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[RUGBYLIST] Notizie della domenica
allrugby
allrugby a gmail.com
Dom 30 Maggio 2010 15:46:12 CEST
Prima di pubblicare le notizie del sempre disponibile Gazzettino, nel
mentre trovo ottusamente spiacevole l'atteggiamento della Tribuna di
Treviso, che non consente nessun trasferimento di dati, se non a
pagamento (qui prodest?), vorrei fare alcune considerazioni:
Treviso, ieri, ha fatto proprio un match che, checchè se ne dica,
poche altre squadre, e non solo in Italia, avrebbero conservato come
tale. Difesa incrollabile e rispetto dei fondamentali. Qualche fallo
di troppo, anzi, troppi falli di troppo. Specialmente quello di
Pavanello: fallo idiota, stupido, evidentemente non consone allo
spirito dello sport del rugby. Fossi in lui, mi appropierei di uno
spazio televisivo per chiedere scusa e per definirsi imbecille. Ma so
che questo non succederà mai.
Per il resto, Treviso ha confermato che, in Italia, da qualche anno
vige una semi dittatura sul fronte rugbistico. I numeri parlano chiaro
e la matematica non è un'opinione.
Falzone non era in una delle sue migliori giornate, stante che, a
parte qualche dispettuccio e qualche cagnone rivolto all'avversario di
turno, si è trovato di fronte ad una partita abbastanza normale Non
sono d'accordo con chi, su di lui, ha dato solo giudizi positivi . Ci
vuole una contro prova. Bravo il pubblico, discreto, onesto e
composto. Non bene l'organizzazione, ma forse non per sua colpa.
Gestire un evento simile in poco più di 20 giorni è una cosa molto
complicata. E qui torna in ballo il fallimento FIR, che, con gli
stessi uomini e senza anessun obiettivo palpabile in vista, sta
continuando a distruggere il rugby italiano.
Ed ora ecco le notizie dal grande Gazzettino.
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FRANCO SMITH
Il tecnico della Benetton in panchina ieri a Padova
L’APPELLO
Smith e Bernini:
«Salvare il valore
dello scudetto»
PADOVA - (im) "Lo scudetto deve restare la cosa più importante del
rugby italiano. Non deve essere sminuito dall’avvento della Celtic.
Altrimenti non troveremo i giocatori di alto livello per il futuro".
Nel giorno della loro ultima finale Franco Smith e Franco
Bernini, tecnici di Benetton ed Mps, fanno una dichiarazione d’amore
verso il campionato dall’anno prossimo privato dei migliori giocatori
e delle migliori squadre. Sulla partita Smith parla della difesa: "E’
stata determinante. Con la palla scivolosa per la pioggia caduta prima
abbiamo un po’ modificato il piano di gioco basato su maul e drive, ma
è stato bravo anche Viadana a fermarlo". Bernini si rammarica: "Nella
ripresa ho creduto alla rimonta, perchè invece di calare come il
solito gli ultimi 10’ siamo cresciuti. L’episodio decisivo è stato il
mancato placcaggio di Pace su Vilk nella meta".
Per il capitano del Treviso Antonio Pavanello "la chiave di
volta è stata imporsi con gli davanti: mischia sempre in avanzamento,
tutte le nostre touche vinte e buona organizzazione". Il suo futuro
sarà ancora al Benetton (ha rinnovato 2 anni). Ha rinnovato anche
Brendan Williams per la Celtic. Il consiglio Fir riunito ieri mattina
a Padova ha invece bocciato la norma transitoria sugli oriundi.
Italianizzato solo chi ha fatto presenze nell’Italia A, B o seven. Una
manciata di giocatori.
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Benetton, ecco il Triplete. Treviso soffre ma conquista anche il 15.
titolo tricolore dopo Supercoppa e Coppa Italia
Ivan MALFATTO
PADOVA - E’ finita con i compagni che hanno portato in trionfo sotto
il pubblico Marius Goosen. Giocatore simbolo di questo Benetton che si
ritira per fare l’assistant di Smith dopo aver vinto 4 scudetti e aver
segnato un’epoca a Treviso. Per il club trevigiano invece sono 15 i
titoli italiani e, in questa ultima stagione, il Triplete, la vittoria
di tutto il possibile: Coppa Italia, Supercoppa e Scudetto.
"Biancoverde, i colori della storia" come recitava con orgoglio uno
striscione.
