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Re: I: I: [RUGBYLIST] Re:Obbligatorietà e campionati"minori"
Luqa
lvfi67 a tiscali.it
Mer 2 Mar 2011 16:15:18 CET
Salvatore, il tuo casopersonale e quello di alcuni dei tuoi ragazzi non è detto che sia riproducibile ed adattabile a tutti.
A me pare un dato di fatto che i ragazzi hanno maturazione fisica e caratteriale diversificata.
Il sottoscritto alla visita di leva pesava 60 kg, al secondo anno di università ero 75, e come me ce ne sono statialtri che hanno fatto una maturazione fisica decisiva attorno ai 19.
Quindi la separazione tra U18 e seniores ha ancora un significato in generale.
Saluti
Luqa
----Messaggio originale----
Da: totorugby a yahoo.it
Data: 02/03/2011 12.58
A: <rugbylist a rugbylist.it>
Ogg: I: I: [RUGBYLIST] Re:Obbligatorietà e campionati"minori"
Sono tutte balle!
Un ragazzo di 17 anni è un uomo fatto e finito dal punto di vista fisico.
In 1a squadra ho 2 diciassettenni che probabilmente l'anno prossimo giocheranno in B. Ho allenato un U18 che l'anno successivo ha giocato in B, l'anno dopo in A2 ed adesso in A1. Ho allenato Stoica che a 17 anni dava del filo da torcere a seniores (per usare un eufemismo).
Io stesso a 14 anni mi allenavo alla pari con i giocatori della prima squadra ed a 18 sono diventato titolare.
Per giocare a rugby a 17 anni sei già pronto. Sopratutto se giochi nei 3/4!!!!!!!!!!! Al massimo devi mettere su un po' di muscoli se giochi in mischia.
E poi ci lamentiamo che gli italiani sono lenti.... Per forza, li facciamo giocare a 24/25 anni!!!!
Un giocatore di rugby ha il suo punto di massimo rendimento atletico a 26 anni circa. Dopo deve solo riuscire a mantenersi a quei livelli, se è un bravo atleta.
Se cominciamo a considerare i giocatori dai 21 in su i risultati sono quelli che abbiamo visto sabato scorso con il Galles...
Certo che se il nostro target sono i diciassettenni playstation dipendenti, hai ragione ma da questi tirare fuori un giocatore di alto livello è impossibile.
Infatti ci dobbiamo rivolgere all'estero, dove non si fanno queste menate.
Per quanto riguarda la progressione didattica negli altri paesi i dati che citiamo sono del rugby scolastico che viene praticato da tutti, anche da chi gioca a ping pong....
Settimana scorsa a Calvisano Richard Skelly (Coach Development e RDO della federazione NZ) ha spiegato che da loro, per risolvere i problemi di infortuni sui placcaggi, stanno facendo dei corsi per "non farsi placcare".
Il motivo è perché gli isolani vanno a sbattere per gusto.
Non vorrei che però in Italia nascesse una corrente di pensiero che elimini il placcaggio perché troppo pericoloso.
Utilizzare soluzioni fuori dal contesto originario è assolutamente sbagliato.
PEACE & LOVE & PLAY RUGBY
Salvatore Messina
----- Messaggio inoltrato -----
Da: Giorgio Betteto <giorgioxt a email.it>
A: rugbylist rugbylist <rugbylist a rugbylist.it>
Inviato: Mer 2 marzo 2011, 12:30:08
Oggetto: Re: I: [RUGBYLIST] Re:Obbligatorietà e campionati"minori"
Squadre e aziende di rugby in Italia - http://www.coobiz.it/it/aziende/trova/1?q=rugby
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Ciao da Giorgio
Salvatore Messina wrote:
> Squadre e aziende di rugby in Italia - http://www.coobiz.it/it/aziende/trova/1?q=rugby
> __________________________________________
>
>
> Dal punto di vista esclusivamente tecnico, l'U18 è *_totalmente inutile_*.
> Dopo l'U16 un ragazzo o gioca a pari livello con un seniores di 25 anni o è meglio rimanga a casa con la playstation..... Se non ce la fa sarà buono solo per il birra&salsiccia (dopo molta birra e molta salsiccia).
> <mailto:antoncino a alice.it>
Direi senza remore che è una grossa stupidaggine .... come se nelle nazioni più avanti a noi rugbysticamente non esistessero campionati giovanili, espoirs, SA schools, etc etc.
Un ragazzo di 17 anni è un ragazzo ... non ha la forza e la resistenza di un 25 enne, non ne ha l'esperienza; facendo così finisce con farsi male e imparare poco; perchè non saprà mai se i limiti che trova sono dovuti alla differenza di età od alle sue capacità.
Nello specifico poi, sarebbe da incoscienti schierare una prima linea di 17enni contro dei senior...
L'unico modo (guarda caso usato dappertutto tranne che da noi) per fare crescere i giovani non è quello di buttarli al macello, ma di farli giocare il più possibile ed al livello più alto possibile; campionati competitivi , organizzati in gironi meritocratici , magari senza playoff, in modo da insegnare che ogni partita ed ogni punto è importante,
E si deve anche pensae che togliendo annate giovanili... allontaniamo ragazzi dal nostro sport, perchè non è possibile aumentare a dismisura le squadre senior per accogliere i 17 e 18enni...che finirebbero a fare panchina o tribuna, a meno di non anticipare la fine vita sportiva a 35 anni..
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