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[RUGBYLIST] Notizie del lunedì

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Lun 14 Giu 2010 14:30:17 CEST


Dal Gazzettino.
Ciao.
Franco

Il summit dice Springboks

Nel summit mondiale di Città del Capo tra il Sudafrica, detentore del
Tri Nations, e la Francia del Grande slam nel Sei Nazioni, stravincono
gli Springboks (42-17) segnando una netta supremazia nella conquista e
nella difesa. Francia irriconoscibile in mischia e lontana dal
realismo dell’inverno scorso. 5-2 le mete per i campioni del mondo.
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Colpo scozzese in Argentina. Vincono i Dogi

Storica vittoria della Scozia ieri a Tucuman nel test con l’Argentina
(16-24). Tutti dal piede di Parks (6 cp e 2 drop) i punti scozzesi.
Negli altri test, Australia-Inghilterra 27-17 (una doppietta
dell’australiano Cooper) e Nuova Zelanda-Irlanda 66-28. Intanto sabato
a Pordenone sono tornati in campo i Dogi, una selezione
dilettantistica triveneta che ha tenuto a battesimo l’Albania XV,
vincendo 69-14.
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BILANCI Tre titoli nazionali su tre: tradizione e novità

Settori giovanili. La legge del Veneto

Ivan MALFATTO

Dopo il Veneto padrone dei play-off in Super 10 (3 semifinaliste su
4), l’en plein di titoli italiani. A quelli assoluti maschile
(Benetton Treviso) e femminile (Riviera del Brenta), si sono aggiunti
i tre giovanili: Petrarca under 20, Tarvisium under 18 e Valsugana
under 16. Cinque scudetti su cinque. A cui si aggiungono i tricolori
ufficiosi assegnati dal Trofeo Topolino nel minirugby; under 14 e 10
Amatori Vicenza, under 12 Leonorso Udine, under 8 Lions Mogliano.
L’unica vittoria sfuggita e andata a Roma è quella degli under 6.
      Il dominio assoluto a livello di risultati conferma una
tradizione e allo stesso tempo mette in luce elementi di novità e
importanti ritorni. La conferma viene dai numeri, la novità (o i
ritorni) dai nomi. Sfogliando gli albi d’oro emerge un dato eclatante.
Da quando esistono i campionati italiani under 15/16, under 17/18 e
under 19/20/21 (le fasce di età sono state ripetutamente modificate)
su un totale di 142 titoli ben 84 sono stati assegnati a club veneti.
Il 59%! Una percentuale superiore rispetto al già alto 52% degli
scudetti veneti nel campionato assoluto (42 su 80) che diventa
schiacciante a livello under 15/6 (l’89%, 24 titoli su 28).
      A farla da padrone è il Petrarca, da tutti riconosciuto come il
miglior vivaio d’Italia, con 31 tricolori. Seguono le piazze di
tradizione Treviso (sponda Benetton), Rovigo e San Donà (4). Il
gradito ritorno ai vertici nazionali è quello della Tarvisium (ultimo
titolo nell’84 con l’under 19). Scuola di vita prima ancora che di
rugby nata nel “rosso” quartiere San Giuseppe, portata ai massimi
livelli dal lavoro di Ino Pizzolato e compagni, sublimata da Marco
Paolini nella “Iole” dei suoi spettacoli. La Tarvisium con nomi che
evocano un’epopea come quello di Enrico Francescato, numero 9 dei
neocampioni, figlio di Bruno e nipote di Ivan. La bella novità è
invece il Valsugana Padova, che bissa il titolo under 15 dello scorso
anno e mostra quanto sia fondamentale investire nei buoni tecnici a
livello giovanile. In questo caso il padovano Carlo Toni e il
neozelandese Chris Roden (ha schierato estremo il figlio Luca), lo
stesso che vent’anni fa era al Petrarca.
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ITALIA Ieri la partenza per il tour in Sudafrica. Sabato primo test

