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[RUGBYLIST] I: R: I: R: R: R: R: Malagò e la scuola
Salvatore Messina
totorugby a yahoo.it
Lun 4 Ago 2014 11:50:01 CEST
Rispondo prima a ilfalco7:
se i numeri fossero diversi, vale a dire sopra il 5% e potremmo ipotizzare il 10% (altrimenti non avresti contestato Luciano e me per solo l'1/2% in più), si parlerebbe di 50.000 nuovi tesserati all'anno (maschi e femmine). Che se vogliamo andare a vedere sarebbero un incremento annuo pari al 50% di tutti i tesserati.... Fosse così, considerando chi si ritira, saremmo passati a 125.000 tesserati e non 104.000 (ipotizzando una crescita solo del 25%). Non dico altro...
Rispondo adesso a Piero:
Ho detto invece il contrario: "è tutto da rifare".
Vale a dire che la prima cosa da fare è aumentare quel 3%. Ciò significa cambiare totalmente la mentalità dell'intero movimento sia dal punto di vista tecnico sia dal punto di vista organizzativo e, sopratutto, uscire dal vecchio e nefasto cliché del "rugby gioco per tutti" e terzo tempo.
Ed è questo che hanno fatto le società che hanno grandi riscontri di numeri, anche se, rapportati all'intero territorio in cui operano ed ai potenziali ragazzi interessati, le loro percentuali sono ancora troppo basse, in ottica di aumento di competitività dell'intero movimento.
Come ho già detto, in Francia hanno gli stessi problemi di competitività utilizzando un sistema che noi abbiamo copiato a loro...
La soluzione del problema, per noi e loro, passa da due aree d'intervento: la riforma scolastica e, per noi principalmente, il miglioramento dell'immagine del rugby, oltre che un adeguamento della linea tecnica a quanto avviene perlomeno in area PRO12.
Salvatore Messina
Il Lunedì 4 Agosto 2014 9:31, ilfalco7 <ilfalco7 a libero.it> ha scritto:
Mi spiace ma i numeri sono diversi. Dipende da che tipo di lavoro fai.
Inviato da Samsung Mobile.
-------- Messaggio originale --------
Da: Salvatore Messina
Data:04/08/2014 08:02 (GMT+01:00)
A: rugbylist a rugbylist.it
Oggetto: [RUGBYLIST] I: R: R: R: R: Malagò e la scuola
Probabilmente, nonostante le
tante condivisioni, nessuno ha letto bene il messaggio di Luciano. In pratica
dice che i numeri dei ragazzi che passano al rugby sono così bassi che
QUALSIASI tipo di intervento venga fatto oggi nelle scuole ha solo una minima
influenza nel movimento generale. Su una classe di 20 bambini solo 1 arriva a
giocare a rugby (e può anche essere femmina)!
I campionati studenteschi servono
solo a fare numeri perché i ragazzi vi partecipano perché in parte “obbligati”
dalla scuola e in parte perché è un’attività diversa. Finita la scuola solo
quel 3% farà rugby agonistico presso il club. E qui entrerà anche in gioco la
capacità di allenare dei vari “volontari” ed il livello di rugby che
riusciranno a trasmettere.
La Francia sta vivendo gli stessi
nostri problemi. Ancora più drammaticamente perché il loro livello era
notevolmente superiore al nostro e il loro campionato è il più seguito e più
ricco del mondo. Il divario con il mondo anglosassone (Argentina segue il
modello scolastico inglese/USA e Giappone pure) diventa sempre più ampio ed
appare incolmabile. Nel sistema scolastico anglosassone lo sport agonistico fa parte delle materie
di insegnamento al pari di matematica e storia.
Spesso chi inizia a fare
“interventi nelle scuole” viene illuso dall’effetto novità: i numeri sembrano
molto più alti ma questo deriva unicamente dal fatto che la prima volta si
recuperano i ragazzi non “reclutati” prima. Poi si continua con la media di 4/5
ragazzi ogni 100 “lavorati”. Tenendo conto di tutta l’attività di promozione,
aggiunta al lavoro nelle scuole, sono le classiche annate che rimpinguano le
varie Under. Numeri sufficienti per chi inizia con l’U8, assolutamente
“inutili” per chi inizia con l’U14.
Tutto da rifare?
