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[RUGBYLIST] R: Re: R: SECONDO VOI
Luca Oliva
lucaoliver63 a gmail.com
Mar 10 Feb 2015 11:12:05 CET
I talenti erano nati e cresciuti all'interno di un sistema di
reclutamento e formazione totalmente impostato e gestito dai club.
Milan e Treviso giocavano all'interno del campionato nazionale.
Il 08/02/2015 18:49, ilfalco7 ha scritto:
> Negli anni 90 i giocatori giocavano nel campionato nazionale. Ma erano
> praticamente un franchigia milan e benetton che racchiudevano il 90%
> dei giocatori azzurri. È che cost aveva inventato un sistrma difensivo
> a lungo copiato e c erano un maggior numero di talenti. I dominguez
> troncon vaccari giovannelli gardner giacheri properzi checchinato etc
> oggi non ci sono.
> Inoltre la mediana era se non la migliore tra le prime al mondo
>
>
> Inviato da Samsung Mobile.
>
>
> -------- Messaggio originale --------
> Da: Luca Oliva
> Data:08/02/2015 13:57 (GMT+01:00)
> A: rugbylist a rugbylist.it
> Oggetto: Re: [RUGBYLIST] R: SECONDO VOI
>
> La scelta strategica che è stata fatta in questi anni è molto evidente.
> Si è scelto di "costruire" il vertice, e di lì a cascata tutto il resto.
> Si è partiti dalla squadra nazionale, cui è stato affidato prima un
> allenatore di grande professionalità arrivato dall'estero, poi uno
> staff altrettanto articolato e professionale.
> Poi ci è resi conto che il numero di atleti su cui lavorare era troppo
> limitato, e che era necessario allargare il bacino di atleti da cui
> attingere per costruire la squadra.
> Allora sono state costituite le franchigie, drenando il campionato
> nazionale, per avere una base allargata (60-70 atleti) da cui
> "pescare" per effettuare le convocazioni, atleti che fossero allenati
> a competere in manifestazioni di ritmo ed intensità superiori.
> Forse però due franchigie non bastano più, e qualcuno comincia a
> insinuare la necessità di una terza franchigia, per aumentare la base
> (ma forse bisognerebbe dire il "vertice") su cui lavorare.
> Qualcun altro comincia a porsi però un interrogativo: ma questi
> 100-atleti-100 su cui lavorare da dove arrivano ? dai club ? dalle
> accademie ? qual è il sistema a cui pensiamo ?
> Spingendo alle estreme conseguenze il paradigma finora impostato
> dovremmo pensare ad una serie di campionati giovanili, ma anche
> minori, totalmente gestiti dalla federazione, con l'unico scopo di
> allevare "in batteria" i futuri adepti della nazionale.
> Un rugby totalmente staccato dalla base, cioè ai club, cui forse
> verrebbe demandato l'organizzazione di tornei e competizioni nel più
> classico stile "rugby e salsicce". Un roots rugby, dunque, buono solo
> per allevare tifosi della nazionale, insomma gente da stadio e da
> audience televisiva.
> E' un pò questo che tutti noi ci sentiamo.
> Esiste un'alternativa ? Certo, è restituire centralità ai club, ridare
> loro risorse e fiducia nella capacità di "costruire" talenti in casa
> da affidare poi alla crescita nelle proprie accademie o in accademie
> di maggiore prestigio magari all'estero ("ogni club, un accademia",
> potrebbe essere lo slogan).
> Ritornare dunque ad un sistema che ha consentito comunque alla
> nazionale di sfornare da sempre "prestazioni onorevoli" contro le
> altre nazionali delle home unions e la Francia, anche prima che il
> confronto sistematico rendesse statisticamente più probabile questa
> eventualità e che ci ha consentito, in condizioni particolari, di
> avere una "generazione vincente", quella degli anni '90. Coloro
> infatti che citano gli sporadici successi della nostra nazionale e
> delle rappresentative giovanili negli ultimi anni non fanno altro che
> sottolineare il carattere episodico di tali risultati. Mai, e dico
> mai, negli ultimi 20 anni abbiamo avuto una generazione in grado di
> imporsi sui pari età delle altre nazioni europee, e dico soprattutto a
> livello giovanile dove non si dovrebbe ancora risentire del gap di
> preparazione con i campionati professionistici.
>
> Venendo al tuo quesito, Giandomenico, non mi sento di dire nè che
> siamo andati avanti nè che siamo andati indietro, semplicemente siamo
> rimasti al palo.
>
> E questo, lo ribadisco, a prescindere dal risultato della partita di
> ieri che, rivista oggi, evidenzia come alcune scelte diverse a livello
> di formazione avrebbero reso l'esito più incerto e la competizione
> meno frustrante. Ma parliamo sempre di "vertice", dunque, e lì sta
> l'errore.
>
> Ciao.
> Luca
>
> Il 08/02/2015 12:17, Gian Domenico Mazzocato ha scritto:
>>
>> *Non spacchiamo il capello.
