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[RUGBYLIST] Notizie del... lunedì

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Mer 8 Apr 2009 13:56:01 CEST


Dal Gazzettino di lunedì 06/04/2009 riporto l'articolo di Liviero.
Ciao.
Franco (TV)

MISCHIA APERTA
Il grande slam irlandese e la magia del Torneo.

Lo spettacolo non sarà quello delle maggiori competizioni
dell'emisfero australe, ma il Sei Nazioni rimane il grande evento
della stagione. Il torneo più affascinante e ricco di pathos. E la
sfida finale di quest'anno tra Galles ed Irlanda, che assegnava il
titolo, ne è stata l'ennesima prova. Intensità elevata, una trama
avvincente intessuta di scelte intelligenti.
Nell'atmosfera stregonesca del Millennium Stadium, i verdi hanno
subito occupato il campo e messo pressione con l'acuto gioco al piede
di O'Gara e la "rush defence". Senza però trovare la chiave per aprire
una difesa altrettanto ermetica. Prova e riprova, alla mezz'ora si era
ancora zero a zero.
Tanto che i dragoni rossi andando nel campo irlandese un paio di volte
ottenevano altrettante punizioni che Stephen Jones metteva
diligentemente tra i pali. Un 6-0 che faceva affiorare i limiti
dell'Irlanda: la cronica incapacità di vincere qualcosa d'importante e
l'indisciplina in zona di placcaggio. Tutto lasciava presagire al
successo gallese.
Ma all'inizio della ripresa la squadra di Kidney ha segnato due mete
in tre minuti. Gli avanti del Munster si sono ricordati di aver
dominato l'Europa e hanno servito la specialità della casa : una serie
di pick and go conclusa tra lo stupore addirittura da un trequarti,
capitan O'Driscoll, sbucato come una talpa dal mucchio. Poi ci pensava
O'Gara: visto che spazi non se ne aprivano ha superato la barriera
difensiva con un diagonale di destro all'indirizzo di Bowe che,
addomesticato il rimbalzo, bruciava tutti sullo scatto. Il Galles però
ha ripreso a tessere la tela con astuzia.  Continuando cioè a
sollecitare l'indisciplina irlandese. Il solito Jones prima ha messo
dentro due piazzati e poi, a 5 minuti dalla fine, il beffardo drop del
sorpasso: 15-14. Gli irlandesi avrebbero ugualmente vinto il Sei
Nazioni grazie alla differenza punti, ma senza quel grande slam
riuscitogli un'unica volta nel 1948. Non ci sarebbe stato trionfo
senza quel "Sacro Graal" inseguito da intere generazioni, il solo
capace di rendere immortale la banda O'Driscoll, tanto ricca di
talento quanto povera di successi.
Tutto sembrava perduto quando un refolo del destino ha sconvolto lo
scenario. Proprio Stephem Jones, il fustigatore dei sogni irlandesi,
ha sbagliato banalmente. L'Irlanda ha avuto una touche insperata a
ridosso dell'area dei 22 metri. L'ha vinta e ha abbozzato un maul. E
quindi due ruck a preparare l'altare per O'Gara, posizionato come un
gran sacerdote sulla linea dei 22 metri, davanti alla porta. I Dragoni
gli hanno subito lanciato i cani rabbiosi della difesa. Ma Ronan,
freddo e ieratico, ha oscillato il destro liberando vapori d'incenso
verso il cielo. Non era finita. mentre i tifosi irlandesi intonavano
il "Gloria" per il riuscito drop del 15-17 il Galles, indomito,
preparava il più velenoso dei colpi di coda, conquistando all'ultimo
secondo un calcio di punizione da 48 metri, centrale. Ma gli dei
avevano deciso che per quella sera a Cardiff poteva bastare.
L'apertura del Llanelli ha battuto leggermente corto. Mistero
compiuto.
Partite così nutrono la leggenda del Sei Nazioni. Ma onore anche
all'intelligenza tattica dell'Irlanda che ha saputo imporsi con un
gioco a bassa complessità, costruito sulla trilogia classica:
conquista, gioco al piede, difesa. Ha vinto la squadra più
equilibrata, quella che ha incassato meno mete (3), fatto meno
passaggi (Italia a parte) e usato di più e meglio i calci tattici.
Senza, beninteso, rinunciare al talento debordante dei suoi trequarti,
vecchi e nuovi.


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