Assolutamente sì…
Salvatore Messina
Il Domenica 3 Agosto 2014 19:57, ilfalco7 <ilfalco7 a libero.it> ha scritto:
Ho insegnato a scuola privata x fortuna xche potevo farlo alla materna ed elementari ma facevo attività motoria e propedeuca all acrobatica. Poi ho cominciato ad insegnare a scuola giochi con la palla per migliorare le capscita cordinative indirizzandole al rugby nel doposcuola. La naturale evoluzione è stato poi di portarli su un campo per fare il vero rugby. Nella scuola si puo fare tutto non il vero rugby ma si può introdurre. Ovvio meglio è ai piu piccoli. Ma quello che è fondamentale è avere le idee chiare su quello che si vuole e su questo sviluppare un progetto. Posso dire con l esperienza di tanti anni che purtroppo per cosa fare nella scuola e come coniugare scuola e club questo progetto non c è. Non c è nella fir ma non c è nei club e non c è in chi di occupa di rugby. In tutti questi anni quasi nessuno con cui mi sono confrontato ha un idea chiara delle linee guida. E se qualcuno ce l ha ha difficoltà a farlo applicare nel club e
anche nella scuola. La mancanza di risorse concorre rendere difficile il dedicarsi al mondo della scuola.
Inviato da Samsung Mobile.
-------- Messaggio originale --------
Da: luciano37 a libero.it
Data:03/08/2014 18:01 (GMT+01:00)
A: rugbylist a rugbylist.it
Oggetto: [RUGBYLIST] R: R: R: Malagò e la scuola
Condivido Giorgio, eccome. E non da ora.
Esperienza personale: quando anni fa, molti anni fa purtroppo, andavo in vacanza con figlio piccolo al seguito, il problema era non far annoiare il bambino
durante le soste. Nel bagagliaio un pallone da rugby ed era fatta. E non c'era ancora il Sei Nazioni e la tv globale!
Un giorno, sul prato della Basilica del Macereto, nelle Marche, mio figlio, avvicinandosi col pallone a un gruppo di bambini, ebbe dapprima curiosità poi un successo enorme. Dopo pochi minuti tutti amici e tutti a giocare. Ho ancora una foto: 17 bambini. E intanto i genitori facevano conoscenza, Il che non guasta mai, e apprendevano che il rugby non era quello dei film americani.
Se si può fare nei prati, sì, penso si possa fare anche a scuola, anche con numeri ristretti....
L. Rav.. .
----Messaggio originale----
>Da: gima_g a libero.it
>Data: 03/08/2014 15.21
>A: <rugbylist a rugbylist.it>
>Ogg: [RUGBYLIST] R: R: Malagò e la scuola
>
>Se volete fare un processo agli insegnanti mi ritiro in buon ordine, se invece volete provare a discutere di lanciare il Rugby nella scuola italiana dobbiamo parlare realisticamente.
>Se andiamo in una qualunque scuola italiana dalle elementari alle superiori e mettiamo in mano un pallone da rugby ai bambini/ragazzi questi si divertiranno molto più che provando qualsiasi altro sport !!!!!
>IMPOSSIBILE CHE NON CONDIVIDIATE
>Allora creiamo le strutture con del personale adatto per fare ciò, dalla presentazione del progetto al Direttore didattico ai tecnici preparati che affianchino maestri/insegnanti ed il risultato arriverà in poco tempo.
>Poi ...... vedi puntate precedenti
>
>
>un abbraccio a tutti
>
>
>Giorgio
>
>
>----Messaggio originale----
>>Da: jeppo678 a virgilio.it
>>Data: 03/08/2014 10.26
>>A: <rugbylist a rugbylist.it>
>>Ogg: [RUGBYLIST] R: Malagò e la scuola
>>
>>
>>Visitando molte scuole in tutte le parti d'Italia è molto raro
vedere un insegnante di Educazione Fisica indossa una tuta, e in realtà di
insegnare tecniche e abilità. Jeans, caffè e giornale sono all'ordine del
giorno, comprese le conversazioni su imminente pensionamento e 'non vedo
l'ora'.
>>I giovani possono scegliere di non partecipare in attività
motoria a tutte le età, senza motivo particolare. Alcuni prendono parte senza
cambiare i loro vestiti, ma sono dotate di spray deodoranti per dopo. Ci sono
poche altre materie scolastiche che possono scegliere di partecipare
(religione?).
>>La gente va in palestra, ma si lamentano che non possono
parcheggiare abbastanza vicino, o che devono salire le scale per raggiungere la
palestra. Portano cmq. le ultime mode nell'abbigliamento palestra.
>>
>>Luciano fa giustamente notare le statistiche relative alla
partecipazione, e questo; in qualche modo; in grado di spiegare le cifre basse.
Egli ha tuttavia chiesto la domanda migliore; quanti
insegnanti/allenatori/educatori sono preparati per insegnare l'attività di
qualità nelle scuole? Vorrei chiedere; Quanti club in realtà monitorare il
progresso e lo sviluppo delle loro allenatori, e offrono percorsi di
miglioramento? Qui abbiamo poi una anomalia; molte persone con tempo per
visitare le scuole e insegnare lo sport sono anche disoccupati. Possano essere
invitato a partecipare ad un aggiornamento tecnico ogni due anni per mantenere
la loro tessera F.I.R.. Questo spesso può essere lontano 100 km., e la spesa può
essere proibitivo.
