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[RUGBYLIST] I: R: R: Samoa
Salvatore Messina
totorugby a yahoo.it
Mar 11 Nov 2014 12:58:02 CET
Una partita di rugby è un po' come andare a teatro: ci sono le commedie e le tragedie ed entrambe sono appassionanti (purché ben scritte e ben recitate). La partita di sabato è stata una vittoria anche sofferta e quindi chi se l'è guardata si è sicuramente appassionato. Al massimo possiamo dire che non era ben recitata da entrambe le squadre e la sceneggiatura faceva un po' acqua ma, un po' come la recita scolastica del proprio figlio, la partecipazione con i giocatori metteva questo in secondo piano.
Detto questo dobbiamo capire cosa stiamo analizzando in list. Lo spettacolo in se o la gestione del teatro?
Se è lo spettacolo in se, allora da qui fin quando giocherà la nazionale di rugby avremo vittorie e sconfitte, belle sconfitte o brutte vittorie ed anche brutte sconfitte e belle vittorie. Ogni partita ha una storia a parte....
Se invece analizziamo la gestione del teatro il discorso cambia, perché gli spettatori chiedono sempre spettacoli gradevoli e di qualità od anche interessanti sotto l'aspetto creativo.
Il problema della nostra nazionale non è trovare un'apertura ma il fatto che NON esiste in Italia una struttura che formi l'apertura.
I francesi, che ultimamente a livello nazionale non sono granché, questa ce l'hanno (al massimo devono preoccuparsi perché quelle che formano non sono di altissimo livello....).
Lo stesso dicasi per tutti gli altri ruoli, a partire dagli allenatori e team managers, con esclusione dei piloni/tallonatori.
Ed è questo che si è visto sabato ed è per questo che la vittoria contro una squadra di tier 1 non ci esalta.
Anche perché siamo sempre al 14° posto del ranking dopo il Giappone che non fa 6 Nazioni, Championship, Coppe o S15...
Salvatore Messina
----- Messaggio inoltrato -----
Da: Luca Oliva <lucaoliver63 a gmail.com>
A: rugbylist a rugbylist.it
Inviato: Martedì 11 Novembre 2014 9:18
Oggetto: Re: [RUGBYLIST] R: R: Samoa
infatti non stiamo parlando di studenti nati all'estero che frequentano la scuola italiana, ma studenti nati all'estero che hanno frequentato la scuola all'estero e che vengono a lavorare in italia.
niente in contrario, naturalmente, ma sono correttamente
rappresentanti della "scuola italiana" ?
e inoltre, vale la pena investire sulla "scuola italiana" se poi
questi prodotti non giocano nella propria rappresentativa o devono
andare all'estero per perfezionarsi ed essere all'altezza di farne
parte ?
rciordo che le franchigie costano 8 milioni di €/anno alla
federazione.
sono "università" adeguate per la crescita dei ns giocatori ?
Il 11/11/2014 01:43, Giovanni Ciraolo ha scritto:
Caro Piero, sicuramente aspettiamo i Pumas. Ma credo che ogni match sia un banco di prova, nel senso che se l’avversario è considerato molto forte ci si prepara ad una eventuale sconfitta mentre se è debole si considera uno scandalo non vincere. In realtà questo atteggiamento non è sincero. La verità sulla forza o la debolezza si ha entrando in campo. Bisogna sentire di poter vincere, le credenziali possono variare. Ricordo un All Blacks-Francia di qualche anno fa con Rives in campo che cambiò in maniera totale nell’intervallo tra i due tempi, e senza alcuno scampo per gli AB. Era un 14 luglio, ed il telecronista inebriato cantava “c’est le 14 juillet, on a gagné”! C’è un pizzico di follia nella vittoria mentre il realismo di certe sconfitte è insopportabile ed esiste solo per essere superato.
