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R: Re: [RUGBYLIST] Cronache di rugby veneto-padovano
paolo.valbusa a libero.it
paolo.valbusa a libero.it
Mar 8 Giu 2010 08:15:26 CEST
E non dimentichiamo il Valpolicella (VR), promosso insieme al Roccia Rubano in serie "A".
Bravissimi tutti!
Paolo
----Messaggio originale----
Da: volpe_angelo a fastwebnet.it
Data: 07/06/2010 19.51
A: "list@"<rugbylist a rugbylist.it>
Ogg: Re: [RUGBYLIST] Cronache di rugby veneto-padovano
E dimenticavo il Mogliano promosso in Super 10....!
Sorry!
----- Original Message -----
From: Angelo Volpe @fast
To: list@
Sent: Monday, June 07, 2010 7:46 PM
Subject: [RUGBYLIST] Cronache di rugby veneto-padovano
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Stagione trionfale per il rugby veneto:
Titolo Super 10 + Coppa Italia: Benetton (TV)
Under 20: Petrarca Padova
Under 18: Ruggers Tarvisium (TV)
Under 16: Valsugana rugby (PD)
Promozione in serie A: Roccia Rubano (PD)
Scudetto femminile: Mira (VE)
E ritornano a far parlare di sè i Dogi con una partita di esordio contro l'Albania a distanza di decenni dall'ultimo match disputato (ARTICOLO IN FONDO ALLA MAIL).
Due articoli riguardanti il rugby padovano: Roccia Rubano e Valsugana Rugby
Dal Mattino di Padova
Giocatore e giornalista, Simone Varroto racconta le emozioni del Roccia Rubano
« » Siamo in A, nonostante me
«Che tensione, negli spogliatoi c'è chi fa la doccia gelata
RUBANO. Scrivo per il Mattino di Padova e gioco a rugby.
E' un privilegio che mi permette di raccontare con occhi speciali
lo sport che mi appassiona. Un amore nato quasi ventanni
fa, in prima superiore, grazie al mio amico e compagno
di banco Mattia, il primo a passarmi un pallone ovale.
Grazie al rugby sto vivendo una gioia unica: la mia squadra,
il Roccia Rubano, è salita per la prima volta in serie A, «nonostante
Varroto», sghignazzano i miei redattori. Sabato abbiamo
fatto festa banchettando sul campo di Rubano.
libere,
fantasie che credono alle
favole» canta Vasco Rossi in
«T'immagini» e quel verso,
profetico, l'abbiamo cantato
a squarciagola nel pullman
che ci riportava a casa da Segni.
Tra quelle colline a sud di
Roma, i nostri avversari ci
hanno dato battaglia senza
tregua. Anche loro in maglia
rossa e verde, colori che ricoprivano
la tribuna coi tifosi
uniti in un'unica coreografia.
Anche a Segni come a Rubano
giocano a rugby per
passione, senza prendere un
euro, puntando sul vivaio.
Rugbisti da rispettare.
Le immagini indelebili di
quei due giorni sono tante.
La sgambata tra i campi appena
arrivati in albergo, con
gli automobilisti increduli. I
discorsi in giardino prima di
andare a letto, tra ansie e sogni.
La strada che s'inerpica
verso Segni, col pullman immerso
in un silenzio irreale.
Lo stadio in cima al colle.
I gesti dei compagni in spogliatoio:
chi va al bagno sei
volte, chi si fa una doccia gelata,
chi siede ad occhi chiusi
e la musica in cuffia. Io
sdrammatizzo, sorrido, incoraggio
i più giovani e i più tesi,
a parole e schiaffoni in testa.
Ero il capitano una volta,
certe cose posso farle. Poi
gli ultimi discorsi degli allenatori
e di Giulio, Il capitano.
Beppe ci legge uno splendido
messaggio di sua moglie
Carla.
I bambini di Segni accompagnano
le squadre a centrocampo.
Vedo il primo tempo
in panchina, sulle spine. All'intervallo
entro, carico a
mille. Il campo è duro, mi
sbuccio le ginocchia, litigo
con un guardalinee, corro,
spingo, placco. Calcio perfino
un pallone, io pilone. Rischiamo
nel finale, ma resistiamo
e l'arbitro dice: «Ultima
azione». Basta calciare
fuori ed è fatta.
Tocca al mediano Enrico
Sandonà, detto Panda, vent'anni,
il piccolo della squadra,
uno di Rubano al 100%.
Dai tre fischi in poi il sogno
diventa realtà. Abbracci, baci,
pianti, l'invasione dei tifosi,
le foto di gruppo.
Nel terzo tempo devo lavorare
- accidenti - caricare foto,
fare il tabellino, pensare
a che diavolo scrivere nel
pezzo. Lo faccio in pullman,
in un casino pazzesco. Scrivo
di cuore mentre il cervello
sente solo cori e risate. Quando
avverto che ho spedito,
Leandro dice che uscirà anche
la locandina sulla nostra
impresa. Abbiamo fatto notizia.
