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[RUGBYLIST] Dove vogliamo andare?
Giovanni Ciraolo
jxcira a tin.it
Mer 17 Apr 2013 00:45:09 CEST
Mi sembri un pochino drastico in alcune tue affermazioni. Anche nello sport il richiamo non può mai essere ad un unico modello. La Cina è politicamente comunista (modello Hood?) ma miete medaglie in ogni sport (e nelle imprese) con piena filosofia competitiva (che nel tuo scritto sarebbe da terzo modello). Le nostre società occidentali creano i propri leaders scegliendoli allo stesso tempo socialdemocratici (2° modello) ed efficienti (3° modello): nella formazione e selezione degli uomini politici c'è poi anche l'individuazione di personalità forti capaci di reggere gli urti della storia. Nelle società umane un unico modello non è mai consigliabile. Il puro darwinismo sociale nelle società liberali e socialdemocratiche non ha senso, non funziona, viene respinto, è in contrasto con la meritocrazia. Purtroppo è successo quello che è successo nell'Europa del secolo scorso, negli anni trenta: ma si è trattato di una aberrazione criminale, naufragata in una capitolazione senza condizioni. Il mondo intero si è unito per annientare il modello della stirpe.
Nel campo dello sport non credo agli atleti "puramente" forti. La forza è una qualità che si costruisce con il sacrificio, con l'abnegazione, con la scienza applicata e persino con un elemento di altruismo. Basti citare Mennea: era tutto meno che un atleta forte dall'inizio. Si sottoponeva ad allenamenti incredibili. Non credo che il rugby faccia eccezione rispetto all'esigenza del lavoro duro. Anche un Wilkinson, se si vedono bene le cose, si è notevolmente "costruito" anche se ha esordito giovanissimo nella nazionale inglese (adesso ha firmato per un altro anno al Tolone). Non credo ai fisici esplosivi per natura, e non credo assolutamente ai genietti naturali. Dubito che Leonardo da Vinci fosse "genio" alla nascita, sicuramente anche lui lo è diventato con fatica. Nel campo dell'umanità, per costruire qualcosa bisogna sempre pagare di persona (lo dice anche il Vangelo!) e sappiamo tutti che per costruire occorre tempo, invece per distruggere bastano pochi secondi (guarda un grattacielo fatto saltare per aria). Riflettevo a questo pensando ad un parallelo a me sempre caro tra rugby francese ed italiano. Il parallelo riguarda Rovigo e Castres. Piccole città queste, del tutto comparabili come abitanti, e che hanno avuto entrambe momenti di gloria, in parte anche adesso soprattutto per quanto riguarda Castres. Quali sono i fattori che hanno reso grande o mediocri le proprie squadre? Credo che il fattore dirigenza locale e fare piani a lungo termine abbia avuto la sua importanza.
g.ciraolo
----- Original Message -----
From: Salvatore Messina
To: rugbylist a rugbylist.it
Sent: Tuesday, April 16, 2013 2:21 PM
Subject: [RUGBYLIST] Dove vogliamo andare?
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Senza tirare in ballo teorie filosofiche e politiche, a mio modesto parere, la società umana si regge su tre modelli.
1.. Modello Darwin o della "selezione naturale" (da alcuni chiamato anche Capitalismo) in cui il più forte (ricco) domina il più debole (povero). Chi riesce a sopravvivere significa che è più in gamba ed ha le capacità necessarie per diventare più forte anche di quelli che sono già forti. E' un sistema che funziona fin dalla preistoria ed è quello attualmente in uso al genere umano. E' valido per il singolo, almeno finché ha capacità ed energie per dominare gli altri. Non funziona così bene per la collettività ma, al momento, non è mai stato messo in discussione in quanto non esiste una specie vivente in grado di essere più forte del genere umano (forse gli alieni ma non si ha prova concreta della loro esistenza). Qualcuno dice che sarà la causa dell'estinzione della razza umana anche se una longevità di qualche milione di anni da garanzia di affidabilità.
2.. Modello Hood (chiamato anche Comunismo) in cui si ruba ai ricchi per dare ai poveri. Purtroppo la storia insegna che non è un modello efficace perché, a parte che non si è ancora capito qual'è il soggetto che effettua il prelievo, una volta effettuato questo, i poveri diventano ricchi ed i ricchi si impoveriscono e si ritorna daccapo. E' stata sperimentata una variante "virtuale" in cui si convincono i poveri di essere ricchi ed i ricchi di essere poveri ed il soggetto tramite (non ancora ben identificato) preleva ai poveri (reali ma ricchi virtuali) per dare ai ricchi (reali ma poveri virtuali). In questo caso non cambia nulla e l'unica conseguenza è che i benestanti devono far finta di vivere male, nascondendo i soldi in edifici chiamati "banche" e gestiti sempre dallo stesso soggetto ignoto. Alla fine il modello implode e viene restaurato il modello di cui al punto 1.
3.. Modello delle 3 C: Competenza, Competitività e Costanza (o Coerenza). Al momento rimane un modello teorico in quanto i suoi benefici si riversano solo sulla collettività e, sopratutto, sulle generazioni future. Non prevedendo un tornaconto individuale, i suoi principali fautori sono stati eliminati fisicamente (martiri) o sono dovuti passare al modello di cui al punto 1. per non estinguersi. Questo modello prevede investimenti in cultura per far gestire la società a persone preparate (competenza), prevede che i migliori prendano il posto dei meno capaci (competitività) e che si proceda sempre con lo stesso modello fino al raggiungimento degli obbiettivi di benessere collettivo desiderati (costanza e coerenza). Nella storia questo modello ha avuto delle brevi applicazioni entrando sempre in conflitto con il modello di cui al punto 2. in quanto l'intermediario (detto anche soggetto sociale ignoto) convinceva l'opinione pubblica che i migliori fossero in realtà i peggiori e viceversa (chi prendeva 10 a scuola veniva definito con il termine dispregiativo di "secchione" e chi l'insufficienza con il termine benevolo di "soggetto da tutelare"). Anche in questo caso si tornava rapidamente al modello darwiniano che, almeno, garantiva che alcuni secchioni in gamba, sopratutto in materie economiche, diventassero ricchi e quindi dominanti.
I modelli sopra esposti possono anche essere utilizzati per la società rugbystica.
In questo caso il terzo modello potrebbe essere definito come delle 3 G dal nome dei suoi principali sostenitori: Geppo (competenza), Gaetano (competitività) e Gianni (costanza/coerenza).
Per la definizione dei primi due modelli rapportati al rugby lascio spazio a quelli competenti....
Scusate la prolissità ed il fuori tema ma con una bella giornata come oggi la vita sembra più sorridente....
Salvatore Messina
P.S. Per quelli che di rugby non ne capiscono un beep di rugby vale l'invito in quel di Vercelli alla giornata del rugby giovanile (ALL DAY RUGBY) che si terrà il giorno 20 di aprile al campo YKK (sì, quella delle cerniere lampo).
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