Parisse in campo dall’inizio

(a.li.) Ultimo allenamento degli azzurri ieri mattina al Park Hotel
"La Borghesiana" di Roma in vista del tour di due settimane in
Sudafrica. In serata la comitiva si è imbarcata all’aeroporto "Da
Vinci" alla volta di Madrid, da dove ha preso la coincidenza per
Johannesburg. L’arrivo è previsto per questa mattina alle 11,20.
Sempre in giornata il trasferimento nella provincia di Witbank che
sabato (diretta Sky Sport 2, ore 15) ospiterà il primo dei due test
contro gli Springboks.
      «L’obiettivo è di conservare lo spirito e il livello di gioco
con cui approcciammo il tour dello scorso anno in Australia e Nuova
Zelanda» ha detto il citì Nick Mallett che ha aggiunto: «Tutti i 26
giocatori avranno la possibilità di far vedere le proprie qualità».
Molto atteso il rientro del capitano Parisse: «Abbiamo intenzione di
schierarlo in entrambe le partite. Sarà lui a decidere quanto rimanere
in campo». L’interessato assicura: «Il test di Mirano con l’Italia A
mi ha dato buone sensazioni, il ginocchio è stabile. Mi manca il ritmo
partita, ma quello si acquisisce solo giocando».
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MISCHIA APERTA di Antonio LIVIERO

I teoremi offensivi e la semplificazione della diagonale

Il gioco al piede, assieme al maul, è uno dei più potenti antidoti
all’iper pressione che caratterizza il rugby attuale. Negli ultimi
anni, il repertorio dei calci utilizzati per ovviare alla difficoltà
di squilibrare le difese, si è arricchito di un gesto tecnico
insolito, velocemente metabolizzato fino ad essere considerato banale:
la diagonale. In pratica un assist, un passaggio fatto con in piedi
anziché con le mani, che taglia trasversalmente il terreno
all’indirizzo di un giocatore piazzato in situazione favorevole sulla
fascia in prossimità della meta: libero o in situazione di uno conto
uno.
      I miei primi ricordi della diagonale sono associati alla classe
di Jonny Wilkinson a cavallo della Coppa del mondo in Australia. Jonny
a volte sfiorava l’eresia ignorando un chiaro soprannumero offensivo,
per indirizzare un calcio diritto e potente, eseguito con la punta del
piede e le spalle bloccate, all’indirizzo il più delle volte dell’ala
Ben Cohen. Sulle prime gli esteti hanno storto la bocca: ecco i soliti
inglesi riottosi al gioco alla mano. Ma un po’ alla volta si è
cominciato a comprendere la funzionalità del gesto. E tutte le squadre
hanno inserito la “giocata Inghilterra” nel loro mazzo di carte,
australiani e francesi compresi.
      Un tipo di calcio diverso dall’up and under (in cui la palla
viene colpita, quasi accarezzata, dal basso con un effetto
avvitamento), più simile forse al piazzato con l’ovale ben dritto e
l’impatto del piede sul suo asse. E, come detto, di punta. Dunque una
modalità che va allenata meticolosamente, anche perché di solito non
rientra nella gamma dei fondamentali praticati nelle giovanili. Del
resto bastano poche cose per prepararsi, oltre al tempo: un bersaglio
al centro del terreno o due calciatori che si correggano a vicenda,
senza bisogno di stage con gruppi di giocatori. Il guaio è che tanti
sottovalutano la diagonale. Non vi si applicano. E poi sul campo si
vede. Altri ancora la considerano un delitto contro il gioco di
movimento.
      In realtà si tratta di una opzione offensiva a basso rischio che
oltre a farsi apprezzare per l’immediatezza nel raggiungere lo scopo
senza bisogno di passare per combinazioni complicate, ha il vantaggio
di non essere soggetta a intercetti, e di vedere l’attaccante, in
avanzamento, favorito nella ricezione sul difensore costretto a
ripiegare. Di solito dopo qualche fase improduttiva, basta un segnale
tra il calciatore e il giocatore pronto all’esterno, perchè la giocata
si inneschi all’istante. Ma c’è anche chi la utilizza deliberatamente
come lancio di gioco da fase statica, potendo disporre di giocatori
molto forti nella ricezione aerea. E lo sono in particolare gli
australiani che mutuano la tecnica delle battaglie aeree
dall’Australian Rules. Se va male, al massimo si rischia una touche, o
un rinvio dai 22 metri. E’ un prezzo accettabile. Anche sotto il
profilo dell’estetica, visto che non si profilano derive di calci.
Legittimato dal fatto che il rugby resta pur sempre uno sport di
intelligenza, che si avvale di tutti i mezzi non espressamente vietati
dal regolamento. Naturalmente ogni riferimento alle difficoltà
offensive della nostra nazionale è voluto.
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Edizione di Padova

