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R: Re: R: I: R: I: [RUGBYLIST] Mallett, analisi impietosa del rugby
italiano
tonotto a libero.it
tonotto a libero.it
Lun 5 Set 2011 15:19:18 CEST
ribadisco di condividere quanto scritto nella prima mail di salvatore, ma ciò non esclude affatto che villpreux sia (stato??) un allenatore innovatore e un uomo di rugby a tutto tondo, forse il primo manager!!! e la scuola rugbystica italiana nasce sicuramente con lui e trova nei primi discepoli persone di grande caratura.....infatti poi negli anni 80 si cominciano a vedere risultati tipo italia u.16 che batte l'inghilterra nel loro tempio del rugby, tour in australia, l'under 19 campione d'europa etc etc. penso però che salvatore abbia voluto scrivere che cmq la crescita andava seguita, maggiorata e finalizzata poi a far crescere una generazione di allenatori competenti e magari anche con loro idee (guy noves x es. è discepolo di villepreux e lo stesso stade gioca con caratteristiche introdotte da villepreux). saluti ovali rossini marco
----Messaggio originale----
Da: gcardeti a yahoo.it
Data: 05/09/2011 14.57
A: <rugbylist a rugbylist.it>
Ogg: Re: R: I: R: I: [RUGBYLIST] Mallett, analisi impietosa del rugby italiano
Puoi continuare a darmi del tu anche se non siamo d'accordo o se non ci capiamo.
Siamo in una list in cui si parla di rugby e in cui ognuno, nel massimo rispetto delle opinioni altrui anche quando non condivisibili o comprensibili, esprime le proprie idee.
Tanto non penso che la Federazione o chi per loro si faccia influenzare da quello che pensi tu o da quello che penso io o qualcun'altro, per cui alla fine non guasterebbe mai un pò di autoironia e di prendersi un pochino meno sul serio.
Quanto alla tua risposta dalle mie parti (cfr. Toscana) si direbbe: "Ma 'ndo vai?" risposta "Son cipolle...."
E a quanto mi risulta neanche la Nuova Zelanda applica le teorie di Villepreux.
Un saluto.
Giovanni
--- Lun 5/9/11, Salvatore Messina <totorugby a yahoo.it> ha scritto:
Da: Salvatore Messina <totorugby a yahoo.it>
Oggetto: Re: R: I: R: I: [RUGBYLIST] Mallett, analisi impietosa del rugby italiano
A: "Giovanni Cardeti" <gcardeti a yahoo.it>
Data: Lunedì 5 settembre 2011, 13:14
Si rilegga per cortesia quello che ho scritto.
Probabilmente non ha capito bene.....
P.S. Non sapevo che in Argentina e Sud Africa venissero applicate le teorie di Villepreux nel minirugby; ne che Ascantini lavorasse per le giovanili di quelle union.
PEACE & LOVE & PLAY RUGBY
Salvatore Messina
Da: Giovanni Cardeti <gcardeti a yahoo.it>
A: Salvatore Messina <totorugby a yahoo.it>
Inviato: Lunedì 5 Settembre 2011 13:00
Oggetto: R: I: R: I: [RUGBYLIST] Mallett, analisi impietosa del rugby italiano
Io firmerei per un paio di altri GRAVISSIMI errori come quello di Villepreux.
Le teorie sviluppate dal francese sono state la base di una generazione di giocatori d'oro che ci ha portato con 1/100 delle risorse che abbiamo adesso dentro il 6 nazioni, meritandoselo nel campo e non per altri motivi.
Possiamo dire che Villepreux ha seminato (tra le altre cose creando un settore tecnico federale che contava personaggi di spicco quali Franco Ascantini ed altri signor allenatori), Fourcade e Coste nel corso degli anni hanno raccolto.
Io continuo a ritenere che la soluzione sia quella di affidare l'alto livello all'allenatore della nazionale (che logicamente farà affidamento su altre persone ma sotto la sua diretta responsabilità), in maniera tale che il percorso decisionale sia sempre chiaro e trasparente.
Qualsiasi sistema qualità prevede chi fa cosa. Nell'Italia rugbystica non si riesce a capire quali siano i ruoli, quali siano le competenze, di chi è la responsabilità se avviene quella cosa o quell'altra.
E' colpa di Mallet se in Italia non abbiamo un'apertura?
Se Mallet avesse gestito per quattro anni l'alto livello, mettendo bocca nella gestione dei giocatori di alto livello o giovani di buone speranze all'interno delle franchige, nella gestione dei giovani all'interno delle accademie, sicuramente oggi potremmo dire che è colpa sua.