La storia questo Treviso l’ha fatta vincendo l’ultimo scudetto
prima dell’era Celtic League. Dove dall’anno prossimo sbarcherà
insieme agli Aironi Viadana, la rivale battuta ieri. Non potrà
superare il record dell’Amatori Milano (18 titoli). Ma continuerà ad
essere il punto di riferimento dell’alto livello italiano. Mentre il
campionato, dopo 80 edizioni assegnerà uno scudeto svalutato
dall’assenza dei migliori giocatori. Il Benetton ha meritato la
vittoria ieri a Padova, anche se ha sofferto più del previsto.
Soprattutto nella ripresa. Quando non ha sfruttato la superiorità
numerica, è stato più indisciplinato, ha subito pressione e
occupazione dell’Mps che se avesse cambiato calciatore prima dei due
errori di Woodrow forse l’avrebbe spuntata. Invece ha perso la terza
finale su quattro, tutte contro trevigiani.
Il successo il XV di Smith lo costruisce con una gran difesa, un
pack solidissimo e un ottimo primo tempo. Quando si dimostra campione
di efficacia, nonostante le troppe palle perse, compresi alcuni avanti
di Williams (ieri in giornate no) pericolosi per i contrattacchi. Tre
volte nei 22 avversari con la palla in mano e sempre a punti, questo i
biglietto da visita di Treviso. La prima al 12’ con un calcio per
fallo su raggruppamento da posizione centrale. La seconda con la meta
di Vilk, che rompe il placcaggio su Pace e fila in mezzo ai pali dopo
un’azione di tre fasi nata da touche vinta dal monumentale Van Zyl. La
terza allo scadere quando Botes beffa tutti giocando un penalty veloce
nella sua metà campo. Scavalca l’avversario con un calcetto. Raccoglie
la palla e fila verso la meta, fermato a un metro da un placcaggio
efallo professionale di Woodrow. Tre punti e giallo all’avversario,
cosa si può volere di più?
Viadana risponde solo a suon di calci e occupazione. Più qualche
volata su palle perse che portano Pratichetti quasi in meta al 32’ (il
tmo dice no dando avanti). Nella ripresa da formichina mette due calci
per fuori gioco e fallo su raggruppamento portandosi a -1. Ma qui esce
la solidità di Treviso. Prima trova il calcio del respiro su
coraggiosa azione di Picone su up and under. Poi ruba l’unica touche
del match in difesa. Infine resiste 13 contro 15 (Vidal a terra con
barella in campo mentre si continua a giocare, Bots crampi) prolungata
azione dell’Mps con gli avanti nei 22 che si conclude con il tenuto a
terra della liberazione. Treviso è campione.
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FLOP PUBBLICO
Mai così pochi spettatori per una finale in 23 anni
PADOVA - (im) Flop organizzativo e di pubblico per l’ultima finale pre
Celtic. Non poteva essere diversamente, la sede è stata decisiva dalla
Fir solo tre settimane fa e poi il tutto affidato all’Acciari
Consulting. I 4.150 spettatori sono il dato più basso in 23 anni di
playoff con quello del Flaminio ’09. Quando c’era la Lire qui si
sfioravano i 10.000. L’inno è stato quasi comico. Il Benetton ha
lamentato un via vai di persone davanti agli spogliatoi nel pre match.
I giornalisti si sono visti staccati le prese mentre ancora
lavoravano.
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Benetton: «Felici per il successo» Zatta eguaglia Moratti
Luciano Benetton, patron della squadra trevigiana, ha lasciato lo
stadio subito dopo il fischio di chiusura di Alan Falzone. “Forse un
po’ di nervosismo da parte nostra – ha detto – ma in una finale c’è
solo una cosa che interessa, vincere. Noi abbiamo ottenuto il successo
e possiamo essere felici”.
Amerino Zatta, il presidente del Benetton, è sulla stessa
lunghezza d’onda: “Questa è stata una stagione splendida – ammette –
abbiamo vinto tutto quello che si poteva vincere, Super Coppa, coppa
Italia e, dulcis in fundo, il campionato. Di più non potevamo
pretendere. Mettiamoci poi che durante la stagione abbiamo sconfitto
anche i campioni di Francia del Perpignan. Cosa potrei volere di più
da questo gruppo fantastico”.
Una squadra che vince e si diverte.
