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I: [RUGBYLIST] I: Globale e analitica, ERRATA CORRIGE
Salvatore Messina
totorugby a yahoo.it
Mar 10 Lug 2012 10:23:49 CEST
E' evidente che è finalmente in atto un grande cambiamento di mentalità del nostro movimento. La problematica è prettamente italiana e francese visto che sono anni che i due movimenti, all'avanguardia dal punto di vista della metodologia di insegnamento, non ottengono i risultati sperati. Al contrario della Nuova Zelanda che, come accenna l'articolo, è riuscita a far quadrare il metodo globale con quello analitico.
La soluzione era anche abbastanza semplice.... bastava dare un'occhiata all'Italia dove si è passati dall'analitico totale (giocatori bravi ma con poca comprensione del gioco) al globale totale (giocatori con buona comprensione del gioco ma con scarse doti tecniche).
Come già da me scritto in precedenza non si può utilizzare una stessa metodologia per lo sport puramente educativo e per quello agonistico. Mi spiego meglio. Lo sport anche agonistico ha una valenza educativa forte ma c'è differenza tra chi vuole solo giocare e chi invece aspira ad una medaglia olimpica. Questo da noi nel rugby non lo abbiamo ancora capito (o non vogliamo capire, che è lo stesso) ma lo accettiamo tranquillamente in TUTTI gli altri sport. Senza scomodare il calcio, nel tennis, nel nuoto, nello sci, nel golf, nella pesca ecc ecc, le federazioni non tesserano tutti quelli che fanno sport per diletto (magari anche tecnicamente bravi) ma solo quelli "che fanno le gare". I ragazzi a scuola fanno educazione fisica per lo sviluppo psico-motorio e per sfruttare le caratteristiche dello sport ai fini della maturazione della personalità. Alla scuola non interessa la prestazione o almeno non nell'attività curricolare. La prestazione ed i
risultati agonistici vengono ricercati nelle attività collaterali, all'interno dei gruppi sportivi scolastici, al pari dei gruppi di arti figurative, giochi matematici, arti drammatiche e musicali.
Purtroppo da noi non esiste un percorso didattico tecnico (a parte qualcosa pubblicato da Padova) e i nostri allenatori delle giovanili usano l'unico materiale didattico disponibile che è quello del progetto scuola. Metodo validissimo trasmessoci da Villepreux ma perfezionato ed adattato dal nostro centro studi.
Non si tratta, però, di un percorso di apprendimento tecnico.
Un po', sempre per fare un esempio, se ad un ragazzino che vuole imparare a sciare i maestri facessero fare per un paio di anni passeggiate nei boschi, studio della neve, rilassamento per superare l'ansia nelle code agli impianti di risalita ecc ecc. Tutte belle cose interessanti e che male non fanno e che dovrebbero essere nel patrimonio culturale di ogni persona. Questo significa, tuttavia, che i ragazzi, invece di sciare bene già a 7/8 anni, cominceranno a farlo a 18/19. Niente di male per lo sciatore della domenica ma scordiamoci di gareggiare con svizzeri ed austriaci che pensano prima ad imparare e poi a godere dei piaceri dello sport.
Per assurdo nel nostro sport, tanto per ribadire il concetto, è come se ad un diciottenne fosse permesso di guidare la macchina per imparare i piaceri della guida e poi, dopo un paio d'anni di guida fosse insegnato il codice della strada e la guida con istruttore. Terribile no?
Secondo il mio modesto parere dovremmo innanzitutto dividere la guida tecnica per il progetto scuola da quella per le società agonistiche, privilegiando nella prima l'aspetto ludico/formativo (touch rugby o meglio ancora tag rugby) e nella seconda l'apprendimento dei fondamentali (passare dx/sx, calciare, placcare, evitare il contrasto e lettura/visione del gioco). Tenendo anche presente che gli stessi ragazzi che nel pomeriggio si allenano nei gruppi sportivi agonistici, la mattina durante le ore di scuola apprenderanno i valori di cui il rugby è portatore.
Che, a grandi linee, è quello che sta facendo la Nuova Zelanda con i risultati che tutti noi abbiamo sotto gli occhi (facendo incazzare i francesi che il metodo globale lo hanno inventato ma non lo hanno saputo adattare all'attività agonistica).
Salvatore Messina
----- Messaggio inoltrato -----
Da: "paolo.valbusa a libero.it" <paolo.valbusa a libero.it>
A: rugbylist a rugbylist.it
Inviato: Martedì 10 Luglio 2012 8:33
Oggetto: [RUGBYLIST] I: Globale e analitica, ERRATA CORRIGE
Squadre e aziende di rugby in Italia - http://www.coobiz.it/it/aziende/trova/1?q=rugby
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Ciao a tutti,
l'articolo non è di Ivan Malfatto bensì di Antonio Liviero. Mi scuso con gli interessati e con gli amici della list. Ringrazio l'amico Luciano per la segnalazione.
Paolo Valbusa
----Messaggio originale----
>Da: paolo.valbusa a libero.it
>Data: 09/07/2012 14.08
>A: <rugbylist a rugbylist.it>
>Ogg: I: Globale e analitica, due scuole a confronto. Dalla Francia al resto del mondo | IL GRILLOTALPA
>
>
>Ciao a tutti,
>mi permetto di girare alla list un interessante articolo di Ivan Malfatto pubblicato da Il Gazzettino e ripreso dal sito Il Grillotalpa. Si parla di 2 scuole rugbistiche diametralmente opposte sotto il profilo dell'approccio metodologico. Fatte le debite proporzioni, sembra di rivivere la diatriba che esisteva (forse esiste ancora) all'interno del sistema educativo italiano tra il metodo deduttivo (prima la grammatica e poi la pratica) e quello induttivo (prima la pratica e poi la grammatica).
>Anche in campo filosofico esiste la famosa controversia tra gli analitici (gli anglosassoni) e i continentali (il resto del Mondo). Ma non vorrei spaventare nessuno: nell'articolo si parla solo di rugby, per fortuna.
>Buona lettura,
>Paolo Valbusa
>
>
> http://ilgrillotalpa.com/2012/07/09/globale-e-analitica-due-scuole-a-confronto-dalla-francia-al-resto-del-mondo/
>>
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