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[RUGBYLIST] Notizie del lunedì - 2
allrugby
allrugby a gmail.com
Lun 2 Mar 2009 16:03:08 CET
Dal gazzettino.
Ciao.
Franco (TV)
SEI NAZIONI La delusione del flanker udinese per il ko con la Scozia:
«Sbagliamo e non sappiamo perchè. Ora ci toccano i due match più
difficili»
«Italia, troppi errori e difesa non all’altezza»
Alessandro Zanni, re dei placcatori: «Se quando entri nei 22 metri non
fai punti, a livello internazionale sei spacciato»
Edimburgo
NOSTRO INVIATO
Con tredici placcaggi è stato il cacciatore di uomini più
efficace della partita. Meglio anche di Mauro Bergamasco (12), che
contro l’Irlanda l’aveva battuto di uno (16-15). Alessandro Zanni però
non si gode il primato. E nemmeno il fatto di aver raggiunto a 25 anni
e 28 caps la maturazione nel ruolo di terza linea sul lato chiuso.
Ottimo in difesa, presente nel gioco aperto, utile come opzione in
touche. Gli occhi del flanker udinese sono smarriti. Come la squadra
di Nick Mallett dopo il ko 26-6 nel 3. turno dell’Rbs Sei Nazioni
contro la Scozia. Anticamera al cucchiaio di legno.
Deluso?
«Sì, la partita con la Scozia poteva essere lo spartiacque del
nostro Sei Nazioni. Non siamo riusciti a cogliere l’occasione».
Come mai?
«Neanche noi ci diamo una spiegazione di perchè le cose non
vanno. In settimana lavoriamo bene. Poi non riusciamo a tradurre nel
match quando facciamo, proviamo, apprendiamo in allenamento».
Cosa non ha funzionato nell’Italia?
«Abbiamo commesso troppi errori, sempre i soliti da qualche
partita a questa parte, che però non correggiamo mai. Abbiamo perso i
tre incontri del torneo soprattutto per questo».
Avete toccato il fondo in attacco: da 11 a 9 a 6 punti, con una
meta segnata in tre partite.
«Contro la Scozia le occasioni ci sono state. Siamo arrivati
spesso dentro i 22 metri. Ma una volta lì non concludiamo. Invece
bisogna tornare dall’occupazione del campo avversario traducendola
inpunti, meta o calci non importa. A livello internazionale con le
difese sempre più blindate se non sfrutti a dovere le poche occasioni
di segnare che si presentano non vai da nessuna parte».
Una è capitata proprio a lei, con l’intercetto su Ugo Southwell.
Ha fatto tornare alla memoria le tre mete del successo a Edimburgo nel
2007. E alla fine dell’azione ha portato i tre punti sul drop di
capitan Parisse.
«In quell’azione sono salito veloce per chiudere. Non mi
aspettavo che l’avversario passasse la palla. Invece me la sono
trovata in mano. Sono partito da fermo e non sono riuscito a prendere
sufficiente velocità perchè qualcuno mi fermasse prima della linea. Mi
dispiace».
Lei è stato il miglior difensore del match, ma in fatto di
difesa l’Italia non ha brillato.
«Mete in prima fase da touche come quella di Simon Danielli, su
un semplice incrocio interno dei trequarti, non si possono prendere a
livello internazionale. E’ la marcatura che ci ha tagliato le gambe».
È il peggior momento della Nazionale da quando, nei test
autunnali 2005 con ct Berbizier, è entrato a farne parte?
«Ci sono stati altri momenti duri. Certo che stavolta abbiamo
perso tre partite per nostri errori. E un punteggio pesante come il
26-6 (peggior passivo in 10 anni di torneo contro la Scozia, il
precedente - 18, ndr) ci condanna senza appello».
E adesso?
«Ci toccano le due partite più difficili del torneo, dopo quanto
si è visto venerdì in fatto di intensità e gioco in Francia-Galles.
Sarà dura, ma non possiamo provare a far altro che rialzare la testa».
