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[RUGBYLIST] Notizie del lunedì - 1

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Lun 9 Feb 2009 09:42:38 CET


Ecco qualche articolo sull'incontrro di Twickenham di sabato scorso.
Ciao.
Franco (TV)

Da "Il Treviso".

Rugby. Il Times sul ko in Inghilterra: "La peggiore prova dell'Italia
nel Sei Nazioni"
DOPO IL BRUTTO ESORDIO
MALLET FA IL MEA CULPA
Disastrosa la partitadi Bergamasco nella mediana, contro l'Irlanda
convocati Griffene Del Fava

Franco Bovaio

■ L'esordio dell'Italia nel Sei
Nazioni è stato disastroso, con
l'Inghilterra che l'ha battuta 36-
11 soprattutto per il pessimo primo
tempo degli azzurri e dalla
prova del tutto negativa di Mauro
Bergamasco in mediana, dove
Mallett l'aveva schierato col
9 per sopperire alle assenze degli
infortunati. Un esperimento
fallito già dopo 40', tanto che
nell'intervallo "Bergamauro" è
rimasto negli spogliatoi per far
posto al quasi esordiente Toniolatti.
E a poco è servita la meta
segnata nel secondo tempo
dall'altro Bergamasco, Mirco,
mentre il fratello, Mauro, è stato
mandato al macello. «Purtroppo
lui non ha le capacità di
tenere questo ruolo a un così alto
livello - ammette il Ct Mallett
-. Colpa mia, non sua. Nel secondo
tempo non l'ho rimesso in
terza linea perché era molto deluso.
Gli ho comunque garantito
che questa partita non influirà
sul suo futuro da terza ala».
Tutto si è deciso nel primo tempo,
con l'Italia che dopo 2' aveva
già beccato una meta e che in
28' ne aveva prese tre tutte su
palle perse, scatenando i commenti
ironici e a volte perfidi
della stampa inglese. "Prima
che l'Inghilterra celebri questo
successo bisogna tener conto
della terribile pochezza dell'Italia,
la peggiore da quando è entrata
nel Sei Nazioni - ha scritto
il Times - Bergamasco è stato
crudelmente gettato nella posizione
di mediano di mischia e
ha vissuto un pomeriggio da incubo.
Ci ha regalato tre mete ed
è stato protagonista della peggior
prestazione nella storia del
rugby". Forse è esagerato, ma
rende l'idea, così come le parole
durissime dette ai microfoni
della Bbc da Jonathan Davies,
una delle leggende del rugby
d'oltremanica e non solo: «La
prova di Mauro Bergamasco è
stata la peggiore nelle ultime
decadi di un giocatore internazionale
di rugby». Insomma, in
vista dell'Irlanda, che arriverà
domenica al Flaminio dopo
aver battuto la Francia bisognerà
cambiare per forza qualcosa.
«Ora mi prendo uno o due giorni.
Voglio parlare con i giocatori
e i tecnici, rivalutare la situazione
e scegliere se puntare su Toniolatti
o richiamare qualche
altro giocatore - dice Mallett -.
Perché è vero che come obiettivo
abbiamo la Coppa del Mondo
2011, ma dobbiamo anche
trovare soluzioni immediate.
Le prime tre mete inglesi sono
nate su nostri errori e questo
rende ancora più amara la sconfitta,
anche se nel secondo tempo
mi è piaciuto lo spirito della
squadra e il grande lavoro nella
difesa». Convocati un vero mediano
di mischia come Griffen e
la seconda linea Del Fava. Intanto
in Inghilterra si scommette
già sull'Italia vincitrice
del cucchiaio di legno 2009. ■

Da "La Tribuna di Treviso"

Italia ko: la seconda meta dell'Inghilterra (foto Diego Forti)

Dopo il flop Bergamasco Mallett ripensa a Griffen per il match con l'Irlanda

L'AUTOCRITICA. Il ct continuerà i suoi esperimenti in mediana, ma
domenica a Roma vuole certezze