RUGBY Per il secondo anno consecutivo battuti in finale i pari età della Lazio

Valsugana campione d’Italia under 16

(al.pas.) Straordinario successo del Valsugana Rugby che ha
conquistato lo scudetto categoria under 16, superando nettamente in
finale la Lazio con il punteggio di 23-8. L’altra domenica allo stadio
Padovani di Firenze, i biancoazzurri hanno bissato il successo della
scorsa stagione, quando avevano battuto in finale sempre i pari età
della Lazio, superati di soli tre punti. A un anno di distanza la
crescita dei padovani è stata maggiore rispetto ai colleghi laziali,
che come individualità non hanno nulla da invidiare al Valsugana, che
però ha nel collettivo la propria forza.
      Una prova è la reazione avuta domenica, quando la Lazio ha
segnato una meta dopo pochi secondi di partita; il XV padovano non si
è scomposto e ha continuato a fare il proprio gioco surclassando gli
avversari. Gli sforzi della società di Altichiero, concentrati da
diversi anni sul settore giovanile, stanno dando i frutti sperati e i
due scudetti giovanili ne sono prova tangibile. La prossima stagione
la maggior parte del gruppo dell'under 16 passerà all'under 18,
categoria più difficile, ma i ragazzi del Valsugana hanno già le
spalle grosse.
      Questo il gruppo al completo: Luca Roden, Stefano Mamprin,
Simone Parisotto, Simone Brandolini, Alberto Luisetto, Andrea
Bellotto, Riccardo Scapin, Stefano Andreaggi, Mattia Catelan, Andrea
Gobbo, Nicola Grigolon, Patrik Minante, Francesco Paparone, Andrea
Volpini, Enrico Ramazzina, Andrea Paparone, Edoardo Pittarello, George
Moldoveanu, Davide Fortin, Tommaso Antonio Giacon, Giacomo Zanetto,
Pietro Salmaso, Marco Girardi, Simone Rampazzo, Andrea Donà, Tommaso
Bettella, Matteo Nicoletto, Andrea Salvato, Alberto Dell'Antonio,
Matteo Grigolon, Simone Vettorel, Vasile Tirsina. Allenatori: Carlo
Toni, Paolo Dell'Antonio, Dario Masala, Cris Roden. Preparatore: Fabio
Scapin. Accompagnatore: Giancarlo Girardi.
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Edizione di Treviso

Il tecnico Franco Smith fa il punto sulla prossima stagione. «Il mio
grande sogno? Diventare la squadra rivelazione»

Benetton, 28 match in Europa e addio Italia. «Bisogna crescere anche
in attacco per firmare qualche sorpresa»

