Questo sito è dedicato alla rugbylist, un ritrovo "virtuale" dove si incontrano centinaia di appassionati di rugby.
[RUGBYLIST] I: I: I: R: Re: R: SECONDO VOI
Salvatore Messina
salva.messina a yahoo.it
Mer 11 Feb 2015 11:05:05 CET
Abbiamo sbagliato solo una cosa. dare in mano il nostro rugby a guitti ed incapaci che hanno pensato solo a fare soldi con la forma e non la sostanza, denigrando la base e riempiendo lo stadio di tifosi che mai andrebbero a vedere una partita di campionato italiano.
Finché il rugby non sarà fatto conoscere LOCALMENTE, finché in serie C non ci saranno 200/300 persone a vedere le partite ed in Eccellenza 60.000 a vedere la finale scudetto, saremo solo "chiacchiere ed asterischi".....
Inutile fare decine di centri di formazione se poi sono sempre genitori e volontari a portare agli allenamenti i ragazzi ed i tecnici i soliti con il pomeriggio libero.
Finché la base non avrà la forza economica per sostenersi ed una elevata capacità di insegnamento dei tecnici, visto che in Italia a scuola lo sport non si pratica, saremo sempre allo stesso punto.
Le due franchigie ci costano 10.000.000,00 di euro. Se li dividiamo per 50 centri di formazione U16 fanno 200.000,00 euro all'anno: ogni anno si potrebbe COMPRARE 1 pulmino e pagare stipendi fissi a 3 tecnici di buon livello. Salvatore Messina
----- Messaggio inoltrato -----
Da: Luca Oliva <lucaoliver63 a gmail.com>
A: rugbylist a rugbylist.it
Inviato: Mercoledì 11 Febbraio 2015 10:39
Oggetto: Re: [RUGBYLIST] I: I: R: Re: R: SECONDO VOI
Tecnicamente, la Georgia, che è 15^ nel ranking a 0,43 punti da noi (!!!) potrebbe anche rivendicare qualcosa nella malaugurata ipotesi dovesse sorpassarci.
E' vero che ora abbiamo il 6Nazioni e puta caso una vittoria in trasferta in Scozia (9) o una vittoria casalinga contro Francia (7) o Galles (6), squadre molto meglio piazzate di noi, ci darebbe un gran boost per risalire.
Ma già a novembre Lynn Howells, ex-tecnico della Leonessa Brescia ed attuale allenatore della Romania (16), citando l'ultima partita giocata in Georgia davanti a 62.000 spettatori (!!!!), ha chiesto che venisse istituito un play-off tra l'ultima classificata del 6Nazioni e la prima classificata della European Nations Cup.
Proviamo a metterci un pò nei loro panni: in Georgia vanno 62.000 persone (!!!!!) - immagino prevalentemente georgiane - a vedere una partita contro la Romania, e sono a 0,43 punti dal ranking verso di noi ... Beh è vero che Tiblisi non vale Roma e che la Georgia ha una popolazione di 5.000.000 di abitanti, ma io qualche interrogativo me lo porrei ...
Anche solo a livello promozionale, un bel play-off Scozia-Georgia o Italia-Romania varrebbe il prezzo del biglietto, no ?
Una provocazione ? Senz'altro, ma l'umilità, concetto col quale terminavo il mio primo intervento su questo argomento, è la chiave di volta da cui ripartire ...
Abbiamo sbagliato "qualcosa" in questi anni ? Lo considero possibile ... Prendiamone coscienza, e ripartiamo con un salutare bagno di umiltà ... Non potremo che giovarcene ...
Ciao.
Luca
Il 11/02/2015 09:55, Salvatore Messina ha scritto:
Forte???? La pecora è un animale utilissimo che, fin dai primordi dell'umanità. con il suo allevamento ha contribuito allo sviluppo della civiltà: si tosa per fare la lana, si munge per il latte e con gli agnelli si fa un ottimo abbacchio.
Il "popolo del rugby" è utilissimo parimenti: viene tosato con i biglietti dello stadio per riempire le casse federali, viene munto con il volontariato ed i bambini contribuiscono ad aumentare il numero dei tesserati. In cambio gli si da un po' di guitti da palcoscenico e li si abbonisce con i "valori" del rugby. E tutti in massa senza riflettere seguono il cane pastore ma attenzione, al minimo sbandamento, parte subito un bel morso nei garretti....
Potevo dire pecore ma il "popolo del rugby" (che nel 90% dei casi di rugby capisce solo il terzo tempo) non mangia trifoglio ma beve birra. PecorONI è più consono alla stazza....
