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[Luigi Bocchino]

Ciao amici
 
Vi scrivo ancora dall'X base backpackers, sempre Queenstown, sempre sud del sud.
Stavera scrivo a voi per scrivere a me stesso. Ho un po' alzato il gomito, dopo un'altra giornata fantasmagorica. Prima, per sete. Poi, per accompagnare il cibo. Poi, per piacere. Infine, per compagnia.
Non sono ubriaco, perche' qui la birra e' piu' leggera che da noi. Sono pero' in quel limbo tra la perfetta padronanza di se stessi e l'atarassia.
In quel limbo in cui a volte l'atarassia sconfina nella malinconia. E dove nascono i pensieri.
Oggi sono stato per la seconda volta nella mia vita nel secondo posto piu' bello del mondo: Milford Sound.
Stavolta ci sono andato in aereo, assieme al mitico Cicalone. Convincerlo e' stato facile, e' bastato dirgli che non c'era da camminare. E non si e' pentito di avermi dato retta: lo spettacolo del fiordo le cui pareti a strapiombo traboccano di cascate, lo ha commosso. Di foto ne ho fatte mille e ancora mille. Perche' il tentativo di racchiudere nei pixel quello che la natura ci offre qua, dovevo pur farlo. Perche' una volta a casa, quando mi prendera' la malinconia, almeno potro' stemperarla riguardando l'arcobaleno disegnato sul mare dall'acqua vaporizzata delle cascate. E perche', prima o poi, "sta faccia sfonda".
Nello scrigno della mia memoria Milford Sound restera' il posto immaginifico in cui la natura matrigna o materna, a seconda del tempo, si fa sovrana e ti riconduce alla tua piccolezza. 
Le stelle, che qui sono diverse e luminose, si interrogheranno mai su cosa facciamo noi qui? noi che pensiamo di sapere e potere tutto, ma che siamo solo atomi, magari pensanti. Ma atomi siamo e restiamo. 
 
Pensieri sparsi in una sera di settembre.
 
Il ritorno da Milford Sound. Beh, forse mi perdonerete se usero' l'espressione " mi sono cacato addosso". Eravamo stretti, compressi su sto trabiccolo, quando ad un certo punto ha preso un vuoto d'aria. Sono partiti mille cicalini di avvertimento. non so cosa fossero ma vi assicuro che per un attimo mi sono spaventato di brutto.
Anci a momenti spacca il sedile davanti a furia di stringerlo. I due toscani dietro di noi smoccolavano. Io gia' mi vedevo i titoli dei giornali. "Almeno ritroveranno le foto", ho pensato.
Il pilota, come se nulla fosse, teneva tranquillamente un braccio fuori dal finestrino e continuava a ripetere: "On the left hand side, gentlemen, you can see the Southern Alps..."
ma che ca... dici??? Precipitiamo e mi parli di geologia?? Fammi scendere voglio la mammaaaaa!!!!!
 
Poi il vuoto d'aria e' finito, Anci si e' staccato dal mio braccio ed ha ricominciato a tartassarmi: "Fotografa qui, fotografa li', riprendi qui, riprendi li'. Che vuol dire questo?"
Chi lo conosce sa di cosa parlo.
 
 
 
 
P.s.
stasera ho incontrato di nuovo Anna Basile. Stavolta si e' addolcita, e, appena mi ha visto, mi ha detto: "Ah Principe, ma non te sa ora de datte 'na pettinata??"
Vi ho mai detto che da quando il mio babbo mi pettinava al mare, da piccolo, appena uscito dall'acqua, stricandomi a forza i capelli, ho sempre avuto un'autentica idiosincrasia per pettini, spazzole e affini? Forse no, ma di sicuro l'avevate gia' capito.
 
 
Un abbraccio dal paese dove "pure le donne parlano di rugby" (il saluto del giorno viene suggerito da Giulio, simpatico ragazzetto giramondo conosciuto stasera. Un non-bamboccione)

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