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I: R: [RUGBYLIST] 6 Nazioni

Salvatore Messina totorugby a yahoo.it
Mar 3 Mar 2009 12:30:09 CET


Parlo di minimo indispensabile...

Effettivamente se io prendo 1500 euro al mese netti lordi sono almeno 1.950,00 cioè 300.000,00!!!!

Per 2 motivi: primo perchè la FIR deve tutelare tutto il movimento e le nazionali con i soldi di tutti, secondo perchè è necessaria la giusta concorrenza anche economica, non solo agonistica.
Soprattutto perchè nei paesi dove il meccanismo funziona (Galles, Irlanda e NZ) alla base ci sono sempre i clubs ed i soldi privati anche se sotto l'egida della federazione competente.

E mi sembra giusto!
 PEACE & LOVE & PLAY RUGBY 


Salvatore Messina 



----- Messaggio inoltrato -----
Da: Luqa <lvfi67 a tiscali.it>
A: totorugby a yahoo.it
Inviato: Martedì 3 marzo 2009, 11:58:09
Oggetto: R: [RUGBYLIST] 6 Nazioni

12 tecnici a tempo pieno mi sa che vengono anche più di 200.000 €

La tua riflessione non è scevra da elementi di amara verità.

Controdomanda: e se anziche pensare a riaccorpare tutti i club sotto 
poche insegne, non cominciassero i comitati, ristrutturati per 
distretti e non regioni a farsi attori di formazione di altolivello a 
partire dalle selezioni di distretto?

----Messaggio originale----
Da: totorugby a yahoo.it
Data: 03/03/2009 10.43
A: <rugbylist a rugbylist.it>
Ogg: I: [RUGBYLIST] 6 Nazioni

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Attenzione!
Io non voglio colpevolizzare tecnici impreparati ma che ci mettono 
tanta buona volontà o sacrificio. Meno male che ci sono tanti ex 
giocatori, genitori o semplici appassionati che dedicano PRATICAMENTE 
TUTTO il loro tempo libero per insegnare ai ragazzi e, perchè no, ai 
neofiti adulti.
La preparazione e qualità di un movimento dipende, come ho detto in 
precedenza, dal tempo cui uno può dedicarci.
Attualmente siamo al top. I risultati delle nazionali, dei clubs 
nelle coppe ed il basso livello (con troppi stranieri) del campionato 
d'eccellenza sono il massimo a cui possiamo aspirare. Parlando in 
termini di movimento e quindi programmazione. Poi come dice bene 
Fiorenza se sei un bravo cuoco con gli avanzi di pesce fai la 
bouillabaisse, se non lo sei li dai ai gatti (vero Mr. Mallett?)...

Tornando al discorso, per crescere, in uno sport professionistico che 
cresce anch'esso sempre più, bisogna mettere mano al portafogli. 
Capisco che sia brutale ma è così. Un tecnico per fare bene deve 
dedicare molte più ore alla sua attività. E per poter dedicare tanto 
tempo non può farlo nei ritagli di tempo. Nemmeno se è un insegnante di 
educazione fisica. Solo quando avremo un numero di praticanti elevato, 
tanto che in ogni provincia ci siano almeno una decina di squadre in 
serie C con giovanili complete, potremo permetterci che il tecnico 
dilettante alleni la squadretta amatoriale del paese (come avviene nel 
calcio o nel volley).
Molto si è fatto negli ultimi anni. Molti soldi sono stati spesi 
dalle società ma ancora siamo lontani. I nuovi tecnici giovanili, 
studenti o neolaureati in scienze motorie non hanno l'esperienza 
tecnica necessaria per insegnare bene. Occorrono anni di apprendistato 
per imparare il mestiere e non è nemmeno detto che se uno studia molto 
diventi un genio. Essere bravi dipende dalle capacità di base, 
dall'impegno e dalla selezione: sei bravo quando sei migliore di 
un'altro. Questi nuovi tecnici, per la loro giovane età, non possono 
nemmeno supplire alla carenza di tirocinio con l'esperienza sul campo 
da ex giocatori (che non è necessaria ma che diventa fondamentale se è 
l'unica esperienza del gioco).

In soldoni, una squadretta che voglia elevare il proprio livello di 
gioco avrebbe bisogno di almeno 12 tecnici professionistici (6 con 
esperienza almeno quinquennale e 6 che se la stanno facendo) per un 
totale di € 200.000,00 circa!!!!!
E questo con contratti pluriennali (vale a dire a bilancio una media 
di € 500.000,00).
Cosa ad oggi praticamente impossibile, se non per poche società.

L'obbiettivo Celtic è quello di cambiare radicalmente la struttura 
del nostro sport. Se vogliamo rimanere nel 6N le forze sportive devono 
necessariamente raggrupparsi verso poche realtà che abbraccino tutte le 
catergorie. Un esempio lampante viene da Viadana già da molti anni. Non 
possiamo più permetterci centinaia di squadrette e squadroni in lotta 
per una effimera promozione. Come faccio io a insegnare ad un ragazzino 
i valori del rugby, la capacità di lottare in campo per la propria 
maglia se poi, per permettergli di crescere, devo cederlo ad una altra 
società di serie A?
Se, invece, questo ragazzo provenisse da un vivaio di un club che 
milita in S10 ma che ha compagini minori fino alla serie C io potrei 
garantirgli un futuro sempre all'interno della stessa società.
Fino alla franchigia di Celtic ed alla nazionale. Permettendo ai 
migliori giovani di crescere man mano ritrovandosi con i propri 
compagni. Imparando a giocare insieme fin dall'U10!!!!!!!!!!

