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[RUGBYLIST] Notizie della domenica
allrugby
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Dom 28 Giu 2009 15:14:52 CEST
Dal Gazzettino.
Ciao.
Franco (TV)
RUGBY Chiuso il tour azzurro con una più che dignitosa sconfitta
contro la Nuova Zelanda
Stavolta l’Italia frena la marea nera
Mallett: «La miglior partita dell’anno» - Bene difesa, tattica e occupazione
Vince la Nuova Zelanda (com’era scontato), gioisce l’Italia (com’era
tutt’altro che scontato). L’immagine catturata al fischio di chiusura,
con lo staff azzurro prodigo di abbracci, sorrisi e pacche sulle
spalle, mentre quello neozelandese era pieno di facce da funerale è
l’emblema del match. Vinto a Christchurch per 27-6 dagli All Blacks
con più infamie che lodi in uno stadio mezzo vuoto. Il che,
ovviamente, non cancella i meriti azzurri.
Queste onorevoli sconfitte sono come sempre un’arma a doppio
taglio. Perchè è vero che l’Italia ha dimostrato progressi rispetto
all’orrido Sei Nazioni.
È vero che i numeri benedicono l’ottima prestazione: miglior
sconfitta mai subita in Nuova Zelanda; secondo minor punteggio subito
dopo il 18-12 di Rovigo ’79; terzo minor scarto (-21) dopo il -6 di
Rovigo e il -10 del Mondiale ’91; All Blacks tenuti sotto i 50 punti
per la terza volta su 11. Ma è altrettanto vero che il gap rispetto
alle migliori nazionali al mondo è ancora più evidente in partite del
genere. Quando gli altri sbagliano praticamente tutto.
Quest’Italia è condannata a gioire per le onorevole sconfitte, a
invocare il ritorno a match più abbordabili con Romania o Georgia per
riprendere a vincere (da ottobre 11 ko consecutivi), ad accontentarsi
mentalmente delle buone prestazioni come fossero dei successi. Una
situazione che la rende un caso anomalo nel panorama sportivo, non
solo nazionale.
La difesa, l’occupazione territoriale (67%) e il gioco tattico
al piede sono state le chiavi dell’ottima prestazione azzurra. Nel
2007 al Mondiale di Francia nei primi 20’ gli All Blacks avevano
segnato cinque mete. Stavolta si sono dovuti accontentare di un 3-0
per un calcio nato da fuori gioco l’unica volta che praticamente hanno
messo piede oltre la metà campo. Un 93% di occupazione azzurra nel
primo quarto che la dice lunga sul’andazzo, abbinata alla trincea
impenetrabile intorno ai punti d’incontro.
Il gioco sull’asse marchio di fabbrica All Blacks, fatto di
sostagno, ricicli e avanzamento, non ha mai potuto svilupparsi. In
parte per colpa loro, che hanno sbagliato tanto. Molto per merito
degli italiani, che hanno sbagliato poco o nulla. E con un break di
Zanni (il migliore con Bergamauro) sostenuto da Perugini al 15’ hanno
creato anche una dello loro poche opportunità da meta.
Per segnare i neozelandesi al 24’ hanno dovuto affidarsi alla
seconda touche rubata e ad una momentanea inferiorità numerica della
linea dei trequarti azzurra (colpo a Garcia).
Un calcio trasversale in prima fase di Mc Alister ha pescato
all’ala Rokocoko, il quale ha eluso i placcaggi di Robertson e Mc Lean
andando a schiacciare (44. meta personale in un test). Hanno poi
allungato con un calcio dubbio (fallo in ruck di Parisse), ma hanno
continuato a restare inchiodati dalla difesa.
Subendo una bella azione Gower-fratelli Bergamasco che al 32’ ha
rotto per la seconda volta la linea del vantaggio. Mc Lean inoltre ha
sbagliato due calci agevoli. Altrimenti allo scoccare dell’ora di
gioco, quando gli All Blacks hanno finalmente (per loro) preso il
largo, il punteggio sarebbe stato un clamoroso 13-12, invece di 13-6.
La carica per i neri l’ha suonata il seconda linea Isaac Ross,
riserva di Ali Williams e migliore in campo, prima con una meta nata
da break di Toeava su calcio d’invio nella prima loro azione veramente
irresistibile. Poi con un break su palla vagante che ha propiziato la
marcatura di Whitelock. A quel punto mancavano 14’ alla fine. Se
l’Italia fosse crollata (come altre volta) e i neozelandesi fossero
saliti in cattedra (avendo recuperato il bandolo del match) ci sarebbe
stato tempo per il tracollo. Non è successo per la resistenza fatta
con il cuore, le residue energie e la lucidità degli azzurri. E questo
è stato l’attestato di merito finale del buon match dell’Italia.
Ivan Malfatto
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Parisse citato, stop in vista
(im) Sergio Parisse a fine gara è stato citato per aver infilato al
58’ di Nuova Zelanda-Italia le dita negli occhi di Isaac Ross. Lo
stesso fallo per cui nel match contro i Lions Schalk Burger ha beccato
un cartellino giallo. Dovrà comparire domani di fronte all’ufficiale
giudiziario Paul Tully, a Christchurch. Rischia una pesante
squalifica.
Nessun commento da parte sua, che sul match invece sottolinea:
«Abbiamo giocato una grande partita in difesa, abbiamo placcato molto
e questo ci ha permesso di evitare che la Nuova Zelanda prendesse il
largo». Soddisfatto anche il ct Nick Mallett: «Sergio e tutti i
ragazzi hanno fatto una grande partita in difesa, questo è stato il
miglior match dell’anno».
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