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[RUGBYLIST] Notizie del martedì
allrugby
allrugby a gmail.com
Mar 3 Mar 2009 15:13:34 CET
Dall Tribuna di Treviso.
Ciao.
Franco (TV)
Detto al volo
Non c’è che dire, i tentacoli della politica hanno fagocitato tutto o
quasi lo sport italiano. Assistiamo ad un saccheggio ormai quotidiano,
per fini personali o di bottega elettorale, di idee, progetti e
proposte che arrivano dalle varie Federazioni e Leghe, non ultimo il
rugby. Vero è che bisogna trovare le risorse per andare avanti,
mantenere lo spettacolo su livelli decorosi (anche se il XV azzurro
nel Sei Nazioni sta raccogliendo “magre” da far paura) e individuare
nuove vie da percorrere per non far morire l’interesse attorno a
discipline che hanno fatto un’enorme fatica ad assurgere alla ribalta
nazionale, ma l’ultima “guerra di religione” scatenatasi fra i
parlamentari di casa nostra ruota attorno al solito comune
denominatore: il business economico. Soldi che potranno determinare
scelte strategiche e, dunque, consensi. Celtic League e Mondiali
rappresentano solo un pretesto, l’importante è non perdere un briciolo
del bacino di utenza dove si attingono voti per comandare. Che
tristezza, appunto! (s.e.)
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RUGBY. Dietro c’è la questione economica che sta scatenando gli
interessi degli imprenditori
La politica schiaccia in meta
Lega contro An, Sud contro Nord, esplode l’affare Celtic
DUE SQUADRE Il torneo vede già in campo dieci formazioni, tra Galles
Irlanda e Scozia
di Federico Fusetti
ROMA. Soldi e politica. Poi lo sport. La discussione di questi giorni
sull’ingresso di due formazioni italiane nella Celtic League, il
torneo che dal 2002 raggruppa squadre irlandesi, scozzesi e gallesi,
si sta allontanando dal campo di gioco. L’idea nasce quattro anni fa.
Per alzare il livello tecnico dei giocatori italiani bisogna dar loro
modo di confrontarsi con i migliori. E la richiesta di partecipare
alla Celtic, dieci squadre, girone all’italiana e dal 2010 anche con i
play-off, è stata finalmente presa in considerazione dagli
organizzatori. C’è bisogno di nuove risorse economiche, l’Italia può
far comodo, dalla prossima stagione, o più probabilmente da quella
dopo. Ma tra i parametri per accedere al torneo (stadio, rosa di
giocatori, aeroporti, ecc...) c’è un budget minimo di 8 milioni.
Questo, il termine «Celtic» e la contemporanea candidatura dell’Italia
ad ospitare i Mondiali del 2015 o 2019 hanno acceso come fiammiferi
imprenditori e amministratori. La Lega sostiene con forza le
candidature del Nord, Benetton e gli «Aironi del Po» (capofila
Viadana). Alleanza nazionale, nella persona del sindaco di Roma,
Alemanno, sposa il progetto dei tre principali club della Capitale. La
parola finale spetta alla Federazione.
«Se tutto questo interesse serve a raccogliere soldi per il rugby,
non ho nulla in contrario - sostiene Giancarlo Dondi, presidente della
Fir - Noi abbiamo bisogno di appoggio, da qualunque parte politica
esso venga. Sul piano economico e tecnico il rugby ha avuto una svolta
epocale. Tanto poi le decisioni finali spettano al Consiglio Federale,
organo apartitico».
Concretezza e lungimiranza. Se guardiamo al gioco espresso dal nostro
movimento, si tratta di qualità che oggi mancano, ma fare scelte
giuste ora sul piano strategico significherebbe invertire la rotta.
«Valuteremo ogni proposta e i risvolti pratici - riprende Dondi -
senza superficialità, perchè, se il requisito richiesto sono 8 milioni
di euro, non è che con 5 si può chiudere un occhio. L’obiettivo è
crescere, trattenere i nostri migliori dalla fuga all’estero, e far
rientrare altri». A proposito di politici «ovali», nell’elenco rientra
anche Massimo Bitonci, onorevole leghista, sindaco di Cittadella con
un passato da giocatore. «Siamo in molti ad avere un debole per la
palla ovale in Parlamento. E siccome anche in questo sport l’aspetto
economico sta diventando determinante, trovo bello che ci sia un
movimento di opinione che non si occupa del solito calcio. Non ho
preclusioni sulla questione Nord-Sud, anche se bisogna ammettere che
per la consistenza dei vivai, risultati di prestigio e numero di
praticanti il Veneto non teme rivali».
E la vicenda Celtic s’intreccia con la candidatura italiana alla
World Cup 2015, sostenuta ufficialmente dal Governo dopo l’incontro di
pochi giorni fa con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio
con delega allo Sport Rocco Crimi. A parlargli di interferenze della
politica nello sport, Bitonci sorride: «Anche qui in Parlamento sembra
che solo il calcio riesca a muovere mari e monti. Stavolta ci stiamo
mobilitando per il rugby, e quindi, se qualcuno la considera
un’interferenza della politica, io dico che lo sport italiano ha tanto
bisogno di interferenze del genere. A patto che portino un vantaggio
al movimento, una salvaguardia dei vivai, un freno ai giocatori
stranieri naturalizzati».
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