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[RUGBYLIST] Rugbylist, una ventata di tristezza

Luigi Bocchino giggibocchino a yahoo.it
Gio 23 Ott 2008 08:06:49 CEST


Paolo ha perfettamente ragione, ormai internet è diventata di un'invadenza incredibile, ci raggiunge anche dove e quando non avremmo mai pesnato che potesse farlo.

Rispondo brevemente a Piero, in merito alle preoccupazioni (scusate l'off topic).

Io lavoro in Borsa, purtroppo. Una crisi così non c'è mai stata, nella storia. Un pò l'avevo prevista, ma alla fine ne sono stato travolto, come tutti. Non so cosa ci aspetta, di sicuro vivremo in un modello economico nuovo, con regole nuove, giocatori nuovi, arbitri nuovi. Ma ritengo che ciò potrebbe essere un bene.



 



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Da: Paolo Ricci Bitti <paribi a infinito.it>
A: rugbylist a rugbylist.it
Inviato: Giovedì 23 ottobre 2008, 0:57:48
Oggetto: Re: [RUGBYLIST] Rugbylist, una ventata di tristezza


Caro Giovanni, dovrei essere uno dei primissimi (Top Ten?) iscritti alla rugbylist (1996?) e ricordo bene anche l'emozione del debutto ufficiale sulla stampa nazionale (ehm ehm, digitate, eventualmente: "Tinari caviglia rugby" su Google). 
Sì, è vero che un po' alla volta l'interesse si è affievolito fino ai minimi termini attuali anche se credo non siano così pochi quelli che, come me, "leggono ma non scrivono". Forse, rammentando l'entusiamo di quei primi anni, va considerato che all'epoca Internet muoveva i primi formidabili passi e alternative alla formidabile rugbylist non ce n'erano. E tu hai avuto il merito di lanciare uno "strumento" che è stato al tempo stesso piacevole e utile per diffondere notizie e, soprattutto, umori. E Internet, va da sé, in uno sport come il rugby ha rappresentato davvero una rivoluzione nella rivoluzione: scusate la bottà di senilità, ma oggi anche in Italia tutti sanno tutto di tutti (anche se sapere non vuol dire conoscere e capire) mentre fino a pochi anni fa le notizie ad esempio dalla Nuova Zelanda arrivavano solo grazie ad avventurosi abbonamenti postali a riviste passate di mano in mano più di castissimi Playboy: insomma, "tempo
 reale"  voleva dire almeno due settimane. Voleva anche dire assimilare concetti e meditarli senza essere travolti dalla schermata successiva.  
Poi però va ammesso che il rugby italiano ha da tempo un'immagine assai superiore alle proprie possibilità. Merito della nazionale e del Sei Nazioni: per il resto siamo ancora naviganti nell'arcipelago. Isole e soprattutto isolette magari abitate da grandi passioni, ma prive di collegamenti. Il Top Ten, le Coppe, la pay tv per pochi, la tv di stato in chiaro per nessuno (vista anche la qualità della produzione). Mah, resta un senso di grande freddezza. Resiste, in realtà, solo l'eroica La7, che nessuno loderà mai abbastanza per il ruolo avuto nel boom del rugby. Vero anche che il senso di nostalgia di certi temi e certi personaggi è forte, ma del resto bisogna pur andare avanti. Stiamo attraversando la terra di mezzo e da qualche parte si arriverà, si vedrà se con o senza l'acciaccata rugbylist che tuttavia, come la prima fidanzata e la prima meta, non si dimentica mai.
Giovanni, hai fatto bene a scrivere "quelle cose". Con affetto.
Paolo Ricci Bitti   
----- Original Message ----- 
From: Giovanni Sonego 
To: rugbylist 
Sent: Wednesday, October 22, 2008 7:00 PM
Subject: Re: [RUGBYLIST] Rugbylist, una ventata di tristezza
Angelo Volpe @fast ha scritto: 
Amici listaroli,
la rugbylist sta diventando sempre più "silenziosa" e deprimente. Dopo un weekend rugbysticamente frizzante come questo, con vittorie delle squadre italiane credo senza precedenti per quantità e qualità in una stessa tornata di Coppe, c'è un mortuorio desolante. [...]
Forse a qualcuno la rugbylist chiacchierona e combattiva dava fastidio ? Forse oscurava altre vetrine rugbystiche del web? Forse bisognava raffreddare una voce che nel campo ovale era forte e vivace da oltre dieci anni? 

Che ne pensate?
Ciao a tutti,
sono abbastanza d'accordo con Angelo: ultimamente la rugbylist e' meno appassionante di una volta. 

Faccio una premessa. Non credo che ci sia qualcuno che trama per affossare la lista. C'e' un calo di interesse, la cosa mi sembra abbastana evidente, ma la causa va cercata altrove. 

Angelo fa un preciso riferimento alla mancata discussione sulle coppe europee. Beh, questo mi da' lo spunto per poter dire la mia: per me, se la gente non si interessa ai risultati delle coppe europee, e' perche' le coppe europee non sono interessanti. Punto.

Parto dalla mia impressione personale. Sono il primo a non riuscire a trovare pathos e interesse nelle Coppe Europee. Non credo, pero', di essere l'unico. Ho anche sentito dire che il numero di spettatori che guarda le coppe in TV e' ridicolo. Questo mio disinteresse e' indipendente dai risultati.  La mia sensazione e' che le coppe europee siano tornei artificiali, creati apposta per creare un pubblico televisivo da rimbambire e al quale vendere della pubblicita'. Per me le coppe europee esprimono proprio quel rugby che non mi dice niente: il rugby senza cuore e senza radici, inventato a tavolino.

E, visto che ci sono, la dico tutta. A me interessa veramente poco anche il rugby super 10. Credo che la scelta di creare un campionato a 10 squadre sia l'ennesimo colpo inferto alla diffusione del rugby in Italia. Sono anni e anni e anni che si studiano meccanismi per ridurre il numero di squadre di vertice, per creare sfide "d'alto livello" e il risultato qual e'? Un campionato che attira sempre meno pubblico e che richiama un po' di interesse solo nelle partite finali. Uno schifo.

Io credo che la causa sia da cercare lontano, che tutto sia iniziato con l'introduzione dei playoff, il primo meccanismo che ha tolto interesse al campionato (alla prima fase sicuramente). Per compensare questo calo di interesse, si sono inventate tante formule, una peggiore dell'altra. E come risultato, il calo di interesse per il campionato e per il rugby giocato vicino a casa. Che poi, per me, e' l'unico che conta. 

Forse sulla rugbylist non si discute delle coppe Europee (e invece si parla di Paolini in TV) perche' ci sono troppi nostalgici come me, che rimpiangono un rugby del passato, un rugby che non c'e' piu'. Forse un giorno arrivera' un rugby moderno, in grado di ricavarsi un posto nei miei sentimenti, vicino al rugby antico. Ma almeno per il momento, non riesco proprio a trovare un rugby in grado di suscitare in me le stesse emozioni di quello di una volta.

Sono rimaso in dubbio se scrivere o meno queste cose, ma era un po' che me le tenevo dentro e ci tenevo a dirle. 

Ciao
Giovanni Sonego


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