Ivan Malfatto
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I tormenti di Paterson, piede d’oro costretto alla panchina
Con 714 punti in 94 test si è portato a sole 19 lunghezze dal record
di Hastings. Una vocazione da apertura che non ha mai convinto i
tecnici
Da oramai undici stagioni è un punto di riferimento indispensabile
della nazionale scozzese, grazie ad una visione di gioco sopraffina e
ad un piede precisissimo che ha molto spesso levato le castagne dal
fuoco al Cardo. Eppure Chris Paterson, “Mossy” per tutti (soprannome
mutuato da uno dei suoi eroi dei cartoons di quando era bambino), non
ha quasi mai potuto dimostrare tutto il suo talento nel ruolo
attribuitogli da madre natura: quello di mediano d’apertura.
Proveniente da una famiglia di rugbisti doc e protagonisti col
leggendario Gala Rfc (suo zio, Duncan Paterson, è stato mediano di
mischia della nazionale scozzese negli anni ’70), Mossy ha fino ad
oggi realizzato 714 punti in 94 test con la casacca della nazionale
scozzese situandosi a sole 19 lunghezze dal record di marcature
detenuto da Gavin Hastings laddove per numero di presenze invece sia
al primo posto assoluto nella lista di tutti i tempi. Eppure solamente
11 volte Paterson ha potuto giocare con la maglia numero 10. Infatti
in 27 occasioni è stato schierato ad estremo ed in ben 45 all’ala
ovvero disputando 72 partite fuori ruolo naturale.
Mossy col Gala si era segnalato fin da giovanissimo quale
talento molto promettente nel ruolo di apertura, caratteristica
confermata con la prima squadra dei “Maroons” e poi successivamente
con i Glasgow Caledonians e con l’Edinburgh Rugby. Non si è mai capito
del tutto perché tecnici come Jim Telfer, Ian McGeechan, Matt Williams
e Frank Hadden non abbiano creduto fino in fondo al talento ed alle
qualità di Chris schierandolo sistematicamente in altri ruoli e
soprattutto preferendogli col numero 10 compagni come ad esempio
Duncan Hodge, Gordon Ross, il kiwi Brendan Laney, il pur esperto
Gregor Townsend, o l’erratico Dan Parks, rivelatisi tutti inferiori a
Mossy, dati alla mano.
In silenzio e con una applicazione certosina negli allenamenti,
Paterson ha comunque saputo scavarsi un inamovibile posto da titolare
in squadra tra l’altro perso solamente di recente quando Hadden lo ha
schierato in panchina nelle prime tre uscite dell’attuale edizione
2009 del Sei Nazioni, sabato scorso contro gli Azzurri incluso. Nella
lista dei migliori mediani d’apertura di sempre del suo paese Mossy
entra di diritto nel gotha in compagnia di assi celebrati come Gordon
Waddell, Colin Telfer e John Rutherford avendo inoltre dimostrato un
attaccamento ed una fedeltà alla casacca della nazionale encomiabile
soprattutto in quest’ultimo decennio in cui la Scozia ha vissuto
alterne fortune nel 6 Nazioni e nelle altre manifestazioni del
panorama internazionale.
La grande speranza scozzese adesso si chiama Phil Godman ma sono
ancora in molti a chiedere, a gran voce, l’inserimento stabile di
Mossy in mediana dove potrebbe costituire un tandem di grande qualità
assieme a Robbie Blair. Ma non è il caso di farsi grandi illusioni: a
volte certi destini sono davvero segnati e nemmeno 3 Mondiali
disputati ed un tour con i British Lions hanno la forza di
cambiarli...
Giampaolo Tassinari
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I gallesi: "ci rifaremo a Roma". E Lievremont annuncia una nuova
ondata di cambi nella Francia.
Marc Lièvremont. Toh, chi si rivede. Vituperato e bersagliato a più
riprese dai media di casa sua durante tutta la settimana, il tecnico
transalpino è riuscito a correggere a tempo di record molte delle
lacune evidenziate nelle prime due uscite del Sei Nazioni e a creare
così la sorpresa venerdì sera contro il favoritissimo Galles. «I media
hanno tutti i diritti di criticare il mio operato. Facciano pure. Io
penso già alla trasferta di Twickenham» ha dichiarato Lièvremont che
dopo il fischio finale non è stato animato da alcun desiderio di
polemica. «Pensiamo che la parola "continuità" debba entrare a far
parte stabilmente della nostra esperienza agonistica. Vogliamo
poggiare su basi solide e di continuo progresso» ha poi aggiunto il
citì transalpino che però ha concluso segnalando che «contro
Inghilterra ed Italia, come annunciato prima dell’inizio del torneo,
faremo cambi ed inseriremo altri giocatori. Perché nessuno ha il posto
garantito e tutti debbono sempre sentirsi stimolati a dare di più
causa la concorrenza esistente».
