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[RUGBYLIST] Infortuni e responsabilità
VolpeFast
volpe_angelo a fastwebnet.it
Ven 16 Mar 2012 09:34:49 CET
Un caso venuto alla luce sulla stampa trevigiana, accaduto ad un ragazzino
delle under del Benetton.
Se i fatti riportati dagli articoli rispondono alla verità, la società non
ci fa una bella figura.
Ma quali sono esattamente le regole in questo caso? Fino a che punto
risponde la società e/o piuttosto la famiglia di chi ha la responsabilità
dell’incidente?
C’è una prassi consolidata da precedenti analoghi?
Angelo
Da la Tribuna di Treviso
BIMBO SPINTONATO, CAUSA ALLA BENETTON
Il baby-giocatore rimasto invalido dopo essere stato ferito fuori dal campo
di rugby.
La famiglia chiede i danni alla società
Si conclude con una causa di
risarcimento darmi alla Benetton
Rugby di Treviso un torneo
di ragazzini, tutti di età
compresa tra gli 8 e i 10 anni. A
rivolgersi al giudice contro la
direzione della società è la famiglia
di un bambino rimasto
invalido dopo essere stato
spinto violentemente da un
compagno di squadra, fuori
dal campo di gioco. Questa,
perlomeno, la ricostruzione
tatta dai laminari.
I fatti risalgono al 26 settembre
del 2010 quando F.G., rugbista
di 8 anni, partecipa con
la propria squadra a un torneo
organizzato negli impianti
sportivi di Casale sul Sile. I
bambini non sono soli: sono
tutti minorenni e vengono accompagnati
dai genitori ai
campi sportivi e affidati alla
sorveglianza degli allenatori e
di un accompagnatore, nominato
dalla società sportiva Benetton
Rugby.
La giornata di festa procede
per il meglio fino allo spiacevole
episodio: mentre la squadra
del piccolo atleta si trova a
bordo campo e aspetta il proprio
turno di gioco, un altro
rugbista- stando almeno alla
ricostruzione dei ricorrenti -
spinge F.G.. Normali scherzi
tra compagni di squadra, se
non fosse che F.G. cade e si fa
molto male al braccio. Intorno
al bambino, sostengono i
familiari, non ci sono gli allenatori
e nemmeno l'accompagnatore:
l'atleta si alza e raggiunge
da solo il padre che segue
il torneo dagli spalti. Padre
e figlio si recano all'ospedale
dove viene diagnosticato
al rugbista la frattura biossea
dell'avambraccio sinistro: in
altre parole il bambino si è
procurato una brutta frattura
in due punti dell'osso che collega
bicipite e polso . La madre
del ragazzino chiede alla
Benetton rugby il risarcimento
per l'infortunio del figlio
senza però intraprendere subito
un'azione legale. «Da qui
è iniziato il calvario della madre
di un bambino di 8 anni
per avere il risarcimento dell'
infortunio - fa sapere Michela
Sabatini, avvocato di Treviso
che rappresenta la famiglia
dell'infortunato- Inizialmente,
confidando delle serietà
della società, la madre dell'atleta
non ha voluto un avvocato
». La madre fa tutto quello
che può per ricevere dalla società
di rugby i soldi dell'incidente:
porta la documentazione
medica, dove è sottolineata
l'invalidità del figlio pari al 5
%, e tutte le carte che dimostrano
la spesa di 1.500 euro,
sostenuta dai genitori per le
cure. La società sportiva rimborsa
il danno al braccio con
300 euro. Una somma ritenuta
dai genitori vergognosa a
fronte dell'invalidità diagnosticata.
