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[RUGBYLIST] Under 20 e altre cose
gigi10853 a libero.it
gigi10853 a libero.it
Sab 6 Feb 2010 10:48:50 CET
Buongiorno
Ho già scritto in passato dell'assurdità del progetto altezza-peso della federazione, se fosse stato applicato in passato gente
come Ivan e Rino Francescato, o Bettarello o Troncon, tanto per fare qualche esempio, non avrebbe mai giocato in nazionale.
Con questo criterio i veri talenti vengono lasciati fuori per puntare solo sulla massa fisica, ma il talento non si può imparare
col talento si nasce, ed è stato con questo che siamo arrivati al 6 Nazioni.
Ma ci sono anche altri motivi, a cominciare dal fatto che la selezione per i ragazzi di interesse nazionale inizia a 15, 16 anni,
se sei dentro lì bene poi non ti convocano più, come se per tutti i ragazzi i tempi di maturazione fosssero gli stessi.
Invece niente, poi portano avanti il gruppo e basta per tutti gli altri non c'è più interesse.
E il problema è anche un altro: si è scritto nei giorni scorsi del fatto che ciascuno tende sopratutto a coltivare il proprio
orticello, così se si è amici dei selezionatori si possono segnalare i propri ragazzi e spingerli, a scapito magari di qualcuno
che invece fa parte di una società che non ha buoni rapporti con i selezionatori, la cosa, cioè, diventa politica.
Ognuno pensa al proprio campanile invece che alla crescita del rugby italiano, e i risultati si vedono!
E questo ad ogni livello, partendo dalle selezioni dei ragazzi con criteri assurdi per lasciare fuori altri più meritevoli, fino
all'elezione del presidente fatta con deleghe in cambio di favori, in modo da ottenere il massimo per i propri interessi societari
e basta, un voto di scambio insomma, nel più puro stile mafioso, e senza dimenticare le tecniche più sporche per far fuori
gli avversari politici, come in passato abbiamo più volte visto, insomma non ci risparmiamo niente per farci del male.
E poi ci lamentiamo se il rugby italiano non cresce...
Per migliorare basterebbe che ciascuno si facesse un serio esame di coscienza e cambiasse l'atteggiamento egoistico
avuto finora, ma temo che la mentalità italica media sia troppo fortemente intrisa di questo spirito per cambiare così facilmente...
E il rugby è solo una delle tante italiche cose che risentono di questa mentalità, ma questa è un'altra storia e andiamo fuori tema...
E scusate sempre per la prolissità, meno male che scrivo poco...
Pierluigi Filios
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