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[RUGBYLIST] Poi la smetto...anch'io!Meta e punti

Marco ovale23 a libero.it
Mar 28 Ott 2008 18:26:11 CET


Solo per chiudere il mio intervento, e a seguito di quello di Mr. Ravagnani, specifico che nel citato testo del 1927, all'art.4, si parla del punteggio:
"...I punti si contano come segue:
Essai_________________________________________________vale 3 punti;
but (calcio) dopo un Coup placé (piazzato)_________________ _vale 3 punti;
but (calcio) dopo un Essai (e in questo caso l'essai non conta)__vale 5 punti:
Ogni altro but (calcio)____________________________________vale 4 punti."

Cosa può essere quest'ultimo? quello che lo steso testo chiama Coup de pied tombé, ossia il drop?

PS: curioso, a livello linguistico, come quella che noi chiamiamo meta trasformata (dando importanza al sostantivo meta) all'epoca si chiamasse Calcio dopo la meta (confermando la supremazia del calcio sulla meta). Buona serata a voi. Marco Turchetto.

-----Original Message-----
From: rugbylist-bounces a rugbylist.it [mailto:rugbylist-bounces a rugbylist.it]On Behalf Of luciano37 a libero.it
Sent: martedì 28 ottobre 2008 17.49
To: rugbylist a rugbylist.it
Subject: [RUGBYLIST] Poi la smetto...

Sempre su la meta ed a proposito anche degli illuminanti interventi di
Bertolazzi e di Turchetto jr,  ricordo che nelle prime incursioni sui campi
britannici, tanto, troppo!!, tempo fa poteva accadere di trovarsi di fronte a
tabelloni segnapunti così concepiti:

Goal   2
Try      1
Penalty goal 2

Tradotto in cifra, per quei tempi (meta a 3 punti, trasformazione a 2) 
significava  che la squadra aveva segnato 19 punti, così ricavati:
2 Goal (cioè due mete trasformate) = 10 punti
1 Try = cioè una meta non trasformata ,3 punti)
2 penalty, cioè 6 punti
Anche ciò a dimostrare che il GOAL (obbiettivo) che nel calcio si usa ancora
al posto di "rete",  nel gergo non televisivo (ma argentini e brasiliani un bel
gol lo chiamano gollazzo), soddisfaceva completamente le origini delle
marcature che erano appunto try (prova) per  calciare fra i pali. Una delle
grandi questioni dei primi anni del rugby fu, infatti, se un gol poteva o meno
contare più di due o tre mete. Le baruffe tra Scozia e Inghilterra aprirono la
strada all'International Board (appunto 1886, cui si riferisce Bertolazzi
accertando la codifica del valore della try).
Scusate. Non rompo più, ma la precisazione mi sembra importante.
Luciano Ravagnani




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