Veramente c'è qualcuno che va a vedere la partita per lo spettacolo in campo? Per la tensione emotiva? O per mangiare soppressata/salamelle, bere birra, vestirsi da carnevale e fare casino con gli amici? Per carità, ognuno fa quello che vuole ma un barbecue su un prato costa meno.
Sopratutto, se TUTTI quei 60.000 spettatori la domenica andassero a vedere il vero rugby, quello di base, dei nostri ragazzini delle giovanili o comunque del rugby veramente NAZIONALE, come fanno dalla Nuova Zelanda all'Irlanda. Facessero questo allora sì che sarebbero rugbysti che rispettano i VALORI del rugby.
Giusto per dare un accenno tecnico, farebbero circa 100 spettatori ogni domenica per ogni piccola o grande società sportiva italiana, che contribuirebbero con 1.000,00 euro di media, per un totale di circa 20.000,00 euro all'anno. In realtà le due franchigie in PRO12 non arrivano nemmeno a 5000 spettatori (????) e nel nostro campionato di Eccellenza non si arriva a 1000.
No, non vado all'Olimpico perché la partita me la guardo in Club House con i ragazzini che alleno. No, non faccio carnevale perché non ho bisogno di travestirmi per divertirmi con gli amici. Sì bevo birra e quello che spendo va alle casse della piccola società sportiva del mio paese.
Salvatore Messina
----- Messaggio inoltrato -----
Da: S. Olandese <olandese a pacospa.it>
A: rugbylist a rugbylist.it
Inviato: Martedì 10 Febbraio 2015 12:55
Oggetto: Re: [RUGBYLIST] I: R: Re: R: SECONDO VOI
Buongiorno Salvatore ....."anche quei 4 pecoroni, che vanno all'olimpico a fare carnevale e bere birra" un pò forte non ti pare? non discuto le tue osservazioni tecniche, che spesso condivido, ne l'analisi di quello che è stato fatto o di quello che "non" è stato fatto, ma stavolta con quella frase credo tu sia andato oltre dall'esprimere la propria opinione. Non per fare polemica solo perchè sia chiaro il tuo pensiero permettimi tre domande: non vai all'olimpico? non fai carnevale? non bevi birra? io non vado all'olimpico, solo perchè non posso. faccio carnevale, graziaddio vivo in una città famosa per il suo Carnevale. bevo birra, mia moglie a volte dice anche troppa
saluti
Salvatore Olandese
----- Original Message ----- From: Salvatore Messina To: rugbylist a rugbylist.it Sent: Tuesday, February 10, 2015 12:11 PM Subject: [RUGBYLIST] I: R: Re: R: SECONDO VOI
Diciamo che non c'erano obbligatorietà per l'attività giovanile e le società che la facevano erano di alto livello nazionale, con tecnici molto competenti e con una selezione drastica dei profili giovanili che per capacità tecnico/atletiche/psicologiche non erano adatti per il rugby.
Poi in quegli anni l'Amatori Milano sponsorizzato mediolanum aveva un budget elevato e si poteva permettere i migliori atleti del panorama mondiale ed italiano in un periodo in cui il rugby era amatoriale ed i pochi soldi che giravano erano spesi bene su profili di tecnici e/o giocatori di comprovata capacità e non su raccomandazione e comprovata lealtà "politica".
In più la FIR non contava un bel nulla ed i 4 soldi rimediati con i tesseramenti bastavano appena per pagare gli stipendi di quattro gatti di dipendenti volenterosi.
L'errore del movimento è stato quello di aver "schifato" il 6 Nazioni e non aver capito la rivoluzione professionistica, che ha sconvolto sopratutto l'emisfero australe (i francesi erano già ricchi), lasciando tutto in mano a Dondi. Il quale non ha fatto altro che tirare acqua al suo mulino federale e per i club di serie A (e giù via a cascata) non c'è più stata trippa per gatti.
Adesso la situazione pare ribaltata, con una federazione che si scopre senza più spinta ed entusiasmo e quando finalmente anche quei 4 pecoroni, che vanno all'olimpico a fare carnevale e bere birra capiranno che tanto vale fare una scampagnata in collina che lo spettacolo è lo stesso, non andranno più allo stadio anche con i biglietti omaggio il castello di carte cadrà.
Pensiamoci bene quando per investire in "immobili di pregio" ci verrà chiesto il nostro voto...