“Ho detto anche per questo che il nostro è un gruppo fantastico,
con un tecnico preparato e che sa dove vuole arrivare, con dei
giocatori di prima scelta e uno staff che fa le cose come si deve, è
normale poi che la nostra società sia da molti invidiata ed ammirata”.
Un gruppo purtroppo destinato a perdere alcuni pezzi in vista
della Celtic League.
“E’ una cosa normale nel corso degli anni anche se lascia un po’
di tristezza dover perdere giocatori come Goosen o Kingi, ad esempio,
ma anche altri”.
Amerino Zatta non lo dice, ma per lui è il tredicesimo scudetto.
Ne ha infatti vinti 9 da presidente, tre da vicepresidente e uno da
consigliere, quindi 3 Coppe Italia, una da vicepresidente e due da
presidente, infine due Supercoppe nel 2006 e nel 2009. E quest’anno ha
vinto tutto, un po’ come Moratti. Dire che è il presidente più
titolato è fin troppo scontato…
e.g.
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Benetton come l'Inter: centrato il "triplete".
Ennio GROSSO
Intensa, tirata, molto sofferta, ma alla fine il Benetton ce l’ha
fatta e ha vinto ancora: il 15. scudetto della storia, l’ultimo per
Treviso che dalla prossima stagione giocherà in Magners Celtic League.
L’ultimo di un certo valore e spessore.
Per il Benetton è stata una stagione fantastica, un’annata nella
quale ha vinto tutto quello che obiettivamente poteva vincere. Una
fantastica tripletta: Super Coppa Italiana a settembre, coppa Italia a
Marzo, scudetto a maggio. Il Benetton ha sfatato anche un tabù, quello
che dava la squadra vincente in coppa Italia, poi perdente in
campionato. Invece stavolta Treviso ha fatto tutto suo. “Sono
veramente felice per la vittoria – ammette Franco Smith – questo è
stato un anno duro, durante il quale la squadra ha fatto un lavoro
stupendo. In finale abbiamo sofferto, è vero, Viadana non aveva nulla
da perdere, ci ha creato tanta pressione, ha cercato in tutti i modi
di rallentare le nostre maul, ha annullato tutto quello che noi
cercavamo di fare”.
Alla fine però Treviso ha vinto ancora.
“Sì. Oltretutto questa era una finale particolare, l’ultima per
noi e Viadana. Tenevamo quindi in maniera particolare a vincerla,
pertanto alla fine la gioia è stata doppia. Lasciamo da vincitori, il
migliore risultato possibile”.
Un finale di stagione stupendo.
“Dopo la partita di ritorno di Perpignan in Heineken Cup abbiamo
giocato altre 16 gare. Ci eravamo messi in testa di vincerle tutte e
quasi siamo riusciti nell’intento. Abbiamo perso solo a Rovigo, ma
abbiamo conquistato coppa Italia e campionato in appena due mesi. Non
solo, abbiamo centrato anche altri risultati, come quello del migliore
attacco e la migliore difesa, cosa dire di più di questa squadra?”.
Un grazie a qualcuno in particolare?
“Alla mia famiglia, ai giocatori e alla società che ha creduto
in me. In questi tre anni abbiamo ottenuto dei grossi risultati.
Adesso inizia una nuova avventura, ma forse è presto per parlarne,
godiamoci intanto questo scudetto”.
Prima della partita avevi gli occhi lucidi.
“È vero, la tensione era tanta, e sapevo anche che per alcuni
giocatori sarebbe stata l’ultima partita con Treviso come Goosen,
Kingi e poi Mulieri, tutti ragazzi eccezionali. E’ normale che ci sia
anche un po’ di amarezza per questo, ma lo scudetto – conclude Smith –
cancella tante sofferenze”.
“Sì, è vero, non è stata una bella partita – ammette il dg del
Benetton, Vittorio Munari – col terreno bagnato non si può pretendere
di vedere del bel gioco; poi è uscito il sole ma sarebbe stato
sbagliato pensare di poter giocare di più la palla. Viadana forse era
più concentrato, noi abbiamo avuto un possesso non ottimale, ma è
anche vero che quando una squadra gioca male una finale ma riesce
comunque a vincere, significa che è veramente una grande squadra”.
E adesso?
“Cambia un po’ la situazione, noi andremo giocare in Europa, ma
non vogliamo assolutamente chiudere la porta alle nostre spalle”.
Il vice presidente Alfonso Fuselli non ha mezze parole.