Ultimi giorni di riposo per Franco Smith, il confermato tecnico del
Benetton. Poi, dalla prossima settimana, al rientro dalle vacanze in
Sardegna, inizierà a preparare la nuova stagione che vedrà il Benetton
giocare solo in campo europeo: 22 partite nella Magners Celtic League
e 6 in Heineken Cup. “Sarà una stagione tutta nuova per noi – sostiene
il tecnico biancoverde – cercherò di preparare la squadra come feci ai
tempi in cui allenavo nei Cheetahs in Super 14. Non dovremo avere
fretta, un passo alla volta. Purtroppo all’inizio dovremo allenarci
senza i nazionali e il tempo non sarà poi tanto. Ma con i giocatori
che avrò a disposizione vorrei avere il massimo sin dall’inizio”.
      Quali obiettivi ti poni per questa nuova stagione?
      “Sarà fondamentale riuscire ad adattarci subito all’intensità
oltre che al ritmo che troveremo contro questi avversari. Il fatto che
noi non saremo tra i favoriti potrà essere un punto a favore e dovremo
anche puntare su questo per centrare qualche sorpresa”.
      Tre anni fa, al ritorno a Treviso, ti eri posto dei traguardi da
raggiungere in tre stagioni. E adesso?
      “Ovviamente sono ben felice per come sono andati questi tre anni
nei quali abbiamo dimostrato sicuramente di aver fatto dei passi in
avanti in tutti i sensi. Adesso mi pongo dei traguardi non a lunga ma
a breve scadenza: il mio obiettivo principale sarà quello di
dimostrare che il Benetton sa giocare anche a livello offensivo. Se
per quanto riguarda la difesa abbiamo confermato di essere una squadra
di spessore, in Italia ma anche all’estero, vorrei sentir dire la
stessa cosa per l’attacco. Dovremo dimostrare di essere competitivi in
tutti i reparti e magari essere la sorpresa del torneo”.
      La rosa a tua disposizione non ha molti caps europei: ti
preoccupa questa limitata esperienza internazionale?
      “Sarebbe bello avere giocatori di esperienza, ma da questo punto
di vista possiamo solo crescere. L’importante sarà che tutti capiscano
che sia in Celtic League che in Heineken Cup ogni partita sarà come
giocare una finale”.
      Hai parlato di Heineken Cup: cosa pensi del girone di Treviso?
      “Ogni anno troviamo un girone duro, d’altra parte in Heineken
Cup non ci sono partite facili. Un giorno vorrei essere l’allenatore
della prima squadra italiana che riuscirà a passare il turno in
Heineken Cup, ma so che questo giorno non sarà così vicino. Abbiamo
già affrontato Leicester e Perpignan in Heineken Cup nella stessa
stagione, quindi siamo abituati a certe difficoltà. Però quest’anno
avremo la possibilità di preparare le sfide di Heineken con almeno 6-7
partite già giocate in Celtic League, quindi – conclude Smith – con
una certa abitudine al rugby di livello, un aspetto che per noi
potrebbe essere molto vantaggioso”.
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Il Marchiol rappresenterà la Marca nel Super 10

(e.g.) Con il Benetton volato in Europa e partecipante alla Magners
Celtic League, saranno 9 le squadre trevigiane impegnate nella
prossima stagione nei campionati seniores italiani, due delle quali
hanno cambiato categoria essendo state promosse.
      Il Marchiol Mogliano sarà il rappresentante principale essendo
stato promosso nel campionato di eccellenza a 10 squadre.
      Quindi in serie B le trevigiane passeranno da 4 a 5 grazie alla
promozione dalla C del Villorba che ha così raggiunto Gruppo Padana
Paese, Nuova Punto Casa Tarvisium, Volteco Ruggers Tarvisium e Favero
Montebelluna.
      In serie C sono rimaste in 3, Conegliano, Oderzo e Silea, tutte
inserite nel Girone d’Elite dopo il passo in avanti fatto dal Silea
che ha vinto prima il Girone Civ “Est” e poi il barrage con il
Valpolicella, ottenendo un en-plein di vittorie molto significativo.
      Tutto questo sempre che alla categoria non si iscriva il Rugby
Piave, formazione che finora ha disputato campionati giovanili ma che
sta già pensando da tempo anche all’attività seniores.
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