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I: [RUGBYLIST] Una brutta storia
Salvatore Messina
totorugby a yahoo.it
Mar 3 Gen 2012 15:31:54 CET
Ho avuto la fortuna di incontrare i ragazzi de "LaDrola" in campionato e non vi immaginate lo stupore ed il disagio nell'apprendere la notizia. Non avete idea di quanto lontano sia l'immagine di un carcerato da quella di ciascuno di quei giocatori. Non si può immaginare la sensazione che si prova a giocare una partita tra le mura di un carcere.
Non so se la detenzione serva a rimettere sulla "retta via" chi ha commesso un crimine. Sono però sicuro che un progetto come questo, abbinato allo studio o un avviamento al lavoro durante questo periodo siano fondamentali.
Fra qualche settimana torneremo a giocare la partita di ritorno. Rivedrò con piacere i ragazzi e le guardie carcerarie (i loro unici tifosi ma che entusiasmo!!!!!). Purtroppo un momento di festa sportiva sarà appannato da questa brutta vicenda. Non so chi vincerà la partita ma spero che venga come sempre onorato lo spirito del nostro sport per chi rimane e per chi non c'è più.
PEACE & LOVE & PLAY RUGBY
Salvatore Messina
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Inviato: Lunedì 2 Gennaio 2012 22:57
Oggetto: [RUGBYLIST] Una brutta storia
Squadre e aziende di rugby in Italia - http://www.coobiz.it/it/aziende/trova/1?q=rugby
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Dal Corriere della sera on line
http://mondovale.corriere.it/2012/01/02/in-meta-per-una-nuova-vita-ma-codrea-si-e-ucciso-in-cella/#more-156
In meta per una nuova vita, ma Codrea si è ucciso in cella
Una partita (in carcere) della Drola, in maglia rossa
Aurel Codrea giocava a rugby e sognava un mondo diverso. Voleva andare in meta non solo sul campo da gioco, ma soprattutto nella vita, dimenticare il carcere, ricominciare. Non ce l’ha fatta: si è ucciso in cella nel carcere delle Vallette di Torino.
IL DOLORE– Aurel era un giocatore de “La Drola”, squadra della serie C nata nel carcere torinese e interamente composta da detenuti. Aveva 37 anni e veniva dalla Romania. Si è impiccato in cella con un lenzuolo a poche ore dall’inizio del nuovo anno. Anche la federazione rugby si è unita al dolore di conoscenti e familiari e ha espresso cordoglio per l’accaduto.
OVALE OLTRE LE SBARRE– Il nome della squadra della casa circondariale di Torino, La Drola, viene dal dialetto piemontese: Drola significa ‘buffa, bizzarra, divertente’. Bizzarra come questa formazione nata in un mese e mezzo e che come scopo ha il ritorno alla vita normale e non la vittoria. È formata da circa 25 ragazzi, detenuti delle carceri di tutta Italia trasferiti in Piemonte, ai quali è stata data la possibilità di recuperarsi grazie al rugby e che sono stati radunati dall’ex azzurro Walter Rista, ideatore della onlus ‘Ovale oltre le sbarre’. «Senza sostegno, nel rugby come nella vita, non si fa niente», aveva spiegato Rista parlando della squadra.
I giocatori del XV in maglia rossa, iscritta da questa stagione agonistica al girone piemontese della serie C, sono in prevalenza romeni, moldavi e nordafricani,alcuni dei quali prima i questa esperienza, non avevano mai visto una palla ovale. L’iscrizione al campionato di serie C è stata possibile anche grazie alla Federazione Italiana Rugby, che, oltre a dare il suo patrocinio, ha sostenuto la squadra nella preparazione della documentazione tecnica per i tesseramenti, soprattutto degli stranieri, e nella preparazione dei nulla osta delle autorità sportive per giocare all’interno della casa circondariale anche le partite di campionato che dovrebbero svolgersi fuori casa.
RUGBY E STUDI -Tutti i rugbisti della Drola, che come vice-allenatore hanno il cappellano del carcere, stanno scontando pene fra i 2 ed i 4 anni, a parte un italiano, di nome Alessio, che ha già trascorso in carcere 13 anni. Ognuno di loro dopo le partite deve lavarsi maglia e scarpe, e deve dare una mano, sempre in occasione dei match, a montare e smontare i pali della porta. Cinque di loro in carcere oltre che praticare il rugby stanno anche seguendo corsi universitari per arrivare ad una laurea.
TERZO TEMPO– Come da tradizione rugbistica, anche quando gioca La Drola dopo gli incontri c’è il terzo tempo, che si svolge nel ‘braccio della Comunità Arcobalenò delle Vallette. Qui si mangia (spesso lasagne) e si beve insieme, ma è vietata la birra, ingrediente abituale dei terzi tempi del rugby, perché in carcere gli alcolici non sono ammessi.
GUARDIE E LADRI - Il presidente de La Drola, il notaio torinese Natale De Lorenzo ha fatto sapere di essere «scosso per l’accaduto». «Il nostro è un lavoro difficile ma ricco di tante soddisfazioni – ha spiegato -. Per una questione di rispetto per la persona che non c’è più, preferisco non aggiungere altro. Posso dire solo che siamo, con tutti i dirigenti e tutta la squadra, molto addolorati e provati per quanto è accaduto». Intanto la Fir, nonostante tutto, continua a porta e avanti il progetto di organizzare una partita fra La Drola e le Fiamme Oro, ovvero il club della Polizia, per un’inedita sfida ‘guardie e ladri’ a fini benefici.
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