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Dom 31 Gen 2010 01:14:01 CET
Dal Gazzettino.
'Notte.
Franco
Benetton non si rassegna
e la Celtic smentisce la Fir
sui soldi chiesti all’Italia
Ivan Malfatto
(im) Benetton e Aironi in Celtic League, c’è ancora una speranza di
ripensamento? A leggere il comunicato emesso dal Benetton ieri sulla
vicenda sembra di sì. «Permangono fermi in noi - dice - desiderio e
volontà di poter partecipare, con una squadra competitiva che
rappresenti il movimento Triveneto, a competizioni di livello europeo.
Se questa esigenza è tuttora percepita come necessità per la crescita
del rugby italiano, si ritiene necessario fare tutti gli sforzi
possibili. Continuiamo a confidare in un epilogo favorevole». La "dead
line" sarebbe spostata a mercoledì. Giorno in cui la Erc si riunisce
per stilare i calendari della prossima stagione. L’Italia dovrà dire
come intende strutturare il suo.
Ieri intanto lo stesso board della Celtic, in un comunicato, ha
smentito quanto affermato dalla Fir e dal presidente Giancarlo Dondi.
Ovvero che il motivo della rottura sono i soldi in più rispetto al
pattuito (tre milioni di euro) chiesti in dicembre dai celtici
all’Italia. Tali soldi sarebbero quelli risultanti dall’indagine
svolta dall’advisor Deloitte, incaricata di verificare i parametri di
ammissione dell’Italia. Quindi non denaro in più, ma semplice rispetto
dei parametri pattuiti fin dal marzo 2009. A chi dare ascolto a questo
punto?
«È allucinante che si rinunci alla Celtic con questa scusa -
tuona l’europarlamentare leghista Mara Bizzotto, che ha seguito dal
primo momento la vicenda - È un alibi ridicolo, una farsa». Se
Benetton continua a sperare, sul fronte Fir danno invece la partita
Celtic chiusa. I soldi verranno riversati su campionato e (se si
potrà) selezioni federali per le coppe.
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RUGBY Dopo la chiusura delle trattative federali per la Celtic League
I Leoni ci provano ancora
In un comunicato la volontà di tentare ogni ulteriore strada
L’ennesimo treno perso, l’ennesima brutta figura. Dopo aver perso i
Mondiali, ora niente Celtic League per le italiane. Questo quanto si
evince dal comunicato federale in cui il presidente Dondi dichiarava
di aver interrotto ogni trattativa col Board della Celtic League. Le
motivazioni? La richiesta economica ritenuta inaccettabile dalla Fir
per l’entità e perché rivolta ad esclusivo beneficio delle attuali
compagini della Celtic League. Oltretutto, a dire sempre di Dondi, di
questa richiesta la Federazione sarebbe venuta a conoscenza solo negli
ultimi tempi.
Ma come si fa a credere che solo all’ultimo Dondi abbia saputo
di questa cifra (3 milioni di euro) da dover sborsare, dopo una
trattativa di tale livello, durata oltre un anno? E poi: a chi altri
sarebbero dovuti andare questi soldi se non alle attuali compagini
della Celtic League trovatesi ad affrontare due trasferte in Italia e
4 gare in più da gestire?
Dondi, in realtà, sembra non aver mai creduto molto nella
partecipazione alla Celtic League e lo si capisce anche nel modo in
cui ha portato avanti la trattativa. Ma allora viene da chiedersi:
Dondi è in pratica il manager dell’azienda Fir. In qualsiasi azienda,
una trattativa poi naufragata in tale maniera a che risvolti
porterebbe? In primis al licenziamento di chi l’ha portata avanti…
Intanto, in casa trevigiana non sembrano perse tute le speranze.
«Benetton Rugby ha appreso con molta preoccupazione quanto comunicato
dalla Fir – si legge in un comunicato – che di fatto vanificherebbe
tutto il lavoro di quest’ultimo anno. Permangono fermi il desiderio e
la volontà, da tempo manifestati da Benetton Rugby, di poter
partecipare a competizioni europee con una squadra competitiva che
rappresenti il movimento triveneto. Essendo questa esigenza percepita
come necessità per la crescita del rugby italiano, si ritiene
necessario fare tutti gli sforzi possibili per raggiungere un
traguardo così importante. Benetton Rugby confida in un epilogo
positivo pronto a fare, come sempre, la propria parte».
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