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[RUGBYLIST] Commenti sulla partita Italia-All Blacks

ruggero rizzi ruggero1rizzi a gmail.com
Mar 20 Nov 2012 16:57:24 CET


Un  mio amico,(leggi sotto)  col quale scambiamo pareri ed opinioni
anche extra-rugby, e' diventato appassionato di questo sport da  poco
più di dieci anni:  in pratica da  quando ci siamo conosciuti.
Come in altre (e parecchie!) materie ha la capacità di arguire con
spunti interessanti  talvolta non completamente condivisibili ma
sempre convincenti e, aggiungo di mio, con una scrittura intelligente
ed arguta....
Vorrei fosse lui a scrivere direttamente in list, ma ci ho già provato
e con scarso risultato.....manterrò quindi l'anonimato.
(un po' lunga rispetto ai nostri soliti post...ma penso valga la pena)
Buona lettura.
R.R.
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"La musica si sviluppa per linee all'unisono, per linee sovrapposte,
per linee autonome, per contrappunto e con l'uso sapiente del
silenzio.
 Il saggio dice che c'è un tempo per ogni tipo di musica,chissà perché
i saggi diventano così presto noiosi, forse perché hanno ragione?
      Allora la verità è noiosa?
Come si vede sono piombato direttamente sull'argomento di questa
comunicazione:  Italia-Nuova Zelanda giocata ieri.
     Ho un talento consolidato nell'andare controcorrente, nel trovare
elementi d'ottimismo nella catastrofe e segnali di preoccupazione nel
trionfo, ( rivolgersi al mio analista per il significato di tutto
questo) da parte mia mi consolo pensando a quanti siano più frequenti
le occasioni di sconforto che nella vita ci vengono proposti, o
peggio, imposti, rispetto ai momenti di gloria.
     Dunque cosa dire dei commenti entusiasti, fino ai lucciconi agli
occhi, sulla partita di ieri?
Per 67 minuti un'Italia che ha giocato al proprio massimo e questo,
scusate, è quanto si dovrebbe fare sempre in ogni partita e non solo
nello sport, cosicché il plauso di ieri diventa, retrospettivamente,
un appunto grave per il modo in cui è stata affrontata Tonga.
 Le partite, però, vanno giudicate nel loro complesso, è la fine a
illuminare e a dare significato coerente a quello che è successo
prima.
Non voglio fare esempi politici o storici, ne avrei pure tanti, mi
limito, per esempio, alla vicenda Armstrong: come leggere i 7 Tour de
France vinti
dopo la squalifica per doping? E il dopo che mi fa capire il prima, me
lo possono insegnare gli esperti di tanti giochi che si fanno con le
carte,
è sulla base delle carte in mano che si decidono le strategie, magari
non sempre vincenti, è alla fine che, appunto,si scopre il gioco.
     Allora, soprattutto l'apertura, Cruden, per tutto il primo tempo
non ha fatto altro che calciare lunghissimo e sempre in campo, non
erano errori
 perché non può averli sbagliati tutti e così tanti, ma questo era,
evidentemente, il piano di gioco che avevano preparato.
     Sebbene siano gli All Blacks, ieri si può dire che erano, quasi
del tutto, gli All Blacks 2 (13 cambi rispetto alla partita con la
Scozia) con molti anziani e molti ventenni, sapevano di giocare contro
una squadra mentalmente ancora non matura per l'alto livello (poi
chiarisco la definizione)
la quale giocava la partita dell'anno di fronte a un pubblico che
nemmeno il calcio e dotata di una mischia sicuramente  ostica.
Calci lunghi, grandi, lente, faticose, ripetute risalite a logorare le
energie, nel primo tempo mi sembrava di vedere un gatto che si
trastulla con lo sventurato topolino, guardando ogni tanto l'orologio,
anche un po' distrattamente (raramente si vedono gli All Blacks fare
così tanti errori
di trasmissione pur in assenza di adeguata pressione avversaria)
vedere quanto manca alla fine così da mangiarselo e passare ad altro.
     Proprio la nostra unica meta mi convince del carattere acerbo di
questa squadra.
In quel momento, il gioco corretto, per così dire, era piazzare per i
tre punti. La Nuova Zelanda, mica bruscolini, ieri ha piazzato ogni
punizione possibile.
Noi, sapendo di perdere, sapendo di avere di fronte i campioni del
mondo, vogliosi di farci vedere forti dalle mamme e dalle fidanzate,
abbiamo lanciato la sfida anche perché non eravamo certi che avremmo
avuto molte altre occasioni e ci è andata  anche bene, abbiamo fatto
meta, ma questo ha tradito, secondo me, in maniera evidente, il senso
di inferiorità che provavamo nei loro confronti, finendo,
paradossalmente,per confermare quello che si stava cercando di
smentire.
      E' la  paura, o l'incoscienza,che sostiene la maggior parte degli eroi.
Poi, nel secondo tempo, la tragedia greca si è sviluppata secondo i
disegni del fato.
Abbiamo cominciato a non passare più la metà campo per lunghi periodi,
loro hanno fatto una metà di quelle come le sanno fare chi sa giocare,
 e in breve si sono messi il tovagliolo afferrando forchetta e
coltello.
     Abbiamo cambiato o dovuto cambiare  quasi tutto il pacchetto di
mischia e si sono prese tre mete in velocità nel breve volgere di
tredici minuti
ma soprattutto con l'impressione di poterne prender ancora. Les jeux
sont fait rien ne va plus.
     Poi possiamo riempire un kilometro cubo di universo con le
valutazioni sui singoli e sulle scelte di Brunel (non è mia intenzione
anche se vedere ancora Mauro Bergamasco in campo lo trovo deleterio
per lui e per la Nazionale -a scanso di equivoci per me, per molti
anni,
 lui è stato "il rugby" ma ora, che senso ha?- ) quello che volevo
evidenziare era la "lettura" che vedo fare di questa partita, anche da
parte di molti addetti ai lavori, lettura che secondo me rischia di
ritardare la presa di coscienza dei limiti del nostro movimento e di
questa squadra, preferendo crogiolandosi nell'illusione di calore
proveniente da un sole che noi vediamo grandissimo ma che si trova
ancora così lontanoche alla fine, qui, fa ancora un po' troppo freddo,
basta controllare il termometro, pardon il punteggio, per rendersene
conto e di freddo si può morire senza rendersene conto.
P