“L’importante era vincere, sicuramente la partita non è stata tra le
più belle viste negli ultimi tempi, ma dobbiamo essere concreti.
Inutile giocare bene e poi magari perdere. Il campo oltretutto non ha
permesso di fare tanto gioco, soprattutto non si riusciva a dare
velocità alla manovra, poi abbiamo perso qualche pallone importante.
E’ stata indubbiamente una partita sofferta, ma sappiamo che in una
finale nessuno ti regala nulla. Comunque è stato bello vincere questo
scudetto perché l’ultimo ed è stato bello, soprattutto, vedere tutti
questi tifosi che ci hanno sostenuto ed incitato dall’inizio alla fine
dell’incontro, dandoci un sostegno importante nei momenti difficili.
Un grazie a tutti per quello che hanno fatto”.
Infine il consigliere Giuseppe Maresio: “E’ stata la finale tra
le due squadre più forti, le due che nelle ultime stagioni hanno avuto
più meriti. E’ stata una partita intensa e in una finale non è facile
vedere bel gioco, il campo allentato non ci ha avvantaggiato e
oltretutto di fronte avevamo un validissimo avversario. Aver battuto
Viadana, pertanto, ci rende ancor più orgogliosi. Complimenti a loro e
un arrivederci nella prossima Celtic League".
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LA CELTIC
Munari: «Adesso sbarchiamo in Europa senza chiudere la porta»
Intensa, tirata, molto sofferta, ma alla fine il Benetton ce l’ha
fatta e ha vinto ancora: il 15. scudetto della storia, l’ultimo per
Treviso che dalla prossima stagione giocherà in Magners Celtic League.
L’ultimo di un certo valore e spessore.
Per il Benetton è stata una stagione fantastica, un’annata nella
quale ha vinto tutto quello che obiettivamente poteva vincere. Una
fantastica tripletta: Super Coppa Italiana a settembre, coppa Italia a
Marzo, scudetto a maggio. Il Benetton ha sfatato anche un tabù, quello
che dava la squadra vincente in coppa Italia, poi perdente in
campionato. Invece stavolta Treviso ha fatto tutto suo. “Sono
veramente felice per la vittoria – ammette Franco Smith – questo è
stato un anno duro, durante il quale la squadra ha fatto un lavoro
stupendo. In finale abbiamo sofferto, è vero, Viadana non aveva nulla
da perdere, ci ha creato tanta pressione, ha cercato in tutti i modi
di rallentare le nostre maul, ha annullato tutto quello che noi
cercavamo di fare”.
Alla fine però Treviso ha vinto ancora.
“Sì. Oltretutto questa era una finale particolare, l’ultima per
noi e Viadana. Tenevamo quindi in maniera particolare a vincerla,
pertanto alla fine la gioia è stata doppia. Lasciamo da vincitori, il
migliore risultato possibile”.
Un finale di stagione stupendo.
“Dopo la partita di ritorno di Perpignan in Heineken Cup abbiamo
giocato altre 16 gare. Ci eravamo messi in testa di vincerle tutte e
quasi siamo riusciti nell’intento. Abbiamo perso solo a Rovigo, ma
abbiamo conquistato coppa Italia e campionato in appena due mesi. Non
solo, abbiamo centrato anche altri risultati, come quello del migliore
attacco e la migliore difesa, cosa dire di più di questa squadra?”.
Un grazie a qualcuno in particolare?
“Alla mia famiglia, ai giocatori e alla società che ha creduto
in me. In questi tre anni abbiamo ottenuto dei grossi risultati.
Adesso inizia una nuova avventura, ma forse è presto per parlarne,
godiamoci intanto questo scudetto”.
Prima della partita avevi gli occhi lucidi.
“È vero, la tensione era tanta, e sapevo anche che per alcuni
giocatori sarebbe stata l’ultima partita con Treviso come Goosen,
Kingi e poi Mulieri, tutti ragazzi eccezionali. E’ normale che ci sia
anche un po’ di amarezza per questo, ma lo scudetto – conclude Smith –
cancella tante sofferenze”.
“Sì, è vero, non è stata una bella partita – ammette il dg del
Benetton, Vittorio Munari – col terreno bagnato non si può pretendere
di vedere del bel gioco; poi è uscito il sole ma sarebbe stato
sbagliato pensare di poter giocare di più la palla. Viadana forse era
più concentrato, noi abbiamo avuto un possesso non ottimale, ma è
anche vero che quando una squadra gioca male una finale ma riesce
comunque a vincere, significa che è veramente una grande squadra”.