Si è dunque fermata a sette il numero di gare vinte
consecutivamente dal Galles di Warren Gatland nel Sei Nazioni. La
perdita dell’imbattibilità è stata giustificata dal coach kiwi con «i
troppi errori commessi sebbene nulla sia ancora compromesso e si possa
ancora vincere il torneo» mentre l’apertura Stephen Jones si è
lamentato nel dopopartita perché «non abbiamo quasi mai usufruito di
palloni di qualità, non riuscendo pertanto ad imporre il nostro gioco.
A Roma ci presenteremo per riprendere il bandolo della matassa
smarrito contro la Francia».
Un Martin Johnson visibilmente furioso non ha saputo trattenere
il suo disappunto per la sconfitta a Dublino. Per la terza partita di
seguito l’Inghilterra ha dovuto giocare con un uomo in meno per 20
minuti causa le due espulsioni temporanee di Phil Vickery e Danny Care
che hanno permesso ai padroni di casa l’allungo risultato poi
decisivo. «Lavoriamo sodo per preparare la partita e poi la nostra
indisciplina rovina tutto» ha ammesso lo sconsolato Johnson a cui ha
fatto eco capitan Borthwick ammettendo che «le 18 penalità concesse
oggi sono davvero troppe».
Brian O’Driscoll ha preso in mano le sorti della sua Irlanda
conducendola alla risicata, ma importantissima, vittoria: «Una
vittoria contro l’Inghilterra, anche se per un solo punto di
differenza, la si sottoscrive sempre» ha dichiarato lo stellare centro
che ha concluso sorridendo «certo che giocare contro solo 14 avversari
per 20 minuti ci ha sicuramente reso più facile il compito odierno».
G.T.
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ITALIA UNDER 20 – Ancora una sconfitta per gli azzurrini di
Romagnoli e Ghini. Nel 3. turno del Sei Nazioni, l’Italia è stata
sconfitta dai pari età della Scozia 14-10 (pt 3-10). Tutti i punti del
trevigiano Benvenuti, meta, trasformazione e piazzato. Altri:
Francia-Galles 40-20, Irlanda-Inghilterra 19-18; Irlanda 6, Francia,
Inghilterra, Scozia 4, Galles, Italia 0.
ITALIA DONNE – Il quarto d’ora finale è stato fatale alle
azzurre; dopo aver chiuso il primo tempo avanti 7-5 ed essersi portate
sul 10-5 a metà ripresa (meta di Stefan, trasformazione e piazzato di
Veronica Schiavon), le italiane sono state battute dalla Scozia 13-10
nel 3. turno del Sei Nazioni. Altri: Francia-Galles 27-5,
Irlanda-Inghilterra 13-29; Francia, Galles, Inghilterra, Irlanda 4,
Scozia 2, Italia 0.
ITALIA A – Solo una meta nel finale nega all’Italia A di vincere
a Perth con la Scozia A. Alla fine un pareggio, 22-22. Per l’Italia
tutti i punti di Burton, meta, trasformazione, 4 piazzati e un drop.
COPPA ITALIA – Ad un turno dalla conclusione della prima fase
solo l’Overmach Parma ha la certezza di aver raggiunto le semifinali.
Il Casinò di Venezia ha battuto il Benetton a Paese e rimesso in
discussione la questione della qualificazione. Girone A:
Cammi-Overmach 13-25, AlmavivA-Montepaschi 25-17, riposava il Femi CZ.
Overmach 13, AlmavivA 9, Femi CZ, Montepaschi 6, Cammi 2. Prossimo
turno: Overmach-AlmavivA, Montepaschi-Femi CZ. Girone B:
Benetton-Casinò di Venezia 3-26 (due mete veneziane di Mentz e
Canale), Rolly-Futura Park 19-16, riposava il Carrera. Benetton,
Carrera 10, Casinò di Venezia 9, Futura Park 5, Rolly 4. Prossimo
turno: Carrera-Benetton, Casinò di Venezia-Rolly.
