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[RUGBYLIST] Il Checchinato-pensiero su All Rugby
athos.fba
athos.fba a fastwebnet.it
Dom 8 Mar 2009 19:20:08 CET
Come dice Giovanni se gli estratti dell'intervista sono correttamente
riportati è solo politica da basso impero per giustificare l'ennesima scelta
di "raddrizzare" le sorti dell'alto livello italiano con la costruzione del
tetto e non delle fondamenta.
Vedo in questa dirigenza, politica e tecnica solo e solamente l'imposizione
di scelte e modelli che finora hanno pagato pochissimo o nulla.
Perchè pochissimo o nulla si è fatto per elevare la qualità alla base, altro
che osmosi caro Giovanni, qui siamo oramai ai compartimenti stagni....
Se poi è vero che il Sig.Checchinato ha attaccato il Petrarca che da anni fa
dello sviluppo del movimento giovanile in numeri e ,giocoforza, qualità
allora siamo al ridicolo, quanti giocatori che sono in Nazionale passando
dai club piu' prestigiosi in Europa sono usciti da quella fucina ???
Per quanto riguarda Mallett ha ragione a lamentarsi, ma come disse Fiorenza
qualche msg fa se sei un bravo cuoco puoi fare buoni piatti anche con
ingredienti "poveri", e se l'orto ( vero Ivano ;-) ?!? ) lo coltiviamo e
ci lavoriamo alla base il concime di idee e formazione lo deve dare la FIR
senno con i grandi e grossi un anno vinci il campionato ( forse ) ma se il
grosso manca ???
Piccolo inciso frase sentita a livelli alti ."Con i grossi un giorno,
forse, vinceremo qualcosa, con piccoli seppur bravi non vai da nessuna
parte " (Sic !)
Sull'utlima parte della mail di Giovis , se formiano i giovani solo
sull'azione /reazione non andiamo da nessuna parte !
Meccanismi fallimentari da riflesso condizionato, bottone rosso : Banana !
bottone nero : "Scossa "! e se non esce ne la banana ne la scossa ? Immobili
come semafori.....
Ci vuole anche la "comprensione" del gioco, "dare" la serenità di fare
scelte ( presa di resposabilità individuale e collettiva) e provare
trasformarle in scelte efficaci rispettando i principi,.
Formiamo i giocatori al gioco del rugby dotandoli di competenze(
tecnico/atletiche) individuali e collettive e poi scegliamo eventualmente
quelli fisicamente "preparati".
Sviluppiamo un modello di formazione di alto livello adeguato alle esigenze
logistiche e culturali del nostro paese senza scopiazzare di volta in volta
modelli stranieri " perchè li funziona !" e li abbandoniamo al cambiare
dell'allenatore della Nazionale ( e non solo...) come cambiamo
mutande......forse cosi si svilupperebbe anche un "sistema di gioco" piu'
vicino alle nostre caratteristiche e chissà che qualche risultato venga,
altro che Celti League...
Purtroppo il ritardo accumulato in questi anni è tanto e le scelte federali
mi pare vadano in direzioni opposte, ma sognare e scrivere in List costa
nulla !!!
E qui mi fermo perchè sto' pistolotto è fin troppo corposo,
ciao
fabio
----- Original Message -----
From: Giovanni Ciraolo
To: list@
Sent: Sunday, March 08, 2009 12:23 PM
Subject: Re: [RUGBYLIST] Il Checchinato-pensiero su All Rugby
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Se queste opinioni di Checchinato sono state riportate correttamente, esse
indicano una certa confusione organizzativa che si è impossessata del rugby
italiano. Ovviamente con tutto il rispetto per la persona di Checchinato. Le
gestioni precedenti della nazionale non erano esenti da difetti, ma si
basavano su una certa stabilità, sia pure tra molte critiche. Una stabilità
che andava aldilà di federugby. Credo sia necessaria una certa osmosi tra
l'organizzazione sportiva nazionale e la federazione rugby. Non posso
concepire uno sviluppo stabile del nostro rugby senza una base più ampia,
comprese le polisportive e il sostegno degli enti locali. Bernard Laporte in
Francia è diventato Mnistro dello Sport dopo essere stato ct della nazionale
rugby. Non so quanto siano fondate le opinioni di Checchinato sul Petrarca,
e devo dare credito ad Angelo che ne conosce il mondo dall'interno. Noto
tendenze ad identificare capri espriatori, oggi è la situazione finanziaria,
domani saranno i preparatori dei tre quarti, dopodomani gli arbitri. Su
tutti Dondi incomberebbe come un imperatore romano! La finanza di molte
società italiane di rugby non è un modello di trasparenza, manca forse
un'imputazione analitica di costi e ricavi e questo può essere vero anche a
livello federale. Occorrono progressi meditati, non possiamo avere una
gestione garibaldina della nazionale. Che Mallett abbia portato squadre
compromesse al successo è un fatto, tuttavia la nostra nazionale non era
compromessa ma richiedeva un certo sforzo da proseguire con organizzazione.
Ho l'impressione che Nick Mallett abbia raccolto l'acquisito in fase
difensiva e lavorato sul posizionamento dei giocatori (anche in attacco), ma
gli manchi quel grimaldello che trasformi le tante azioni e reazioni della
squadra in un gioco continuo. In pratica non ha trovato il ritmo di gioco.
La domanda che gli vorrei fare è: te la senti di proseguire ed hai gli
appoggi necessari per farti lavorare, oppure ti senti un uomo solo?
G.Ciraolo
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