Giovanni.
--- Lun 5/9/11, Salvatore Messina <totorugby a yahoo.it> ha scritto:
Da: Salvatore Messina <totorugby a yahoo.it>
Oggetto: I: R: I: [RUGBYLIST] Mallett, analisi impietosa del rugby italiano
A: "rugbylist a rugbylist.it" <rugbylist a rugbylist.it>
Data: Lunedì 5 settembre 2011, 11:01
Squadre e aziende di rugby in Italia - http://www.coobiz.it/it/aziende/trova/1?q=rugby
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Assolutamente no!
Evitiamo di fare lo stesso GRAVISSIMO errore fatto con Villpreux per cui le "teorie" di un tecnico vennero prese per oro colato e bibbia dei successivi 20 anni (ancora adesso) facendo morire la qualità dei nostri ragazzi. Senza alcuna critica o revisione da parte del centro studi (a parte negli ultimi anni....).
Tutto il sistema formativo deve essere costituito: didattica e pubblicazioni a livello universitario, centro di formazione permanente, corsi allenatori (federali e non) seri e formativi con verifiche costanti sul campo, elaborazione di una scuola di rugby basata sulle caratteristiche dei giocatori e dell'ambiente italiani ecc ecc
Il tecnico della nazionale maggiore deve rimanere un selezionatore. Al massimo dare le indicazioni degli obbiettivi quadriennali da raggiungere sulle performances della nazionale.
PEACE & LOVE & PLAY RUGBY
Salvatore Messina
----- Messaggio inoltrato -----
Da: Giovanni Cardeti <gcardeti a yahoo.it>
A: rugbylist a rugbylist.it
Inviato: Lunedì 5 Settembre 2011 10:14
Oggetto: R: I: [RUGBYLIST] Mallett, analisi impietosa del rugby italiano
Squadre e aziende di rugby in Italia - http://www.coobiz.it/it/aziende/trova/1?q=rugby
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Le cose dette nell'intervista sono di una banalità estrema, probabilmente ha sbagliato i tempi ma quello che ha detto è la pura e semplice verità. Cosa a cui non siamo abituati.
Piuttosto secondo la mia opinione diventa decisivo nel quadriennio Brunel un cambio di rotta da parte della Federazione.
Bisogna uscire dall'equivoco di questi ultimi anni in cui l'allenatore della Nazionale è esclusivamente un selezionatore ed avere il coraggio di affidare a Brunel non solo la guida della Nazionale, ma di tutto l'alto livello (gestione rapporti con le franchigie riguardo alla gestione dei giocatori di interesse nazionale, rapporti con le accademie federali, organizzazione campionati apicali, rapporti con le nazionali giovanili e chi più ne ha più ne metta).
L'allenatore della nazionale deve dare l'impronta a tutto il movimento (nessuno si ricorda di Villepreux?), poi se fa bene lo riconfermiamo, se fa male lo mandiamo a casa.
In questa maniera invece non si capisce mai di chi sia la colpa di qualsiasi cosa succeda.
E negli equivoci da sempre ci sguazzano un sacco di persone incompetenti.
Giovanni
Lun 5/9/11, Salvatore Messina <totorugby a yahoo.it> ha scritto:
Da: Salvatore Messina <totorugby a yahoo.it>
Oggetto: I: [RUGBYLIST] Mallett, analisi impietosa del rugby italiano
A: "rugbylist a rugbylist.it" <rugbylist a rugbylist.it>
Data: Lunedì 5 settembre 2011, 09:12
Squadre e aziende di rugby in Italia - http://www.coobiz.it/it/aziende/trova/1?q=rugby
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La cosa preoccupante è che ha ragione al 100%.............
PEACE & LOVE & PLAY RUGBY
Salvatore Messina
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Da: VolpeFast <volpe_angelo a fastwebnet.it>
A: list <rugbylist a rugbylist.it>
Inviato: Sabato 3 Settembre 2011 20:26
Oggetto: [RUGBYLIST] Mallett, analisi impietosa del rugby italiano
Squadre e aziende di rugby in Italia - http://www.coobiz.it/it/aziende/trova/1?q=rugby
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-->
L’intervista che non ti aspetti dal CT della nazionale alla vigilia dei mondiali. Spara a zero su alcuni giocatori. Ha scelto il peggior momento per togliersi i sassolini dalla scarpa. Immagino che avrà una pessima influenza sull’umore della squadra e in particolare dei giocatori presi di mira. Non saranno certamente dei campioni internazionali ma come si fa a esprimersi in questo modo a pochi giorni dall’inizio? Come tatto e tempismo Mallett è a zero.
