipunizione e occorre tener conto che il  pacchetto rumeno è stato dato con circa 50 kg di scarto,superiore al nostro. Un po' confusionario Benvenuti nel  secondo tempo, dove si è fatto portare via l'ovale qualchevolta di troppo. I rumeni, come contro gli USA, hanno reagito veementemente nell'ultima mezz'ora, compliceanche la girandola delle sostituzioni, a mio avviso alcune affrettate ed altre non azzeccate, oltre ad un rilassamentogenerale. Avrei fatto restare ancora qualche minuto Manici e McLean. Intanto il tallonatore avrebbe avuto il tempo per alcuni lanci e peramalgamare meglio i due piloni appena entrati, e  Palazzani messo subito alla mischia avrebbe fatto unafiguraccia in meno. Quando Brunel se ne è accorto (della difficoltà di Palazzani ad estremo) ha mandato inquel ruolo un'apertura (quasi esordiente) che non avevamo mai visto nella veste di "arrière".Incomprensibile! Il francese già era stato criticato per aver lasciato Mauro intribuna e credo che abbia toccato il fondo con queste cervellotichesostituzioni. Peccato perchè Jacques lascia l'Italia nel peggiore dei modi. In questi ultimi venti minuti del mondiale si è rimangiatotutto quello che ha predicato per 4 anni. Tant'è! Adesso occorrevoltare pagina e ricominciare a pensare al prossimo 6 Nazioni che , a scanso diequivoci, gli azzurri hanno dimostrato di meritare. Vedremo chi verràchiamato per portare avanti l'Italrugby. Fino ai prossimi test ( quando ci saranno?) seguirò le formazioni dellaGuinness.  Un caro saluto da 14Cavallopazzo   
  ----Messaggio originale----
Da: Paolo.Familiari a eni.com
Data: 12-ott-2015 3.57
A: "rugbylist a rugbylist.it"<rugbylist a rugbylist.it>
Ogg: [RUGBYLIST] mi dispiace ma a me l'Italia non convince e non piace Midispiace andare forse controcorrente ma ieri ci siamo trovati di fronte unasquadra alquanto mediocre che ci ha lasciato spazio alle facili illusioni. Mi dispiaceancora di più constatare che del professionismo abbiamo acquisito i valori piùbeceri e vergognosi. Comeha scritto Massimo (Giovannelli, il vero capitano visto degli ultimi 30 anni)non convocare per scelta tecnica Bergamasco alla sua ultima partita inNazionale è stato ridicolo, ci stiamo appiattendo come il calcio dove conta dipiù la forma che la sostanza!!!!!!   GrandeGiovannelli, un amico fuori e dentro il campo.   Paolo           From: rugbylist-bounces a rugbylist.it[mailto:rugbylist-bounces a rugbylist.it]On Behalf Of Giovanni Ciraolo
Sent: Monday, October 12, 2015 4:45 AM
To: rugbylist a rugbylist.it
Subject: [RUGBYLIST] la guerra del tifo è finita   Ladomanda che mi pongo è: come ha fatto questa Italia, tutto sommato produttivanel suo gioco anche oggi contro la Romania, battuta con il minimo sforzo, aperdere 32-10 da questa Francia rivista oggi? E’ evidente che quel primo nostromatch è stato completamente dominato dall’arbitro, ma del resto Joubert avevaun enorme debito precedente di errori verso i francesi ….  Ladietrologie previsionali a mio parere si possono archiviare. Abbiamo una squadradiscreta, abbastanza regolare, fisicamente da registrare ma mi sembra grottescosostenere che il rugby azzurro sia al terminal finale. Questa squadra ha ormaiun leader indiscutibile che non è assolutamente Parisse, e nemmeno Allan, maGori. Questo ragazzo ha l’età giusta, ha l’intelligenza, ha la volontà, delresto è questo il nostro destino: il leader della nostra nazionale è semprestato il mediano di mischia. Qui abbiamo una scuola di vecchia data e forse laprevalenza del ruolo dipende anche dalle nostre caratteristiche fisiche emorfologiche, e dalla nostra tendenza all’astuzia come uno dei motivi dominantidel nostro gioco. Sonorimasto senza parole nel seguire Francia-Irlanda. Un’Irlanda quasiesclusivamente fisica, errori di passaggio elementari da entrambe le parti,galletti totalmente sterili e depotenziati: francamente poteva andarci moltomeglio in questa coppa del mondo. Le distanze si riducono, del resto è unfenomeno generale. Dire che oggi siamo giunti al terminal dei giocatori pensionabili,scusatemi ragazzi, ma significa vivere in una dimensione intellettualistica esterile come la Francia vista oggi. Va bene che la provincia italianaculturalmente ricca consente anche di rimanere nel mondo di Platone, macaliamoci un po’ nella realtà concreta dei nostri giovani. Penso che nonsopportano le nostre litanie e i nostri dogmi.  g.ciraolo            
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