Il 20 novembre 2012 13:47, Giovanni Sonego <g.sonego a pianeta.it> ha scritto:
> Squadre e aziende di rugby in Italia - http://www.coobiz.it/it/aziende/trova/1?q=rugby
> __________________________________________
>
> Sono sicuro che molti listaroli l'hanno vista direttamente all'olimpico e che magari hanno non hanno avuto tempo di commentare subito la partita, pero' mi sembra strano che - a parte il commento di Salvatore Messina - nessun altro abbia scritto la propria opinione sulla partita di sabato.
>
> Dico la mia. A me è piaciuta e anche molto.
> Un'ottima disposizione mentale, un'ottima difesa, fantasia e aggressivita'. Pochissimi falli contro.
> Abbiamo saputo mettere in difficolta' gli All Blacks in piu' di un'occasione.
> Con questa squadra possiamo fare la nostra figura nel 6 nazioni, ne sono certo.
>
> Pero' c'e' una cosa che proprio non mi ha convinto. la gestione dei cambi.
>
> Mi pare che alcuni giocatori siano stati sostituiti troppo presto. E poi, perche' tutte quelle sostituzioni...  Mi chiedo: ma e' meglio avere un giocatore fresco ma "fuori partita" o uno un po' stanchino, ma "carico come uno schioppo" in piena trance agonistica?
>
> E anche l'alchimia che si crea tra giocatori. Spesso l'inserimento /sostituzione di un solo giocatore puo' cambiare il volto della partita. Figuriamoci se si sostituisce mezza squadra! Abbiamo praticamente la certezza che il volto della partita cambiera'. E quando la partita "sta andando bene", un cambiamento puo' solo volgere al peggio.
>
> Io personalmente cambierei i giocatori in campo, solo in caso di infortuni o di evidenti cali fisici e mentali, non perche' si era stabilito di farlo prima del fischio d'inizio.
>
> E poi, oggettivamente, i nostri giocatori in panca erano meno "in forma" (per non dire meno forti) di quelli in campo.
> E quindi, le sostituzioni hanno abbassato il livello della squadra.
>
> Invece, per gli All Blacks e' successo esattamente il contrario. Quelli in panchina era giocatori migliori di quelli in campo. E quando anno fatto le sostituzioni, il livello della squadra in maglia nera e' aumentato.
>
> A questo punto oltra al nostro "tradizionale" calo fisico del secondo tempo abbiamo aumentato ancora divario tecnico tra la nostra Italia e la Nuova Zelanda, che e' diventato enorme e incolmabile. E si e' visto.
>
> Quindi, per la prossima volta, perche' non sostituire un po' meno o un po' dopo?
>
> Ciao
> Giovanni Sonego
>
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