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[RUGBYLIST] I: R: I: R: Doloroso consuntivo.
tizianotaccola1 a alice.it
tizianotaccola1 a alice.it
Mer 25 Mar 2015 15:26:47 CET
TERRENO MINATO: PERICOLO DI MORTE
Calma, leggere attentamente. Intanto sono già diversi giocatori nazionali di vari Paesi che cominciano a parlare.Dicono che si sono dopati su "consiglio" dei medici di federazione.Non so se sia già uscito o uscirà a giorni il libro-verità di un giocatore franceseche confessa di essersi dopato e dichiara che questa è prassi comune, e non è il primo che fa queste affermazioni. Dice che altrimenti certi ritmi di corsa per 80', insiemea mischie, touches, maul, ruck e placcaggi non si potrebbero reggere.Sappiamo che nei paesi anglosassoni il moralismo sul doping è molto diverso dal nostro.Tutto questo mi fa pensare che all'estero ci sia un uso di doping assai diffuso.Detto questo non affermo che i nostri non si dopano. Comunque reggono solo un tempo.Quanto ai controlli penso ai ciclisti che vengono controllati dalla federazione, solo che quando negli alberghidel Giro d'Italia capita la Guardia di Finanza, dalle finestre volano quintali di siringhe e di flaconi.Allora che controlli sono?Un caro saluto da 14Cavallopazzo
----Messaggio originale----
Da: ilfalco7 a libero.it
Data: 25-mar-2015 12.15
A: <rugbylist a rugbylist.it>
Ogg: [RUGBYLIST] R: I: R: Doloroso consuntivo.
Trovo un po triste risolvere dicendo gli altri si dopano noi no.I giocatori in europa sono controllati e x me il vero dooping è piu in basso dove i controlli non ci sono.
Premesso che sono altrettanto deluso da questa italia un cambiamento c è stato.Abbiamo cominciato a segnare molto di più in termini di mete. Guardate gli ultimi 5 anni.Ma la scarsa capacità nel restare nel match certo è preoccupante.
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-------- Messaggio originale --------Da: tizianotaccola1 a alice.it Data:25/03/2015 08:17 (GMT+01:00) A: rugbylist a rugbylist.it Oggetto: [RUGBYLIST] I: R: Doloroso consuntivo.
Concordo. E' anche vero che il gioco espresso dalla nazionale italiana non evolve più da 4-5 anni. Solo il primo anno di Brunel ci ha insegnato qualcosa, che in seguito si è esaurito. Siamo rimasti al palo.Mentre le altre nazionali hanno progredito verso un rugby "totale" dove gli avanti diventano all'occorrenza trequarti, noisiamo rimasti al "carrettino". Non sono molto sicuro che i nostri tecnici abbiano bisogno di essere istruiti dai tecnici stranieri. Penso invece che nelle stanze di comando ci sia qualcosa che impedisca ad allenatori preparati, tecnici bravi, preparatori fisici quotatidi esprimersi. Penso anche che le altre squadre si dopino allegramente. La nostra non so, ma poichè regge solo un tempo,questo mi fa propendere verso il no.Ecco, se si premette questa ipotesi, tutto si spiegherebbe, tutto sarebbe più decifrabile: questo però è un terreno ipoteticoe minato al massimo. Chi tocca muore.Un caro saluto14cavallopazzo
----Messaggio originale----
Da: jxcira a tin.it
Data: 24-mar-2015 22.21
A: <rugbylist a rugbylist.it>
Ogg: [RUGBYLIST] R: Doloroso consuntivo.
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La sconfitta contro il Galles è indubbiamente stata bruciante e si
torna a parlare di una Italia marginale nel panorama internazionale. L’articolo
di Repubblica fa un po’ da eco a ciò che si potrebbe chiamare l’abbassamento
tendenziale del “rating” dell’Italia.
A mio parere, come sempre accade a noi italiani in situazioni di
notevole sconfitta, si sta anche esagerando.