E adesso?
“Cambia un po’ la situazione, noi andremo giocare in Europa, ma
non vogliamo assolutamente chiudere la porta alle nostre spalle”.
Il vice presidente Alfonso Fuselli non ha mezze parole.
“L’importante era vincere, sicuramente la partita non è stata tra le
più belle viste negli ultimi tempi, ma dobbiamo essere concreti.
Inutile giocare bene e poi magari perdere. Il campo oltretutto non ha
permesso di fare tanto gioco, soprattutto non si riusciva a dare
velocità alla manovra, poi abbiamo perso qualche pallone importante.
E’ stata indubbiamente una partita sofferta, ma sappiamo che in una
finale nessuno ti regala nulla. Comunque è stato bello vincere questo
scudetto perché l’ultimo ed è stato bello, soprattutto, vedere tutti
questi tifosi che ci hanno sostenuto ed incitato dall’inizio alla fine
dell’incontro, dandoci un sostegno importante nei momenti difficili.
Un grazie a tutti per quello che hanno fatto”.
Infine il consigliere Giuseppe Maresio: “E’ stata la finale tra
le due squadre più forti, le due che nelle ultime stagioni hanno avuto
più meriti. E’ stata una partita intensa e in una finale non è facile
vedere bel gioco, il campo allentato non ci ha avvantaggiato e
oltretutto di fronte avevamo un validissimo avversario. Aver battuto
Viadana, pertanto, ci rende ancor più orgogliosi. Complimenti a loro e
un arrivederci nella prossima Celtic League".
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I GIOCATORI
Williams: «Vittoria del cuore per Goosen, Kingi e Mulieri»
Ghiraldini: «Troppo indisciplinati, bisognava giocare di più»
McLean: «Secondo tempo difficile, dovevamo difendere meglio»
E' ancora festa per il Benetton. Sul prato, pesante per un'abbondante
temporale che ha caratterizzato il primo pomeriggio padovano, del
Plebiscito dopo l'immancabile foto sono gli stessi giocatori a
chiedere a gran voce l'apertura del cancello per far entrare i tifosi,
che alla fine corrono a celebrare la conquista del tricolore. Resa
forse ancora più importante dalla consapevolezza di non aver certo
disputato una partita memorabile.
«Le finali sono sempre difficili - esordisce Brendan Williams,
autore di una partita distante dai suoi livelli migliori - Ci abbiamo
messo grande cuore: per noi era molto importante vincere per Goosen,
Kingi, Mulieri». Sulla stessa lunghezza d'onda Leonardo Ghiraldini:
«Non è stata una bellissima partita. Noi avremmo dovuto giocare di
più, ma con il pallone scivoloso non era semplice e loro ci hanno
messo molta pressione. Siamo stati anche un po' troppo indisciplinati.
Alla fine comunque l'importante era vincere e noi lo abbiamo fatto
mettendoci grande cuore come abbiamo fatto in tutta la parte finale
della stagione».
«E' il mio primo anno qui e sono molto fecile che si sia
concluso in questo modo - sottolinea Lorenzo Cittadini - Abbiamo
dimostrato che abbiamo ancora fame e il rugby non si può giocare senza
avere fame. Abbiamo commesso degli errori di gestione, ma anche se
nella finale non abbiamo giocato benissimo, durante tutto l'anno
abbiamo sempre dimostrato di essere superiori».
Nel cuore del gioco biancoverde, Luke McLean ha chiaro il polso
della partita: «Il secondo tempo è stato difficile, ma nel primo
abbiamo giocato bene. Poi abbiamo sofferto nei punti d'incontro,
mentre all'inizio abbiamo usato bene i drive dopo le mischie e le
touche. Dovevamo difendere di più, ma la partita non si è incanalata
sui binari che avevamo previsto e cambiare piano di gioco non è
facile. Uno scudetto comunque è sempre uno scudetto».
Anche Tobias Botes, tra i migliori in campo, salva il primo
tempo della Benetton: «Abbiamo giocato un bel rugby, dopo l'intervallo
è stata molto più dura. Non siamo riusciti a giocare di struttura e
anche nei calci non siamo stati abbastanza efficaci. Ma siamo contenti
perchè comunque è arrivata una vittoria bellissima».