Aldilà delle critiche che si possono fare agli azzurri, in parte da me condivise per gli aspetti organizzativi del movimento e della selezione dei talenti, rimane il fatto che una squadra entra in campo in un certo modo per fare o non fare il match che vuole fare. L’avversario può non essere al meglio, ma ciò che conta è la determinazione a combattere non basata sulla presunzione e l’ignoranza. Non è dato al momento sapere quale potrà essere il futuro della nazionale italiana. Tuttavia, in ogni campo dello sport agonistico l’istruttore o l’addestratore sa quasi con certezza se un elemento candidato al successo arriverà o meno al traguardo finale. Magari un giocatore sbaglia moltissimo inizialmente nella sua formazione, ma se lascia trapelare che arriverà fino in fondo ai suoi obiettivi beh questo il trainer lo sa, lo intuisce. E lo sa quasi fin dall’inizio del rapporto. Non so quale sia la valutazione di Brunel sui giocatori che
attualmente mette in campo. E’ il suo segreto, è il segreto di ogni allenatore.
Inviterei ad una maggiore prudenza e riserva sui giocatori naturalizzati. Ovviamente non è ideale sentire in squadra tanti nomi di vari paesi. Ma siamo ormai una società multirazziale, specie nella formazione. In molte nostre scuole un quarto degli studenti non è di origine italiana o possiede una esperienza estera. La performance di molti “stranieri” nella lingua italiana è spesso migliore dei loro compagni. Ho vissuto questa situazione: nel non connazionale c’è la volontà di fare meglio del nazionale. Del resto i maggiori italianisti stranieri conoscono Dante molto meglio di noi che lo riteniamo un non moderno (tesi assurda).
g. ciraolo
Da:rugbylist-bounces a rugbylist.it [mailto:rugbylist-bounces a rugbylist.it] Per conto di piero filotico
Inviato: lunedì 10 novembre 2014 19:56
A: 'Rugbylist'
Oggetto: [RUGBYLIST] R: Samoa
Giovanni, fatto 100 della tua domanda direi 70% la pessima giornata dei samoani e 30% il nostro gioco.
Va anche detto che abbiamo fatto i soliti errori dovuti a
fretta e ingenuità,
ma la difesa è stata discreta.
L’Argentina sarà un buon banco di prova.
piero
Da:rugbylist-bounces a rugbylist.it [mailto:rugbylist-bounces a rugbylist.it] Per conto di Giovanni Sonego
Inviato: lunedì 10 novembre 2014 19:22
A: Rugbylist
Oggetto: Re: [RUGBYLIST] Samoa
Giovanni Ciraolo ha scrito il 08/11/2014 alle 19:36:
Dalla nostra freddezza di list sembrerebbe che l’Italia abbia perso …. invece. Ancora non si percepisce una strategia, ma Brunel ha ottenuto una buona intercambiabilità di giocatori ed una ripresa di qualità che non si vedevano da tempo (pack e gioco di piede). Siamo tornati ad un gioco fisico corretto e ad una buona difesa. Il problema rimane quello di allargare il movimento, come lo stadio (e non solo) racconta. Il problema è di non soffocare i nostri talenti in erba. Rimane il fatto che il nostro gioco è instabile, a volte la spinta si esaurisce. Ma la voglia di vincere talvolta può fare la differenza.
Mah... anch'io mi aspettavo qualche reazione in piu'.
Probabilmente l'email
come strumento di discussione piace molto meno dei vari
Facebook, Twitter...
ecc. ecc.
Ma venendo alla partita. Ovvia soddisfazione perla vittoria,
ma...
Premetto che ho perso la parte iniziale della partita (quasi
tutto il primo
tempo). Gli amici mi hanno detto che la parte più gustosa
dell'incontro sono
stati proprio i primi 30 minuti... e te pareva!
Pero', al di la' del risultato e tenendo conto che mi sono
perso la parte
bella, la partita non mi ha entusiasmato. Non sono in grado di
fare una critica
precisa, ma più che altro mi hanno deluso i samoani, che non
mi sono sembrati
certo la squadra che ha battuto l'Australia nel 2011 o il
Galles e la Scozia
nel 2012.
Quindi la mia domanda è: siamo stati noi così bravi da farli
sembrare scarsini
o sono proprio loro hanno imbroccato una giornata stortissima?
Ciao
Giovanni Sonego
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