Non voglio entrare troppo nel merito delle classifiche dell’IRB,
ma francamente, ad esempio, la posizione della Georgia è decisamente
sopravvalutata visto che questa squadra, in crescita indubbia dalla fine degli
anni novanta, grazie principalmente ad un allenatore francese, non ha mai
battuto una grande del rugby mondiale (e mi pare solo una volta ha prevalso molto
strettamente su Samoa). Per quanto riguarda il 6 Nazioni, a prescindere dalle
classifiche e dai cucchiai, vorrei osservare come nel confronto con la Scozia
dal 2000 in poi noi (compreso il 2015) abbiamo segnato 97 mete contro 91: nella
classifica dei punti la Scozia è davanti non di molto perché, evidentemente, ha
dei migliori calciatori (Ragazzi, ma vi rendete conto dell’uscita di Dominguez
e Troncon?) . Prima di dire che “non siamo più nulla”, come si legge nel web, rifletterei.
L’articolo di Repubblica, più che guardare al futuro, attacca frontalmente il
centralismo federale e formula un'unica proposta: quella di importare allenatori
stranieri e di assegnarli ai nostri migliori talenti: appoggio senz’altro questa
proposta, ma che respiro può avere a lungo termine? Il rugby è cultura, e la
cultura parte dal basso, e non bastano gli assi del volante per vincere!
Tempo fa, attirato dal fenomeno Sassari, ho guardato sul web gli
impianti sportivi della città. Ce ne sono molti ed anche molto belli oltre al
basket fenomenale, ma l’unico per il rugby mi pare che sia un campetto spelacchiato
fuori città. Io penso che praticare il rugby in condizioni così disagiate è un
miracolo che fa enorme onore ai praticanti. Ma perché mettere sempre sotto
inchiesta la federazione? Cosa dire allora dei sindaci locali che puntano talvolta
alla gran cassa? Cosa dire del CONI? Cosa dire di tante autorità latitanti non
solo verso il rugby ma verso ogni spinta civile dei cittadini e verso le TV
locali etc … ?
Che il problema tecnico dell’Italia sia così catastrofico come un certo lamento
sta sostenendo, questo è discutibile. Sconfitte del tipo 61-20 capitano, l’ultima
in Galles-Scozia nel 2014. La vera variabile in gioco è la caduta verticale della
tensione, innanzitutto fisica e nel gioco di piede, che sembra prendere la
nostra squadra quando l’avversario segna mete vicinissime. Io sono convinto che
questa riduzione di impegno/resistenza dei giocatori sia innanzitutto fisica: a
parte sospetti di doping, i nostri nazionali non si allenano abbastanza e non
passano sufficiente tempo nell’ambiente azzurro. Qui c’è un abisso rispetto all’Inghilterra
dove il CT può fare letteralmente quello che vuole della sua rosa allargata. E la
differenza si vede: francesi debordati.
Abbiamo iniziato il 6 Nazioni 2015 contro l’Irlanda. Cioè contro
il vincitore dell’edizione di quest’anno. Francamente mi trovavo credo nella curva
giusta di quel match e non mi sembra di aver visto un crollo dello schieramento.
Più che per gli errori sicuramente commessi dall’apertura, manchiamo quasi
totalmente di pressione in fasi critiche dei match. A quel punto andiamo sotto
anche nelle touches, punto fondamentale per il morale di una squadra di rugby.
A mio parere, la nazionale deve prevalere su ogni altra esigenza
di campionato o di banali test match dove tutto ruota e fa girare la testa.
g. ciraolo
Da:
rugbylist-bounces a rugbylist.it [mailto:rugbylist-bounces a rugbylist.it] Per
conto di pierofilotico a gmail.com
Inviato: martedì 24 marzo 2015 16:44
A: rugbylist a rugbylist.it
Oggetto: [RUGBYLIST] Doloroso consuntivo.
Ieri
su Repubblica c'era questo lungo articolo. Un bilancio fallimentare, direi.
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2015/03/23/mezzo-miliardo-per-63-ko-il-bilancio-da-piangere-del-rugby-made-in-italy44.html?ref=search
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