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IL PERSONAGGIO Sudafricano appende le scarpe al chiodo
Marius chiude col poker
PADOVA - (a.z.) - Marius Goosen, a quasi 36 anni, ha giocato la sua
ultima partita, vincendo il quarto scudetto personale. Come sempre il
sudafricano è stato tra i migliori, capace di rompere ogni volta il
primo placcaggio e attentissimo in fase difensiva.
Per la Benetton non sarà facile rimpiazzarlo. «Di giocatori
tecnicamente bravi ce ne sono tanti - dice il genaral manager Vittorio
Munari - ma quelli che fanno vincere le partite difficili come questa
finale scudetto, sono gli uomini veri. Come Marius Goosen e Dion
Kingi, anche lui giunto al momento dell'addio».
«Goosen - continua Munari - è stato un esempio. Sempre. Un
giocatore capace di ricoprire più ruoli, così intelligente da sapersi
adattare alle esigenze del momento, tanto bravo da capire con un
attimo d'anticipo le situazioni tattiche.
Quante volte ci ha 'salvato' con invenzioni personali, o
mettendo tra i pali un calcio da posizione impossibile! Ma prima
ancora, un fuoriclasse come persona che per me è la cosa che più
conta, perchè i giocatori come lui rendono più forti, con l'esempio
che danno, anche gli altri. Non sarà semplice sostituirlo. Per Treviso
ha rappresentato davvero tanto».
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Edizione di Padova
Molto Benetton, tante note liete
Traffico sotto controllo, terreno che tiene l’acquazzone,
buona direzione di Falzoni. E il solito fair play alla fine
RUGBY/1 Scudetto ai trevigiani che al Plebiscito battono il Viadana
16-12: una giornata di vero sport
La Benetton Treviso batte il Montepaschi Viadana ed è campione
d'Italia per la quindicesima volta. L'ultima per i prossimi quattro
anni almeno, in quanto da settembre i trevigiani - e guarda caso con
loro il Viadana - parteciperanno alla Celtic League.
TRAFFICO. Si temeva un certo caos, per via della limitata
capienza del parcheggio del Plebiscito. Invece è andato tutto liscio,
nonostante il temporalone che si è abbattuto sulla città: le auto
provenienti da Treviso e da Viadana si sono fermate, o all'Euganeo,
dove erano in funzione le navette, o ai parcheggi scambiatori del
metrobus.
E LA PIOGGIA CHE VA. Poi ritorna il sereno, cantava tanti anni
fa Shell Shapiro. L'acquazzone è stato fortissimo, violento, ma il
terreno del Plebiscito ha tenuto perfettamente. Poi, nel secondo
tempo, è uscito anche il sole. Insomma: la meteorologia non ha
influenzato l'andamento del gioco.
GIOVANILI. Tuttavia la forte pioggia ha impedito lo svolgimento
del previsto torneo giovanile, che doveva iniziare alle 15,30. I
ragazzini erano già cambiati: per loro una brutta delusione,
purtroppo.
MAMELI. A cantare l'inno di Mameli, prima del calcio d'avvio, è
stata il soprano di Padova Stefania Miotto. Idea buona, ma risultato
scarso in quanto l'impianto di amplificazione funzionava a corrente
alternata. Un'americanata mal riuscita. Peccato, perchè la voce di
Stefania è di quelle importanti.
FALZONE. Ad arbitrare l'incontro, il padovano Alan Falzone, che
ha diretto bene una bruttissima partita. Prima di lui, un altro
padovano aveva arbitrato per due volte la finale scudetto: Gianni
Morandin, nel 1995 e nel 2001.
TMO, o se preferite, l'arbitro televisivo, quello chiamato in
causa quando il direttore di gara non è sicuro se una meta sia stata
fatta oppure no. È successo al 33' del primo tempo e il Tmo, il romano
De Santis, ha detto no al Montepaschi. Ma che logica c'è
nell'utilizzare il Tmo per la finale, quando per tutto il campionato
l'arbitro si deve arrangiare da solo?
TIFOSERIE. Come sempre, nel rugby, tifoserie mescolate e zero
problemi. Anzi: simpatici sfottò durante la partita e tante pacche
sulle spalle alla fine, con i vincitori che consolano i vinti. Questa,
che negli eventi sportivi dovrebbe essere la normalità, in Italia è
un'esclusiva del rugby.
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