SERIE C – In campo solo il Girone Civ “Ovest”:
Frassinelle-Vicenza 12-12, SudTirolo-Monsters 22-46, Cus
Verona-Altovicentino 36-10, Villadose-Valpolicella 7-41,
Trento-Valeggio 41-5. Vicenza 70, Monsters 59, Frassinelle 44, Cus
Verona 43, Altovicentino 42, West 28, Valpolicella 24, Trento 14,
SudTirolo, Valeggio 11, Villadose -3.
RECUPERI – Serie A–Girone 1: Colorno-Alghero 44-6; Prato 74,
Lazio 61, L’Aquila 58, Colorno 51, MarchiolSanMarco, San Donà 37.
Serie A–Girone 2: Zhermack Badia-Colleferro 18-13, Cammi-Recco 7-26;
Noceto 68, Brescia 58, Benetton 44, Zhermack 39, Recco 33. Under 19 –
Girone 2: Modena-Casinò Venezia 0-10, Mirano-Colorno 8-38,
Overmach-Grande Mi 24-3; Orved 67, Casinò Venezia 54, Colorno 53, Femi
CZ 40, Amatori Milano, Overmach 34.
BEACH RUGBY – Flavio Tonello del Montebelluna Rugby, è il nuovo
Presidente della Libr (Lega Italiana Beach Rugby). Vice Presidenti, il
patavino Enrico Gottardo ed il cagliaritano Marco Tanda.
Ennio Grosso
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Statistiche azzurre. I fratelli bergamasco strappano il primato ai
Cuttitta: 40 volte in coppia.
Mauro e Mirco Bergamasco sono i fratelli che hanno giocato più partite
contemporaneamente in nazionale. Con quella di sabato in Scozia sono
40 ed hanno battuto il record precedente detenuto dai fratelli
Cuttitta che ne sommano 39 in contemporanea, il primo dei quali
ottenuto nel 1990 contro la Polonia a Napoli e l’ultimo nel 1999 a
Genova contro la Francia.
Mauro Bergamasco, nato nel 1979, ha debuttato nel 1998 ad
Huddersfield contro l’Olanda e al debutto di Mirco, nato nel 1983,
contro la Francia nel 2002 sommava già 19 cap.
Le famiglie di fratelli in azzurro sono 20. Ai Bergamasco e ai
Cuttitta seguono Nello e Rino Francescato con 18 partite insieme, i
romani Francesco e Piero Vinci 10 volte, Denis e Manuel Dallan 8
volte, Bruno e Nello Francescato 6 volte, gli aquilani Giorgio e
Giancarlo Morelli 3 volte, i livornesi Fabio e Fabrizio Gaetaniello 2
volte.
Un poker di fratelli , gli aquilani Berardino e Giovanni Di
Cola, i sandonatesi Adriano e Paolo Fedrigo, i poliziotti delle Fiamme
Oro Giuseppe e Roberto Martini, Guido e Piero Romano, azzurri nel
1942, chiudono l’elenco con una sola partita giocata insieme.
Vedere in campo tre fratelli insieme in maglia azzurra è
successo solo 3 volte , di cui 2 con Francesco, Paolo e Piero Vinci e
una con Bruno, Nello e Rino Francescato.
I fratelli Vinci sono la sola famiglia ad aver schierato 4
fratelli in contemporanea, impresa non riuscita in maglia azzurra
nemmeno ai Francescato, in quanto Ivan era nato dieci anni dopo Rino
che era già più giovane di Nello e Bruno.
Ci sono poi altre coppie famose di fratelli: Claudio e Sergio
Appiani, Franco e Romano Baraldi, Francesco e Mario “Maci “
Battaglini, Ottorino e Romano Bettarello, Amerigo e Riccardo
Centinari, Fabio e Paolo Gargiulo, Luigi detto “Ciano” e Roberto
Luise, Leonardo e Massimiliano Perziano. Tutti fratelli e azzurri,
protagonisti assoluti con la casacca dei club, ma senza la
soddisfazione e l’emozione di aver giocato insieme con la maglia della
nazionale.
Il record dei Cuttitta è durato 10 anni e 33 giorni, ma possono
continuare a sorridere perché detengono ancora il record di caps
insieme come gemelli, Mauro e Mirco infatti non lo sono. Non è
azzardato ritenere che il record dei gemelli Cuttitta durerà molto a
lungo, infatti in 80 anni di attività azzurra e 601 azzurri si contano
solo 3 coppie di gemelli: Cuttitta, Fedrigo e Romano.
Walter Pigatto
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