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[RUGBYLIST] R: R: nomi australiani e cognomi italiani
mingottimaurizio a alice.it
mingottimaurizio a alice.it
Lun 28 Ott 2013 07:54:14 CET
Chiedo scusa se dico una sciocchezza, ma mi sembra di avere letto che la quasi totalità dei nazionali "italiani" siano australiani di lontane origini italiane che giocano in Australia e che l'Italia forse non l'hanno nemmeno mai vista.
Ma come sono stati reclutati per la nazionale?
----Messaggio originale----
Da: ilfalco7 a libero.it
Data: 28-ott-2013 7.50
A: <rugbylist a rugbylist.it>
Ogg: [RUGBYLIST] R: nomi australiani e cognomi italiani
Grazie Giovanni per la testimonianza e per una luce su un passato di cui troppo in fretta tendiamo a dimenticare. Certo che oggi la speranza ieri è davvero cambiata.
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-------- Messaggio originale --------
Da: Giovanni Ciraolo <jxcira a tin.it>
Data:
A: rugbylist a rugbylist.it
Oggetto: [RUGBYLIST] nomi australiani e cognomi italiani
Il successo dell'Italia nel mondiale di rugby a XIII contro il Galles, in casa sua, mi sembra poco commentato. Eppure, per chi ha incontrato il rugby solo al cinema o in un libro questa disciplina del gioco a tredici è importante. L'Italia aveva già battuto, prima del Galles, l'Inghilterra. Ma è curioso notare come i nomi dei nostri giocatori che sono andati in meta siano australiani. Questo mi fa un grandissimo piacere, perché di tutte le nostre emigrazioni quella italiana in Australia è stata forse la più avventurosa, difficile e fruttifera. Ma anche per un'altra ragione, più intima. Questi giovani che oggi portano la maglia azzurra, pur essendo nati in terra dei canguri, sono, presumo, i nipoti dei nostri emigranti dell'immediato dopoguerra, che venivano accolti con la qualifica di "ex-enemies" nei giornali anglosassoni e nei campi di permanenza, allora assai duri. In quegli anni difficilissimi, mio padre (Giorgio Ciraolo) era primo segretario dell'Ambasciata italiana a Melbourne. Caparbiamente, e partendo quasi dal nulla, negoziò con il governo australiano un mini-Stato sociale per i nostri emigranti. Che iniziarono così a declinare con convinzione la parola diritti, e perché no anche il diritto allo sport e alla salute per i propri figli.
Chissà se quest'uomo, mio padre, fosse stato presente al Millennium Stadium di ieri, e avesse visto tutti questi nomi australiani...cosa avrebbe pensato? Forse gli sarebbe scesa una lacrima sul viso, o forse si sarebbe chiesto come mai un gioco visto tanti anni fa in Australia viene praticato oggi anche in Italia, ad un livello competitivo...
Il Governatore della Banca d'Italia pochi giorni fa, in un intervento ben pubblicizzato, ma discutibile, ha sostenuto che noi italiani "abbiamo perso la capacità di crescere e di competere". Capisco quello che vuol dire il Governatore, ma sul fondo non sono d'accordo con lui. Per rimanere nel nostro mondo ovale, il campionato di eccellenza oggi non è più un torneo di pochi arrivati o di glorie predestinate che fanno e disfano gli incontri. Qualche spettatore arranca e fischia senza ragione, ma nell'insieme si soffre e si cresce. Ed i nostri ragazzi del rugby a tredici che si stanno battendo in terra britannica sono un misto di lotta combattuta ieri in altre terre e di giovani appassionati della nazione italiana.
I nostri ragazzi vogliono crescere: se ci manteniamo onesti verso di loro, condizione sine qua non, riusciranno a crescere ed anche a competere!
g. ciraolo
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