Se il rugby italiano si deve arrangiare che lo faccia da subito.... Salvatore Messina
----- Messaggio inoltrato -----
Da: Luca Oliva <lucaoliver63 a gmail.com>
A: rugbylist a rugbylist.it
Inviato: Martedì 10 Febbraio 2015 11:12
Oggetto: Re: [RUGBYLIST] R: Re: R: SECONDO VOI
I talenti erano nati e cresciuti all'interno di un sistema di reclutamento e formazione totalmente impostato e gestito dai club.
Milan e Treviso giocavano all'interno del campionato nazionale.
Il 08/02/2015 18:49, ilfalco7 ha scritto:
Negli anni 90 i giocatori giocavano nel campionato nazionale. Ma erano praticamente un franchigia milan e benetton che racchiudevano il 90% dei giocatori azzurri. È che cost aveva inventato un sistrma difensivo a lungo copiato e c erano un maggior numero di talenti. I dominguez troncon vaccari giovannelli gardner giacheri properzi checchinato etc oggi non ci sono. Inoltre la mediana era se non la migliore tra le prime al mondo
Inviato da Samsung Mobile.
-------- Messaggio originale -------- Da: Luca Oliva Data:08/02/2015 13:57 (GMT+01:00) A: rugbylist a rugbylist.it Oggetto: Re: [RUGBYLIST] R: SECONDO VOI
La scelta strategica che è stata fatta in questi anni è molto evidente.
Si è scelto di "costruire" il vertice, e di lì a cascata tutto il resto.
Si è partiti dalla squadra nazionale, cui è stato affidato prima un allenatore di grande professionalità arrivato dall'estero, poi uno staff altrettanto articolato e professionale.
Poi ci è resi conto che il numero di atleti su cui lavorare era troppo limitato, e che era necessario allargare il bacino di atleti da cui attingere per costruire la squadra.
Allora sono state costituite le franchigie, drenando il campionato nazionale, per avere una base allargata (60-70 atleti) da cui "pescare" per effettuare le convocazioni, atleti che fossero allenati a competere in manifestazioni di ritmo ed intensità superiori.
Forse però due franchigie non bastano più, e qualcuno comincia a insinuare la necessità di una terza franchigia, per aumentare la base (ma forse bisognerebbe dire il "vertice") su cui lavorare.
Qualcun altro comincia a porsi però un interrogativo: ma questi 100-atleti-100 su cui lavorare da dove arrivano ? dai club ? dalle accademie ? qual è il sistema a cui pensiamo ?
Spingendo alle estreme conseguenze il paradigma finora impostato dovremmo pensare ad una serie di campionati giovanili, ma anche minori, totalmente gestiti dalla federazione, con l'unico scopo di allevare "in batteria" i futuri adepti della nazionale.
Un rugby totalmente staccato dalla base, cioè ai club, cui forse verrebbe demandato l'organizzazione di tornei e competizioni nel più classico stile "rugby e salsicce". Un roots rugby, dunque, buono solo per allevare tifosi della nazionale, insomma gente da stadio e da audience televisiva.
E' un pò questo che tutti noi ci sentiamo.
Esiste un'alternativa ? Certo, è restituire centralità ai club, ridare loro risorse e fiducia nella capacità di "costruire" talenti in casa da affidare poi alla crescita nelle proprie accademie o in accademie di maggiore prestigio magari all'estero ("ogni club, un accademia", potrebbe essere lo slogan).
Ritornare dunque ad un sistema che ha consentito comunque alla nazionale di sfornare da sempre "prestazioni onorevoli" contro le altre nazionali delle home unions e la Francia, anche prima che il confronto sistematico rendesse statisticamente più probabile questa eventualità e che ci ha consentito, in condizioni particolari, di avere una "generazione vincente", quella degli anni '90. Coloro infatti che citano gli sporadici successi della nostra nazionale e delle rappresentative giovanili negli ultimi anni non fanno altro che sottolineare il carattere episodico di tali risultati. Mai, e dico mai, negli ultimi 20 anni abbiamo avuto una generazione in grado di imporsi sui pari età delle altre nazioni europee, e dico soprattutto a livello giovanile dove non si dovrebbe ancora risentire del gap di preparazione con i campionati professionistici.
Venendo al tuo quesito, Giandomenico, non mi sento di dire nè che siamo andati avanti nè che siamo andati indietro, semplicemente siamo rimasti al palo.
E questo, lo ribadisco, a prescindere dal risultato della partita di ieri che, rivista oggi, evidenzia come alcune scelte diverse a livello di formazione avrebbero reso l'esito più incerto e la competizione meno frustrante. Ma parliamo sempre di "vertice", dunque, e lì sta l'errore.
