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[RUGBYLIST] Notizie del lunedì

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Lun 30 Nov 2009 21:50:14 CET


Dal Gazzettino.
Ciao.
Franco (TV)

In assenza di mete all’Italia servono punti di piede
In corsa Mirco Bergamasco, Gower e McLean

Calci piazzati
Mallett scommette
sulla formula a tre

Di Ivan Malfatto

L’unione di tre debolezze può fare una forza? Forse. Di certo è
un’invenzione con cui ingegnarsi quando non si hanno alternative.
Ovvero non si possiede un piazzatore dalle alte percentuali in
squadra.
      È l’invenzione a cui è ricorso il ct azzurro Nick Mallett nei
Cariparma test autunnali per portare a casa una percentuale del 53% di
realizzazione. Un 8/15 complessivo ottenuto sommando nell’arco delle
tre partite il 5/8 dell’apertura Craig Gower, lo 0/2 dell’estremo Luke
McLean e il 3/5 dell’ala Mirco Bergamasco (drop esclusi). Non un
granchè. Ma sufficiente per conquistare la vittoria necessaria (Samoa)
e fare una discreta figura con Nuova Zelanda e Sudafrica. Se le
percentuali fossero state più alte l’Italia avrebbe potuto far tremare
nel punteggio, oltre che nel gioco di mischia, anche le due big
dell’emisfero Sud. Invece ha dovuto accontentarsi di far loro il
solletico, e un uscire a testa alta.
      Un lusso che non potrà permettersi nel prossimo Rbs Sei Nazioni.
Quando dalla buona percentuale di realizzazione nei calci dipenderà la
buona percentuale di vittoria contro la Scozia e forse qualche altra
nazionale. L’Italia non ha nelle mete l’arma principale per far punti.
Perchè rispetto alle rivali ha scarsa capacità di produrre gioco (pur
aumentata con il ritorno del maul e del dominio azzurro in chiusa).
Deve capitalizzare quindi i calci, ottenuti con il gioco di conquista,
avanzamento e occupazione. Ma se manca un cecchino alla Diego
Dominguez anche questa è un’arma spuntata.
      Ecco allora la strategia di Mallett. Ideata durante i test e
applicabile nel Sei Nazioni. Non uno, ma tre calciatori alla pari si
contenderanno la possibilità di far punti. Anzi quattro, perchè «a
loro c’è da aggiungere il mediano di mischia Tito Tebaldi» ha detto lo
stesso ct. Nei prossimi mesi i quattro atleti saranno seguiti dal
preparatore specifico del settore Philippe Doussy. Chi avrà le
percentuali migliori calcerà al Sei Nazioni. Com’è successo contro
Samoa. Quando Mirco Bergamasco, che prima non aveva mai piazzato in
azzurro, ha fatto lo score migliore durante le sessioni di allenamento
(21/25) e si è trovato in partita primo calciatore.
      Ai quattro poi è da aggiungere Andrea Marcato. Quello che ha
sempre dimostrato di avere il piede più caldo. Ma che deve riprendersi
dal grave infortunio alla spalla (ha iniziato da poco a fare contatto
in allenamento). E che soprattutto non è più sicuro del posto in
squadra, con Gower "blindato" all’apertura e McLean preferito ad
estremo. Alla fine quindi le debolezze da unire sono addirittura
cinque. Riusciranno mettendosi insieme a fare una forza? Leggi un
calciatore decente da schierare alla piazzola nel prossimo Sei
Nazioni?
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Delusione Sudafrica
L’Europa si avvicina