>>Troppi club; e cito per esperienza diretta; vedano i loro
allenatori Mini Rugby come babysitter. Se l'allenatore è assente allora chiunque
farà; un paio di giocatori Under 16; un genitore ecc. Un presidente di club mi
ha chiesto perché era necessario per gli allenatori di essere qualificati e
perché avevano bisogno di frequentare corsi di aggiornamento. "Loro sanno come
giocare il rugby; hanno giocato per 15 anni in C1, sanno come allenare ...
".
>>I club in zone di rugby stabiliti non hanno alcun problema con
il loro reclutamento, e sono aiutati da finanziamenti F.I.R. per premiare 2 x
Under 14 ecc. Forse questi premi dovrebbero invece essere assegnati ai club che
stanno effettivamente cercando duramente per avere uno Under 14, ma lotta perché
mancanza di risorse; non può ottenere uno sponsor per pagare la benzina
dell'educatore, ecc.
>>Nell'ambiente federale sembra che la direzione in alto (la
testa del pesce) può cambiare, così come lo strato successivo di gestione. La
gestione attuale rapporti coi club non cambia mai però; è completamente
indipendente dalla dirigenza, e chiede semplicemente la gestione superiore a
ratificare i loro piani. Questo significa che i dipendenti sono 'auto-eletto',
non vi è concorrenza per posti di lavoro regionali, selezionando semplicemente
un lavoro per l'uomo, non l'uomo migliore per il lavoro. Non stupisce quindi che
le cose non cambiano mai, solo il volume di ciecamente dire 'sì'.
>>Jeppo
>>
>>-----Messaggio originale-----
>>From: piero filotico
>>Sent: Sunday, August 03, 2014 1:03 AM
>>To: rugbylist a rugbylist.it
>>Subject: [RUGBYLIST] R: Malagò e la scuola
>>
>>Caro Luciano, secondo me hai ragione da vendere e per questo mi fa
infuriare
>>il tempo e i soldi persi stupidamente fin dal primo 6 Nazioni che
tanti
>>entusiasmi fece nascere. Se si fosse cominciato allora a lavorare su
un
>>progetto serio, quanti bambini di quegli anni avremmo oggi sui campi?
E
>>quale sarebbe stato lo sviluppo geometrico del proselitismo? E chissà
che
>>qualche altro talento non fosse già pronto?
>>Ora tocca ricominciare daccapo, ma non mi pare che l'attuale vertice
sia
>>molto diverso da quello dondiano.
>>
>>-----Messaggio originale-----
>>Da: rugbylist-bounces a rugbylist.it
[mailto:rugbylist-bounces a rugbylist.it]
>>Per conto di luciano37 a libero.it
>>Inviato: sabato 2 agosto 2014 18:53
>>A: rugbylist a rugbylist.it
>>Oggetto: [RUGBYLIST] Malagò e la scuola
>>
>>Cari amici di rugbylist,
>>ho letto e continuo a leggere con grande interesse il dibattito in List
sul
>>rugby e la scuola, che va avanti da parecchi giorni e desideravo mettere
nel
>>discorso il problema demografico, che - se non mi sono perso qualcosa -
non
>>mi pare sia stato mai citato.
>>Assodato che tutti gli sport puntano sulla scuola, non è importante - è
una
>>domanda, non una critica - nella scelta e/o nello sviluppo di un
progetto,
>>anche il numero a disposizione dei potenziali educatori dei futuri
>>rugbisti?.
>>Cito a memoria ma mi pare che, dati Istat, i nati in Italia (Paese a
>>crescita
>>zero) nel 2013 siano stati poco più di 510 mila, grosso modo metà maschi
e
>>metà femmine.
>>Sempre nel dibattito scuola-sport (che non è, quindi, solo del rugby)
ho
>>letto poco tempo fa che il calcio, che ha 13 volte i tesserati del
rugby,
>>attirerebbe almeno il 50 per cento dei bambini orientati allo sport,
seguito
>>da volley, basket e nuoto. Se la stima è concreta, fatti - anche
>>all'ingrosso - i dovuti conti e senza trascurare tutti gli altri sport
non
>>citati (arti marziali, tennis, ciclismo ecc.) il rugby avrebbe a
>>disposizione forse 10-15 mila bambini all'anno, femminucce comprese,
sui
>>quali "operare". Ma proprio Malagò ha detto che in Italia circa il 40
per
>>cento non fa nessuno sport. La cifra si riduce ulteriormente e il lavoro
mi
>>pare diventi veramente improbo per l'organizzazione del nostro rugby.
Un
>>bambino al rugby può equivalere alla scoperta di un tesoro? .
>>Se la mia osservazione è proprio fuori tema, scusate l'intrusione
Luciano
>>Ravagnani
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