Ciao.
Luca
Il 08/02/2015 12:17, Gian Domenico Mazzocato ha scritto:
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Facciamoci domande semplici. 1) Questa squadra ha una “idea” di gioco dentro? Ancora più in generale ha un’anima? È gruppo? 2) Ha un progetto? 3) In 15 anni siamo cresciuti o andati indietro? 4) Che cosa abbiamo alle spalle di questi? Il rugby delle accademie? Io vedo buio che di più non si può gian domenico m vieni a trovarmi nel mio sito
http://www.giandomenicomazzocato.it/
i miei libri, le conferenze,
i miei diari di viaggio,
gli appuntamenti e tanto altro scrivimi
giandoscriba a giandomenicomazzocato.it
------------------------------------------ Da: rugbylist-bounces a rugbylist.it [mailto:rugbylist-bounces a rugbylist.it] Per conto di Luca Oliva
Inviato: domenica 8 febbraio 2015 10.32
A: rugbylist a rugbylist.it
Oggetto: Re: [RUGBYLIST] SECONDO VOI Nello specifico della partita, abbiamo "sgomberato" i punti d'incontro per avere più difensori nello spazio, in questo modo abbiamo lasciato l'iniziativa all'Irlanda nel gioco aperto. Non avendo avuto una mischia preponderante e essendo stati surclassati in touche, questo praticamente ha voluto dire non avere palloni da giocare per tutta la partita. Questa è una scelta precisa dello staff tecnico che può essere cambiata già dalla prossima partita con l'Inghilterra: mettere uno o due grilli-talpa in più nei punti di break-down per contestare il possesso e recuperare palloni. Questo comporta naturalmente di "perdere" 1-2 uomini fuori, ed è una scelta che è già stata scartata dal ns staff per avere più efficacia difensiva. Staremo a vedere ... In generale, il ns rimane un movimento in grado di produrre alcuni buoni giocatori che giocano all'estero, ma non un quantitativo sufficiente per competere ad alto livello. In questo senso, le sconfitte più gravi non sono quelle della prima squadra, che possono essere "drogate" dal lavoro su un gruppo super-professionalizzato, ma quelle delle rappresentative giovanili. La sconfitta 40-13 della nazionale Under 20 nel pantano di Biella è molto più indicativa. È lì che meglio si apprezzano le differenze a livello di costruzione e di formazione dei giocatori. In sintesi, il livello del ns movimento attuale NON È da top ten mondiale. Dovremmo prima di tutto rendercene conto, e fare un bagno di umiltà. Dopo di che, forse, si può ripartire. Ciao. Luca Oliva Il domenica 8 febbraio 2015, Giovanni Sonego <giovanni a sonego.net> ha scritto: Giovanni Ciraolo ha scritto il 07/02/2015 alle 21:50:
Chi potrebbe lavorare sul dettaglio a mio parere è l’ex-superiore di Brunel, cioè Bernard Laporte. Più si va avanti e più mi convinco che uno come lui potrebbe riorganizzare il nostro rugby.
E' proprio qui che ti voglio. Un buon allenatore di nazionale può rinnovare il gioco, portare idee e far ottenere dei risultati alla nazionale, ma non può riorganizzare il nostro rugby. Io sono sempre piu' convinto che la nazionale sia rappresentativa del movimento rugbyistico di un determinato paese. Nazioni che hanno un rugby forte, producono nazionali forti. Nazioni che hanno un movimento debole, producono nazionali deboli. Il nostro movimento rugbyistico forte non è di sicuro, se comparato con quello delle nazionali al vertice mondiale. E infatti le nostre nazionali fanno cagare.
Cercare l'allenatore risolutore di tutti i problemi, il mago che con un colpo di bacchetta e uno di culo fa vincere un gruppo di professionisti che giocano all'estero puo' contribuire a dare un po' di diffusione mediatica. E' proprio questo il principio su cui mi sembra storicamente ispirata la gestione della federazione. Cerchiamo di ottenere i risultati della nazionale e sull'onda dell'entusiasmo arriveranno un sacco di praticanti e costruiremo un movimento solido. Bella genialata. Sono 15 anni e i risultati sono quelli che sono. Sarebbe anche ora che qualcuno se ne rendesse conto e che si cominciasse a rivedere questo approccio fallimentare.
(Ecco cosa intendevo affermare dicendo che anche Brunel è incolpevole)
Ciao
Giovanni Sonego
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