>> Facciamoci domande semplici.*
>>
>> *1)**Questa squadra ha una “idea” di gioco dentro? Ancora più in
>> generale ha un’anima? È gruppo?*
>>
>> *2)**Ha un progetto?*
>>
>> *3)**In 15 anni siamo cresciuti o andati indietro?*
>>
>> *4)**Che cosa abbiamo alle spalle di questi? Il rugby delle accademie?*
>>
>> **
>>
>> *Io vedo buio che di più non si può*
>>
>> *gian domenico m*
>>
>> **
>>
>> **
>>
>> *vieni a trovarmi nel mio sito**
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>> **i miei diari di viaggio,**
>> **gli appuntamenti e tanto altro*
>>
>> *scrivimi**
>> **giandoscriba a giandomenicomazzocato.it*
>> <mailto:giandoscriba a giandomenicomazzocato.it>*
>> **------------------------------------------*
>>
>> **
>>
>> *Da:*rugbylist-bounces a rugbylist.it
>> [mailto:rugbylist-bounces a rugbylist.it] *Per conto di *Luca Oliva
>> *Inviato:* domenica 8 febbraio 2015 10.32
>> *A:* rugbylist a rugbylist.it
>> *Oggetto:* Re: [RUGBYLIST] SECONDO VOI
>>
>> Nello specifico della partita, abbiamo "sgomberato" i punti
>> d'incontro per avere più difensori nello spazio, in questo modo
>> abbiamo lasciato l'iniziativa all'Irlanda nel gioco aperto. Non
>> avendo avuto una mischia preponderante e essendo stati surclassati in
>> touche, questo praticamente ha voluto dire non avere palloni da
>> giocare per tutta la partita.
>>
>> Questa è una scelta precisa dello staff tecnico che può essere
>> cambiata già dalla prossima partita con l'Inghilterra: mettere uno o
>> due grilli-talpa in più nei punti di break-down per contestare il
>> possesso e recuperare palloni. Questo comporta naturalmente di
>> "perdere" 1-2 uomini fuori, ed è una scelta che è già stata
>> scartata dal ns staff per avere più efficacia difensiva. Staremo a
>> vedere ...
>>
>> In generale, il ns rimane un movimento in grado di produrre alcuni
>> buoni giocatori che giocano all'estero, ma non un quantitativo
>> sufficiente per competere ad alto livello. In questo senso, le
>> sconfitte più gravi non sono quelle della prima squadra, che possono
>> essere "drogate" dal lavoro su un gruppo super-professionalizzato, ma
>> quelle delle rappresentative giovanili. La sconfitta 40-13 della
>> nazionale Under 20 nel pantano di Biella è molto più indicativa. È lì
>> che meglio si apprezzano le differenze a livello di costruzione e di
>> formazione dei giocatori.
>>
>> In sintesi, il livello del ns movimento attuale NON È da top
>> ten mondiale. Dovremmo prima di tutto rendercene conto, e fare un
>> bagno di umiltà. Dopo di che, forse, si può ripartire.
>>
>> Ciao.
>>
>> Luca Oliva
>>
>> Il domenica 8 febbraio 2015, Giovanni Sonego <giovanni a sonego.net
>> <mailto:giovanni a sonego.net>> ha scritto:
>>
>> Giovanni Ciraolo ha scritto il 07/02/2015 alle 21:50:
>>
>> Chi potrebbe lavorare sul dettaglio a mio parere è l’ex-superiore
>> di Brunel, cioè Bernard Laporte. Più si va avanti e più mi
>> convinco che uno come lui potrebbe riorganizzare il nostro rugby.
>>
>>
>> E' proprio qui che ti voglio. Un buon allenatore di nazionale può
>> rinnovare il gioco, portare idee e far ottenere dei risultati alla
>> nazionale, ma non può riorganizzare il nostro rugby. Io sono sempre
>> piu' convinto che la nazionale sia rappresentativa del movimento
>> rugbyistico di un determinato paese. Nazioni che hanno un rugby
>> forte, producono nazionali forti. Nazioni che hanno un movimento
>> debole, producono nazionali deboli. Il nostro movimento rugbyistico
>> forte non è di sicuro, se comparato con quello delle nazionali al
>> vertice mondiale. E infatti le nostre nazionali fanno cagare.
>>
>> Cercare l'allenatore risolutore di tutti i problemi, il mago che con
>> un colpo di bacchetta e uno di culo fa vincere un gruppo di
>> professionisti che giocano all'estero puo' contribuire a dare un po'
>> di diffusione mediatica. E' proprio questo il principio su cui mi
>> sembra storicamente ispirata la gestione della federazione. Cerchiamo
>> di ottenere i risultati della nazionale e sull'onda dell'entusiasmo
>> arriveranno un sacco di praticanti e costruiremo un movimento solido.
>> Bella genialata. Sono 15 anni e i risultati sono quelli che sono.
>> Sarebbe anche ora che qualcuno se ne rendesse conto e che si
>> cominciasse a rivedere questo approccio fallimentare.
>>
>> (Ecco cosa intendevo affermare dicendo che anche Brunel è incolpevole)
>>
>> Ciao
>> Giovanni Sonego
>>
>>
>>
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