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R: [RUGBYLIST] Barbarians - Sud Africa
Ferrini Federico
ferfed50 a yahoo.it
Dom 5 Dic 2010 21:49:24 CET
Ciao Antonio ti rileggo con tanto piacere. come ti ho gìà detto sei parte e protagonista di una Storia che amo e che conosco in parte. Mi manca la parte da te rappresentata, quella accaduta negli anni successivi alla mia esperienza rugbistica e da te rappresentata.
Ho giocato a rugby per poco tempo (pochi anni) tra gli ultimi anni '60 ed i primi '70. Venivo dalla pallavolo, dove giocavo nel Cus Catania prima e nella Paoletti Catania dopo. Un caro amico giornalista, Alfio "Fredi" Caruso (poi vicedirettore della Gazzetta dello Sport con Candido Cannavò) ed alcuni amici del rugby conosciuti da poco, insistettero a tal punto che andai a provare: avevo una notevole velocità ma soprattutto una eccellente elevazione ed a quel tempo in mischia non c'era l'ascensore (era punizione). Mi schierarono subito: 2° linea nelle touches e terza nel gioco aperto.
Fu un amore immediato, uno strano colpo di fulmine: io 18enne "sessantottino incazzato" in un ambiente prevalentemente di destra anche "radicale", a Catania !!?? Eppure con Benito Paolone, Turi Giammellaro, Ciccio "Vichingo" Di Mauro e suo fratello Elio, Mariano Falsaperla, Nino e Pippo Puglisi, Lucchese ... e tanti altri si strutturò dapprima stima e rispetto, poi un'amicizia vera, solidale, ancora viva in quelle rare volte che ci si incontra, ma soprattutto viva e calda nei miei ricordi.
Ero molto giovane e ... promettente, ma un grave incidente di moto con esiti invalidanti troncò di netto la mia "carriera" rugbistica e cambiò radicalmente la mia vita.
Subito dopo, appena laureato, forse per mettere quanta più distanza possibile da quei ricordi ancora caldissimi e dolorosi, mi trasferii a Trieste a battermi contro i Manicomi assieme a Franco Basaglia ed a tanti altri .... a vivere un'altra mischia, altre intense battaglie, che hanno riempito la mia vita e la mia storia.
Non mi ci volle molto per rendermi conto del grande debito che avevo con il Rugby, di quanto avesse contribuito a formarmi, a rendermi quello che ero anche nel mio impegno civile e professionale.
Da tanti anni oramai vivo ad Arezzo e non è per caso, credo, che mio figlio oggi è un promettente Under 20 che vive a Tirrenia dove frequenta il secondo anno dell' Accademia Federale, ed è alla prima esperienza seniores in A1.
Scusatemi queste personalissime note biografiche ma il leggere le tue note, i tuoi ricordi, Antonio, ha attivato i miei ..., emozioni, una sorta di groppo alla gola.
Per quanto riguarda Mallett mi sento vicino al pensiero di Antonio e comprendo abbastanza bene il suo sfogo (di Mallett), perché di questo si è trattato.
Penso che con Mallett il nostro rugby è cresciuto non poco, anche se vi è ancora tanta strada da fare.
Penso che i limiti che tutti denunciamo (peraltro con analisi a mio giudizio non sempre adeguate ed utili) abbiano cause più complesse e diffuse nel nostro movimento e nella nostra cultura, cause che non hanno consentito fino ad ora quelle sinergie che altrove (Irlanda, Galles, ecc., per non parlare dell'altro emisfero) sono state alla base della crescita, per alcuni aspetti una crescita più rapida della nostra.
Ne parleremo ancora.
Un caldo saluti a tutti e un abbraccio ad Antonio che vorrei incontrare con un buon bicchiere in mano e tante ore davanti.
Federico Ferrini
Il giorno 04/dic/2010, alle ore 18.48, VolpeFast ha scritto:
> Squadre e aziende di rugby in Italia - http://www.coobiz.it/it/aziende/trova/1?q=rugby
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> Come qualcuno ha già detto in list, non credo sia in discussione il valore di Mallett come tecnico. Almeno non per me. Il problema è invece la sua capacità di comunicare senza autoincensarsi e dunque di usare più modestia nelle sue affermazioni. In secondo luogo un buon tecnico deve anche saper capire e calarsi nella realtà in cui è chiamato ad operare. I risultati di Mallett ottenuti all’estero come tecnico sono inconfutabili, come altrettanto inconfutabili sono i risultati in gran parte negativi della nazionale italiana sotto la sua illuminata guida. Affermare e reclamare dei progressi che vede solo lui non depone a suo favore. Capire il movimento italiano con cui deve avere a che fare forse lo aiuterebbe a fare meglio o almeno a non attirarsi l’antipatia tipica di chi si atteggia alquanto spocchiosamente. Mi pare invece che Mallett continui a crogiolarsi nella gloria dei successi precedenti all’avventura italiana. Credo che fare bene e vincere con il materiale umano a disposizione in Sudafrica o in Francia sia un po’ più facile che vincere e migliorarsi qui in Italia. In altre parole un bel bagno di umiltà da parte di Mallett gioverebbe a lui, alla sua immagine e alla nazionale azzurra, oltre che a tutti noi che amiamo il rugby italiano.
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> angelo
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> Da: rugbylist-bounces a rugbylist.it [mailto:rugbylist-bounces a rugbylist.it] Per conto di A Zibana
> Inviato: sabato 4 dicembre 2010 18:06
> A: rugbylist a rugbylist.it
> Oggetto: [RUGBYLIST] Barbarians - Sud Africa
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> Bella partita considerando che per molti dei giocatori in campo si trattava della conclusione di una stagione lunga e faticosa.
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> Anni fa ero a londra per la partita fra i barbarians e l'Australia che io avevo seguito come liason officerdurante le partite giocate a Catania e Padova.Gli Australiani mi procurarono i biglietti ed andai alla partita con un amico con cui avevo giocato a Parma, Maurizio Carli, che ci ha lasciati da poco.
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> Io ho sempre considerato i Barbarians come il massimo che può sperare un giocatore di rugby. E sono certo che anche ora con il professionismo chi é selezionato é onorato partecipare.
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> Perugini e Geldenhuis sono stati certamente all'altezza dell'impegno dimostrando di aver meritato la convocazione.
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> mallett nel intervista a fine partita ha ribadito ancora una volta che non ama ricevere critiche da chi di rugby etc. etc.
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> Gli do ragione, basterebbe però che si considerasse cosa capitò anni fa. Fu George Costa a siglare la svolta ricordata in un a recente e- mail.
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> Per ringraziarlo si pensò bene di allontanarlo proprio prima della RWC 1999. E furono proprio parecchi giocatori che gli dovevano tanto a non far niente per evitare ciòTutti ricorderanno quanto avvenne in Inghilterra.
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> Non credo che si chiami chi non vale ad allenare i Barbarians in partite come quelle contro AllBlaks e Sud Africa.
>
> Cerchiamo di evitare inutili ed innoportune polemiche.per l bene di questo nostro rugby.
>
> Mi auguro che i miei interventi non creino problemi, non mi costerebbe molto cessare definitivamente.
>
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>
> Antonio
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