«La madre chiede la
copia della polizza di assicurazione
fatta dagli atleti - ricostruisce
il legale - dopo sei mesi
le viene risposto dalla società
che se lei vuole la copia della
polizza deve restituire l'assegno
di 300 euro». A questo
punto la famiglia chiede l'Intervento
di un legale: «La società
sportiva fornisce agli altri
genitori informazioni fuorviami
- continua l'avvocato Sabatini-
la società si preoccupa
solo di fare una riunione con
gli altri genitori per far firmare
loro una specie di liberatoria
per evitare alla società altri casi
simili». La famiglia dello
sfortunato giocatore ha deciso
pertanto di procedere con
una causa civile di risarcimento
danni nei confronti della
Benetton rugby Treviso. «La
famiglia del giovane ha ritenuto
di non tacere su questo avvenimento
grave e penalizzai
te per lo sport- conclude Sabatini-
Treviso è la città dello
sport. La Benetton rugby è garanzia
di affidabilità, professionalità
e serietà e i bambini
hanno il diritto di ricevere
massima tutela e protezione
».La prima udienza della
causa civile di risarcimento
danni nei confronti della Benetton
rugby si terrà il 5 luglio
al tribunale di Treviso.
(Elìsa Adamo)
Dal Gazzettino di Treviso
Esiliato in panchina
chiede 20m ila euro
di Roberto Ortolan
TREVISO
Un compagno rompe il braccio
sinistro a un baby rugbista
prima della partita, quando i
genitori lo avevano affidato agli
allenatori, e riporta un'invalidità
permanente del 5% che l'assicurazione
della società non copre.
I genitori chiedono lumi,
ma la società alza un muro di
gomma. Il risultato? Il caso
finirà davanti al giudice civile
che dovrà decidere sulla richiesta
di 20mila euro di danni
avanzata dai genitori del bimbo,
che sono assistiti dall'avvocato
Michela Sabatini. È l'incredibile
vicenda che vedrà l'uno
contro gli altri armati F.G., 8
anni, Benetton Rugby Treviso e
genitori dell'altro bambino.
«Abbiamo dovuto per legge citarli
- spiega l'avvocato Sabatini
- ma il vero obiettivo è
sensibilizzare sulla carenza di
copertura assicurativa per i ragazzi
che praticano sport».
Il 26 settembre 2010 a Casale
si disputò un torneo Under 10 di
rugby. I genitori dei minorenni,
accompagnati i figli al campo, li
affidarono agli allenatori e a un
accompagnatore del Benetton.
Prima di una partita F.G. venne
spinto da un compagno, cadde e
si fratturò un braccio. In quel
momento non c'erano né allenatori
né accompagnatore, tanto
che il bimbo, da solo, dovette
raggiungere e farsi assistere
dal padre che si trovava in
tribuna.
Poi l'angosciante calvario di
una famiglia per ottenere il
risarcimento del danno subito
dal figlioletto. Confidando nella
serietà e professionalità della
società, la mamma dell'atleta
non si avvalse di un legale.
Consegnò documenti e spese
mediche, ma si vide rimborsati
300 euro nonostante l'invalidità
del 5% diagnosticata al figlio e
di costi per 1500 euro. Richiese
così copia della polizza assicurativa.
Dopo 6 mesi la risposta: se
la vuole restituisca i 300 euro.
La madre chiese aiuto all'avvocato
Sabatini e rese i soldi.
A quel punto la società isolò
mamma e bambino (ora sempre
in panchina) e - spiega
l'avvocato Sabatini - convocò
gli altri genitori per fargli sottoscrivere
una "specie di liberatoria"
per gli infortuni dei figli.
Visto la situazione la famiglia
del baby rugbista ha così deciso
per la causa civile, pur sapendo
che così il figlio dovrà rinunciare
allo sport che ama. «E pensare
che ai genitori sarebbe bastato
un segnale di buona volontà,
di distensione - conclude l'avvocato
Sabatini - ma invece si
sono trovati di fronte a un
atteggiamento penalizzante del
Rugby Benetton (società garanzia
di affidabilità, serietà e
professionalità) che li ha obbligati
a rivolgersi al giudice.
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