DALL'INVIATO FABRIZIO ZUPO

 LONDRA. A volte ritornano. Dalla collina di Richmond che domina
Londra, gli azzurri di Mallett hanno dato ieri un ultimo sguardo al
profilo del vicino stadio di Twickenham, che si staglia sul panorama,
prima di salire sul pullman che li ha portati via dalla loro sconfitta
numero 39 nel Sei Nazioni. Mentre a Roma troveranno ad aspettarli
stasera un vecchio amico: Paul Griffen, mediano di mischia. Oltre al
recuperato Del Fava.
 E non si può certo dire che al ct non si debba riconoscere la qualità
di saper cambiare idea, o più semplicemente di un inizio di
incoerenza. Venerdì sul possibile impiego del numero 9 del Calvisano
disse: «Griffen non rientra nel progetto di questa nazionale verso il
2011. Il progetto è Mauro Bergamasco». E questo è tutto. Sabato post
partita, dopo il "mea culpa" sul flop del padovano, ha detto sulla
stesso tema: «Voglio prendermi due giorni di pausa, discutere con
Troncon e lo staff su cosa fare. C'è la coppa nel 2011, ma c'è pure la
partita di domenica (con l'Irlanda al Flaminio ndr) e quindi sceglierò
chi è meglio in questo momento». Porte aperte a Griffen, senza neppure
la pausa di riflessione, tanto che il mediano avrebbe già scritto
sabato sera ad amici e parenti via Facebook di essere stato convocato
a Roma.
 Delle due l'una: progetto o contingenza? La seconda impedisce sempre
al primo di crescere. Così se Mallett non darà seguito a Toniolatti
nel guidare la nazionale, rivedremo lo skipper del Cammi nuovamente
dietro al pack che Berbizier gli tolse il 3 febbraio del 2007 dopo la
sconfitta contro la Francia al Flaminio per 3-39. La settimana
seguente tornò un certo Troncon che, dopo un anno di esilio azzurro,
divenne l'alfiere della doppia vittoria su Scozia e Galles. Griffen
scivolò nel dimenticatoio, mondiale compreso. Titolare vero lo è stato
solo nel torneo del 2006.
 Mediano cercasi ancora, dunque, il cartello appeso alla porta della
Borghesiana da troppo tempo ormai.
 Ma non è solo questo il problema di un gruppo che sembra aver
iniziato il Sei Nazioni da dove aveva lasciato a novembre con test
fallimentari. Sabato ad aver più paura erano gli inglesi, Martin
Johnson era pronto allo "stato di crisi". Ma gli è passata subito. Si
sono trovati davanti un'Italia poco omogenea, dai troppi e diversi
stati di forma. Onesto in questo il capitano: «Con l'Irlanda
giocheremo meglio sicuramente - ha detto Parisse - perché i miei
compagni avranno 80 minuti sulle gambe. Siamo arrivati a Londra con
molti che avevano giocato poco nel proprio club, scampoli di match e
quindi non possono tenere i ritmi di una partita del 6 Nazioni».
Semplice verità che scalza ogni alibi: neppure con Troncon e Dominguez
dei tempi d'oro in regìa si sarebbe battuta l'Inghilterra.
 Il capitano è stata una delle poche note positive: l'uomo di attacco,
dominatore dei palloni al volo in campo aperto. Quello che ci porta
avanti, rompe i placcaggi, fa vivere il gioco. Proviamo a trovare il
livello dell'Italia nei numeri. Difesa: fra i primi cinque nella
classifica dei placcatori non c'è un azzurro. Comanda Steffon Armitage
del London Irish con 10 e poi ci solo le altre due terze linee,
capitan Bortwick e il centro Flutey. In quella dei placcaggi sbagliati
ci sono quattro italiani su primi cinque. Fra i maggior errori ci sono
i tre lanci di Ongaro e tre passaggi di Garcia. In quella dei
"ricicli" se ne annota uno solo di Garcia, e cinque inglesi. Solo fra
i portatori di palla, assieme alle otto corse di Easter e Goode, ci
sono le sette di Parisse e Zanni. Le statistiche non vanno prese come
la bibbia, ma offrono una lettura scevra da soggettività.
 Contro l'Irlanda ritrovata, a dispetto del presunto declino e
dell'età media dei suoi campioni, perché ha vinto e come ha vinto
sabato al Croke Park, Mallett dovrà far ritrovare un certo rigore ai
suoi. Franare dopo un minuto e 34 secondi come a Twickenham è il
preludio al nulla. Sei giorni di tempo all'esame del Flaminio,
sperando di ritrovare una nazionale con le gambe e un Mauro Bergamasco
che torni ad affollare le classifiche dei placcatori, spazzando via
quel sabato di "passione" davanti agli 80 mila della fortezza di
Twickenham
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La stampa britannica: «Italfollie»

