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[RUGBYLIST] R: I: R: Doloroso consuntivo.
ilfalco7
ilfalco7 a libero.it
Mer 25 Mar 2015 12:15:50 CET
Trovo un po triste risolvere dicendo gli altri si dopano noi no.
I giocatori in europa sono controllati e x me il vero dooping è piu in basso dove i controlli non ci sono.
Premesso che sono altrettanto deluso da questa italia un cambiamento c è stato.
Abbiamo cominciato a segnare molto di più in termini di mete.
Guardate gli ultimi 5 anni.
Ma la scarsa capacità nel restare nel match certo è preoccupante.
Inviato da Samsung Mobile.
<div>-------- Messaggio originale --------</div><div>Da: tizianotaccola1 a alice.it </div><div>Data:25/03/2015 08:17 (GMT+01:00) </div><div>A: rugbylist a rugbylist.it </div><div>Oggetto: [RUGBYLIST] I: R: Doloroso consuntivo. </div><div>
</div>
Concordo. E' anche vero che il gioco espresso dalla nazionale italiana non evolve più da 4-5 anni.
Solo il primo anno di Brunel ci ha insegnato qualcosa, che in seguito si è esaurito. Siamo rimasti al palo.
Mentre le altre nazionali hanno progredito verso un rugby "totale" dove gli avanti diventano all'occorrenza trequarti, noi
siamo rimasti al "carrettino". Non sono molto sicuro che i nostri tecnici abbiano bisogno di essere istruiti dai tecnici stranieri.
Penso invece che nelle stanze di comando ci sia qualcosa che impedisca ad allenatori preparati, tecnici bravi, preparatori fisici quotati
di esprimersi. Penso anche che le altre squadre si dopino allegramente. La nostra non so, ma poichè regge solo un tempo,
questo mi fa propendere verso il no.
Ecco, se si premette questa ipotesi, tutto si spiegherebbe, tutto sarebbe più decifrabile: questo però è un terreno ipotetico
e minato al massimo. Chi tocca muore.
Un caro saluto
14cavallopazzo
----Messaggio originale----
Da: jxcira a tin.it
Data: 24-mar-2015 22.21
A: <rugbylist a rugbylist.it>
Ogg: [RUGBYLIST] R: Doloroso consuntivo.
La sconfitta contro il Galles è indubbiamente stata bruciante e si torna a parlare di una Italia marginale nel panorama internazionale. L’articolo di Repubblica fa un po’ da eco a ciò che si potrebbe chiamare l’abbassamento tendenziale del “rating” dell’Italia.
A mio parere, come sempre accade a noi italiani in situazioni di notevole sconfitta, si sta anche esagerando.
Non voglio entrare troppo nel merito delle classifiche dell’IRB, ma francamente, ad esempio, la posizione della Georgia è decisamente sopravvalutata visto che questa squadra, in crescita indubbia dalla fine degli anni novanta, grazie principalmente ad un allenatore francese, non ha mai battuto una grande del rugby mondiale (e mi pare solo una volta ha prevalso molto strettamente su Samoa). Per quanto riguarda il 6 Nazioni, a prescindere dalle classifiche e dai cucchiai, vorrei osservare come nel confronto con la Scozia dal 2000 in poi noi (compreso il 2015) abbiamo segnato 97 mete contro 91: nella classifica dei punti la Scozia è davanti non di molto perché, evidentemente, ha dei migliori calciatori (Ragazzi, ma vi rendete conto dell’uscita di Dominguez e Troncon?) . Prima di dire che “non siamo più nulla”, come si legge nel web, rifletterei. L’articolo di Repubblica, più che guardare al futuro, attacca frontalmente il centralismo federale e formula un'unica proposta: quella di importare allenatori stranieri e di assegnarli ai nostri migliori talenti: appoggio senz’altro questa proposta, ma che respiro può avere a lungo termine? Il rugby è cultura, e la cultura parte dal basso, e non bastano gli assi del volante per vincere!
Tempo fa, attirato dal fenomeno Sassari, ho guardato sul web gli impianti sportivi della città. Ce ne sono molti ed anche molto belli oltre al basket fenomenale, ma l’unico per il rugby mi pare che sia un campetto spelacchiato fuori città. Io penso che praticare il rugby in condizioni così disagiate è un miracolo che fa enorme onore ai praticanti. Ma perché mettere sempre sotto inchiesta la federazione? Cosa dire allora dei sindaci locali che puntano talvolta alla gran cassa? Cosa dire del CONI? Cosa dire di tante autorità latitanti non solo verso il rugby ma verso ogni spinta civile dei cittadini e verso le TV locali etc … ?
Che il problema tecnico dell’Italia sia così catastrofico come un certo lamento sta sostenendo, questo è discutibile. Sconfitte del tipo 61-20 capitano, l’ultima in Galles-Scozia nel 2014. La vera variabile in gioco è la caduta verticale della tensione, innanzitutto fisica e nel gioco di piede, che sembra prendere la nostra squadra quando l’avversario segna mete vicinissime. Io sono convinto che questa riduzione di impegno/resistenza dei giocatori sia innanzitutto fisica: a parte sospetti di doping, i nostri nazionali non si allenano abbastanza e non passano sufficiente tempo nell’ambiente azzurro. Qui c’è un abisso rispetto all’Inghilterra dove il CT può fare letteralmente quello che vuole della sua rosa allargata. E la differenza si vede: francesi debordati.
Abbiamo iniziato il 6 Nazioni 2015 contro l’Irlanda. Cioè contro il vincitore dell’edizione di quest’anno. Francamente mi trovavo credo nella curva giusta di quel match e non mi sembra di aver visto un crollo dello schieramento. Più che per gli errori sicuramente commessi dall’apertura, manchiamo quasi totalmente di pressione in fasi critiche dei match. A quel punto andiamo sotto anche nelle touches, punto fondamentale per il morale di una squadra di rugby.
A mio parere, la nazionale deve prevalere su ogni altra esigenza di campionato o di banali test match dove tutto ruota e fa girare la testa.
g. ciraolo
Da: rugbylist-bounces a rugbylist.it [mailto:rugbylist-bounces a rugbylist.it] Per conto di pierofilotico a gmail.com
Inviato: martedì 24 marzo 2015 16:44
A: rugbylist a rugbylist.it
Oggetto: [RUGBYLIST] Doloroso consuntivo.
Ieri su Repubblica c'era questo lungo articolo. Un bilancio fallimentare, direi.
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2015/03/23/mezzo-miliardo-per-63-ko-il-bilancio-da-piangere-del-rugby-made-in-italy44.html?ref=search
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