Mallett boccia l'Italia
«Ho numeri 10 di scarto»
(do.e.) Avrebbe voluto allenare l'Italia
ancora per un paio d'anni, invece a fine
Mondiale dovrà lasciare il posto a Jacques
Brunel. Forse per questo Nick Mallett,
sbarcato ieri a Nelson con i suoi (ancora
per poco) azzurri, dice quello che pensa
senza preoccuparsi delle conseguenze.
A planetrugby.com, per esempio,
ha confidato di considerarsi un uomo
fortunato. Nel farlo, però, ha ridotto
malissimo il rugby tricolore. «In Italia
non ho molto credito, visto che non mi
hanno rinnovato il contratto. Ma sono
comunque fortunato perché allenare
la nazionale non mi ha rovinato la
reputazione. Ho ricevuto molte proposte
di lavoro, l'ultima dal Tolone. Ho detto
no perché adesso penso alla Coppa del
Mondo, ma a giugno tornerò in Francia
o in Inghilterra». Poi l'affondo: «In Italia
non esiste un mediano d'apertura in
grado di giocare in una prima divisione
intemazionale. Orquera è al Brive, ma è
seconda o terza scelta, Bocchino è stato
tagliato dagli Aironi. Questi sono i miei
numeri io in Nuova Zelanda. Neppure
Figi, Samoa o Giappone hanno queste
difficoltà, e prima di trovare Semenzato e
Gori non avevo un numero 9. Per questo
dico che allenare l'Italia è una sfida
enorme e molto rischiosa».
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L’intervista che non ti aspetti dal CT della nazionale alla vigilia dei mondiali. Spara a zero su alcuni giocatori. Ha scelto il peggior momento per togliersi i sassolini dalla scarpa. Immagino che avrà una pessima influenza sull’umore della squadra e in particolare dei giocatori presi di mira. Non saranno certamente dei campioni internazionali ma come si fa a esprimersi in questo modo a pochi giorni dall’inizio? Come tatto e tempismo Mallett è a zero.
Mallett boccia l'Italia
«Ho numeri 10 di scarto»
(do.e.) Avrebbe voluto allenare l'Italia
ancora per un paio d'anni, invece a fine
Mondiale dovrà lasciare il posto a Jacques
Brunel. Forse per questo Nick Mallett,
sbarcato ieri a Nelson con i suoi (ancora
per poco) azzurri, dice quello che pensa
senza preoccuparsi delle conseguenze.
A planetrugby.com, per esempio,
ha confidato di considerarsi un uomo
fortunato. Nel farlo, però, ha ridotto
malissimo il rugby tricolore. «In Italia
non ho molto credito, visto che non mi
hanno rinnovato il contratto. Ma sono
comunque fortunato perché allenare
la nazionale non mi ha rovinato la
reputazione. Ho ricevuto molte proposte
di lavoro, l'ultima dal Tolone. Ho detto
no perché adesso penso alla Coppa del
Mondo, ma a giugno tornerò in Francia
o in Inghilterra». Poi l'affondo: «In Italia
non esiste un mediano d'apertura in
grado di giocare in una prima divisione
intemazionale. Orquera è al Brive, ma è
seconda o terza scelta, Bocchino è stato
tagliato dagli Aironi. Questi sono i miei
numeri io in Nuova Zelanda. Neppure
Figi, Samoa o Giappone hanno queste
difficoltà, e prima di trovare Semenzato e
Gori non avevo un numero 9. Per questo
dico che allenare l'Italia è una sfida
enorme e molto rischiosa».
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Bisogna uscire dall'equivoco di questi ultimi anni in cui l'allenatore della Nazionale è esclusivamente un selezionatore ed avere il coraggio di affidare a Brunel non solo la guida della Nazionale, ma di tutto l'alto livello (gestione rapporti con le franchigie riguardo alla gestione dei giocatori di interesse nazionale, rapporti con le accademie federali, organizzazione campionati apicali, rapporti con le nazionali giovanili e chi più ne ha più ne metta).
L'allenatore della nazionale deve dare l'impronta a tutto il movimento (nessuno si ricorda di Villepreux?), poi se fa bene lo riconfermiamo, se fa male lo mandiamo a casa.
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ancora per un paio d'anni, invece a fine
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