Goditela Rubano questa
serie A, goditela Roccia Rugby,
godetevela miei cari
compagni di squadra e voi
«cinghialetti» che un giorno
indosserete la maglia rossoverde.
Anche tu Simo, godite-
1A
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CAMPIONI D'ITALIA
Il Valsugana vince
lo scudetto Under 16
PADOVA. Il Valsugana
Under 16 è campione d'Italia.
Lo scudetto è arrivato ieri
sul campo dello stadio Padovani
di Firenze, dove i
biancazzurri di Altichiero
hanno letteralmente stroncato
la Polisportiva Lazio
col punteggio di 23-8, vincendo
la coppa intitolata a Mario
Lodigiani di fronte a
1500 spettatori.
E' la conferma della qualità
di un gruppo che l'anno
scorso ha vinto il titolo italiano
nella categoria U15,
sempre contro la Lazio, e
continua a maturare come
testimonia il punteggio di
scarto inflitto ai pari età romani
che un anno fa avevano
perso di soli tre punti.
Per la società padovana è
un successo da incorniciare,
un premio al lavoro che
da anni conduce sul settore
giovanile.
I giovani biancazzurri
classe 1994 e 1995, allenati
da Carlo Toni, Paolo Dell'Antonio,
Dario Masala e
dal preparatore atletico Fabio
Scapin, si confermano
per il secondo anno consecutivo
i più forti d'Italia, ed è
una doppietta notevole perché
realizzata da una società
che non compete ai
vertici del movimento ovale.
II Valsugana ha tentennato
solo ad inizio partita,
quando i laziali hanno segnato
una meta con l'ala
Bruno. Ma la reazione non
si è fatta attendere: prima
la meta di Catelan, al 15',
poi i calci di Roden hanno
portato in vantaggio i biancazzurri,
che a metà della ripresa
hanno messo l'allungo
decisivo con la meta segnata
da Parisotto, fino a
chiudere sul 23-8.
Questa la formazione scesa
in campo a Firenze.
Valsugana Rugby: Roden;
Mamprin, Parisotto, Brandolini,
Luisetto; Bellotto,
Scapiti; Andreaggi, Catelan,
Gobbo; Grigolon, Minante;
F. Paparone, Volpini (25' s.t.
Ramazzina), A. Paparone. A
disposizione: Pizzarello,
Moldoveanci, Fortini, Giacon,
Zanetto, Salmaso. (s.v.)
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IL GAZZETTINO
Sabato a Pordenone con l'Albania, non giocavano dal '93
Rinascono i Dogi
Missione Balcani
Dogi testa di ponte per lo sviluppo del rugby nei Balcani, come anche la storia con la s maiuscola della Serenissima insegna. Elemento di un progetto organico in Friuli Venezia Giulia (dopo i test azzurri, i Golden Oldies, il Benetton di Celtic a Fontanafredda). Strumento per portare risorse nuove all’insegna del motto «impegno nella tradizione».
È su queste basi che sabato alle 18 a Pordenone contro l’Albania XV risorgerà la selezione a invito dei Dogi. Quella in maglia rossa che annovera tra le sue fila giocatori triveneti o stranieri di club triveneti. A cavallo fra gli anni ’70 e ’90 ha segnato la storia di questo sport. Dal 17 novembre 1993 (sconfitta 33-23 contro le Zebre a Treviso) era sparita. Stritolata dal professionismo e dai calendari saturi. «Ora nonostante tutto e tutti siamo ripartiti - spiega con orgoglio Elio De Anna, dei Dogi giocatore, selezionatore e oggi presidente - Siamo riusciti a mettere in piedi 3 squadre per 4 impegni nel giro di un paio di settimane. Il triangolare di L’Aquila, con anche la nazionale Vigili del Fuoco, come preparazione al test di rientro con l’Albania XV di sabato. I Dogi seven vincitori del torneo di Mirano. I Dogi under 20 che hanno sfidato il GranViadana a Padova».
I giocatori selezioni non sono più campioni come un tempo, perchè oggi i big sono impegnati fra nazionali, Celtic e Super 10. Sono giocatori di squadre delle serie minori. Ma De Anna non è spaventato dall’etichetta Dogi di serie B. «La squadra non ha limiti, chi vuol venire gioca - afferma - Non vogliamo intralciare nessuno, nè club, nè federazione. Abbiamo i nostri sponsor. Le nostre assicurazioni per tutelare le società che ci danno i giocatori. Il Cus Padova ci ha dato gentilmente i campi d’allenamento. Piero Monfeli e Fabio Coppo hanno accettato di fare i selezionatori. Partiamo dal livello più basso possibile con l’unico intento di esistere, di essere utili al rugby e a chi vorrà».
Ad esempio l’Albania. Dopo la sfida di sabato a Pordenone contro un XV, verrà restituirà la visita con l’obiettivo di far nascere la nazionale albanese. Sarà la prima meta nei Balcani dei risorti Dogi.
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