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[RUGBYLIST] Dondi - Munari

Angelo Volpe a fast volpe_angelo a fastwebnet.it
Mar 14 Lug 2009 17:34:17 CEST


Sul tema in oggetto cade come il cacio sui maccheroni l'articolo di ieri della Tribuna di Treviso. 
Eccovelo:
Dondi avverte Treviso «O Munari collabora o niente Celtic League»
la tribuna di Treviso - 13 luglio 2009   pagina 23   sezione: SPORT  http://ricerca.quotidianiespresso.it/tribunatreviso/archivio/tribunatreviso/2009/07/13/TS1PO_TS101.html

 «Il Benetton deve collaborare con la Fir, è una condizione essenziale. Non possiamo assegnare la Celtic League a Treviso, che ha certamente i requisiti per farlo, se Munari continuerà a fare quello che ha fatto sinora. Se Treviso avrà un posto in Celtic, il club dovrà mettersi in piena sintonia e in pieno accordo con la Fir, sul piano tecnico in primis».  Il presidente della Federazione, Giancarlo Dondi, numero uno del rugby italiano da 4 lustri almeno, non ama i giri di parole. A cinque giorni dal consiglio che dovrà sancire la rivoluzione copernicana per i club del campionato italiano (due realtà in Celtic League), avverte Treviso e i Benetton, in primis Luciano e Gilberto, il direttore generale del club biancoverde e il pubblico trevigiano. E indirettamente tutto il rugby veneto.  Un avviso pesantissimo, destinato a scuotere l'ambiente da qui a sabato, il giorno della verità. Quella di Treviso, è con Viadana e Roma, una delle tre candidature alla Celtic ritenuta congrua e fondata dall'apposita commissione tecnica, una società di advisor, cui la federazione ha affidato nelle scorse settimane il compito di valutare le offerte. Ma il Benetton mette sul piatto la sua storia e la sua tradizione, la struttura, i titoli che ne fanno in questo momento di crisi profonda il leader del movimento italiano, piaccia o non piaccia alle alte sfere.   Dondi, sembra impossibile che la Celtic di Treviso si debba giocare sulla persona del suo dirigente.   «Non ne faccio una questione personale, men che meno potrei permettermi di condizionare nessuno, o decidere sulle persone.   Munari e/o Treviso danno fastidio, forse perché vincono. Non è che il vostro sia un vero e proprio ultimatum a Treviso, tipo: «O Munari o la Celtic»?   «Assolutamente no. Ripeto, qui non si discute la persona, parliamo del rapporto strettissimo che dev'esserci per la Celtic fra selezioni e Fir. L'ho detto sul vostro giornale, le franchigie in Celtic sono a tutti gli effetti due sottonazionali, non possono andare in autonomia rispetto all'Italia, di cui saranno primo riferimento per i giocatori. Dal 2010 chi fa la Celtic giocherà anche la Heineken, è in ballo la nostra immagine. Si deve fare bella figura, non abbiamo alternative».   Dica la verità: ma cosa vi ha fatto Munari? Treviso è in castigo da anni, nelle stanze dei bottoni...   «Non posso dimenticare che alle ultime elezioni si sia dato parecchio da fare per cercare candidature alternative alla mia. Per amor di Dio, nulla vieta: ma sono scelte anche queste».   C'è chi parla di un'assegnazione a Treviso sub judice, condizionata alla sinergia tecnica fra selezione e Fir e all'allargamento al Veneto, e di una selezione Fir.   «Di selezioni federali non vedo necessità. E niente ipotesi, sono fuori luogo. Il consiglio valuterà attentamente candidature e requisiti. La priorità è il bene del rugby italiano, sia ben chiaro: tutto il resto viene in secondo piano, lo capiscano tutti». (Andrea Passerini) 

 

  ----- Original Message ----- 
  From: allrugby 
  To: rugbylist a rugbylist.it 
  Sent: Tuesday, July 14, 2009 3:06 PM
  Subject: [RUGBYLIST] Dondi - Munari


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  Che non scorra buon sangue tra Dondi e Munari è un fatto noto. Troppe
  le differenze tra "un'attendista" (il primo) ed un "interventista".
  Munari si è schierato, come me (e tutti in list l'avranno capito),
  contro una dirigenza che da un ventennio continua a cercare di fare il
  classico "buco nell'acqua" (nessuna le ha detto che è impossibile?),
  mentre si è lasciata scappare tutti i treni che l'avrebbero portata,
  molto probabilmente, a stabilizzarsi in stazioni molto più importanti
  di quelle abitualmente oggi frequentate.
  Il salotto buono del VI Nazioni è frustrante: entriamo e rompiamo la
  cristalleria! Pur con tutti i suoi problemi, la Scozia, oggi come
  ieri, gode di considerazioni a noi sconosciute ed il ruolo di
  "parvenu" ci calza a pennello.
  Che poi tra Mallet & Co. ci siano pacche sulle spalle e sorrisi
  gaudiosi a fronte di una sconfitta - tra l'altro non pesante - contro
  gli All Blacks, la dice lunga sulle ns. aspettative: abbiamo trovato
  una pepita d'oro, mentre la Francia, per esempio, ne ha un forziere
  pieno; forziere che le ha permesso recentemente di battere i "maestri"
  neozelandesi a casa loro.
  L'ingordigia (di denaro e di palcoscenico), ha spinto la federazione a
  sfruttare il VI Nazioni nel senso perverso del termine: anzichè, dieci
  anni orsono, puntare decisamente a far crescere la base per ipotecare
  il futuro, ecco il cervellotico e insensato ricorso ad espedienti per
  cercare di presentare una squadra subito vincente, ben sapendo che
  l'acqua era già al collo e l'asfissia pronta a ghermire.
  Se questi sono gli insegnamenti, non è colpa degli studenti, se non ci
  arrivano, ma degli insegnanti.
  Ciao.
  Franco (TV)
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