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[RUGBYLIST] Re: Digest di Rugbylist, Volume 42, Numero 63
Luigi Bocchino
giggibocchino a yahoo.it
Mar 17 Nov 2009 17:18:57 CET
Credo che nessuno abbia criticato l'articolo in questione, o abbia intenzione di farlo, per il giornale sul quale è stato scritto, ma per ciò che vi è stato scritto.
E' vero la partita è stata probabilmente brutta, giocata sottoritmo.
E allora? Che c'entra il paragone con la Nazionale di calcio?
Nessuno di noi ha tirato in ballo il pallone, ma se vogliamo farlo, facciamolo.
Sono anni che ci scassano il cazzo tutti i santi giorni (scusate, ma quando ci vuole ci vuole) con Cassano sì Cassano no, 4-2-3-1, 4-4-2, botte da orbi a ogni partita di serie Z rigorosamente trasmessa in diretta sulle televisioni di stato, allenatori che attaccano giornalisti che attaccano giocatori che difendono il mister, pulman e treni sfasciati e via dicendo.
Per non dire dello spettacolo SOPORIFERO che offre la Nazionale.
Non mi sembra che ci sia stato nessun giornalista che scirve di rugby che si sia permesso di intromettersi nella sacralità del tempio.
Va bene rispettare le opinioni, ma se sono opinioni rispettabili, non se sono cazzate memorabili come queste.
Scusate lo sfogo.
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Da: Federico Meda | Hand&Made Comunicazione <federico.meda a handemade.it>
A: rugbylist a rugbylist.it
Inviato: Mar 17 novembre 2009, 17:12:33
Oggetto: [RUGBYLIST] Re: Digest di Rugbylist, Volume 42, Numero 63
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Scusate, non voglio fare il bastian contrario ma state esagerando, parlate
di mogli, Marrazzo. E rispettate un po' le opinioni.
In maiuscolo alcuni commenti. Grazie dell'attenzione.
Cari amici del rugby, siete splendidi, meravigliosi, deliziosi ed
invidiabili, ma adesso smettiamola con le favole. L'altro giorno San Siro ha
mostrato una straordinaria festa di popolo, ottantamila persone (più oltre 2
milioni davanti alla tv, tra La7 e Sky) per gustarsi una partita di rugby in
Italia sono da Guinness, ma poi fermiamoci e torniamo alla realtà. Nel rugby
conta vincere, come in qualunque altro sport. Ce lo ha spiegato Martin
Castrogiovanni, il pilone azzurro, appena conclusa la partita: «Grazie dei
complimenti, ma a noi interessava il successo». C'era da abbracciarlo,
nonostante la stazza e il sudore fresco.
PER UNO CHE NON SEGUE IL RUGBY è NORMALE PORSI QUESTO INTERROGATIVO.
E POI, CON GRANDE SERENITA', AMMETTO DI SEGUIRE CON DISPIACERE L'ITALIA
QUANDO - IN CONTEMPORANEA - CI SONO PARTITE CON TASSO TECNICO 3-4 VOLTE
MIGLIORE. SE PREFERITE ITALIA-SUD AFRICA A FRANCIA-NUOVA ZELANDA - AD
ESEMPIO - IO VI RISPETTO MA NON VI CAPISCO.
Dopo esserci sorbiti una settimana di sbattimento di giornali e televisioni,
come si trattasse della finale olimpica o di un campionato del mondo, dopo
aver ascoltato commenti da far rimpiangere perfino l'insuperabile poetica di
un Caressa, non ne potevamo più di una adulterazione della realtà così
sfacciata.
E' STATA UNA BELLA PARTITA? GIOCATA ALLA MORTE? BELLI I CINQUE MINUTI FINALI
MA NON PARLATEMI DI SPETTACOLO ECCELSO. GRANDE CORNICE, SOLIDA DIFESA,
MISCHIA DA APPLAUSI. SE NE SONO ACCORTI ANCHE I PROFANI...
Qualcuno dovrebbe spiegare perché, davanti al rugby, ci inchiniamo tutti,
anche se la nazionale nostra non vince una partita nemmeno per sbaglio.
SONO 12 DI FILA, E NON SEMPRE CON LE PRIME DEL RANKING, COME SI FA A NON
AMMETTERLO?
Davanti al calcio siamo molto più spicci, critici, talvolta (almeno alcuni
di noi) impietosi. Qualcuno dovrebbe spiegare qual piacere ci poteva essere
nel vedere per cinque minuti di fila il pigia-pigia di due pacchetti di
mischia che non riuscivano a smuoversi nemmeno di tre centimetri. Il tutto
accompagnato dal fastidioso refrain di un commentatore tecnico che la menava
sulla «meta tecnica sì-meta tecnica no»
SUI COMMENTATORI, A PARTE SKY, SAPPIAMO COME SIAMO MESSI.
come se da quella dipendesse il risultato di un match fossilizzato sul 20-6.
Appunto 20-6, come se, nel calcio, all'ultimo minuto ci fosse la possibilità
di segnare un rigore sul 3-0: bene, bravi, ma a cosa sarebbe servito il 3-1?
Immaginiamo la replica: non capisci cosa significhi realizzare una meta
contro gli All Blacks, il rugby ha una purezza e una durezza che non
comprendi, la nostra nazionale prima era nessuno, adesso si può permettere
una partita ambiziosa anche contro i miti ovali... Bene, ma non ci sarebbe
stato niente di male nell'ammettere che lo spettacolo migliore è venuto dal
pubblico, la partita è stata vagamente noiosa e deludente, non basta la Haka
per divertire, il rugby in Italia ha sprecato una grande occasione e la
nostra nazionale ha subito l'ennesima batosta.
E' MOLTO REALISTICO - NON SONO TOTALMENTE D'ACCORDO - MA NON DICE NULLA DI
FALSO O SCORRETTO.
Il calcio ha, e avrà, tutti i difetti del mondo, ma il glorioso e ambizioso
mondo degli sport vari deve conquistarsi con i fatti tutta la simpatia in
lui riposta. E, allora, mettiamola così: nella stagione d'oro delle donne e
nell'anno horribilis degli uomini azzurri, anche il rugby si è adeguato.
Però avvisate i suoi cantori.
IL FINALE - COME L'ARTICOLO - NON PIACE NEMMENO A ME. PERò GRADIREI, OVUNQUE
COME IN LIST, UN Po' DI RISPETTO E NON LA DENIGRAZIONE PER "GIORNALE" PRESO.
federico
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