Sei Nazioni al riscatto. Queste le prime indicazioni che si desumono
dal probante novembre internazionale. E non solo per alcune vittorie
prestigiose ottenute da Irlanda, Francia e Scozia ma soprattutto per
il netto avvicinamento che le compagini dell’Emisfero Boreale hanno
mostrato nell’approccio in mischia ordinata e nei punti di incontro
dove da parecchi anni lo strapotere dell’altra metà del pianeta era
apparso enorme.
      Se i miglioramenti troveranno conferma allora potremo parlare di
un secondo periodo d’oro delle mischie europee dopo quello storico
degli anni settanta che misero in ginocchio a ripetizione gli
avversari, neozelandesi in testa. Se ne tornano a casa con le ossa
rotte gli Springboks, con moltissime ferite i deludenti Wallabies
nonché i Pumas, entrambi alla ricerca di una loro precisa fisionomia
di gioco.
      Con molti punti interrogativi tra gli avanti rientrano in patria
anche gli All Blacks, comunque nuovamente primi nel ranking dell’Irb e
che a Marsiglia hanno in parte riscattato la tournée. Tra le nazionali
europee svetta l’Irlanda imbattuta, che ha proposto Jonathan Sexton
quale erede di O’Gara, con a seguire una Francia finalmente con una
spina dorsale solida, sebbene pasticciona contro i kiwi, a cui si
affianca la Scozia del nuovo corso Robinson, che solo per immaturità
ha perso con i Pumas, ma che ha notevoli margini di progresso.
Rimandato il Galles, sparito inspiegabilmente con i Wallabies, e male
l’Inghilterra.
Giampaolo Tassinari
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Il Benetton fa suo il derby con il Casinò di Venezia e allunga in
testa alla classifica, complice la sorprendente caduta del Viadana sul
campo del Gran Parma (13-10). I trevigiani, privi dei molti
internazionali e con Botes alla terza partita consecutiva da apertura
(13 punti al piede), prendono il largo negli ultimi 20’. Mete di Kingi
e Vilk che si aggiungono a quella di Mulieri nel primo tempo (28-6 il
finale). In evidenza la linea arretrata biancoverde, dove hanno
brillato Vilk, Galon e Botes. Bene tra gli avanti Enrico Pavanello,
man of the match.
      Il Venezia Mestre, con l’ex mediano di mischia del Benetton
Lucchese all’esordio, scivola all’ultimo posto in classifica. Problemi
in touche, dove si è fatta sentire l’assenza di Montauriol, e di
tenuta con un calo evidente nell’ultimo quarto. Il tecnico Canale si
deve accontentare del primo tempo equilibrato (6-8) e di una certa
reazione sul piano mentale. Di Duca i 6 punti dei veneziani.
      Tradizione, passione e colpi di scena nell’altro derby veneto, a
Padova, di fronte a 2500 spettatori. Il Petrarca dopo aver subito per
70 minuti si è scatenato negli ultimi 10 con una esaltante rimonta
concretizzata al 79’ dalla trasformazione di Mercier. Trascinato da un
un eccellente Immelman, autore di una meta, il Rovigo allo scoccare
dell’ora di gioco era avanti per 17-6 su un Petrarca brutto e
pasticcione. Ma nel finale la reazione del pacchetto e le iniziative
di Ambrosio hanno capovolto la situazione, complice anche alcuni
regali dei rossoblù. Un calcio di Ambrosio dopo un’azione prolungata
degli avanti, ha trovato Gatto che in palleggio ha servito Gastaldi
per la meta dell’11-17. All’ultimo minuto dopo un’altra azione degli
avanti, la meta di Ambrosio ha portato il Petrarca sul 16-17. Mercier
non ha fallito la trasformazione decisiva (per il francese anche 2
piazzati). Nei 4 minuti di recupero i Bersaglieri hanno avuto la
possibilità di tornare in vantaggio ma un intercetto di Spragg e un
tenuto di Basson hanno vanificato i tentativi. Per la Femi Cz in meta
anche Bacchetti in avvio di ripresa, 2 trasformazioni di Bustos in
giornata nera dalla piazzola, e un cp di Basson (a.li).
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MISCHIA APERTA
di Antonio Liviero

Il gioco al piede
risposta corretta
ma serve qualità

Il gioco al piede è la risposta più efficace e pertinente ai problemi
del rugby moderno. Le fasi dinamiche oggi sono caratterizzate
dall’assorbimento di pochissimi giocatori nei punti d’incontro e da
una linea di difesa che arriva ad essere composta anche da 12
elementi. In una simile situazione gli spazi si creano dietro la
barriera. Superarla col gioco alla mano può richiedere anche una
decina di fasi dispendiose. Magari sterili, senza avanzamento, per
perdere infine il possesso. Perchè allora non ricorrere a un calcio
che in un colpo solo può ribaltare la pressione subita e far
guadagnare 40-50 metri di campo con un basso consumo energetico?
      Gli Springboks è così che hanno vinto il mondiale prima e il Tri
Nations quest’anno. La Francia ha adottato il medesimo sistema per
battere gli Springboks. E gli stessi All Blacks vi ricorrono quando il
loro gioco creativo non decolla. Ci sono partite importanti in cui si
arrivano a contare 5 calci al minuto, compresi quelli in porta.
      L’Italia ha fatto bene ad adeguarsi. La crescita nei confronti
con l’emisfero australe, dalla tournée di giugno ai test autunnali,
oltre che nella mischia e nella difesa, trova fondamento proprio nel
ricorso a un gioco al piede tatticamente più importante, reso
possibile anche dall’arrivo di Gower all’apertura.
      E tuttavia si sarà notato come questo gioco che consente
all’Italia di reggere fisicamente più a lungo, di stare lontano dalla
propria linea di meta e di avvicinarsi ai pali avversari, non sempre
sia supportato dalla qualità necessaria. L’efficacia lascia a
desiderare: touche non trovate, palloni fuori misura o troppo agevoli
per la copertura difensiva. Il recupero dell’ovale per gli azzurri è
statisticamente debole.

      Si tratta di una fase di gioco collettiva che va lavorata di
più, specie per il mediano di mischia e i trequarti. Serve sì un buon
pallone. E un calcio con la precisione di un passaggio alla mano. Ma
altrettanto importanti sono il piazzamento dei sostegni, la
comunicazione tra calciatore e compagni, il timing di salita della
linea in pressione, le traiettorie di corsa e la tecnica di ricezione.
Bisogna lavorare con intelligenza sul punto di caduta della palla per
sperare di recuperarla.
      Il football rugby è il mezzo tattico del momento. Ma non lo si
può improvvisare.
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Parisse operato al ginocchio
Rientro previsto tra sei mesi

(im) Riuscito l’intervento in artroscopia al ginocchio del capitano
azzurro Sergio Parisse ieri ieri alla clinica "La Madonnina" di Milano
per ricostruire il legamento crociato anteriore destro. Sarà dimesso
oggi, tempi di recupero 180 giorni. Sul fronte tv Italia-Samoa è stata
vista mediamente da 735.000 telespettatori su La7 (share 5,9%) e
153.910 su Sky. La7 chiude il trittico con la media spettatori
(1.067.000) e share (8,43%) più alta da quando trasmette i test.
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