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[RUGBYLIST] la Volpe all'uva
Matteo Lusi
matteolusi a hotmail.com
Gio 16 Lug 2009 17:25:14 CEST
Cari Lettori
Pochi sapranno (e a quasi nessuno interessa) che sabato scorso 11 luglio una
manciata di ragazzi di Padova e Rovigo si sono trovati su un campo da rugby
per bere una birra, mangiare un boccone e far festa insieme. Qualcuno dice
che si sia anche giocato a rugby ma sono solo leggende. Stessa cosa fu fatta
l’anno scorso, i partecipanti erano rimasti entusiasti e cosi si è deciso di
farne un appuntamento fisso. Per essere convocati bisogna avere pochi
requisiti fondamentali: aver giocato nelle giovanili del Petrarca o del
Rovigo ed essere nati nel 1977 o ’78.
Qualche romantico che ci crede ancora, troverà la cosa coerente allo spirito
del rugby e io lo ringrazio per questa ingenuità. La verità è che questo non
è affatto differente da tutti gli altri sport. Anche nel nostro ambiente si
gioca per vincere, e diventare ricchi e famosi. Anche nel nostro sport ci
sono rivalità invidie e gelosie. Anche tra di noi ci sono urlatori tuttologi
difensori di una morale che non hanno mai avuto. Pensateci onestamente e
dite a voi stessi se almeno per una volta, circondati da amanti del rugby
non avete avuto questa impressione. Io spesso. Non nego che ci sia qualcuno
che per la causa ci mette il cuore ma fa parte di una minoranza.
La prova l’ho trovata ieri nella mia casella di posta elettronica. Uno dei
più attivi di questa mailing list ha indossato nuovamente l’abito di Filolao
e, citando un articolo di giornale, iniziato la predica:
“ Fioi de Gianni e Nane... (e de to sorea)....
Ma qualcuno ne sapeva niente? Boh, io non capisco, si organizzano
manifestazioni ed eventi in maniera quasi carbonara, quasi di nascosto senza
che ci sia una divulgazione o un passaparola palese per pubblicizzare
l’iniziativa. Ma che modo di fare è questo? Poi si legge negli articoli (a
cose fatte) che in campo c’erano i “petrarchini”. Ma chi, ma quali? Ma qual
è il senso di appartenenza che questi presunti petrarchini del Valsugana
manifestano con l’organizzazione di incontri di questo tipo.
Se sono petrarchini perché non si fanno vedere alla Guizza invece di
pascolare altrove?
Se sono petrarchini (o si dicono tali) perchè preferiscono altre società e
altri ambienti? Per coerenza dovrebbero evitare di etichettare la loro
presenza come "petrarchini" , perchè se lo fossero realmente il loro posto
sarebbe alla Guizza, perchè di "petrarchino" ormai non hanno più niente.
Ma quali petrarchini. .. Se stanno così bene al Valsugana che si chiamino in
altro modo.... e che vadano a...
Petrarchi dovremmo registrare il marchio. Il nome "Petrarchi" e
"Petrarchini" non può essere a disposizione di chiunque e ovunque.”
Voglio evidenziare l’humor sottile “ e de to sorea” (ha ha ha) . Forse
dovevo dire che il lunedì successivo all’incontro è uscito un articolo, in
un giornale locale, che diceva come dei giocatori (molti dei quali ex), si
fossero ritrovati per divertirsi, a distanza di anni. Il giornalista usa la
parola “Petrarchini” per indicare i ragazzi che avevano giocato nelle
giovanili del Petrarca. Purtroppo lo sprovveduto non aveva chiesto il
permesso di copyright al professore di cui sopra.
Non voglio discutere sulla lecita o meno del titolo Petrarchino. So che il
punto di vista dell’illustre professore non è quello della Società per la
quale non so a che titolo parli. Mi piace ricordare che ogni tanto su queste
pagine qualcuno si prende la briga di sottolineare l’importanza di alcune
scelte:
“La vocazione giovanile del Petrarca Padova non si ferma davanti ai tagli
della Fir. Cento anni di storia dell’Antonianum e di risultati non solo
sportivi (scudetti e giocatori azzurri, ma anche laureati e uomini della
società civile) valgono bene la riduzione di un contributo.”
Altre volte si leggono parole di speranza per questo sport:
“io personalmente sono stufo:
* di chi strilla se si divaga dagli argomenti strettamente tecnici
dimenticando che il rugby è anche semplice divertimento
* di chi si sente in diritto di dare lezioni di comportamento agli
altri
* di chi reagisce alle osservazioni/opinioni altrui come fossero
un'offesa personale
* di chi una volta al mese scrive che in list non si trattano dotti
argomenti di grande spessore, ma personalmente non da alcun contributo oltre
a lamentarsi
* di chi lancia un argomento e poi si risente se il lancio non da vita
ad animate discussioni senza pensare che forse non era poi così interessante
(almeno non per tutti)
* di chi una settimana sì e una no minaccia di cancellarsi e invece
resta iscritto
* di chi è convinto di avere la verità in tasca (so tutto io e tu non
sai nulla)
* di chi scrive all'indirizzo privato del listarolo riempiendo di male
parole il malcapitato e poi a volte sono quelli che invocano la
netiquette... (succede anche questo...)“
Fin quando ci saranno queste persone, questi Angeli, ci sara ancora una
speranza per il rugby.
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