 ROMA. «Prima che l'Inghilterra celebri questo successo, bisogna
tenere conto della terribile pochezza dei suoi avversari: è stata la
peggiore Italia da quando, nel 2000, è entrata nel Sei Nazioni». Il
commento, nell'edizione domenicale e online del Times, è la sintesi
dei giudizi della stampa inglese sulla vittoria della loro nazionale.
Criticati soprattutto Mauro Bergamasco e il ct Nick Mallett:
«Crudelmente gettato da Mallett nella posizione di mediano di mischia
- scrive ancora il Times - Bergamasco ha vissuto un pomeriggio da
incubo. Ci ha regalato 3 mete ed è stato protagonista della peggior
prestazione nella storia del rugby». La Bbc ha criticato aspramente i
«folli esperimenti di Nick Mallett», solidarizzando con Bergamasco
gettato allo sbaraglio. Anche il Daily Star sottolinea la pessima
prova dell'Italia, ammettendo che ha facilitato il compito dei padroni
di casa.
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 di Federico Fusetti

La Scozia «doppiata» dal Galles-terminator

La Francia versione teenager perde ma resta la favorita

 Azzardati, come sempre, i pronostici che riguardano il Sei Nazioni,
«il» torneo per eccellenza del mondo ovale, nel quale ogni squadra è
capace di cadere e rialzarsi settimana dopo settimana.
 Un torneo che sconfigge anche la recessione economica mondiale, visto
che i timori di stadi mezzi vuoti per il costo dei biglietti si è
rivelato infondato: oltre 81 mila spettatori a Londra, addirittura di
più al Croke Park di Dublino.
 E proprio Irlanda-Francia (finale 30-21) di sabato si candida già ad
essere la partita più bella del Sei Nazioni 2009. Ritmo, spettacolo,
mete e punteggio in equilibrio fino a una manciata di secondi dalla
fine.
 Ben diversa la musica a Murrayfield, Edinburgo, dove la Scozia si è
inchinata ai campioni in carica del Galles (26-13). Una gara
insidiosa, poteva riservare brutte sorprese agli ospiti, che invece
iniziano nel modo migliore la difesa del Grande Slam 2008: 21-3
all'intervallo e fine dei sogni per gli scozzesi.
 La Francia di capitan Nallet e di Lionel Beauxis, l'unica apertura di
ruolo in squadra, dopo i tanti esperimenti dell'edizione 2008, e con
almeno una decina di giocatori della rosa sotto i 23 anni di età, ha
gettato le basi fino al Mondiale 2011 ed è favorita in questo Sei
Nazioni.
 L'Irlanda dei «vecchietti», che non vinceva contro i transalpini da
sei anni, si è invece aggrappata a un manipolo di «mischiaroli» di
qualità mondiale e ai piedi vellutati di O'Gara.
 Capitan O'Driscoll ha segnato la sua 33ª meta in 89 presenze (record
irlandese di sempre) zittendo alla grande i suoi detrattori
(considerato vecchio, logoro, troppo infortunato), altri lampi da
Kearney e D'Arcy, e la Francia non ha avuto scampo.
 Da un lato la supremazia dei Blues nel possesso, dall'altra la
concretezza dei padroni di casa, a segno in ogni circostanza
favorevole.
 Fantastiche le terze linee del trifoglio, capaci di strappare dalle
mani francesi palloni su palloni nei raggruppamenti.
 Il primo tempo, sotto le cariche del'«orco» Chabal e il drop da 40
metri di Beauxis, regalano alla Francia il 13-10 all'intervallo.
 Sul 20-18 la meta di D'Arcy chiude il match ad un quarto d'ora dalla
fine, anche se il 27-21 al 76' riaccende, per poco però, le speranze
francesi. I marcatori: Irlanda 3 mete (Heaslip, O'Driscoll, D'Arcy), 3
cp e 3 tr O'Gara.
 Tornando a Galles-Scozia, invece, netta la superiorità del pacchetto
di mischia dei dragoni, che in una occasione hanno letteralmente
demolito gli avversari sulla linea di meta: momento eccezionale per i
palati fini. Ma la superiorità è stata schiacciante anche al di là del
risultato finale. I marcatori: Scozia 1 meta Evans, 1 tr 1 cp
Paterson; Galles 4 mete (Shanklin, A. Jones, Halfpenny. S. Williams),
2 cp S. Jones.
 A stilare una ideale pagella ora, dopo la prima giornata, l'Irlanda
potrebbe meritare un 7 pieno, il Galles mezzo punto in meno per
l'eccesso di confidenza nel secondo tempo di Edimburgo. Sufficienza
risicata per l'Inghilterra, ben lontana da un gioco degno della
finalista agli ultimi Mondiali.
 Rimandata infine la Francia in due materie: concretezza e difesa;
bocciate comunque Italia e Scozia: senza un preciso piano tattico, in
difficoltà sul piano collettivo ancor prima che individuale.



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