Come avviene in Galles, Irlanda ed Inghilterra, NZ e SA...

 PEACE & LOVE & PLAY RUGBY 


Salvatore Messina 



----- Messaggio inoltrato -----
Da: "dalcol.p a toscoveneta.com" <dalcol.p a toscoveneta.com>
A: Salvatore Messina <totorugby a yahoo.it>
Inviato: Martedì 3 marzo 2009, 9:02:14
Oggetto: RE: [RUGBYLIST] 6 Nazioni


Oltre ad essere d'accordo , aggiungo ( da ex giocatore e padre di un 
U 13 ) che la qualita' della base dipende anche dai tecnici .
Qualcuno "molto in alto " che ho incontrato tempo fa' durante un 
concentramento di minirugby mi ha detto che il piu' grande problema 
riscontrato con la crescita del numero di praticanti e' proprio quello 
dei tecnici preparati . Questo non vale tanto per le aree ad alta 
tradizione rugbistica ma per quelle , diciamo cosi' , di piu' recente 
formazione  .
Devo dire che e' proprio quello che vedo , dal mio punto di vista. 
Tanta buona volonta' ma .....
Se ci sara' la volonta' di affrontare l'annosa questione della 
formazione dei tecnici ( speriamo ) , non sara' comunque impresa facile 
. Proprio per i motivi da te esposti  .
Piero


-----Original Message-----
From: rugbylist-bounces a rugbylist.it [mailto:rugbylist-
bounces a rugbylist.it] On Behalf Of Salvatore Messina
Sent: Tuesday, March 03, 2009 7:23 AM
To: rugbylist a rugbylist.it
Subject: [RUGBYLIST] 6 Nazioni


1. Siamo entrati nel 5 nazioni semplicemente perchè il business non 
si poteva permettere che una nazionale stesse ferma mentre le altre 
giocavano. Noi eravamo e siamo gli unici in Europa a potervici 
partecipare.
2. A chiunque venga chiamato a gestire una squadra interessa poco o 
nulla di cosa sta sotto. Guarda i giocatori che ha a disposizione e 
cerca di farli giocare. A meno di non avere un contratto a vita o di 
allenare la squadra più forte del mondo e, quindi, dopo quella attuale, 
non poter aspirare a nulla di meglio.
3. L'arbitro legge la partita come tutti. Se si dovesse fischiare 
tutto quello che si vede non si giocherebbero che 15 minuti a qualsiasi 
livello. L'arbitro interpreta ed è normale che una squadra alla frutta 
che utilizza tutti i mezzi per salvare il risultato venga penalizzata 
ad ogni minima occasione.

Fatte queste considerazione, devo dire che il movimento italiano di 
rugby è tutto scombussolato. Chiediamo maggiore gestione dei vivai e 
poi, quando torniamo nei nostri club, facciamo di tutto per tenerci i 
giovani più forti a scapito della loro carriera. Quanti ragazzi non 
vanno alle selezioni giovanili perchè i loro presidenti non hanno tempo 
da perdere nell'accompagnarli?
Il problema del movimento non è il tecnico della nazionale (che al 
momento ha dimostrato, comunque, di non saper fare il suo lavoro) ma 
della mancanza di una gestione tecnica dei giocatori, che, non 
dimentichiamoci, sono l'unico materiale non sostituibile. Noi non siamo 
l'Inghilterra e non ci possiamo permettere la gestione separata di 3 
nazionali (maggiore, emegenti ed U20) perchè i nostri campionati non 
preparano i giovani all'alto livello e sono troppo importanti per gli 
investimenti dei club per far fare esperienza ai giovani. Occorre uno 
staff preparato ed un programma di lavoro che tenga in alta attività e 
competitività tutti i 60 giocatori internazionale più gli U20. Poi alla 
fine della settimana ognuno verrà dirottato verso la competizione 
adeguata alle proprie capacità. E' fondamentale elevare il grado di 
concorrenza interna per poter mantenere alto lo spirito agonistico. 
Anche a costo di schierare un giovane inesperto ma motivato al
posto di un "senatore" stanco e fuori forma. 

Per quanto riguarda "l'allargamento della base" è un obiettivo 
auspicabile ma rimane sempre una conseguenza di una buona gestione non 
il fine.
I numeri sono importanti ma è la qualità che da sapore ai numeri 
freddi.
Selezionare solo i grandi e grossi indipendentemente dalle capacità 
tecniche è una sciocchezza. Così come aumentare il numero di praticanti 
senza insegnargli a giocare.
Il livello tecnico ed affettivo nel gioco del rugby è notevolmente 
diminuito negli ultimi 10 anni. Molti ragazzi arrivano ai campi con 
negli occhi gli off loads di Ma'a Nonu ma non sanno passare la palla a 
più di 5 metri. Il placcaggio alle gambe è quasi totalmente scomparso, 
figuriamoci quello d'impatto. Questo parlando solo dei praticanti veri 
in un contesto di aumento dei tesserati (che sono aumentati veramente, 
basta guardare alla miriade di nuove società sorte negli ultimi 5 
anni).

Il rugby nazionale è frutto del rugby di base. Bisogna aumentare la 
qualità della base per avere la quantità e la qualità del vertice. 
Il problema è che questo dipende da noi, costa soldi e fatica, oltre 
a dover essere capaci di farlo. 
Quindi, da buoni italiani, troviamo mille scuse per non farlo, salvo 
poi criticare i nostri digenti nazionali.
PEACE & LOVE & PLAY RUGBY 


Salvatore Messina 
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