I: [RUGBYLIST] Parisse in video-chat sulla Gazzetta

[Salvatore Messina]

MILANO, 21 novembre 2008 - “Noi rugbisti non vogliamo copiare i calciatori, perciò anche loro non dovrebbero copiare i rugbisti. Per il terzo tempo, intendo, che nel calcio non è mai esistito fino all’anno scorso e invece da noi guai se mancasse”. Sergio Parisse non ha lanciato un guanto di sfida al football e alle sue smanie da fair play (imposto), ma durante la videochat su gazzetta.it ha tracciato nuovamente i confini tra la palla ovale e il calcio, sport tornato peraltro nella conversazione in chat a proposito di Totti (“Se lo invito a una partita del Sei Nazioni?” Magari, molto volentieri. Lui è un campione e in più ha dimostrato di saper superare infortuni difficili”) o della sua Inter (“Sabato sera avremo il terzo tempo dopo la sfida con Pacific Islanders, ma m’informerò sul risultato della partita con la Juve”). 
QUESTIONI AZZURRE - “I due giorni successivi alla partita con l’Argentina sono stati difficili per il gruppo, eravamo molto delusi”. Iniziando ad affrontare la cronaca dei test match azzurri, il capitano si è soffermato ancora sulla sconfitta di Torino: “Nel rugby di alto livello i due mediani (che coi Pumas erano Canavosio e Marcato, ndr) non possono permettersi di sbagliare la partita. E’ successo, ma sono convinto che sapranno rifarsi già sabato a Reggio contro i Pacific. Contro cui dovremo giocare ordinati, visto che sono tatticamente disordinati ma possiedono individualità che ‘in situazioni di confusione’ possono fare molto male”. 
LE FRANCHIGIE - Sulle difficoltà del movimento italiano, che oggi vive probabilmente la vigilia di un importante cambiamento nel suo format con l’avvento delle selezioni per l’Heineken Cup (e, forse, anche per la Celtic League), il terza linea dello Stade Francais è chiaro: “Spiace dirlo, ma oggi il livello del campionato italiano non è paragonabile a quello degli altri principali tornei europei. So che la Federazione sta lavorando a una riforma del sistema italiano. Spero che accada il più presto possibile”. Di azzurro si è parlato anche in termini “generazionali”: “Non credo che rispetto a cinque anni fa, quando Kirwan fece debuttare giovanissimi come me, Canale, Bortolami o Castrogiovanni, oggi ci sia un buco generazionale. Piuttosto John ebbe il coraggio, e infatti i suoi risultati sul campo non furono ottimi, di insistere su un gruppo di giovani che oggi rappresenta l’ossatura della Nazionale”. 
DOVE VA IL RUGBY - Dissipati i dubbi di chi teme che il rugby del Duemila rovini l’anima dilettantistica e spontanea dei suoi attori (“Noi azzurri siamo sempre molto disponibili verso i tifosi; purtroppo dopo la partita non possiamo mischiarci a loro, altrimenti il pullman non partirebbe più…”), rispondendo al quesito ‘ma un fisico come il tuo è solo una dote naturale o si può anche costruire?’, Parisse ha probabilmente acceso qualche speranza in quei giovani che hanno qualche perplessità sulla propria propensione al gioco del rugby: “Io quando avevo 12 anni ero abbastanza piccolino e grassottello (oggi è 196 cm per 100 kg, ndr), perciò sarò stato sì aiutato da madre natura, ma c’è voluto tanto allenamento per arrivare a questo livello”.
 
Questo il riassunto delle dichiarazioni del capitano.
 
A quanto pare franchigie e/o selezioni sono cosa fatta.......
Speriamo bene!!!!!
 
PEACE & LOVE & PLAY RUGBY


Salvatore Messina 



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Inviato: Giovedì 20 novembre 2008, 12:45:54
Oggetto: [RUGBYLIST] Parisse in video-chat sulla Gazzetta


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