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[RUGBYLIST] Pensiero (ovale) della mattina
Luigi Bocchino
giggibocchino a yahoo.it
Lun 16 Feb 2009 09:36:29 CET
in effetti c'erano molti meno irlandesi rispetto al solito.
Purtroppo credo che sia a causa della crisi economica che sta letteralmente distruggendo l'Irlanda.
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Da: Giovanni Ciraolo <jxcira a tin.it>
A: rugbylist a rugbylist.it
Inviato: Domenica 15 febbraio 2009, 11:59:52
Oggetto: [RUGBYLIST] Pensiero (ovale) della mattina
Notizie di rugby: http://www.rugbyrugby.it
Questa mattina nel centro di Roma (zona via nazionale, dove abito) non vedo moltissimi irlandesi (anche se i taxi di Ciampino sono andati in tilt venerdì sera), e soprattutto non vedo quei gruppi massicci dall'estero che un tempo invadevano la capitale, apprestandosi a gustare un quasi inevitabile successo della loro squadra nazionale. Il Flaminio, oggi domenica 15 febbraio, sarà (penso) per l'80 per cento composto da spettatori italiani (leghisti e indipendentisti regionali compresi!), come avviene a Twickenham, Murrayfield etc.., e l'inno di Mameli risuonerà come di deve. Segno, questo, che anche il livello dell'Italia appare ormai rispettato, e non si va a Roma come per vedere un derby, ma si viene ospitati da un'altra nazione rugbistica, con molto meno tradizione, certo, ma pur sempre capitale di rugby nazionale (del resto, il calcio sta perdendo colpi rispetto ad ogni altro sport in Italia). Questo risultato mi sembra da ascrivere a merito
delle persone che operativamente hanno accompagnato l'ingresso dell'Italia nel 6 Nazioni, come Zibana ed altri, ma occorre anche spezzare una lancia a favore di Dondi. Sul piano organizzativo, Federugby presenta difetti almeno quanto quelli di Cleopatra, ma se avessimo avuto un Presidente vocione e protagonista ed incapace di parare tante cose, saremmo forse stati espulsi dal giro, a mio parere.
Adesso che, comunque, l'Italia viene rispettata nel rugby, occorre sviluppare un sistema di Lega molto forte. Più forte che all'estero. Se il nostro rugby fosse ben diffuso nel territorio, non ne avremmo bisogno. Ma, di fatto, lo 'scattering' del rugby da noi è come in Francia, con alcune regioni o addirittura comuni che prevalgono largamente, e molti clubs sono di iniziativa locale. Federugby non può coordinare tutto questo. Occorre un contrappeso societario guidato da forti personalità di ex-giocatori o da appassionati che portano esperienze ed entusiasmi di vita civile attiva. Ciò che è accaduto negli ultimi anni al Rovigo va decisamente in questa direzione, e merita pieno, totale incoraggiamento (specie da un discendente di ferraresi, come me).
Giovis
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